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Autore: Mirajade_    26/05/2014    7 recensioni
Anni di guerre e rivolte hanno portato a nulla… morte e sangue. Città oramai impossibili d’abitare e specie estinte da tempo, come la razza umana.
La Terra è completamente deserta e i pochi abitanti non sono umani e riempiono a mala pena una città. Una città che viene usata per allenare, per distruggere e uccidere, dove i bambini non conoscono i loro genitori e vagano da soli, cercando qualcosa in luoghi rivoltanti o uccidendo. Lì i ragazzi imbracciano armi e eseguono sacrifici. Lì gli adulti muoiono per pessime condizioni di vita.
Un mondo parallelo, diviso in quattro terre, rischia di cadere in mano a un dittatore che vuole solo potere, uccidendo… uccide, nella terra di cui è padrone, giovani ragazzi mandandoli in arene, alla ricerca di anime potenti. Lì sei ragazze sono diverse, e sperano di morire velocemente, chiudendo gli occhi e pregando che la lama che le trafiggerà sarà quella del proprio, fratello, amico, guerriero.
Nasceranno, vivranno , soffriranno, ameranno, moriranno e piangeranno sangue.
L’unico, loro, desiderio è quello di finire nell’Altro Lato della Luna.
***
Aulampia era il nuovo angelo, la nuova divinità, la nuova guerriera.
||SOSPESA||
Genere: Fantasy, Guerra, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Courtney, Dawn, Gwen, Heather, Sierra | Coppie: Alejandro/Heather, Bridgette/Geoff, Duncan/Courtney, Duncan/Gwen, Trent/Gwen
Note: AU, Lime, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale
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Pretty Hurt

L'aria fredda si insinuava lentamente tra i loro capelli che svolazzavano verso sinistra coprendo leggermente i loro visi che trasmettevano puro dolore mentre assistevano a un tramonto dai colori rosso sangue e arancio che si mescolavano con le nuvole e contrastavano con le ali nere delle rondini che migravano e scappavano da quella che poteva sembrare all’apparenza un grande grattacielo distrutto,alto… gigantesco, col tetto crepato  e dal colore pergamena che pian piano scuriva verso le torri di pietra.
Sembrava un incrocio tra una castello medievale, un sacrario romano e un grattacielo imponente. Ma lì non vivevano re e regine, non si custodivano oggetti sacri e non si lavorava duramente dietro una scrivania a discutere su affari lavorativi, lì si veniva cresciuti per poi morire miseramente.
Lì ognuno sapeva che non avrebbe superato i diciotto anni e che sarebbero morti, morti combattendo o suicidandosi per non togliere e strappare vite loro stessi. Lì la morte regnava incontrastata.
-Vi piacerebbe?- chiese la ragazza dai capelli biondo oro ammirando il tramonto e controllando di tanto in tanto la sorella maggiore accanto a se.
Ad occhio sua sorella dai capelli rosso fuoco poteva sembrare la minore non avendo atteggiamenti seri ma piuttosto da ragazzina.
-Cosa?- chiese un’altra che si dilettava a creare piccole forma astratte sull’erba con dell’acqua creatasi dalle lunghe dita bianche come la neve.
-Volare via… da qui, da questa vita, dalla morte certa- disse di nuovo la bionda avvicinando le ginocchia sotto il mento.
-Non pregare in false speranze Bridgette… il nostro destino è segnato- rispose la più grande tra le ragazze mentre con lo sguardo vuoto si accarezzava i capelli lasciando una dolce brina tra ogni ciocca.
-Avrete il coraggio d’uccidere?-chiese ancora Bridgette
-Certo che n…- Gwen smise di accarezzare l’erba mentre veniva interrotta dalla ragazza accanto a se
-Si! Dobbiamo farlo, io personalmente ucciderò tutti finché non mi toglierò la vita io stessa- disse la mora acida dalla pelle bronzea e gli occhi neri come due pozzi senza fondo
-Perché dovresti toglierti la vita?- chiese Zoey curiosa
-Perché non combatterei mai contro qualcuna di voi… non avrebbe senso vivere,poi, con un angoscia e la coscienza che ti martella l’anima spingendoti al suicidio. Quindi in tutti e due i casi dovrò lo stesso morire-
-Non siate pessimiste… sopravvivremo e uccideremo quel dittatore assassino- disse infine l’ultima ragazza dai capelli viola così lunghi che sembravano lo strascico d’un abito da sposa.
