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Autore: imhereagainallbymyself    25/05/2014    0 recensioni
"Io sono una poesia di Saffo, scritta nello stile di Yeats, con la profondità di Quasimodo e una sensibilità degna di Nabokov. "
Genere: Generale, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Non so bene perché ho messo su il cd di Ed Sheeran e sto scrivendo. Forse per capirci qualcosa. Alle volte serve vomitare tutti i propri pensieri per esaminarli a mente lucida.
Chi sono io? Da dove vengo lo so, ma dove cazzo sto andando?
Ecco, in queste due domande può riassumersi tutto il periodo che sto passando. Non so più nulla.
Alle volte mi sento come il protagonista di un romanzo di Bukowski, classico ubriacone solitario ma intelligente (scarpe rozze e testa fina, dice mia nonna); altre mi sento quasi come un protagonista di De Luca, riflessivo e intelligente; alle volte arrivo a pensare di voler essere il protagonista di un libro della Austen: raffinato, bello e incredibilmente complicato, dietro una sottile apparenza di semplicità.
Ma in fondo, sono arrivato a una sola conclusione.
Io sono una poesia di Saffo, scritta nello stile di Yeats, con la profondità di Quasimodo e una sensibilità degna di Nabokov.
Vorrei solo poter distaccare le varie cose..guardarmi per ciò che sono. Rendermi conto di cosa sto facendo e SMETTERLA di cancellare le parole scritte male. Dovrei lasciare tutte le minuscole, come quella insignificante d minuscola all’inizio di questa frase, e lasciare tutti gli spazi sbagliati e gli “bsdfiudsf” che metto per errore mentre starnutisco. Dovrei accettare i miei errori, guardarmi allo specchio e leggermi, come leggo avidamente ogni giorno.
E dovrei smetterla di crearmi un ideale da seguire, bensì dovrei cercarte di seguire me stesso, alla cieca, e fidarmi. Andare nel buio, ma sapendo di trovare la luce, leggere un libro che sembra brutto, ma che alla fine si rivela meraviglioso (come Bukowski).
Dovrei vivere con lo sguardo di me stesso, non del me stesso che voglio essere.
Dovrei voler essere ciò che sono, non dovrei essere ciò che voglio essere.
Dovrei capirmi, aiutarmi, rialzarmi.
E ora lo prometto, e ora lo giuro, e ora lo ripeto:
Da ora in poi Giacomo non sarà più stupido. Prenderà i libri, ne farà una scala e la risalirà, fino in alto, senza lasciarsi mai la mano. Giacomo si ritirerà su DA SOLO, e ne sarà felice. Sarà incorniciato dalla letteratura, e si disegnerà nei quadri. Sarà soltanto un ricordo per tutti. Giacomo morirà, sparirà, volerà via, e nessuno lo vedrà più. Potranno leggere di lui solo nelle fragili sottolineature che troveranno in quel libro di Grossman che gli liace tanto, o in quell’agenda con le ballerine di Degas che lo aveva emozionato così tanto.
Giacomo si guarderà allo specchio, e amerà se stesso, prima o poi.
(E forse sarà più poi che prima, ma che importa? Anzi, sicuramente è solo Ed Sheeran a dargli questa sicurezza, e domattina, o tra mezz’ora – è abbastanza lunatico – sarà già di nuovo triste e demoralizzato. Ma non importa. E’ questo il bello. Nello sconforto, e nella felicità. Sempre da solo. Sempre felice. Sempre speranzoso.)
   
 
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