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Autore: Freija    01/08/2008    11 recensioni
Niente ha importanza,perchè i sogni non si realizzano.
Mentre gli incubi sono vivide realtà.
Ricorda:sogno, incubo, ossessione, illusione.
Tutto è destinato a svanire.
Fanfiction ambientata ai tempi di L e Light all'università.Le vite di due persone estremamente diverse si incrociano, portandole verso un futuro che pare irrealizzabile.
[Light-centric]
[LxLight]
E' vietato inserire sia il doppio tag br che il tag br semplice all'inizio e/o alla fine delle introduzioni.
Rosicrucian e Nami, assistenti amministratrici.
Genere: Romantico, Drammatico, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: L, Light/Raito
Note: Lemon, What if? (E se ...) | Avvertimenti: Contenuti forti
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disgrazia Prima di lasciarvi al capitolo (che ha il rating rosso), ci terrei a ringraziare Frecchan, Shaida Black e Betta90  che hanno recensito la mia scorsa fanfiction +Letter and rain+.Grazie mille^_^

Capitolo 9. Disgrazia

Il sacrificio era troppo grande.
La nostra avidità ci ha resi tutti ciechi.
Abbiamo cercato di nascondere ciò che abbiamo temuto.
Oggi è la fine del domani.

Ora il giorno è giunto
Siamo stati abbandonati
Non c’è più tempo.
La vita ci passerà accanto
Siamo stati abbandonati
Solo le rovine restano indietro.

Forsaken-Within Temptation




Razionalmente,non riuscivo ancora a capire come diavolo ci ero finito, in quell' assurda situazione.
Ad amoreggiare con la persona sbagliatissima, nel momento sbagliato e nel posto sbagliato-del resto non sapevo quando Jasper sarebbe rientrato in camera e farci sorprendere impegnati in certe attività non avrebbe certo giovato nè a me, nè a L.-

Già, L....
Forse non dovrei nemmeno ripetertelo, ma devi sapere che in realtà io ti detesto con tutte le mie forze...

Odio il tuo volto diafano e i tuoi soffici capelli corvini.
Odio il profumo costante di vaniglia che emetti.
Odio la semplicità disarmante del tuo nome.
Odio la voce melodiosa che ti contraddistingue.
Odio la cappa di vetro dietro cui ti sei rifugiato per sfuggire alla realtà-quella stessa realtà che tanto hai tentato di proteggere e che ti spaventa-
E odio il destino che ci ha fatti incontrare.

Eppure sbagliavo.
Assurdamente, ero certo di non essere stato sincero fino in fondo con me stesso.Forse era solo il risultato delle continue menzogne che raccontavo agli altri.
Forse non riuscivo nemmeno più a distinguere ciò che era vero da ciò che invece non era reale.
Chissà perchè...

Sapevo solo di essermi completamente scordato di tutto ciò che non comprendesse me stesso, il ragazzo che sovrastavo e il piacere che scaturiva dai baci e dalle carezze reciproche.Anche il mio udito si era totalmente estraniato da tutti i rumori circostanti, tranne dai deboli gemiti di piacere del moro e dalle pulsazioni irregolari che provenivano dalle mie stesse arterie.
Le sue pupille nere non emanavano più quell' incredibile effetto magnetico che aveva il potere di inquietarmi, ma si erano trasformate in puro onice liquido, tanto belle da mozzarmi il fiato.Ancora impegnato a baciare delicatamente l' ombelico del mio compagno, sfilai i jeans chiari dalle sue gambe magre, gettandoli sul pavimento di legno.
Ripercorsi con il palmo delle mani il suo corpo-perfetto e, allo stesso tempo, spigoloso-iniziando dalle spalle e poi giù, sulle braccia, fino a premere con più forza sui fianchi esili.Ogni centrimetro di quella pelle nivea e morbida che stavo carezzando mi procurava veri e propri fremiti che attraversavano tutto il corpo.Mi sembrava di solcare un mare ostile, in tempesta, dove ogni minimo movimento può farti sbalzare fuori dalla prua e farti cadere nella acque ghiacciate.
Ecco, era proprio questa sensazione che mi dava toccare il suo corpo.
In quell' istante un' idea folle mi penetrò nel cervello.
Avrei potuto ucciderlo.
In quello stesso momento.
Del resto, nessuno ci stava osservando, no?Chi avrebbe mai potuto dare la colpa a me?
Percepii lo stomaco chiudersi in una morsa, la mente attratta da quell' idea allettante.
No, era assurdo, sarebbero risaliti a me in ogni caso e poi...avevo promesso che non gli avrei fatto del male.
Provavo fame di lui tanta quanta Kira ne provava per la sua vittoria assoluta.
Beh, avrei aspettato.Presto sarei stato accontentato.