Diedero un ultimo sguardo al sole che giocava a nascondino dietro i grattacieli crollanti e le capanne di paglia e mattoni o appartamenti bui.
Dietro di loro si udì il suono del portone del retro che si apriva mentre una figura dai capelli bianchi e lunghi fino alle spalle con gli occhiali sulla punta del naso appuntito iniziò a parlare dolcemente:- Signorine siete pregate di andare verso l’aula grande, il nostro imperatore è venuto a farci visita per un discorso della massima importanza- dopo quell’annuncio la signora Arcati rientrò nell’istituto mentre le sei ragazze sbuffarono rumorosamente sentendosi costrette a sentire il discorso di un patetico dittatore che prima o poi sarebbe morto per mano loro.
Non volevano lasciare quel luogo di pace dal manto verde incontrastato, si perché quell’istituto di morte forniva di un giardino che si estendeva per un kilometro intero ma loro non potevano scappare comunque, sarebbero morte sotto il peso di una barriera invisibile, una barriera mortale.
Era così su tutta la terra del Nord, in confronto alle altre terre, adottava sistemi di sicurezza terribili.
Quattro terre, uno Stato e infine solamente deserto e lande desolate su quel pianeta. La Terra delle Ombre o meglio “Opacus Regnum”.
Solo la Terra del Nord era la peggiore a causa di quel dittatore assassino. Aveva diviso due specie e fatta scappare una.
Le sacerdotesse da una parte, dominatrici degli elementi naturali e psichici, e i guerrieri, dominatori del mondo animale con una maledizione che gravava sulle loro spalle da un'altra parte a godersi tutti i privilegi che l’imperatore offriva, erano i favoriti.
Si alzarono contemporaneamente e il vento si placò come se l’unica cosa a tenerlo in vita era stata la calma delle anime di quelle ragazze.
Passarono tra i corridoi dell’istituti vuoti. Camminavano lentamente con i piedi scalzi sentendo il marmo freddo sotto i loro piedi.
Erano sempre state unite fin dall’inizio, forse per volontà del destino, o forse un semplice caso che aveva unito sei ragazze dai poteri differenti da ogni sacerdotessa, un potere incontrollabile le cui vittime erano state ragazze o animali.
Ognuna di loro aveva ucciso qualcuno, per puro errore, altre lo avevano superato ma non tutte.
Gwen era diversa, era stata vittima di bullismo atroce che l’aveva infine fatta esplodere, uccise tre ragazzi senza pietà ma poco dopo i sensi di colpa le attanagliarono lo stomaco e ancora sentiva quel dolore dopo otto anni dall’accaduto.
Arrivarono nell’aula grande che non era altro uno di quei teatri greci interni fatti di dure rocce marine e corallo, dove circa 3400 ragazze si erano sedute sugli scalini.
Lo spettacolo più orrendo di tutti: 3400 ragazze strappate via dalle loro famiglie all’età di due anni,.
Madri e padri hanno provato a nascondere i propri figli a farli scappare via da quella terra ma era tutto impossibile, ogni volta venivano scoperti e dopo aver strappato via il figlio i genitori venivano brutalmente torturati e poi fatti decapitare, le teste venivano poi bruciate e la cenere che si ricavava da quell’assassinio  la si dava all’imperatore.
Le voci dicevano che usava la cenere per fare delle clessidre oppure che la usava come concime o che mangiava le ceneri per sentire il sapore delle anime morte.
Ma allo sguardo attento delle ragazze non sembrava il tipo da mangiare teste cremate soprattutto dal modo in cui parlava o si vestiva. Per quella occasione indossava un vestito elegante, giacca e cravatta che in mezzo a quelle ragazze vestite con dei bellissimi abiti bianchi in stile impero, come gli antichi romani, sembrava l’incrocio di due tempi, di due culture.
Aveva già iniziato a parlare e l’uomo si muoveva elegantemente mentre si passava le mani tra i capelli neri unti di qualcosa che alla luce del grande lampadario di cristallo brillava, come piccoli diamanti alla luce della luna.
