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Autore: AmeliaRose    25/05/2014    1 recensioni
Billie Piper, una giovane e attraente donna inglese, viene lasciata dal suo fidanzato Matt prima dell'anno nuovo. Decide così di trasferirsi nel centro di Londra e li, incontrerà un uomo affascinante e misterioso.
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Billie Piper, David Tennant, Matt Smith
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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'Con questo mio scritto, pubblicato senza alcuno scopo di lucro, non intendo dare rappresentazione veritiera del carattere di questa persona, nè offenderla in alcun modo' 


 
Guardai e riguardai nuovamente quella foto. Era senza ombra di dubbio David, più giovane certo, ma sempre lui. Solo ora mi rendo conto del suo comportamento che da poco tempo era cambiato, che a pensarci bene questo cambiamento combaciava con l'evasione di Simm. "Strage", quella pericolosa e prepotente parola non voleva uscire dalla mia testa. Mille e più domande si facevano strada nella mia testa. David in che modo era legato a quell'essere? Centrava qualcosa con la strage? Che ruolo aveva? O forse il giornale aveva postato per errore la foto? No, non poteva essere un errore, se lo fosse e David non centrasse al posto del suo nome ci sarebbe la parola "amico". McDonald? David aveva cambiato cognome? Troppe, troppissime domande. Sentii la porta d'entrata aprirsi, mi voltai e trovai un David sorridente che mi guardava felice.

-Già in piedi tesoro?" mi chiese avvicinandosi a me e darmi un bacio sulla guancia. Non risposi, non sapevo cosa dire. "Qualcosa non va?" mi chiese facendosi subito serio. Mi voltai verso il giornale, presi la pagina dove avevo trovato la foto e la passai a lui. David la guardò a lungo senza proferire parola. Alla fine piegò la pagina di giornale e se la mise in tasca. Il suo viso si fece freddo e duro. Aspettai con calma una sua spiegazione ma più passava il tempo e più sospettavo che non arrivasse. David mi guardò per qualche secondo e si passò una mano tra i capelli. "Immagino che tu voglia una spiegazione" disse dopo essersi seduto sul divano a debita distanza da me. Annuii preoccupata da quella distanza. "Io e Simm eravamo molto amici all'epoca. Lui non aveva mai mostrato segni sospetti, quei comportamenti che ti fanno pensare a un possibile omicida, era calmo e si comportava come una persona pacifica. Una notte mi chiese di accompagnarlo da un suo amico perché dovevano chiarire una loro vecchia faccenda. Disse che non ci avrebbe messo molto, massimo dieci minuti. Una volta portato in quella maledetta casa, lo aspettai per molto tempo. Un'ora dopo, stanco di aspettare decisi di andare a bussare alla porta e dirgli che si stava facendo tardi. Stavo per bussare quando sentii uno strano rumore provenire da dentro, preoccupato e senza farmi vedere andai a sbirciare da una finestra. Lo vidi... fare quelle orrende cose" David chiuse gli occhi e strinse forte i pugni appoggiati sulle ginocchia. "Corsi fino alla prima cabina telefonica che trovai e telefonai alla polizia. Quando arrivarono in quella casa, Simm stava ancora mutilando la propria vittima. Dopo un anno Simm venne a sapere della mia soffiata e la polizia, nonostante non ci fosse nessun pericolo, mi fece cambiare il cognome e luogo in cui abitavo. Non volevo che, se mai un giorno mi fossi fatto una famiglia, quella si trovasse in una bufera più grande di loro" David guardò in basso, per terra. Rimasi in silenzio, digerendo l'intera storia. Eliminai la distanza che ci divideva e lo abbracciai.

-Deve essere stato bruttissimo" dissi appoggiando la testa sulla sua spalla "Non serve dire che hai fatto la cosa giusta e nonostante questo, hai avuto molto coraggio". David si girò versi di me e mi baciò la fronte, chiuse gli occhi e sospirò.

- Ho paura. Ho paura che riesca a trovarmi" ammise senza vergogna. Gli accarezzai i capelli cercando di rimanere il più calma e sicura possibile.

-La polizia non ti ha detto nulla riguardo a Simm?"

-No".

-E' un buon segno, no?" chiesi.