L sentii che mi ero irrigidito e, distogliendo lo sguardo dal soffitto, si fermò a fissarmi.
Onice contro Ambra.Inutile dire quale dei due fosse il più prezioso.
Solo le mani continuavano a scorrere docilmente sulla mia schiena in movimenti lievi.

-A cosa stai pensando?-chiese.Aveva la voce leggermente roca, forse dovuta al turbine di passione in cui eravamo precipitati prima.

Non potevo nascondere qualcosa a quelle iridi.Mi scrutavano dentro, trapassandomi il cranio.
Strana sensazione, devo dire.
Prima di conoscere lui, se qualcuno mi avesse detto che esisteva un essere umano con degli occhi del genere, non ci avrei creduto.Invece eccoli lì, tanto impenetrabili quanto sensibili.
Sospirai, sorridendo leggermente.Il solito sorriso.Inutile mentire.
Portai una mano sulla sua guancia.

-Niente...pensavo a te.Non dovrei?-

All' improvviso le sue mani si staccarono dalla mia schiena e le premette sul viso, afferrandolo e portandomi più vicino al suo volto.Il tono di voce che usò mi stupì profondamente.Era poco più di un sussurro, scandiva lentamente le parole e la tonalità era dolce,  ma c' era qualcosa di strano.Come se avesse la voce rotta dal pianto.

-Ti rendi conto di ciò che stiamo facendo?Delle conseguenze che porterà tutto questo?-

Rimasi un attimo zitto.Certo che me ne rendevo conto, ma era difficile ammetterlo.

-Sinceramente non lo so.Forse un giorno potrei anche finire col pentirmene, ma adesso è questo che desidero.Per te non è forse lo stesso?-

Feci scivolare una mano sul suo cuore.Lo sentivo battere rapidamente, impazzito.
Anche lui provava le stesse cose.Gli stessi sentimenti sbagliati, uniti a quelli di sconfitta, rinuncia e paura.La paura irrazionale di venire ucciso.Di venire ferito irriparabilmente.
Piegò leggermente la testa per distogliere lo sguardo, vedevo il sangue affluire alle gote, spolverandole di di un intenso rosato, poco consono per una pelle chiara come la sua.
I rilucenti capelli corvini sparsi sul cuscino che incorniciavano la pelle nivea e liscia del viso, il petto nudo e glabro, l' espressione di lieve imbarazzo dipinta sul volto...a vederlo così il mio cuore mancò un battito.
Mi chinai per baciargli di nuovo il collo, la mano che andava a sfiorare la sua intimità.
E ricominciarono i gemiti.Lo abbracciai stretto,lo baciai di nuovo, le lingue che ancora si cercavano, in sincronia come se fossimo un' entità unica.Nelle brevi pause tra un bacio e l' altro potevo sentirlo ripetere il mio nome.Tante, tante volte.Volevo sentirlo gemere fino a farlo impazzire, fargli abbandonare ogni pudore, volevo sentire i suoi respiri affannati.Vederlo perdere il controllo.Sarebbe stato il massimo.
Artigliai l' elastico dei boxer neri e glieli sfilai, ancora scosso dai brividi.Decisi di offrirgli ciò che voleva, l' avevo fatto attendere abbastanza.
Presi delicatamente in mano il suo caldo membro per iniziare a massaggiarlo con foga, mentre la mia bocca lambiva con ardore ogni centimetro di pelle, i muscoli, la carne...
L, completamente preso in contropiede, cominciò a gemere senza freni, quasi urlando di piacere.Si strinse di più a me, sollevando il bacino e premendo forte sulla schiena.Le labbra schiuse alla ricerca di più aria, il corpo scosso da brividi, il respiro affannato e la pelle bollente...Dio, era ancora meglio di ciò che pensassi...
All' improvviso mi fermai, prima che giungesse all' orgasmo.Aprii la cerniera dei miei pantaloni e sfilai i boxer.Non riuscivo a credere che stesse davvero per accadere, era meraviglioso.Con la mano libera corsi ad afferarrare il suo polso, portandolo alle labbra e deponendo leggeri baci sul palmo e sulle falangi.Il mio gesto fece fremere entrambi ancora di più.

