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Autore: Explore_Dream    26/05/2014    0 recensioni
Questa è la mia storia, la storia della mia infanzia. Mi chiamo Riccardo Fossi, ho 72 anni e adesso vivo a Roma, non ho mai amato scrivere ma mi sembrava giusto, adesso che sta per giungere la mia ora, scrivere su carta tutti i miei ricordi in modo che non vadano perduti.
Genere: Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Questa è la mia storia, la storia della mia infanzia. Mi chiamo Riccardo Fossi, ho 72 anni e adesso vivo a Roma, non ho mai amato scrivere ma mi sembrava giusto, adesso che sta per giungere la mia ora, scrivere su carta tutti i miei ricordi in modo che non vadano perduti.
Sono nato nel 1938 a Traversetolo, un piccolo paese in provincia di Parma, ma la storia che voglio raccontavi inizia dal 1942. Io avevo 4 anni e vivevo in una piccola casa con mio padre, mia madre e la mia sorellina di 2 anni, Sara. A Traversetolo tutti mi chiamavano Ricki e da molti ero considerato " il bambino che ruba formaggio", questo nome mi era stato dato perchè una volta avevo rubato in un negozio. Era un Martedì mattina, mio padre era a lavorare nel suo orto, mentre mia madre era i casa a cucire, io uscì per fare un giro e passando davanti a un negozio, sentii un odore di formaggio che mi fece perdere la testa. La mia era un famiglia povera, non avevamo molti soldi e a quel tempo il formaggio costava molto caro, quindi potevamo permettercelo solo poche volte.
Preso da una specie di frenesia, entrai nel negozio e mentre il proprietario era distratto presi un pezzo di formaggio e corsi via all'impazzata, ma il proprietario prese a seguirmi e dopo pochi metri mi raggiunse e mi afferrò per un braccio gridando: " Che cosa credevi di fare?!" In quel momento arrivò mia madre con in braccio Sara, lei era venuta a cercarmi e dopo aver parlato per qualche minuto con il proprietario e avergli pagato il formaggio ce ne andammo. Essendo un paese molto piccolo il racconto della mia bravata si sparse in fretta e le persone iniziarono a chiamarmi "il bambino che ruba formaggio". Perfino Sara, la mia sorellina, che non sapeva parlare bene, mi chiamava " rupa fommaggio" , Io e lei eravamo molto uniti, Sara voleva venire ovunque io andassi e ci volevamo molto bene. Un giorno mia madre e mio padre dovettero partire per tre giorni per andare a trovare la zia Genna a Parma, perchè era malata e a me e mia sorella ci lasciarono con la Signora Ted. Lei era un'amica di mia madre, aveva 3 figlie e abitava vicino a noi. Appena arrivati nella loro casa la Signora Ted ci presentò le sue figlie, la più grande si chiamava Giulia ed aveva 14 anni, la media si chiamava Rina e aveva 7 anni e la più piccola si chiamava Francesca ed aveva 4 anni come me.
Io e Francesca andammo subito d'accordo e ogni mattina andavamo insieme in città per mano alla mia sorellina, i miei genitori prolungarono il viaggio di 4 giorni, ma a il quarto giorno,  Sara si sentì male. La Signora Ted, prima di chiamare i miei genitori, chiamò il dottore che diagnosticò a Sara il tifo. Quello stesso giorno i miei genitori tornarono da Parma e portarono Sara a casa, il dottore le diede delle medicine, ma sembrava che più passava il tempo e più peggiorava. Io le stavo sempre accanto, per tutto il periodo della malattia le stetti accanto giorno e notte stringendole la mano. Il tifo durò per 4 giorni, il quinto giorno il dottore tornò a visitarla e stette per molto tempo nella sua camera, fino a che non uscì e ci annunciò che Sara non ce l'aveva fatta. Mia madre subito si mise a piangere abbracciando forte mio padre e io feci altrettanto abbracciando i miei genitori. Quella disgrazia segnò profondamente la mia crescita, da quel giorno non fui più lo stesso, decisi che la mia vita sarebbe cambiata e che avrei cercato di migliorarmi. Iniziai chiedendo  mia madre di poter andare a scuola, lei inizialmente rifiutò poichè non aveva i soldi per pagarla, ma poiun parroco di Parma, Don Cafasso, venuto in visita al nostro paese, dopo avermi conosciuto si propose per educarmi a patto che io però andassi a vivere nella sua parrocchia a Parma. Anche se fu duro accettarlo i miei genitori mi diedero il permesso di partire, così il giorno seguente li salutai e partii con Don Cafasso. Anche se eravamo lontani io e i miei genitori ci scrivevamo molto spesso. Passati 9 anni  Don Cafasso morì, e io persi un'altra persona a me molto cara, dopo la sua morte, decisi di andare in seminario per diventare prete. Riuscii a pagarmi il seminario facendo l'elemosina e all'età di 18 anni diventai prete, come primo incarico mi diedero il compito di sostituire temporaneamente il parroco di Traversetolo. Così tornai al mio paese e decisi di andare a trovare i miei genitori, ma arrivato a casa mi aprì la porta una Signora che non conoscevo, io chiesi gentilmente:" Mi scusi ma il Signore e la Signora che vivevano prima qui, dove sono andati? Si sono trasferiti?" la Signora rispose :" No, i due Signori che vivevano qui sono morti" Io rimasi impalato , ringrazia la Signora e me ne andati con le lacrime agli occhi, per strada incontrai una ragazza che mi fermò dicendo stupita:" Riccardo? Sono io Francesca, la figlia della Signora Ted." Io la riconobbi subito, il suo viso candido, i suoi occhi verdi e i suoi capelli biondo legati in una treccia e subito la abbracciai e lei mi chiese perchè piangevo. Io risposi che avevo saputo della morte dei miei genitori e lei mi abbracciò ancora più forte, così andammo insieme nel giardino dove da piccolo andavo con mia sorella. Parlammo per un'ora di me e di lei e quando cercò di baciarmi la fermai, lei rimase stupita e io le dissi che non potevo perchè ero un prete, a lei vennero le lacrime agli occhi e se ne tornò a casa. Passati 4 anni, fui trasferito definitivamente in una parrocchia di Roma, dove ancora oggi sono il parroco.
Vorrei raccontarvi un'ultima cosa che mi è capitata prima di terminare questo racconto, all'età di 40 anni nella mia parrocchia qui a Roma, si presentò una Signora che mi chiese di poter educare sua figlia, quella bambina mi ricordò mia sorella, aveva lo stesso viso furbetto che Sara già a 2 anni mostrava. Io accettai di educarla e quella notte feci un sogno, sognai di tornare indietro nel tempo, io avevo 4 anni e tenevo per mano Sara, con il suo vestitino e i suoi bei riccioli, camminavamo in un boschetto che somigliava molto a quello che insieme visitavamo a Traversetolo. Andavamo verso un fascio di luce e lei ad un certo punto si fermò, mi diede un bacio e proseguì da sola entrando nel giardino invaso dal fascio di luce, a quel punto mi svegliai, quel sogno mi aveva fatto sentire molto vicino a Sara come se l'avessi davvero incontrata di nuovo. Non ho mai dimenticato quel sogno che mi ha fatto ricordare quanto le volessi bene, cosa che con il tempo avevo quasi dimenticato.
  
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