-…ho deciso di avvantaggiarvi quindi avrete tre settimane di tempo, non di più, prima di quel giorno, chiaro?!- concluse infine l’uomo mentre le sei ragazze cercavano di sgattaiolare verso dei posti rimasti liberi.
-Voi sei, là dietro! Vi sembra l’orario d’arrivare?!- l’imperatore guardò le ragazze che si raddrizzarono di colpo sentendosi a disagio con addosso tutti gli sguardi di quelle ragazze.
-Allora rispondete!- urlò ma non ricevette una risposta soltanto delle occhiate malefiche.
L’imperatore ghignò e i suoi occhi si illuminarono di pura follia:- Avrete i nostri migliori guerrieri. Nel giorno delle vostri morti desidererete di non essere mai esistite.
Heather riuscì a sussurrare un “Bastardo” mentre le sue dita iniziavano ad avere un colorito bianco neve.
-Dannazione! Saremmo costrette a sorbirci dei guerrieri per tre settimane prima della nostra morte?
Cos’è uno scherzo? Quel dittatore figlio di puttana!- gridò Zoey entrando in camera.
Una misera camera con tre letti a castello, un tavolino di legno e una scrivania.
-Non capisco come sia ancora sul trono… che fine ha fatte il Conclave??!Dovrebbero già averlo sbattuto in un sotterraneo a marcire o bruciare!- continuò Sierra che si era legata i capelli in una lunga treccia che le arrivava fino a piedi.
-Forse il Conclave ci guadagna qualcosa da tutto questo… conoscendo la storia delle quattro terre so che il Conclave non perdona a certi comportamenti, ma è come se non esistesse nessun Conclave adesso!
Ho sentito dire che ha provato ad attaccare le terre dell’ovest per motivi del tutto ignoti- disse Bridgette mantenendo il suo tono calmo
-Lasciamo perdere il Conclave! Sono tutti una banda di bastardi cominciando dall’imperatore.
Vuole che combattiamo? Allora combatteremo e dopo lo uccideremo, o almeno io ci proverò. Non scordo quella che ha fatto a mia sorella. Chiaro? Era l’unica cosa che mi era rimasta!- gridò Sierra, mantenendo un timbro di voce serio.
-Sierra calmati- borbottò Courtney
-Sappiamo della morte di tua sorella, e soprattutto di come è morta. Ma se dobbiamo ucciderlo, lo faremo per ogni anima strappata via, per ogni diciottenne, per ogni madre che ha visto suo figlio portato via e per ogni famiglia uccisa- disse infine Gwen che stava sfogliando un libro
-E per la cronaca- continuò –ci daranno sicuramente dei tizi marchiati dalla testa ai piedi… chi ha più marchi è più forte…-
Correvano il più velocemente possibile schivando le ragazze che camminavano e chiacchieravano tranquille per poi imprecare ritrovandosi quasi per terra a causa degli spintoni che le sei lasciavano correndo.
Più avanti si trovavano tre corridoi, due dalla parte sinistra e uno che proseguiva dritto, ognuna di loro cercò di fare le migliore ipotesi per il corridoio che fosse più opportuno scegliere dato che erano abbastanza in ritardo quella mattina. Alla fine Gwen,Bridgette e Zoey presero quello dritto, Courtney e Sierra il primo della parte sinistra ed Heather il secondo.
Correvano sempre più velocemente mentre nella loro testa si fissava l’immagine di un orologio come quello che avevano in camera.
La prima ad arrivare fu Heather che non aspettò le amiche ed entrò subito nell’aula magna e dopo un minuto arrivarono le altre che mandarono delle occhiatacce ad una Heather che stava seduta tra le ultime file.
La sala era di nuovo piena ma questa volta dietro l’uomo in giacca e cravatta si trovava un schiera di ragazzi ammassati tra di loro vestiti con dei pantaloni e stivaletti militari accompagnati da una canotta attillata nera.
Avevano già iniziato a fare i nomi ed ogni sacerdotessa si alzava dal proprio posto per unirsi poi al suo corrispondente.