-In teoria, finché non mi chiamano dicendo che hanno ricevuto una soffiata che lui è dalle mie parti" disse calmo. Continuai ad accarezzarli i capelli e David, a quei gesti, sembrava calmarsi. Sembrava un piccolo gattino pronto per fare le fusa.

Chiusi la porta alle mie spalle e sospirai. La situazione ora si era fatta più rischiosa, non per me ma per lui. E se in qualche modo Simm lo trovasse? La cosa preoccupante era che non ne potevo parlare con nessuno, non potevo sfogarmi nemmeno con Jenna. Non potevo dire nulla a nessuno nonostante il giornale avesse pubblicato una sua foto con scritto la sua vera identità. Non ne avevano il diritto e David, giustamente, aveva chiamato la redazione infuriato. Loro, in tutta risposta, spiegarono che l'articolo era stato modificato prima di andare in stampa, non sapendo neanche che qualcuno l'avesse modificato senza autorizzazione. David a quella notizia sbiancò e farfugliò parole incomprensibili. 
Andai in camera e presi il cambio, oggi resterò tutto il giorno a casa, da sola. David voleva rimanere da solo e come negargli questo favore? Mi lavai con cura e una volta uscita dalla doccia mi asciugai, indossai gli abiti puliti e andai in cucina a recuperare un barattolo di gelato che consumerò davanti a un bel film. Avevo scelto "Il quinto potere" con il talentuoso Benedict Cumberbatch. Avviai play e affondai il cucchiaino nel cremoso gelato.

***
Il cellulare squillò e senza guardare chi diavolo fosse avviai la chiamata.

-Pronto?" chiesi senza distogliere gli occhi dallo schermo.

-Ciao tesoro" mi salutò una voce femminile dolce e deliziosa. Sorrisi.

-Ciao mamma" risposi mettendo in pausa il film. Mi mancava la sua voce. "E' da tanto che non ci sentiamo" dissi pensierosa."E' successo qualcosa?" chiesi preoccupata.

-No cara, volevo solamente sapere come stavi e se andava tutto bene".

-Si mamma, va tutto bene" mentii, non potevo di certo raccontarle di David.

-Mi fa piacere saperlo" rispose "Volevo sapere se stasera eri libera".

-Si, sono libera. Perché?" chiesi curiosa.

-Avevo intenzione di cenare con te stasera, magari in un bel ristorante".

-Per me va bene! Dimmi dove e a che  ora" dissi alzandomi di scatto dal divano, emozionata. Da quando ero partita, la relazione con mia mamma si era fatta man mano sempre più tragica. Lei non sopportava la mia decisione di partire e cambiare paese per colpa di un uomo. A detta sua questo comportamento era da vigliacchi.

-Molti consigliano il The Andover Arms, anche se più che un ristorante è un pub" disse "Magari verso le otto e mezza?".

-Va benissimo! Non vedo l'ora." dissi con un sorriso.

-Perfetto, a più tardi allora" Ricambiai il saluto e terminai la chiamata.
 
***
Il pub era pieno di gente allegra, nessun posto e tavolo era libero. Mia madre sembrava entusiasta del posto che aveva scelto e non smetteva di mormorare "Bel posto" alternando un sorso di birra. Non sembrava essere cambiata molto dall'ultima volta che la vidi, i capelli si erano fatti più lunghi e il suo viso, forse, un po' troppo stanco. 

-Allora mamma, come vanno le cose a casa?" chiesi giusto per rompere il ghiaccio. Bevve un sorso di birra e mi guardò per qualche secondo.

-Al solito, ma c'è una novità" disse con un tono freddo. Mi vennero i brividi, usava quel tono solamente quando doveva dare una brutta notizia.

-Quale sarebbe?" chiesi temendo il peggio.

-Io e tuo padre abbiamo deciso di divorziare" rispose secca.

-Che cosa?" chiesi a voce un po' troppo alta. Molte teste si voltarono dalla nostra parte.

-Abbassa la voce!" mi rimproverò mia madre guardandomi severamente.

-Ma perché?" chiesi.

-Le cose non andavano bene da tempo. E' stata una cosa inevitabile" rispose fissandomi negli occhi "Era solo una questione di tempo". Rimasi letteralmente a bocca aperta.

-E ora? Che farete?". Mia madre alzò le spalle.

