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Autore: Fiamma Erin Gaunt    25/05/2014    2 recensioni
Euron "Occhio di Corvo" Greyjoy tona a Pyke dopo anni di esilio; al suo fianco c'è una giovane donna, poco più che una ragazza, con il cuore coraggioso della più prode delle spadaccine e la lingue affilata come la sciabola di cui porta il nome.
*****
Dal testo:
- Sembra che la storia sia destinata a ripetersi. -
- Cosa intendi dire? -
- Solo che è incredibile quanto la tua Erin assomigli alla mia Kitty. -
Euron agguantò il fratello per il bavero della cappa, traendolo a sé con violenza.
- Ti avverto, Victarion, tocca anche solo per sbaglio quella ragazza e la prossima volta che farò un bagno sarà in una vasca colma del tuo sangue. -
[Euron Greyjoy; Victarion Greyjoy; Erin Waves]
[Triangolo! Violenza! Lime! Lemon!]
Genere: Erotico, Guerra, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Euron Greyjoy, Nuovo personaggio, Victarion Greyjoy, Yara Greyjoy
Note: Lemon, Lime | Avvertimenti: Contenuti forti, Triangolo, Violenza
Capitoli:
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Cap 4

 

 

 

 

 

 

 

 

Il posto che Euron aveva in mente non era altro che un’immensa piana verdeggiante, nella parte più interna delle Isole di ferro dove quasi nessuno di quegli uomini di mare si inoltrava.

- Mi hai portata fin qui per farmi vedere dell’erba? – domandò, inarcando beffardamente un sopracciglio perfettamente curato.

- Non essere così impaziente, bambina. –

Aveva appena finito di parlare che una mandria di cavalli allo stato brado fece la sua comparsa. Uno stallone nero come il peccato si stagliava, possente e muscoloso, tra gli altri grigi; l’occhio sinistro era dello stesso colore del carbone, ma quello destro era di un azzurro talmente chiaro da sembrare  quasi fatto di vetro. Eterocromo, nello stesso meraviglioso e singolare modo del pirata.

- C’è ancora. – constatò brevemente Euron, mentre un piccolo sorriso si dipingeva sulle sue labbra.

Erin registrò mentalmente l’espressione e come i suoi lineamenti si addolcissero quando era davvero contento; da quando l’aveva conosciuto l’aveva visto sogghignare spesso, ammiccare, ma mai essere intenerito da qualcosa se non quando per un attimo aveva lasciato che la nostalgia lo avvolgesse quando erano sul punto di sbarcare a Pyke.

-  Prima di essere bandito dalle Isole venivo qui spesso, quel puledrino appena nato per certi versi mi ricordava me, mi ero ripromesso di portarlo alla roccaforte e domarlo. – continuò, in una breve spiegazione che le rendesse comprensibile la ragione per cui l’aveva condotta lì. O, almeno, sperava che fosse sufficientemente chiaro.

- Quindi, ora che sei tornato vuoi domarlo e farne la tua cavalcatura? – tentò.

- Voglio domarlo? Sì. Farne la mia cavalcatura? No, in realtà voglio donarlo a una persona. –

Erin si voltò verso di lui, sorpresa. Di tante risposte non si sarebbe mai aspettata proprio quella, forse perché non ce lo vedeva Euron Greyjoy che si metteva a dispensare regali al primo che passava.

- A Victarion? – lo punzecchiò, con voluta malizia.

L’uomo alzò gli occhi al cielo, sbuffando: - Non essere ridicola, l’unica cosa che donerei a mio fratello è una spada nel petto. –

Poi studiò l’espressione contrariata di Erin e aggiunse, cercando di mascherare senza grande successo quanto la cosa lo seccasse.

- Parli spesso del mio fratellino, non sarà che ti stai davvero invaghendo di lui? –

- Se anche fosse, non è un tuo problema, no? –

L’afferrò per i fianchi, stringendola con più forza del necessario e traendola rabbiosamente a sé: - Sei la mia moglie di sale. –

- Solo ufficialmente, in realtà posso farmi piacere chi voglio. E tu, tanto per la cronaca, non mi piaci proprio per niente. – aggiunse, sputando le ultime parole con tono rabbioso. Cercò di divincolarsi dalla sua presa, ma senza grandi risultati dal momento che il pirata era decisamente più forte di lei dal punto di vista fisico.

- Bugiarda. – le sussurrò a fior di labbra, chinandosi poi a catturarle in un bacio passionale.

