Storie originali > Romantico
Ricorda la storia  |      
Autore: GabrielleWinchester    26/05/2014    8 recensioni
Giada è una ragazza di ventiquattro anni, laureanda in Giurisprudenza, timida e riservata, la quale è innamorata del bel barista che lavora nel suo locale preferito, un amore che lei sa benissimo non potersi realizzare. Una storia fatta di dolcezza e tristezza allo stesso tempo, finendo con un bacio che sa di addio e di stupenda illusione. Piccola storia senza tante pretese. Buona lettura.
Genere: Romantico, Slice of life, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Crack Pairing
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Buon pomeriggio a tutti,
ecco a voi "Una stupenda illusione", la storia di una ragazza di ventiquattro anni che nel giorno della discussione della tesi decide di dire addio a una persona molto importante per lei...Ogni riferimento a persona reale è da ritenersi puramente casuale. Mi scuso per eventuali errori presenti all'interno del testo e mi auguro che vi possa emozionare e commuovere. Date la colpa se piangete a un bicchiere d'acqua che ho bevuto stamattina. Ringrazio tutti coloro che la leggono e la leggeranno, tutti coloro che la recensiscono e la recensiranno, tutti coloro che mettono e metteranno le mie storie nelle seguite/ricordate/preferite e da recensire e tutti coloro che mi hanno messo e mi metteranno come propria autrice preferita :-) Ah all'interno del testo c'è una strofa della canzone What I Believe degli Skillet. Buona lettura :-) Gabrielle :-)

                                                                                        Una stupenda illusione

"Svegliati Giada, sono le sette e mezza passate!"

Mi alzai dal letto, più intontita che mai, guardando il mio riflesso nell’armadio a specchio, collocato di fronte al letto. Avevo capelli ricci e un'autostima pari a zero, anzi con molta probabilità se ne era andata a rifugiarsi nella selva oscura a giocare a nascondino con Dante. Presi il mio vestito prescelto per quel giorno e mi chiusi in bagno. Aprii la manopola della doccia e lasciai che il dolce suono dell'acqua mi cullasse, assieme alle note delle mie band preferite, i Within Temptation e gli Skillet.

In quel momento la playlist del mio cellulare riproduceva ad alto volume What I Believe degli Skillet e io mi ritrovai a canticchiare, sperando di trovare al più presto una persona a cui credere e a cui dare il mio cuore, senza vedermelo spaccato in tanti piccoli pezzettini. Avevo ventiquattro anni e mezzo e nessuna persona degna della mia fiducia estrema. Come recitava il tatuaggio sulla spalla sinistra...Illudersi non serve a niente.

You are what I believe

I’ll live and die for you

This is all that I need

When nothing is real you are my truth

In the darkness you shine

Can you keep me safe tonight

When I’m down on my knees

You are what I believe

"Ancora ne hai per molto?"

Rovesciai la testa sotto il getto dell'acqua e ignorai le proteste di mio padre. Poteva benissimo aspettare e poi quello non era l'unico bagno di cui disponevamo in casa. Lui insistette per circa dieci minuti e dopo desistette. Quando ero sotto la doccia, non c'ero per nessuno.

"Va bè io e tua madre usciamo. Vedi di chiudere il gas quando esci e di non rientrare tardi"

Mugugnai qualcosa e ripresi a farmi la doccia. Chiusi per un istante la manopola della doccia e mi frizionai i capelli con lo shampoo alla violetta e gelsomino nero. Per un attimo che fu come un'eternità, il profumo mi avvolse come una calda coperta, nel frattempo le mie mani si riempirono di bagnoschiuma alla cannella e allo zenzero e cominciai a lavarmi, sognando che una certa persona fosse dietro di me e mi massaggiasse la schiena. Mordicchiandomi le labbra, chiusi gli occhi dal piacere indescrivibile, l'immagine di lui che con sapienza mi faceva rilassare e poi con lentezza seducente mi baciava lungo la colonna vertebrale, mentre le sue mani mi scompigliavano i capelli.