-Isabella Donovan; Owen Saltzaman- Isabella o meglio Izzy era una ragazza molto strana, si diceva in giro che facesse dei lavori per l’imperatore e che fosse una passante*.
-Sierra Graham; Cody Anderson- annunciò una giovane signora che doveva essere una segretaria dal modo in cui era vestita.
Sierra impallidì mentre si alzava e scendeva lentamente quegli scalini scorgendo un ragazzo tra la folla che si faceva spazio.
Si accostò all’imperatore che stava fermo in piedi a guardare compiaciuto il suo piano in atto. Resistette alla follia di tirargli il primo vaso di porcellana della stanza solamente con il pensiero.
Nel frattempo un ragazzo poco più alto di lei, dai capelli castani e gli occhi azzurri opachi, si era avvicinato e dopo un saluto in stile militare all’imperatore si accostò a Sierra. Lei notò la corporatura diversa da quella degli altri di quel ragazzo: era molto magro e tendeva a rafforzare i muscoli che ha aumentare il volume, poté constatare lei, osservandolo con la coda dell’occhio.
La ragazza pensava che sarebbe dovuta uscire via da quella stanza, subito dopo aver ricevuto un marchio simile a quello del suo, ormai, compagno, ma la “segretaria” disse sussurrando di aspettare in un angolo della stanza. Come le era stato ordinato lei obbedì cercando di tenere a freno i suoi istinti.
-Dakota Milton; Lightning Davis-
Una ragazza dai capelli biondi perfettamente lisci che le ricadevano sulla schiena si alzò ed eseguì gli stessi movimenti di Sierra non sapendo minimamente come comportarsi. A lei si affiancò un ragazzo dalla pelle nera, con un corpo modellato che veniva ammirato da qualche ragazzina sedicenne che era venuta per assistere.
-Anne Marie Fell; Scott Gilbert- continuo la segretaria dopo aver marchiato i due ragazzi.
 Un’ altra ragazza si alzò evidenziando la sua corporatura per niente slanciata. I suoi capelli erano un groviglio di fiori di ciliegio e rami di pesco che le si avvolgevano attorno alla fronte e sopra la capigliatura formando uno strano cerchietto floreale. Si avvicinò sorridente all’imperatore mentre mandava occhiate di superiorità a qualche ragazza.
-Scott Gilbert!- disse di nuovo la segretaria non vedendo alcuno spostamento da parte del gruppo dei ragazzi che stava iniziando a chiedersi dove fosse finito il loro compagno.
-Dov’è?!- tuonò l’imperatore facendo risuonare la sua voce e vedendo che nessuno non era consapevole di nulla, con il suo fare elegante, fece un cenno a due guardie trentenni che uscirono dalla stanza.
Anne Marie andò di nuovo a sedere scocciata mentre qualche ragazza ridacchiava soddisfatta della figura poco piacevole della compagna.
-Continuiamo- alla fine disse l’uomo
-Heather Wilson; Alejandro Burromuerto-
Heather che era indaffarata ad accarezzarsi i capelli sbuffò sonoramente mentre immaginava sul possibile sfigato che le avrebbero assegnato. Mentre scendeva le lunghe scale di corallo e rocce marine non alzò lo sguardo facendo finta di concentrarsi sulle unghie delle mani lunghe coperte da uno strato di ghiaccio, un sottilissimo strato.
Si avvicinò anche lei all’imperatore il quale la stava scrutando con una punta d’odio:- Se non le dispiace signorina, gradirai molto che la smettesse di prestare attenzione alle sue unghie- disse cauto.
Heather alzò lo sguardo mentre un ragazzo dalla pelle bronzea le passava davanti facendo muovere leggermente i capelli corti castani. Iniziò a mordersi l’interno della guancia mentre la segretaria passava davanti a loro con un piuma nera che terminava con una punta. La donna prese il polso di Alejandro e lo marchiò con il numero 567, lui non fece nessuna espressione, né di dolore, né di agonia. Heather vide attentamente come la pelle bruciata assumeva un colore nero formando il numero.
Quando la segretaria finì con Alejandro si fermò davanti a lei aspettandosi che la ragazza le porgesse il polso, ma non lo fece.
-Signorina il marchio è obbligatorio- disse mentre teneva salda la piuma
-Non… non posso- riuscì a dire balbettante la ragazza mentre nella sua mente l’immagine della pelle bruciata si faceva sempre più vivida.
