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Autore: Aisidion    25/05/2014    0 recensioni
Viaggio stellare nelle inquietudini di due giovani studentesse di liceo. Io. E lei.
Genere: Introspettivo, Slice of life, Song-fic | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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NdA: E' strano, per una persona come me, quasi sempre proiettata nel futuro "vicino" - potrei usare la laconica espressione di "vivere alla giornata", ma la verità è che il presente, secondo me, non esiste - lasciarsi sopraffare dai ricordi, specie quando NON vorresti ricordare. Quindi sono giunta alla conclusione che devo affrontarli di petto, invece di arginarli. E con questo sfogo credo di averli esorcizzati una volta per tutte. Credo. E... Basta. Non ho nient'altro da dire. Tutto il resto è rumore.





9 maggio 2014  h 19:55




Sono qui. A cinque metri dal mare, insieme alla mia ombra distorta dalle dune della sabbia, sempre più stretta e lunga, come le torri delle cattedrali gotiche. Arriva a sfiorare appena la battigia, per poi confondersi fra le vibranti scaglie d'acqua: la accolgono in un abbraccio argenteo. Decido di voltarmi verso il sole; a quest'ora non brucia più, si fa sempre meno incandescente e più dorato, mellifluo, carezzevole. Sono un'anima solitaria, leopardiana forse.


You don't have a soul. You are a soul. You have a body.


Banalmente, penso all'ultimo verso de L'infinito.
Un anno fa successe, di avere davanti ai miei occhi quel corpo così bramato, quel viso così agognato; e poi non lo rividi più. Era una mattina insolitamente fredda e metallica. Il cielo coperto, il vento impetuoso. Un'atmosfera cupa, a tratti apocalittica. Io e lui, vestiti di nero come se fossimo ad un funerale - e tutti gli altri. Famiglie, bambini, maestre. In tiro per la celebrazione dei 50 anni della scuola. Ancora oggi, non riesco a fare a meno del suo ricordo.


Vivevo sepolto nei ricordi,
annaspando
per respirare un futuro migliore



Continuo a sognarlo ed ogni volta è un bagno di sudore e sofferenza. Un sogno ricorrente, in cui passato e presente si fondono in un solo luogo, in un solo copione. Tutto è invano, tutto è inutile. Avverto distintamente la sua presenza, ma non riesco a vederlo. Avviene in genere dopo giornate dense di impegni, in cui il suo pensiero non mi ha minimamente sfiorato; un orribile colpo basso che mi rifila la mia mente come a voler urlare STAI MALE, STAI MALE E NON LO SAI.


Am I pathetic?

Sì. E' un male sotterraneo, che esce allo scoperto di notte o quando meno me lo aspetto, scatenato da qualcosa, come la metafora in Joyce. Resuscitato dal mio inconscio ogni qualvolta ne ha l'occasione, mi fagocita, facendomi sua preda.

Non vedo più il sole. Si è eclissato dietro le casupole dei pescatori. Rade nuvole addossate all'orizzonte conferiscono un magnifico effetto  striato, intermedio fra l'ocra e il rosa antico, a un cielo limpido e indiscutibilmente sereno. Mi approprio di quella sensazione di pace, mi ci abbandono, il rosa diffuso seda i miei tormenti, li culla facendoli tacere per un poco.
Mi arrendo all'evidenza che, se voglio sopravvivere, non c'è altra via che non quella di liberare i miei pensieri, per poi lasciarli volare, liberi, nell'aria. Eccomi: la Pandora del nuovo millennio. Il sarcasmo scolpisce un sorrisino tirato sulle mie labbra. Inspiro forte e il mistero del mare penetra in me. Non finisce qui.

That's it sir
You're leaving
The crackle of pig skin
The dust and the screaming
The yuppies networking
The panic, the vomit
The panic, the vomit
God loves his children
God loves his children, yea



Mi accorgo della presenza di un uomo, la macchina fotografica al collo. Mi chiedo se ha scelto di ritrarre anche me in tutto questo tempo o se invece mi ha evitato, un fastidioso ostacolo che si interpone tra lui e il panorama. Forse è un soggetto interessante, una giovane che scrive su un quadernino, ispirata da un languido tramonto sulla spiaggia. Forse non lo è. Non mi è dato saperlo.
Eppure vorrei percepirmi. Come percepisco io le altre persone, da quelle amiche a quelle estranee. Percepisco sprazzi del loro temperamento, frammenti dell'anima, parti sconnesse delle loro paure, ambizioni, idee, emozioni. Perché non posso conoscere l'effetto che faccio? Vorrei che la mia vita fosse ripresa da una telecamera esterna, per poter riguardarla scorrere quando ne ho voglia. Invece non vedrò mai nemmeno il mio volto, in tutta la mia vita.

Siamo i nostri più grandi estranei.







 
   
 
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