Poi con riluttanza aprii la manopola della doccia e lasciai che l'acqua spazzasse ogni residuo di sogno e profumo, riportandomi alla dura realtà di tutti i giorni.

Uscii gocciolante dalla cabina e mi squadrai allo specchio. Quest'ultimo riportava l'immagine di una ragazza dall'altezza media, capelli ricci bagnati ed occhi castani dalla forma un pò particolare. Sembravano due gocce. Forse l'unica cosa che mi piaceva del mio viso.

"Avanti Giada! Non devi indugiare, li puoi benissimo stendere!"

Era un giorno speciale per me, era il giorno in cui avrei dovuto discutere la mia tesi di laurea. Una tesi a cui avevo dedicato giorni e giorni di passione e sacrificio, lottando con un prof, la cui pignoleria era pari a quella di Gordon Ramsay. Nessuno della mia famiglia avrebbe assistito alla discussione, non perchè non volevano, ma perchè era stata una mia decisione. Sentire gli sguardi sulla schiena, avere paura di sbagliare e deludere le persone che amavo, bè non faceva per me. Preferivo affrontare una missione con la consapevolezza di un cavaliere solitario, piuttosto che vedere le facce di coloro che amavo deluse da me. La mia tristezza svanì quando il mio sguardo indugiò sul vestito adagiato su un mobiletto, un vestito molto importante.

Me lo aveva regalato una persona cara, una persona che mi aveva lasciato troppo presto.

"Ti dedico questo giorno"

Alzai con difficoltà la cerniera sulla schiena e mi ricontrollai. Adesso lo specchio rifletteva una ragazza dai capelli ricci domati e occhi truccati con l'eye-liner. Semplicità e compostezza fasciate in un tubino nero. Presi la borsa e mi avviai alla mia università.

“Ciao Giada”

Mi guardai intorno e vidi che mi salutava una ragazza all’incirca della mia età, lunghi capelli castano scuro e occhi verdi

“Ciao Vittoria” salutai con un cenno della mano “Che fai traslochi?”

Lei si asciugò il sudore dalla fronte e appoggiando per un attimo al muro un pesante cassettone rispose “No, sto solo riorganizzando casa” si toccò la pancia con un grande sorriso “Sono incinta di due gemelli”

Le feci le mie congratulazioni e alla fine la lasciai al suo lavoro. Io e Vittoria ci eravamo conosciute casualmente in un sito e dopo la vita ci aveva fatto incontrare. Era stata una gioia infinita incontrarla e poi avere saputo che sarebbe andata a vivere nel mio stesso condominio, bè era stata la sorpresa più grande ed inaspettata che potessi ricevere .

“Buona fortuna con la tesi” mi augurò e io di rimando le risposi “Spero che il lupo venga inseguito da Dean Winchester”

Frequentavo la facoltà di Giurisprudenza e la mia tesi verteva sulla fecondazione assistita, una tesi altamente complicata e che mi aveva fatto litigare con metà della mia famiglia, a causa delle mie idee un pò troppo rivoluzionare. Secondo una mia carissima amica, io non dovevo nascere in questo millennio ma nel successivo, perchè ero troppo avanti come mentalità. Prima di entrare dalla porta della facoltà, feci una svolta a sinistra ed entrai nel mio bar preferito, l'atmosfera era di famiglia. Non era grande come bar, anzi quasi si mimetizzava nell'ambiente circostante, ma quello che si respirava lì dentro, bè era caffè arabico e profumo di sintonia mista a sorrisi.

Sorrisi a Rosy e dissi "Un caffè al ginseng"

"Sei splendida oggi Giada" mi rispose gentile "Oggi è una giornata importante?"

"Sì" confermai timidamente "Oggi è la discussione della mia laurea"

Lei si mise le mani sulla faccia e fece il giro del bancone. Mi abbracciò e si congratulò con me. Ricambiai il saluto affettuoso e mi avvicinai al bancone.