-E perché mai?- chiese l’imperatore con una punta di curiosità nel suo timbro di voce
-La mia pelle non sopporta alte temperature- disse infine cercando di non fare trapelare troppo la sua debolezza
L’imperatore ci penso su poi velocemente tolse la piuma dalle mani della segretaria.
-Mi dispiace signorina ma le regole valgono per tutti- ghignò e, dopo aver preso il polso della ragazza in una dura presa, le tracciò con violenza il numero rovente.
La ragazza strozzò vari singhiozzi e urli mentre le altre assistevano impaurite.
-Lasciala stare!- urlò Sierra trattenuta da Cody che cercava di fargli evitare ogni possibile pazzia.
L’imperatore non ascoltò le proteste della ragazza e non si fermò mentre la punta della piuma a contatto con la pelle della ragazza si disintegrava lasciando un alone nero/rosso intorno al marchio che si stava formando.
L’uomo sentì per pochi secondi la pressione di lunghe dita stringersi sul suo collo e le proteste della ragazza dai capelli viola che urlava mentre alcune guardie le bloccavano la libera mobilità.
-Lasciatemi!- urlò scaraventando indietro le due guardie. I suoi occhi erano piena di pura ira ed odio, si guardò intorno: tutti gli occhi erano puntati su di lei mentre una Heather sofferente aveva iniziato a lacrimare piccole gocce che si trasformavano in soffice brina. Il marchio era stato terminato ma l’alone che si era formato era troppo doloroso.
Sierra mosse un passo avanti diretta verso l’uscita mentre le ragazze, troppo impaurite, non osavano parlare. Aprì la grande porta e uscì.
-Seguila- disse infine il dittatore, massaggiandosi il collo, al ragazzo dagl’occhi azzurri opachi.
Cody si mosse velocemente, aprì la porta e si ritrovo davanti un ragazzo dai capelli rossi seguito da due guardie.
-Già combini stronzate?!- chiese il ragazzo dai capelli rossi
-Non è il momento- rispose Cody scostandolo e uscendo
Il ragazzo appena entrato si guardò intorno notando la tensione che c’era in quella stanza.
-E tu saresti…?!- chiese la segretaria
-Gilbert… Gilbert Scott-
-Finalmente! Dove sei stato? Giovanotto dovrai farti lapidare solamente per aver preso questo giorno come uno scherzo o un tour per l’istituto femminile- disse l’imperatore autorevole squadrando il ragazzo che si scusò a bassa voce seccato.
Quella “cerimonia” sembrava non finire mai come la sofferenza di Heather che si massaggiava il polso nella speranza di non sentire più il calore ardente.
Raggiunse in poco tempo quella che poteva sembrare una qualunque pianura con qualche albero di ciliegio, completamente deserta .
Si morse ferocemente il labbro fino a sentire il sapore amaro del sangue che bruciava mentre scivolava oltre la gola: non voleva piangere, ricordi su ricordi le sarebbero riaffiorati, ricordando con amarezza e angoscia la morte della sorella minore, Jack o meglio Jacktleen. Era stata ritenuta inutile a causa della sua cecità.
Si sedette pesantemente sull’erba e chiudendosi a riccio iniziò a piangere mentre pensava alla sorella e ai suoi genitori mai conosciuti: era da sola, orfana e figlia unica.
Iniziò a guardare davanti a se mentre ripensava al suo tentativo d’uccidere il dittatore, tra le urla di sofferenza di Heather e quelle sue che sapevano di ribellione, di rivolta.
Prese una foglia d’agrifoglio accanto a lei: era verde scuro, un verde lucente, affilata. Era bella e tagliente, proprio come lei, la ragazza mentalmente instabile, colei che pensava che imprimere dolore  a se stessa imprimesse dolore all’imperatore stesso come se dopo la morte di sua sorella quel dittatore si fosse macchiato di una dolorosa colpa, del sangue di sua sorella e che ormai c’era un collegamento tra il sangue macchiato e il sangue macchiante.
