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Autore: EmyPotter_4    25/05/2014    3 recensioni
'Voldemort capì che la famiglia Potter doveva essere sterminata, la notte di Halloween andò da loro per compiere questo terribile gesto. Uccise James e Lily e andò nella camera dei due gemelli, figli dei duo giovani uccisi: Harry e la gemellina Emily.
Come aveva fatto per Lily e James gli puntò la bacchetta magica contro e pronunciò la frase "AVADA KEDAVRA" ma la maledizione rimbalzò contro l'assassino riducendolo in fin di vita.
Harry ed Emily per quindi i loro genitori in una tte alla tenera età di un anno, dieci anni dopo, ricevono la lettedi ammissione per Hogworts e capiscono che l'assassino dei loro genitori sta per tornare e che dovranno essere proprio loro ad ucciderlo.'
Non è la classica storia di Harry Potter questa ma è la sua rivisitazione con l'aggiunta di un personaggio immancabil, una gemella di Harry con un carattere molto diverso dal ragazzo che qui troviamo insicuro, timido e 'secchione.
Genere: Comico, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4, II guerra magica/Libri 5-7
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Al numero 4 di Privet Drive si passava un’allegra mattinata di piena estate, quando, come di consuetudine la mattina, alle 8 in punto, la porta della casa della famiglia Dursley sbatté rumorosamente (quasi a svegliare il vicinato) e ne uscirono un uomo grosso quasi quanto una mongolfiera e senza collo, il signor Vernon Dursley, a seguire, una donna magrissima con il viso pallido e scavato e un collo esageratamente lungo, la signora Petunia Dursley, che portava in braccio un bambino di un anno che però, data la sua stazza, ne dimostrava almeno due, il piccolo Dudley Dursley. Vernon stava partendo per il lavoro, lavorava in un azienda di trapani dove faceva il rappresentante e quel giorno doveva concludere un’importante affare; prese le chiavi della macchina baciò la moglie e il figlio e partì per il centro dove c’era l’azienda. Fino a quel momento era stato tutto normale, ogni giorno partiva a quell’ora da casa e faceva sempre le stesse cose, ma quando arrivò al ponte gli si prostrò davanti una scena che gli fece dimenticare di botto il suo affare, c’era un bellissimo gatto grigio tigrato con due favolosi occhi verdi circondati da una striscia di pelo nero a forma di rettangolo, che stava letteralmente leggendo il cartellone pubblicitario della ditta di trapani dove c’era il nome del signor Dursley come rappresentante. Vernon passò oltre pensando che dopotutto era solo uno stupido gatto che stava solo guardando il cartellone, i gatti non sanno leggere! Il signor Dursley tornò quindi a pensare ai suoi trapani e al suo affare ma non passarono nemmeno dieci minuti dalla vista dello strano gatto che vide duo uomini molto anziani vestiti con lunghi mantelli in velluto, uno ce l’aveva verde smeraldo mentre l’altro blu scuro, quello con l’abito verde aveva anche un grande cappello a punta e veniva continuamente additato da curiosi che sicuramente, come anche Vernon, li avevano preso per pazzi. Il signor Dursley parcheggiò l’auto per andare a prendere il quotidiano nella tabaccheria che si trovava accanto ai due uomini, passandogli accanto, Vernon, colse un frammento della loro conversazione, l’uomo in blu aveva un aria molto spaventata mentre quello in verde parlava, parlava molto piano come per far soffrire l’amico più di quanto già fosse sofferente, quel che disse fece venire un tuffo al cuore anche a Vernon “James e Lily Potter hanno subito un attacco da Colui-Che-Non-Deve-Essere-Nominato, loro… ecco… sono…” ma Vernon non sentì cosa gli era accaduto perché un grosso tir rumoroso non glielo permise ma sentì la frase dopo “Emily ed Harry… Poveri piccoli… Domani avrebbero festeggiato il loro primo compleanno”.