"Ciao Giada"

Per poco non mi strozzai con il caffè e alzai gli occhi. Davanti a me c'era il mio barista preferito, un ragazzo di poco più di ventinove anni, un ragazzo dai capelli corti e una leggera barbetta, il mio sogno proibito da poco più di quattro mesi. Sapeva essere figo solo con lo sguardo ed era un tormento per me quando mi canticchiava le canzoncine della mia infanzia, perchè avevo modo di osservargli le labbra ed il desiderio di prenderlo per la maglietta azzurra si faceva sempre più prepotente. Avrei voluto sfilargliela dal collo, vederlo a petto nudo, i suoi baci sul mio collo, il dolce ed inebriante profumo dei cornetti alla marmellata appena sfornati a farci da compagnia. Ed io sapevo che non potevo avere nessuna illusione su di lui, d'altronde lo vedevo solo due volte a settimane e la mia cotta per lui era una cosa folle, ma diavolo alle convenzioni, era lui che sognavo, lui che mi diceva "Sei bellissima" e che mi faceva sentire una vera e propria principessa. Era la mia illusione che non mi faceva male e nel contempo mi distruggeva nell'animo.

Bruscamente mi ricostrinsi a ritornare alla realtà.

"Ciao Anto"

Lui stesso mi servì e per qualche minuto bevvi il mio caffè.

"Vuoi dell'acqua?"

Io per un attimo lo guardai stranita, quasi come se mi avesse chiesto di fare sesso insieme e dopo borbottai timidamente "Va bene"

Lui mi sorrise e dopo mi passò il bicchiere. Nel momento in cui appoggiò il bicchiere sul bancone, ebbi l'impulso di intrecciare le mie mani con le sue ma non lo feci.

"Come mai così elegante?"

"Devo discutere la tesi" mormorai appoggiando la tazzina sul piattino "Devo essere elegante oggi"

"Congratulazioni" esclamò lui servendo un cliente di fronte a lui "La tua famiglia è soddisfatta?"

“Diciamo di sì” risposi bevendo un altro sorso di caffè “E tu perché non  ci provi?”

“Io?” domandò lui stupefatto “Ma ho un sacco di lavoro al bar, i turni, altre cose. No, non sarei neanche in grado di cimentarmi in una cosa del genere”

“Io sono sicura che andrai benissimo”

Lui annuì mentre le sue mani lavavano un bicchierino, laddove sapevo che un cliente aveva appena bevuto il caffè macchiato. Amando molto scrivere, prestavo attenzione ai minimi dettagli.

"Dovresti essere più energica, più dinamica" mi disse lui con un sorriso che mi stese.

"Già e tu dovresti essere meno figo.."

Si riprese la tazzina e io gli afferrai la mano.

"C'è qualcosa che non va?" mi domandò lui preoccupato.

"Sei tu"

Lui aggrottò la fronte e mi rispose "Io?"

Arrossii fino alle punte dei capelli e sussurrai rivolta al pavimento, non avendo il coraggio di dirglielo in faccia "Sì sei tu"

Ero impazzita, definitivamente impazzita. La mia maturità se ne era andata come un fantasma alla vista del sale. Ma cosa mi era saltato in mente? Cosa? Per quale entità angelica mi era venuta in mente una cosa del genere? Molto probabilmente non mi avrebbe voluto vedere mai più, non sarei stata più accettata come cliente, lui era ancora lì che mi fissava alla ricerca di spiegazioni "Perchè sarei io il tuo problema?"

Perchè sei stupendo, meraviglioso, hai una voce roca che mi fa impazzire, perchè.."

Gli afferrai la maglietta e stupendo sia me sia lui gli diedi un bacio sulla bocca. Lui ricambiò il mio bacio, ignorando completamente gli avventori del locale. Le nostre labbra avevano il sapore del caffè e del cioccolato, un mix sublime che ci rese estranei a tutto quello che succedeva intorno a noi. Rimanemmo così per pochi minuti e dopo gli sussurrai "Perchè tu sei la mia stupenda illusione e so che non posso averti. Addio per sempre!"

Mi allontanai di fretta e furia, sentendo la sua voce chiamarmi e nel mio cuore l'immagine eterea di una stupenda illusione.

  
Leggi le 8 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: GabrielleWinchester