Si punse il dito lasciando cadere una goccia rossa sul prato; la goccia iniziò ad espandersi formando linee sottili e spesse che si facevano l’argo tra l’erba fino a formare i lunghi rami di un albero che pian piano si raggruppavano in un anello rosso.
Chiuse gli occhi e si lasciò trasportare dalla calma mentre si gettava all’interno di quell’anello rosso scomparendo sotto quello strato sentendosi sprofondare, sentendosi libera per pochi secondi.
Poi sentì la dura pietra sulla sua schiena e l’eco del suo respiro farsi sempre più grande, aprì gli occhi e sorrise quando vide le pareti di terra da cui fuoriuscivano radici e viticci farsi di un colorito blu lungo un corridoio.
Sentiva le mani sporche di sangue e i capelli aggrovigliati in un intenso profumo amaro e metallico che macchiava i suoi capelli.
Riuscì a mettersi in piedi ed a camminare lungo quel corridoio che man mano diventava di un blu e poi un oro intenso. Segni e graffi erano incisi nelle pareti e disegni raffiguranti ragazze sembravano muoversi.
Erano ragazze che danzavano intorno ad una ragazza dallo sguardo afflitto ma sorridente, teneva nelle mani un sfera di fuoco che illuminava i volti delle sue compagne.
Era la quinta volta che entrava in quel luogo, lo aveva scoperto quando aveva solamente quattordici anni, quando il desiderio di morte si faceva spazio tra il suo cuore e la sua mente costringendola a farsi del male per rimpiazzare il dolore di una perdita con quello fisico, per credere che tutto quel dolore lo stia provando qualcun altro.
Proseguì per il corridoio fino ad entrare in una sala d’ oro, terra, e radici. Nelle pareti erano finemente incisi disegni e geroglifici e in fondo alla stanza una possente statua d’oro teneva lo sguardo al pavimento, sofferente e angosciato. Una statua rappresentante una ragazza dai lunghi capelli che le ricadevano davanti al viso e sei incisioni sulla guancia sinistra, ogni segno, un potere, il potere che trasmetteva una sfera lucente nelle mani della statua.
 Era Aulampia.
-Perché lo hai fatto?- chiese la donna acida
-Non sono affari tuoi- rispose l’imperatore mentre si passava una mano tra i capelli
-Certo che sono affari miei! Sono l’imperatrice, sono colei che hai deciso di sposare!- gridò di rimando la donna mentre si sistemava la lunga gonna grigia accompagnata da un camicetta bianca.
-Honoria… sai che questo matrimonio non varrà mai niente… mi serviva soltanto qualcuno che avrebbe dato vita ai miei figli, al mio nuovo esercito-
-Tu non toccherai i miei bambini!-
-Suppongo di si dato che sono  loro padre- l’uomo si alzo dalla poltrona di velluto e si avvicinò ad Honoria ed iniziò ad accarezzarle la guancia –E proprio perché sono loro padre che li sfrutterò a mio piacimento- estrasse dalla tasca interna della sua giacca un pugnale finemente inciso fino alla lama e squarciò il polmone della donna che si accasciò a terra piangente iniziando a sputare sangue, pronta per ricevere il colpo che avrebbe messo fine alla sua vita.
-La pagherai… Chris- furono le sue ultime parole prima di sentire la lama trafiggergli il cuore.
 
*I Passanti sono le streghe e gli stregoni chiamati così perché in grado di passare in qualunque dimensione senza presentare danni
 

SPAZIO AUTRICE
Salve a tutti!

Come vi sarete accorti o aggiornato prima... :D
Allora che ne pensate? Vi piacciono i personaggi che ho scelto, spero di si :3
Come avrete capito Chris è il dittatore e avrete anche capito dell'ambientazione in stile Hunger Games/Divergent/Shadowhunters/Harry Potter.
Per chi non l'avesse capito il potere di Sierra è la telecinesi il che è un po' strano constantando che soffre di instabilità mentale.
Anyway CUPCAKES io vi saluto e vi lascio con la mia prima immagine di Sierra, modificata da me: 
. (attrice: Kat Graham)
Spero che vi piaccia sia il capitolo che l'immagine.

P.S Se avete bisogno di qualche immagine modificata su PS sono disponibile.
P.P.S Perdonatemi per eventuali errori.


 
   
 
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