-Nulla, ognuno andrà per la propria strada". Sbalordita della novità svuotai il mio bicchiere di vino e cercai con lo sguardo un cameriere libero per farmi riempire nuovamente il bicchiere.

-Non pensi di esagerare con la birra?" mi chiese lei un po' preoccupata.

-Affatto".

-Dimmi Billie, come procede a tua vita lavorativa?" mi chiese cambiando discorso. La assecondai, nonostante questa notizia mi avesse sconvolto, non avevo intenzione di riparlarne senza mio padre e possibilmente senza bevande alcoliche nei dintorni.

-Bene, da poco c'è stato lo spettacolo di fine anno ed è andata alla grande. E' stato un successone". Mia madre sorrise.

-E la tua vita sentimentale?" sorrisi e d'istinto guardai il cellulare. Prima di uscire da casa avevo mandato un messaggio a David con scritto che sarei uscita con mia madre e che se avesse avuto bisogno di me, bastava avvisare e sarei corsa da lui. Ma nulla, nessun messaggio e nessuna chiamata.

-Diciamo bene" dissi guardandola.

-C'è qualcuno di speciale nella tua vita?" chiese lei curiosa. Annuii. "E non mi hai detto nulla?" mi chiese un po' infastidita. Mi sentii in colpa.

-Volevo aspettare. Prima di farvelo conoscere volevo vedere se era l'uomo giusto. Sai, dopo Matt ho imparato a essere cauta".

-Fai bene" disse lei con un sorriso. "Come si chiama?"

-David"

-Ci può raggiungere? Vorrei conoscerlo" mi chiese con un sorriso.

-Oggi no. Diciamo che non sta molto bene." Mia 
madre sembrava dispiaciuta di questo. "Ma sono sicura che avrete tempo per conoscervi" dissi sicura. Un cameriere si avvicinò a noi e sorrisi felice. Finalmente!

-Le signore sono pronte per ordinare?".
 
Accompagnai mia madre alla sua macchina, fortunatamente la serata era finita senza altre brutte notizie e preoccupazioni. Abbracciai mia madre e la guardai salire nell'auto, partire e perdersi tra il traffico. Il mio cellulare trillò, informandomi del nuovo messaggio. Presi il cellulare e ne lessi il contenuto.

Ho bisogno di te.
Per favore, fai presto.
David.


Mi diressi verso l'auto e una volta salita partii. Fortunatamente nella mia direzione non c'era molto traffico, dandomi così la possibilità  di arrivare a casa in meno di dieci minuti. Arrivata, scesi dall'auto, entrai nell'edificio e salii velocemente le scale vogliosa di riabbracciare il mio uomo. Suonai il campanello e attesi che David mi venisse ad aprirmi. Passò un minuto ma di David nessuna traccia. Doveva essersi addormentato.  Dalla borsa presi le chiavi di casa di David, che mi aveva dato tempo fa per sicurezza, ed entrai. Le luci erano spente e, visto il buio totale, anche le imposte erano chiuse. Cercai l'interruttore della luce e una volta trovato lo schiacciai. Nulla. A quanto pare era saltata la luce nell'appartamento. 

-David?" lo chiamai ad alta voce.

-No" rispose una voce fredda e non famigliare. Mi vennero i brividi, non osai muovere un muscolo. "Non sono David". Indietreggiai, cercando di raggiungere la porta per fuggire.

-Adoro giocare al buio" disse quella voce. Non poteva essere che lui, Simm. Chiusi gli occhi, cercando di orientarmi. La porta doveva trovarsi alle mie spalle, troppo lontana, mentre la camera si trovava alla mia sinistra. Se mi fossi data una mossa e se non avessi inciampato in qualcosa, senza contare il frontale con il muro, potevo andare in camera e urlare dal balcone. Mi girai di scatto ma Simm mi prese per le spalle e mi fece cadere a terra. All'improvviso sentii un dolore lancinante alla testa, l'uomo doveva avermi colpito con qualcosa. La testa cominciò a farmi male, presti la testa tra le mani e chiusi gli occhi. Svenni poco dopo.

Angolo Autrice:
Ebbene si, dopo quasi dieci giorni eccomi di nuovo qui, con un nuovo aggiornamento!
La brutta notizia - o per molti bella - il prossimo dovrebbe essere il penultimo capitolo.
Spero che questo capitolo vi sia piaciuto.
A presto, spero.
   
 
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