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Autore: Achernar    26/05/2014    3 recensioni
C'è una giovane molto speciale in Egitto: i suoi occhi hanno lo stesso colore dei cieli dipinti nelle tombe dei grandi re e la sua chioma è candida e bianca come quella di un'anziana. E' una giovane che quattro personaggi non sono riusciti a dimenticare, ecco perchè ci raccontano del loro incontro con la ragazza dai capelli di luna.
Il mio omaggio a un personaggio che amo tantissimo: Kisara
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Aknadin, Atemu, Kisara, Seth, Touzoku-ou Bakura
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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capelli di luna tre (questo capitolo è in anticipo di un giorno. Domani è davvero una giornataccia quindi preferisco pubblicarlo oggi piuttosto che correre il rischio di non pubblicarlo affatto)

Era più facile l'altra volta vero? Sì, è Bakura, il re dei ladri in cerca di vendetta. Stavolta è ancora più facile, sono sicura che indovinerete in un batter d'occhio ;)
Buona lettura!

-o-X-o-



È una ragazza che difficilmente puoi dimenticare, se mai dovesse capitarti di incontrarla, nei mattini rosati e freschi sulle rive del Nilo. Quando i primi raggi del sole indorano la superficie vitrea del fiume e i primi uccelli escono dai loro nidi e anche il deserto comincia a brulicare di vita.


Ha la pelle diafana e gli occhi color turchese, di un colore così intenso come solo i grandi re hanno mai visto, dipinto nei cieli delle loro tombe.

Indossava una tunica sabbia, sandali logori e un mantello lacero che sapeva di storie antiche e vecchi ricordi. Ma la sua andatura era umilmente fiera, avanzava sicura verso le acque pallide, pallide quasi quanto lei, la ragazza dai capelli di nuvola.

Fu il riflesso di un fantasma dalle sembianze di giovane donna quello che vidi nelle acque del Nilo. Mi girai, mi sorrise piano, con la grazia di una bianca farfalla. Le chiesi chi fosse. Mi disse se io sapessi chi fossi.

Parlai del mio nome, della mia famiglia, del mio passato, del mio futuro. Lei ascoltò con la bontà di una madre che ascolta il figlio delirare, eppure non lo interrompe perché lo ama troppo per dargli la delusione di infrangere le fragili cose in cui aveva creduto fino a quel momento, di cui era sicuro. Di cui ero sicuro.

Sorrise. “Non puoi sapere chi sei, non puoi sapere chi sarai. Ai tuoi occhi e agli occhi degli altri sei tutti e nessuno. Come la luna non è mai uguale a sé stessa e le stagioni vanno e vengono”. Le dissi che sapevo bene chi ero, che avevo un nome, un nome solo mio, e avendolo avevo la certezza di sapere chi fossi. “E allora quando non lo avrai più cesserai di essere?”. 

La ragazza si allontanò dalla riva del fiume, i piedi leggeri la portavano già lontano, verso il suo futuro, che ora mi pareva così indecifrabile da essere perfino più sicuro del mio. Cosa c’è di più prevedibile del non poter prevedere?

Le gridai di aspettare, di dirmi almeno chi fosse. Leggera come la piuma di Maat, mi arrivò la sua risposta “Lo saprò quando chi mi sta cercando mi avrà trovata”.



E lo stile filosofeggiante si fa più intenso! Chiedo scusa se come brano sembra un po' pirandelliano: giuro che non l'ho fatto apposta, è venuto proprio così, colpa del personaggio ^^' 
Se l'altro era il capitolo più corto questo è il più lungo, alla settimana prossima con l'ultimo (che personalmente è il mio preferito).

  
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