Our little treasure

Il rumore del martello era ormai diventato familiare alle sue orecchie; le voci concitate degli operai riempivano l'aria per gran parte del giorno, riempiendo i suoi interminabili silenzi.

Con il suo solito passo sicuro, Sasuke scavalcò i calcinacci e le travi sparse ai suoi piedi, superando un gruppo di manovali che issavano una delle travi, dirigendosi verso l'entrata del giardino.

-Ti avevo detto di stare lontano da qui, stupido Hyuga!-

-Sta venendo bene.- rispose invece questi, sorvolando sull'uscita dell'altro ed alzando il viso verso la costruzione nel terreno della famiglia Uchiha, il suo sguardo intenerito da una luce nuova.

-Proprio non ti entra nella testa che è pericoloso per te e il bambino?-

-Sono un ninja tanto quanto te Sasuke. E poi se non l'avessi notato sono fuori dal perimetro, quindi lontano da ogni fonte di pericolo il tuo assurdamente accentuato istinto protettivo abbia ipotizzato.-

Sasuke, fermo a pochi passi da lui, osservò arcigno la figura appesantita del compagno stagliarsi contro la luce rossa delle ultime ore del giorno. Neji si circondò con le mani il pancione che sfoggiava da ormai otto mesi e mezzo.

-A che punto sono con i lavori?-

-Vuoi entrare a vedere?- chiese in fine Sasuke, notando i primi operai abbandonare i lavori per ritornare alle loro case. Neji annuì appena, seguendolo verso l'edificio in costruzione.

Ormai tutti i manovali stavano lasciando il cantiere e, incrociandoli nell'uscire, mormoravano un "Arrivederci" o "A domani" o ancora "Buona serata" a malapena ricambiati.

Entrarono in casa, attenti a non inciampare negli ultimi residui del grosso dei lavori accatastanti nell'ingresso.

Sasuke lo guidò per le stanze, mostrandogli come i lavori procedevano spediti. Gli mostrò la cucina, ampia e luminosa, il soggiorno decisamente immenso, la loro camera e quella adiacente.

Entrarono in questa in religioso silenzio, l'uno di fianco all'altro.

Neji rimase interdetto per qualche istante. Si era aspettato la semplice stanza vuota- quattro pareti, un pavimento ed un soffitto- ed invece si era ritrovato di fronte ad una cameretta arredata fino nell'ultimo particolare con un'attenzione tutta speciale.

Le pareti erano tinteggiate di un azzurrino tenue, che dava senso di luminosità e spazio; la parete di sinistra era occupata da un armadio a muro decisamente grande, di un bianco opaco, con finimenti in legno chiaro. Su quella di destra c'erano invece il fasciatoio ed una libreria in legno carica di libri di fiabe e piccoli pupazzetti colorati.

Con qualche passo incerto il castano raggiunse la culletta, posta proprio sotto la finestra e la guardò con gli occhi lucidi di commozione.

Sasuke lo raggiunse abbracciandolo da dietro ed accarezzando il ventre gonfio del compagno con amore; poggiò il mento nella conca della sua spalla e gli posò un bacio rapido e dolce quasi sulla mascella.

Neji rimase in silenzio, stretto in quell'abbraccio carico di promesse mantenute, e si lasciò cullare da quelle sensazioni assolutamente destabilizzanti ma meravigliosamente assuefacente che si mescolavano in lui dandogli un senso di leggerezza strano, come se fosse ubriaco, ma conscio di tutto ciò che lo circonda.

Stringendo gli occhi per controllarsi, e non cedere ad i sentimentalismi proprio in quel momento -maledetti  ormoni- , non riuscì a trattenersi dal piegare le labbra in un morbido sorriso e di appoggiarsi completamente contro il petto sicuro del compagno della sua vita e fantasticare su quando il loro piccolo erede avrebbe finalmente visto la luce del sole.