Per un paio di secondi Erin chiuse gli occhi e si lasciò andare, assaporando il gusto leggermente salato della pelle dell’uomo e godendosi la sensazione di piacere che avvolgeva il suo corpo. Poi, tornando lucida e ricordando chi era a baciarla in quel modo, come se fosse una sua proprietà, si divincolò nuovamente con più forza; questa volta riuscì a liberarsi dalla presa, sicuramente perché Euron non se l’aspettava, e mise un paio di metri di distanza tra loro.

- Come … Cosa … - balbettò.

Il pirata ghignò sfrontatamente: - Calma, bambina, era solo un bacio. Non dirmi che non ti è piaciuto perché non ci credo. – aggiunse prontamente, come se sapesse perfettamente che quella era la replica che stava per affiorarle sulle labbra.

Erin decise allora di cambiare immediatamente risposta: - Se lo rifai giuro che ti taglio la gola. –

Scoppiò a ridere, buttando la testa all’indietro e mostrando una serie di denti bianchi che scintillavano sotto il sole, in contrasto con le labbra leggermente bluacee dovute all’assunzione dell’Ombra della sera.

- Melodrammatica, almeno quanto me potrei aggiungere, insieme saremmo davvero una bella coppia. – rise, per nulla intimorito dalla minaccia.

La ragazza sbuffò, alzando gli occhi al cielo, ma decise di lasciar perdere. Discutere con lui non aveva senso, non quando si stava così evidentemente sforzando di farle perdere completamente il controllo.

- Prendi quel cavallo così possiamo tornarcene alla roccaforte. – sbottò, risalendo in sella e incrociando risolutamente le braccia al petto.

Una volta tanto fece quello che gli era stato chiesto, muovendosi agile e silenzioso tra i fili d’erba e riuscendo a prendere al lazzo la bestia con una serie di movimenti da vero esperto. Assicurò la fune a un campanello della sella e montò dietro di lei, stringendola tra le braccia per poter recuperare le redini e governare la cavalcatura.

Galopparono in silenzio per un’ora; poi, quando le mura della roccaforte erano ben visibili e gli uomini di ferro di vedetta stavano già provvedendo ad aprire il cancello, le tornò a rivolgere la parola.

- Non sei curiosa di sapere a chi intendo regalarlo? –

- Non mi importa, sono solo contenta che tu non intenda tenertelo; è un animale troppo bello per te. – replicò, con un tono che suonò eccessivamente acido persino alle sue orecchie. Non si sarebbe scusata, però, perché il ricordo delle labbra bluacee sulle sue la turbava ancora.

- Già, è una cavalcatura adatta a una regina. – convenne Euron, dandole un paio di secondi per assaporare quelle parole, chiedendosi distrattamente se stesse lentamente cominciando ad arrivarci.

- D’accordo, te lo dico io. – aggiunse, notando che la spadaccina non sembrava affatto bendisposta nei suoi confronti né intenzionata ad assecondarlo nel suo gioco, - Il cavallo è per te, sempre ammesso che ti piaccia. –

Quelle parole ebbero un effetto magico. L’espressione corrucciata della ragazza si distese e il suo viso s’illuminò, mentre le labbra si stiravano in un sorriso aperto e solare. Sembrava che persino il bacio di poco prima fosse stato dimenticato, così come il fatto che lei poco sopportasse l’uomo che la teneva stretta a sé.

- Io venero i cavalli e questo è talmente incredibile che non può non piacermi. –

Scivolò giù e si avvicinò allo stallone, accarezzandogli delicatamente il muso e grattandogli la fronte. Un nitrito lieve e uno strusciare contro la sua mano furono la ricompensa e le strapparono una risatina gioiosa.

- Sei una meraviglia, piccolo mio. – sussurrò, baciandolo sul collo possente e inspirando a pieni polmoni l’odore puro e pungente del pelo.

Un rumore alle sue spalle la spinse a voltarsi; Euron era al suo fianco e accarezzava ritmicamente il destriero.

- Come lo chiamerai? –

- Balerion. – rispose, senza la minima esitazione.

- Il Terrore nero, è un buon nome per la cavalcatura di una regina guerriera. – approvò.

Rimasero a contemplare l’animale finchè uno degli stallieri non giunse in tutta fretta per portarlo alle scuderie. Assicurò che sarebbe stato trattato con ogni sorta di riguardo, s’inchinò esageratamente prima a Euron e poi a Erin, e sparì dalla loro vista.

- Io … Io ti ringrazio. – sussurrò, così piano che per un attimo il pirata credette di avere solo immaginato che quelle parole fossero uscite dalle labbra delicate della spadaccina.

