Anime & Manga > Magi: The Labyrinth of Magic
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Autore: Nogistunefan    25/05/2014    1 recensioni
Ormai da cinque anni, Solomon era sempre stato al centro dei pensieri di Sheba. All’inizio lo odiava, come era naturale odiare chiunque venisse a dirti che eri una donna orribile, il mostro in un mondo popolato da quelli che, allora, per lei erano i veri mostri. Eppure quell’odio fu portato via con poche, semplici parole e un sorriso radiante e sincero.
Cominci a piacermi.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Sheba, Solomon
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Solomon era rimasto nella sala grande e guardava distratto il bambino tra le sue braccia. Era sicuro, anzi sicurissimo, di aver visto una testolina rosa che faceva capolino dalla porta. Non aveva fatto in tempo a guardarla bene, che quella se ne era già andata.
Ormai era chiaro che qualcosa in Sheba non andava. Ogni tanto chiedeva ad Arba se la ragazza stesse male, ma ogni volta Arba gli mostrava un sorriso forzato e cambiava discorso.
Una volta era arrivato anche a chiedere a Ugo, per forza di disperazione, ma come aveva immaginato, l’amico non sapeva proprio cosa potesse essere.
Era ovvio che lo stesse evitando, ma non riusciva a trovare una scusa per questo comportamento.  
Il bambino si agitò leggermente, distogliendolo dai suoi pensieri. Riprese la ciocca di capelli e ricominciò a sventolarla davanti agli occhi del bambino, che ricominciò a giocare.
Non gli dispiaceva più di tanto passare del tempo col figlio di Falan e Wahid, ma gli seccava essere interrotto nel bel mezzo della sua lettura. Fece vagare gli occhi per la sala, alla ricerca di un’idea. Alla fine gliene venne una.
Si alzò, prese il suo libro con una mano, mentre con l’altro braccio continuava a reggere il bambino e s’incamminò verso la sua camera da letto. Una volta giunto lì si sdraiò sul letto e mise il bambino accanto a lui. Era un letto spazioso, troppo spazioso per i suoi gusti. Prese il libro che stava leggendo prima di essere interrotto e ricominciò a leggere da capo ad alta voce.
Sentiva gli occhi curiosi del bambino puntati su di lui, e gli sembrava quasi che raddrizzasse le orecchie per sentire meglio la storia.
Dopo due ore che leggeva ad alta voce, si rese conto che il bambino si era addormentato, stringendo tra le manine la sua solita ciocca di capelli.
Si girò verso la finestra e si accorse che il solo stava già tramontando, segno che ormai Falan stava cercando suo figlio.
Quando arrivò davanti alla sala grande il bambino dormiva ancora. All’improvviso colpi qualcosa con il piede, e lo lanciò contro il muro, provocando un rumore metallico. Si guardò intorno e si rese conto che per terra ci stava uno strano ciondolo, a forma di angelo. Lo raccolse e lo rigirò tra le mani, all’improvviso questo cominciò a suonare, svegliando il bambino.
-Solomon! Sei terribile con i bambini!- la voce di Falan lo rimproverò. Era alle sue spalle, con le braccia aperte per prendere il bambino.
-Ma cosa dici? Dormiva fino a qualche minuto fa!- si difese Solomon, porgendogli il bambino.
-Grazie- Falan lo prese e si allontanò. –Non vieni a cena?-
-Arrivo tra un minuto.- ricominciò ad esaminare l’angelo tre le sue mani e si rese conto che era fatto di tanti ingranaggi, persino sulle ali. Le mani erano congiunte, come in preghiera e il viso aveva solo un accenno di sorriso. Ricominciò a tastarlo, questa volta sentì un click, e cominciò la melodia.
-Ehi, quello è mio!- Questa volta non era la voce di Falan, ma di Sheba. Forse poteva cogliere l’occasione: poteva chiederle qual’era il problema.
-Tieni, l’ho trovato per terra- cercò i suoi occhi, ma lei guardava a terra. Gli porse l’angelo e lei lo prese.
