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Autore: Orbion    25/05/2014    1 recensioni
"E mentre mi voltai, notai un bambino. Era alto sul metro e trenta. Aveva un viso pallido, con delle labbra carnose, a cuoricino, un nasino a patatina e a virgola, e degli occhi azzurri spettacolari. I suoi occhi, più azzurri dell'acqua marina, si insidiavano nelle profondità della mia anima, e mi davano una sensazione di angoscia terribile."
Genere: Horror, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Mi chiamo Anthony ed'ho venticinque anni. Sono un tipo magro, piuttosto alto, moro con occhi scuri, un naso romano, labbra carnose e un taglio d'occhi piuttosto calante. Quel che vi vado a raccontare, è la mia esperienza. Vi starete chiedendo quale esperienza. Incominciamo subito col dire che se siete sciettici, questo racconto non fa per voi. Ma se credete al paranormale, ai demoni, ai fantasmi, e a tutte le entità che vagano nell'altra dimenzione, non fermatevi a queste righe ma immergetevi nel mio racconto, che man mano vi trasporterà sempre più e vi immedesimerà in prima persona a quel che mi è accaduto. Ma ora basta parlare di me, e procediamo con la mia storia. Era l'agosto del 2013, quando mi sono trasferito in un paesino di montagna, situato vicino ad un fiume. La nuova aria montagnola mi piaceva, ma allo stesso tempo mi intristiva, visto che mi stavo lasciando i vecchi ricordi di un'infanzia passata, alle spalle. Una volta arrivato al paese, vado nella via della mia nuova casa, ed entro. Una volta entrato, noto che la casa ha bisogno di un bel restauro, essendo messa piuttosto male. Non era grandissima, ma per una persona sola bastava ed avanzava. Il soffitto era coperto di ragnatele, il pavimento in legno era mal ridotto e le mura bianche, erano macchiate. Le serrande erano tirate giu, anche se non del tutto, lasciando la stanza semibuia. Provai ad accendere una lampadina, ma esplose. Chissà quanto tempo era che non la utilizavano. Chiamai l'agenzia immobiliare ed edile per la ristrutturazione, che arrivarono di pomeriggio. Dopo aver pranzato ad un ristorante, piuttosto accoglionte e dai prezzi non troppo alti, diedi il via alla ristrutturazione della casa. Gli operai mi dissero che ci volevano circa tre settimane per una ristrutturazione completa. Passarono così tre lunghe settimane, e gia mi ero incominciato ad ambientare al nuovo paese, e il nuovo lavoro, motivo del mio trasferimento, non era niente male. Ora la casa aveva le mura di un bel bianco neve, il pavimento in legno risaltava e dava un'aria alla casa ancora più accogliente. Alla mia sinistra giaceva un caminetto, ornato con tazzine e vari oggetti. Alla mia destra giaceva l'entrata della cucina, non enorme, ma accoglioente. Un bel televisore, di medio prezzo, se ne stava inanzi al muro frontale della stanza. Insomma, niente male. Verso le sette della sera, accesi la TV. Non c'era niente di interessante da vedere. E per le otto, misi l'acqua a bollire. Cenai da solo, tanto per cambiare. Una bella pasta alla amatriciana era proprio quel che di voleva. Andai a letto, spensi le luci, ma non prima di leggermi un bel libro. Non riuscivo a prendere sonno, dovevo ancora abituarmi alla nuova casa, ed oltre tutto strani rumori si potevano udire. Sembravano dei topi. Il rumore si fece forte al tal punto da convincermi a prendere la torcia ed andare a controllare. Guardai per tutto il corridoio, finché un topo non mi strisciò a pochi centimentri dai piedi, facendomi prendere un colpo. Mio Dio, esclamai. Una volta accertato il problema, decisi di installare una trappola per topi il giorno successivo. Passarono tre giorni, ed in fine il topo venne brutalmente ucciso dalla trappola. Chiamai la disinfestazione, che mi disse di non aver trovato traccia di topi. Passai la giornata con alti e bassi. Il lavoro andava come al solito, cominciavo a conoscere la gente del villaggio. Dei tipi strani, se devo dirvi la mia. La notte, guardai un po di televisione e per le undici della sera andai a dormire. Questa volta però riuscii a dormire quasi subito, ma venni svegliato alle due del mattino, dagli stessi rumori dell'ultima volta, solo più forti.
  
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