- Scusa? –

Erin aggrottò la fronte, contrariata, - Non costringermi a ripetertelo. –

Rise. – Suppongo che sentirtelo dire anche solo una volta sia più che sufficiente. Sai, bambina, anche ai mostri senza cuore piacciono le cose belle. –

Pronunciate quelle enigmatiche parole, le voltò le spalle lasciandola sola a domandarsi a cosa esattamente si stesse riferendo.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

*

 

 

 

 

 

 

 

 

Terminato il pranzo, Erin trovò ad attenderla Victarion. Non potè fare a meno di notare che, in confronto al solito abbigliamento che indossava le volte in cui si erano incontrati in precedenza, questa volta aveva un’eleganza in più. Il farsetto ricamato, la cappa perfettamente pulita e senza una piega, gli stivali lucidi. Sembrava una pallida copia di Euron, considerò. Una copia senza labbra sottili e bluastre; si chiese distrattamente se baciarlo le avrebbe procurato la stessa divampante sensazione di piacere che l’aveva avvolta quando Euron l’aveva sfiorata. Scosse la testa, scacciando via quelle fantasie e l’immagine ancora fin troppo vivida di lei che si lasciava baciare in un campo nel mezzo del nulla senza fare troppe storie. Perché ora si metteva a rivivere a occhi aperti quel momento? Euron l’aveva baciata con l’inganno, se avesse intuito le sue intenzioni non glielo avrebbe certo permesso. Vero? Che gli Estranei se lo portassero alla dannazione, con che diritto le scombussolava la mente?

- Stai molto bene. – commentò, certa che concentrarsi su Victarion l’avrebbe aiutata a scacciare via ogni fastidiosa fantasia.

L’uomo le rivolse un sorriso smagliante, apparentemente soddisfatto del fatto che avesse notato il suo cambio di vestiario.

- Posso chiederti se c’è qualche occasione particolare? – aggiunse poi.

- Nulla di formale, ma visto che avevamo intenzione di passare il pomeriggio insieme desideravo essere all’altezza della bellezza della mia sirena. –

Arrossì lievemente, abbassando lo sguardo. Si rese conto di sembrare incredibilmente civettuola e si costrinse a darsi un contegno. Se Euron l’avesse vista fare la svenevole con suo fratello non ne sarebbe di certo stato contento.

In nome degli Dei Antichi e Nuovi, da quando in qua gli importava cosa pensava quel pirata?

- Ti prego, non farlo. –

Victarion la fissò perplesso.

- Non fare cosa, mia sirena? –

- Chiamarmi in quel modo … Non credo sia appropriato. – spiegò.

Un’ombra passò negli occhi scuri dell’uomo. Erin si sentì a disagio più di prima; non intendeva ferirlo, ma non riteneva giusto nemmeno illuderlo. Le piaceva la sua compagnia, ma quella mattina aveva visto un nuovo lato di Euron; un lato che, malgrado l’infastidisse tremendamente ammetterlo, le piaceva.

- Come la lady mia cognata desidera. – decretò, inchinandosi rigidamente e facendo per voltarle le spalle.

- Victarion, per favore, resta. Non c’è alcun bisogno che tu te ne vada. – mormorò, posandogli una mano sull’avambraccio e fermandolo.

- Non credo di riuscire a comportarmi bene in tua presenza. –

Sgranò gli occhi. Non stava davvero per dirle ciò che temeva, vero?

- Perché ogni volta che ti guardo non desidero fare altro che questo. – concluse, tornando verso di lei e schiacciandola contro il muro in pietra. Le catturò le labbra in un bacio lungo e profondo, accarezzandole delicatamente una guancia.

Ecco la risposta alla sua domanda di poco prima. Euron era passionale, ardente come il fuoco, mentre Victarion era dolce e delicato, lieve come l’acqua quando accarezza la pelle. Ricambiò il bacio stando attenta a non metterci più trasporto del dovuto; non voleva ferirlo, non di nuovo, perché sapeva che se l’avesse fatto si sarebbe allontanato per sempre da lei.

In fondo al corridoio, nascosto da una delle colonne, Euron osservava la scena. La mascella serrata, le mani strette a pugno e la voce nella sua testa che ruggiva a pieni polmoni e pretendeva che andasse lì e trapassasse Victarion da parte a parte.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Spazio autrice:

Chiedo scusa per il ritardo con cui ho aggiornato, ma la sessione estiva è cominciata e lo studio mi porta via sempre più tempo. Spero che questo nuovo capitolo vi sia piaciuto e sia valso l’attesa; come sempre vi chiedo di farmi sapere che ne pensate. Alla prossima.

Baci baci,

                Fiamma Erin Gaunt

 

 

 

 

  
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