-Ti desidero...-

La voce ansimante che rispose mi apparve estranea e distante chilometri.Il suo volto aveva preso fuoco, gli occhi spalancati all' inverosimile.
Era davvero timore quello che scorgevo sul suo volto?
Allora anche il grande detective L conosce la paura...

-No, Light...per favore...non adesso...-

Lo desideravo completamente, avrei voluto prenderlo subito per soddisfare entrambi, ma forse aveva ragione, forse non era affatto una buona idea.Era per entrambi la prima volta con un altro ragazzo e l' inesperienza si faceva comunque sentire.L, infatti, dopo aver perso la foga iniziale, si era ritratto e ora a malepena osava toccarmi.Senza contare che Jasper era famoso all' università per gli strani orari di rientro.Gettai una veloce occhiata alla sveglia accanto al comodino, che segnava le 21.10.Se la fortuna era dalla mi parte, Jasper non sarebbe tornato prima delle 23.00

Presi le gambe del moro e gliele feci leggermente divaricare.L si fece guidare docile, ansioso.Portai la bocca all' interno coscia, la lingua umida che faceva capolino dalle labbra per salire docilmente verso l' inguine.

Era incredibile quello che stavo facendo, quello che stavo donando ad un' altra persona.
Non mi ero mai curato di ciò che gli altri pensassero o desiderassero da me, soprattutto nei rapporti carnali.
Non provavo nessuna attrattiva per l' atto sessuale in sè, era solo una maniera come un' altra per sfogare le proprie frustrazioni.
E un essere umano adulto sa quanto la vita possa essere frustrante, credetemi.
Alla fine, era solo uno spiraglio di luce immerso nelle tenebre più profonde.
Ma in quel momento ho capito che non me ne importava.
Ho sentito il rumore di una certezza che si incrinava e si frantumava in schegge di vetro.

Lo afferrai per i fianchi mentre leccavo, baciavo e mordevo in mezzo alle gambe.L si era completamente abbandonato alle mie attenzioni, ubriacato dalla situazione portò una mano ad accarezzarmi i capelli, sentivo le sue dita infiltrarsi tra le ciocche ramate, accarezzandole.
Iniziò a sospirare e gemere di piacere, gratificato da quella dolce torura, quando con la lingua percorsi tutta la lunghezza del suo sesso, per poi prenderlo in bocca.Le labbra e la lingua si muovevano veloci, menre sentivo le sue dita stringersi sui miei capelli, per non permettermi di interrompere ciò che stavo facendo...

-Light...Light...ti prego...-

La sua voce ansimante mi fece capire che era pericolosamente vicino all' orgasmo.Rilasciai il suo membro dalla bocca e continuai a masturbarlo con la mano.
La sentii bagnarsi poco dopo, mentre L emetteva un urlo strozzato, coprendosi gli occhi con un braccio.

Quando tutto terminò, ritrassi la mano, lasciai un lieve bacio sulla sua guancia e  mi accasciai al suo fianco, il viso voltato dal lato opposto al suo.
Mi sentivo...strano.Una lieve sensazione di angoscia si impadronì di me, sbattendo sulle mura dell' anima.
Il respiro ansimante del moro vicino a me, si spense poco a poco.Ora che l' euforia si era spenta, eravamo rimasti sudati, nudi-nel corpo e nel cuore-, soli.
Irrimediabilmente soli.
Anche se potevamo allungare una mano e scoprire che c' era un corpo caldo accanto a noi, non sarebbe comunque cambiato nulla.
Fu lui il primo a parlare.