-Che cosa sarebbe?- chiese, sperando di allungare il discorso.
-è un’angelo-
-Questo lo vedo. Intendevo dire a cosa serve- Sheba arrossì. –A…. non lo so, Ugo me l’ha regalato. Ma non so di preciso a cosa serva.-
Solomon la fissò per qualche secondo. –Ti starebbe bene- la reazione fu immediata. Sheba arrossì ancora di più, fino alle orecchie, e alzò la testadi scatto, finalmente guardandolo negli occhi.
-Come, scusa?- stringeva al petto l’angelo, contro la pelle faceva un leggero ticchettio rassicurante, ma era niente in confronto al battito del cuore della ragazza.
-Penso che ti starebbe bene, come ciondolo, basterebbe trovare una catenina a cui legarlo.- le sorrise e , per la prima volta dopo mesi ormai, sorrise anche lei.
-è pronta la cena!!- la voce di Setta arrivò dalla sala grande. Era lui il cuoco, il fanatico della cucina salutare e genuina.
Solomon si girò e si avviò verso la sala e, con sua, sorpresa si accorse che Sheba stava camminando al suo fianco. Si bloccò all’improvviso, prendendole il braccio con la mano e costringendola a fermarsi.
Di nuovo arrossì fino alle orecchie. –Devo chiederti una cosa- cominciò. –che cosa ti sta succendo? Ho fatto qualcosa di sbagliato?- le si allargarono gli occhi, e lo fissò terrorizzata. Apri la bocca per parlare e poi la richiuse, fisso la sua mano che le teneva il braccio.
-Non hai fatto niente di…-
-Non mentire!- usò un tono autoritario, più di quanto avesse voluto, e ne vide gli effetti negli occhi di Sheba,che cominciarono a velarsi di lacrime. –non volevo gridarti contro- si scusò, passandosi una mano sugli occhi e affondandosela nella frangia dei capelli. –Volevo solo sapere perché non mi parlavi quasi più- la guardò negli occhi, e si rese conto che la battaglia che lei stava combattendo non era tra lei e lui, ma tra se stessa. Si teneva dentro qualcosa.
- se devi dirmi qualcosa, allora dilla. Non ti giudicherò, e non mi arrabbierò. Lo sai- non staccò la sua mano dal suo braccio, ma allentò la presa. Lei annui debolmente e lo guardò. Non si mosse per qualche secondo.
-Mi dispiace- si scusò.
Lui la guardò interrogativo –Per cos…- non fu in grado di finire la frase, perché le labbra di lei catturarono le sue. Non se lo aspettava, ma improvvisamente gli sembrava tutto chiaro, e lui così stupido per non averlo capito prima.
Senza pensarci a lungo, ricambiò il bacio, rendendolo più appassionato. Fece correre le sue  mani lungo la schiena di Sheba fino ai suoi fianchi  e l’attirò a se. Dopo qualche secondo si separarono, i loro nasi si sfioravano ancora, mentre si guardavano  negli occhi. –Non dispiacerti- le sussurrò nell’orecchio, poi la lasciò andare completamente.
Sheba non poté fare a meno di sorridergli, poi si avvio per prima alla sala, sembrava quasi che saltellasse. Solomon la guardò allontanarsi, si avviò anche lui. Ma si blocco subito. Dietro una colonna, faceva capolino la testa di Arba. La ragazza si avvicinò e gli batté una mano sulla spalla. –Sinceramente: era proprio ora!- e anche lei si avviò alla sala.
ANGOLINO AUTRICE
Ooookaaaaayyyy!!!!
Salve a tuttiii!!!!
Ho finito la mia lunghiiiiissima fanfic, e spero che vi sia piaciuta. Non e niente di che, lo so, ma era giusto per aumentare un po’ il misero numero di fan fiction su questa bellissima coppia XD.
Fatemi sapere che cosa ne pensate!
Sono spiacente di dirvi che questa non sarà l’unica fanfic che scriverò sulla SoloShe o su magi, questo era solo l’inizio (risata malefica)
Alla prossima <3
  
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