Vernon pensò tutto il giorno a quello che aveva udito quella mattina, il suo affare non andò a gonfie vele ma riuscì comunque a concluderlo ed ogni volta che si affacciava alla finestra vedeva i due uomini parlare ancora animatamente. Alle sei, quando Vernon smontò dal lavoro e andò a prendere l’auto, i due anziani signori lo guardarono con aria triste e aspettarono che partisse, poi se ne andarono. Quando arrivò davanti al parcheggio di casa sua, Vernon, vide il gatto che aveva notato la mattina vicino al cartellone pubblicitario della sua ditta seduto sul muretto di casa sua ma non ci fece caso. Entrò in casa e non appena vide Petunia, le si avvicinò e “Ehm… Ciao Tunia, volevo ehm chiederti se… per caso eh… ultimamente hai sentino… tua… tua sorella, Lily, ecco…” Petunia si girò assolutamente sorpresa dalla domanda che il marito le aveva rivolto “NO! Perché avrei dovuto?!” urlò, “no, no niente cara era solo per curiosità…”disse Vernon sulla difensiva. Verso le unici e mezza le luci a Privet Drive erano tutte spente ed un uomo, notevolmente anziano, avvolto in una tunica color celeste, con lunga barba e lunghi capelli bianchi e un paio di vecchi occhiali a mezzaluna poggiati sul naso aquilino si avvicinò con andatura lenta al muretto su cui era seduto il gatto e vi si sedette accanto ad esso. Da una tasca del suo abito prese un piccolo aggeggio, simile ad un accendino, lo aprì e catturò le sfere di luce di tutti e sette i lampioni della via che si spensero lasciando tutto al buio. “Da quanto sei qui, Minerva?” disse sorridendo al gatto che, come per magia, si girò verso l’uomo, fece un balzo dal muretto e quando i suoi piedi toccarono terra divenne una donna, anziana di circa sessant’anni, vestita d’un abito verde foresta e sul capo un cappello a punta di egual colore; i capelli erano raccolti in uno chignon e sul naso poggiato un paio di occhiali. “Da questa mattina, ma, Albus, sei sicuro che loro… Ecco che loro siano quelli giusti? E poi… Le voci sono vere? Lily e James sono morti? Come hanno fatto i gemelli a sopravvivere? Io… Ho osservato la famiglia per tutto il giorno ma non mi sembrano adatti…” il tono della sua voce suonava molto preoccupato, quasi impaurito, “Oh quante domande Minerva, sì tutto ciò che hai sentito è verità, Lily e James sono…” si bloccò un attimo per guardare in cielo come in cerca di coraggio, e poi “ sono morti, Voldemort li ha attaccati, ma non so proprio come abbiano fatto Harry ed Emy a sopravvivere, ho solo un’ipotesi ma credo di voler aspettare prima di rivelarla”. Anche Albus aveva un tono di voce molto triste ma le sue parole risuonavano molto tranquille, Minerva invece era sempre più sorpresa “Ma questa famiglia non è adatta…” Albus la interruppe con un cenno della mano “Lo so Minerva ma loro sono gli unici parenti che hanno” lo disse con un tono che fece capire alla donna che ormai il tutto era stato deciso così riprese a guardare il cielo stellato. “Fra quanto andiamo a prenderli?” chiese Minerva, “Oh, è già andato Hagrid” la donna ora non aveva più l’aria triste ma era diventata molto spaventata, “ Tu..? Tu trovi saggio affidare ad Hagrid questo compito?” Albus sorrise e la guardò “Affiderei ad Hagrid la mia stessa vita”.
A rompere la quiete della serata fu un forte rombo che proveniva da sopra i tetti delle case di Privet Drive e una luce accecante che abbagliò Minerva e Albus “Hagrid!” farfugliò Minerva sorridendo per la prima volta durante tutta la serata. Il rombo terminò non appena il motore si spense, era una moto molto grande e da essa scese un vero e proprio gigante, era alto quasi quando due persone e largo tre, aveva un’incolta chioma di capelli neri e crespi che riprendevano a crescere sulla faccia creando una barba simile ai suoi capelli, indossava un lungo pastrano di fustagno e portava in braccio due coperte di lana, una rosa e l’altra azzurra, all’interno di esse c’erano due bambini di circa un anno. “Oh, Hagrid! Eccoti finalmente! Come è andato il viaggio? Sono stati tranquilli i piccoli?” chiese Albus avvicinandosi all’uomo “certo signore, buonissimi, davvero, solo Emy si è mossa un poco ma nulla di grave” Minerva intanto si era avvicinata assieme ad Albus e aveva preso in braccio la bambina avvolta nella coperta rosa, aveva i capelli neri come il buio più profondo  e non appena la donna la prese in braccio si svegliò di soprassalto spalancando due enormi occhi marroni “Albus, guarda, è uguale a James, è bellissima” lo disse con la voce tremante avvicinandosi ad Albus che intanto aveva preso il bambino nella coperta azzurra, “oh, si Minerva che bella che è; guarda Harry…” il bimbo aprì gli occhi “oh ha gli occhi di Lily, forza dammi Emy…” si scambiarono i bambini e si udì un lieve singhiozzo provenire da Minerva che smise subito, i bambini intanto si erano addormentati. “Tocca andare signori…” ma Albus fu interrotto da un forte pianto che questa volta proveniva da Hagrid “suvvia Hagrid, dopotutto, questo non è un vero addio, li rivedrai molto presto” detto questo Albus fece per girarsi ma suonarono le campane che annunciavano la mezzanotte così si girò verso i piccoli e disse “oggi è il loro primo compleanno, facciamogli gli auguri signori” fece una pausa e poi riprese “auguri Emy” baciò sulla fronte la bambina “auguri Harry” baciò sulla fronte il  bambino, detto questo prese da una tasca due lettere e le mise entrambe vicino ai bambini, tutti e due avevano sulla fronte una leggendaria cicatrice a forma di saetta, Minerva e Hagrid fecero gli auguri ai bambini e poi “professor Silente,” cominciò Minerva con aria autoritaria verso Albus “è certo di volerli lasciare qui? Nel nostro mondo non ci sarà bambino che non conoscerà la loro storia…” Albus la guardò e rispose “assolutamente certo professoressa McGrannit, assolutamente, sarà meglio tenerli lontani da questa crudele realtà fin quando sarà possibile”. Detto questo tutti e tre sparirono.
   
 
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