-Come stai?-
-Bene-mentii.Non era vero, avrei dato ogni cosa in mio possesso per poter essere qualcun altro, in un altro posto.Per poter fuggire via da lui.
-Scusami...-
-E di cosa?Non hai niente di cui scusarti...-
-Scusa se ti ho fermato...lo so, sono stato egoista, ma proprio non me la sentivo...-
-Non fa niente...-

Altro silenzio.Sordo, saturo, imbarazzante silenzio.

-MA NON HAI PROPRIO UN CAZZO DA DIRE?-avevo urlato, senza nessun motivo, al ragazzo vicino a me.Non ne potevo più di quella situazione.

Era troppo ingiusto, terribilmente.
E non serviva a nulla convincermi che era stato un passatempo, una notte e tanti saluti.
Inconsciamente, l' avevo bramato dal primo istante in cui avevo posato lo sguardo nel suo.
E, allo stesso tempo, la sua morte avrebbe risolto tutti i miei problemi.
 
L sembrava rassegnato.Per nulla turbato dai miei classici scatti d' ira.
Sospirò.

-Non saprei, Light...che cosa dovrei dirti, dopotutto?Nel preciso istante in cui sei entrato nella mia vita, ho perso.Ammazzami pure se ti fa piacere, Kira.-
-Ancora con questa storia?La smetterai mai di farmi impazzire?-sbottai, furioso.

Respirai profondamente per mettere a tacere la rabbia, mentre mi sedevo sul letto.Chinai la testa, portandomi le mani alla fronte e chiusi gli occhi.Rimasi in quella posizione per un pò, mentre sentivo che L si era alzato dal letto e si stava rivestendo.
Ascoltai il rumore dei suoi passi venire verso di me, dall' altra parte del letto.I miei occhi, coperti dalle mani, vedevano parzialmente la sua figura.Poi L si chinò leggermente verso di me e sentii le sue braccia stringermi, il viso affondato fra i miei capelli.Niente a che vedere con gli abbracci passionali di prima, questo era assolutamente intriso di gentilezza.Come si abbraccerebbe un fratello, un amico, nei momenti di sconforto, quando le parole non bastano per consolare qualcuno.Quel gesto mi fece rimanere spiazzato, non seppi più che fare.E mi sorprese molto più di ogni cosa avessimo fatto quella sera.
Sentii il cuore accellerare di un poco i battiti.

Quando mi lasciò andare gli occhi erano ancora tristi, ma sul volto si era dipinto un leggero sorriso.

-Dai, andiamo-disse, offrendomi una mano per alzarmi.

La strinsi.L' angoscia era sparita.
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Chiudemmo la porta e ci ritrovammo nel corridoio.All' improvviso mi ricordai di una cosa.

-Per caso, sei andato dal dottore per quella tosse?-

Mi guardò di sottecchi per un attimo.

-Certo, Light.Ha detto che non era niente di grave, solo malattie di stagione.Che vuoi che mi succeda per un pò di tosse?E poi adesso è da qualche settimana che è sparita...-

Lasciai perdere il discorso, mentre ci dirigevamo verso il parco.Avevo fame, ma la mensa era già chiusa da un pezzo, quindi optammo per una passeggiata.Passò un quarto d' ora che mi ritrovai davanti agli occhi Jasper, seduto sotto una quercia-stranamente non era insieme nè ad Alan, nè a Jim-.Appena vide me ed L ci venne incontro.Ripensai per un attimo a Rosalie.Chissà dove era finita...

-Ciao ragazzi, tutto bene?Non vi ho visti in mensa, anche se vi aspettavo.Come mai?-
-Light non si sentiva molto bene e io non avevo fame..-rispose L con la stessa espressione di sempre.
-Sì è vero, ma adesso ho proprio fame-sorrisi leggermente
-Beh, dai, ti rifarai domattina a colazion...ops, scusate, il cellulare-rispose Jasper, estraendo dalla tasca il telefonino e portandolo all' orecchio.

-Pronto?Ah, ciao Rose, dimmi...come?...ma perchè?Che è succes...Alla piazza principale, eh?Ok, arrivo...-e chiuse la telefonata.Si rivolse a noi.
-Era Rosalie, non so, mi è sembrata...strana...ha detto che è alla Fontana della Tragedia e mi deve parlare.Mi sa che è successo qualcosa di grave...ragazzi, io vado.A domani-e fece per voltarsi, ma lo interruppi.

.No, aspetta, anche noi volevamo fare quattro passi e andare alla piazza.Ti accompagnamo.-
-Ma no, non vi disturbate, è un problema tra me e Rose...-
-Insisto.-dissi, cercando di mantenere un espressione severa e fredda.

Jasper ci osservò per un attimo, incerto sul da farsi, ma alla fine cedette.

-Uff, e va bene, andiamo.-



Arrivammo dopo una ventina di minuti e ci ritrovammo nel ben mezzo della piazza che pullulava di persone.Effettivamente c' erano fin troppe persone, raggruppate tutte ai piedi della Chiesa, formando una folla enorme di curiosi.Si sentivano urla di terrore, un immenso vociare che veniva coperto dal frastuono delle sirene della polizia e dell' ambulanza.Gli agenti tentavano di allontanare la folla.

-Ma che diavolo è successo qui?-chiese L, ad alta voce, più rivolto verso se stesso, che verso gli altri.

Ci avvicinammo correndo alla ressa, facendoci strada tra i curiosi, spintonando, se necessario.Per poco non caddi addoso a un uomo pelato sulla trentina che iniziò a sbraitare alcune bestemmie contro di me.Quando fummo tutti e tre abbastanza vicini da vedere l' oggeto di tanto clamore, mi si raggelò letteralmente il sangue nella vene e le gambe mancarono.

Stesa al centro della folla, illuminata dalla fioca luce dei lampioni, ai piedi di due poliziotti, c' era Rosalie.I capelli rossi sparsi scompostamente sull' asfalto e gli occhi verdi aperti in un' espressione vuota.Una pozza di sangue che sgorgava dal centro del corpo, macchiando il marciapiede.Le braccia, le gambe e la testa inclinati in angolazioni strane, innaturali.Era una visione orribile.
Si era gettata dal campanile, non c' era dubbio.

La mia mente era ovattata, vuota, non coglieva più i rumori.Neppure l' urlo disperato di Jasper e i suoi tentativi di convincere i poliziotti che era il fidanzato di quella giovane morta.Oppure le urla di L che mi intimavano di alzarmi, di non restare lì seduto sull' asfalto, di fermare Jasper che era irrimediabilmente impazzito.
Non osavo muovermi da quella posizione.Ai miei occhi tutto scorreva al rallentatore, non coglievo più nemmeno le immagini sfocate.

Che c'è Light?
Hai paura, per caso?
Dopotutto, non sei forse tu Kira?Il più grande assassino di tutti i tempi?
Perchè la vita di una stupida ragazzina dovrebbe preoccuparti?

Sì, ma...uccidere con un quaderno è diverso, no?
Vedere la morte in faccia, senza nessuna barriera a dividervi era molto più spaventoso.
Avevi visto la solitaria compagna dal velo nero a cui vevi giurato obbedienza, raccogliendo quel quaderno.
E tutto quel sangue...Dio...
Non eri preoccupato per lei, ma...lo sapevi che la colpa era tua.
Avresti dovuto capirlo che era tanto fragile.
Avresti dovuto...

La luce si fece debole, gli occhi stanchi.
L' ultima cosa che sentii era L che urlava.
Caduta.Stop.
Buio.


[Avevamo studiato per l' aldilà
Un fischio, un segno di riconoscimento.
Mi provo a modularlo nella speranza
Che siamo tutti già morti senza saperlo.]

Satura-E.Montale


[Continua...]
________________________________________________________________________________

Capitolo triste, stavolta*si soffia il naso*
Bene, non ho molto tempo, quindi stavolta ringraziamenti lampo, la prossima volta sarò più dettagliata.
Grazie infinite a aka_z, Aury BV, hay_chan, momoko89, misa_chan, pei_chan, cicoria, Mello sexy doll e soprattutto a lemnia, che è tornata*_________*
Vi adoro ragazze*risoffia il naso* ç_______ç

Alla prossima gente!!!!^__^

  
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