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Autore: VeroDowney    26/05/2014    4 recensioni
Hope fa un provino per un film, convinta dall'amica Daphne, non sa però che questo le cambierà davvero la vita, in meglio e in peggio, gioirà e soffrirà e alla fine di questo percorsa sarà una persona completamente nuova, una persona migliore. Un processo simile lo subirà anche Robert che si comporta come un playboy, nonostante abbia una famiglia, dovrà però tornare sui suoi passi quando dopo aver incontrato Hope e vittima di eventi inaspettati, sarà spinto a guardarsi dentro e a capire che tipo di persona l'hanno fatto diventare la fama e i soldi.
Nella storia è presente Vicky Ellis, protagonista della fanfiction “The lesson is: someone can hurt you, but it does not mean that everyone is like him”. Inoltre sono presenti Jennifer Lawrence, Zach Galifianakis, Brett Davern e Jon Favreau. Avranno un piccolo cameo anche Jude Law e Gwyneth Paltrow.
Genere: Fluff, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lemon | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Capitolo 1 - The audition




-Numero 1009?-

La prossima sono io numero 1010, ma chi me l'ha fatto fare?
Ah sì giusto la mia migliore amica Daphne e adesso sono qui circondata da centinaia di ragazze inglesi tutte agghindate e truccate come se dovessero recarsi al Ballo delle Debuttanti.

Peccato che la maggior parte delle volte non riesca ad esprimere i miei pensieri ad alta voce davanti ad estranei.

La prima impressione che tanti hanno di me è quella di una ragazza timida che non farebbe male ad una mosca, tutte cavolate io non sono così, ho sempre avuto un carattere forte più che altro tendo ad aspettare il momento giusto per mostrarmi per quello che sono veramente, nel bene o nel male.
Sono molto diffidente, questo è un mio limite lo so.

-Numero 1010?-

E' il mio turno, non vorrei essere ripetitiva ma chi me l'ha fatto fare?
Voi vi starete chiedendo dove sono e perché giusto?
Ok allora facciamo un piccolo passo indietro.


Mi chiamo Hope D'Angelo, si lo so cosa starete pensando “La fantasia di questi genitori è disarmante per aver pensato di chiamare la propria figlia Speranza D'Angelo” e avreste anche ragione a pensarlo se non fosse che una reale e profonda motivazione dietro questa scelta così originale c'è, ma adesso non me la sento di parlarne.
Sono nata e vissuta a Milano fino all'età di 23 anni, dopo la laurea mi sono trasferita a Londra in cerca di un lavoro che non mi costringesse a compiere gli stessi gesti ogni giorno e che mi avrebbe sicuramente portato ad annoiarmi ed a ritrovarmi all'età di 50 pentita per aver fatto scelte più coraggiose quando avrei potuto.
Scegliendo di trasferirmi mi sono presa una bella responsabilità, una città nuova, una delle più vivaci sotto l'aspetto culturale e lavorativo del mondo.
Londra ha sempre un posto per qualsiasi tipologia di persona che decida di trasferirsi qui.
Un paio di giorni dopo essere atterrata in terra inglese ho trovato lavoro presso un centro commerciale in un negozio di vestiti, in sintesi passavo tutto il giorno a piegare magliette, cosa avevo detto a proposito della routine? La odio.
Così dopo neanche una settimana ho abbandonato il mio lavoro, incurante del fatto che avevo soldi a sufficienza per arrivare a malapena alla fine del mese.
Presto i soldi iniziarono a scarseggiare e dovetti abbandonare il mio sogno di avere un monolocale tutto per me in cui vivere, troppo costoso per ora. Dopo aver visitato varie case in diversi quartieri della città, ho scelto uno spazioso appartamento nel quartiere di Marylabone, il quartiere dove è situata la famosa Baker Street dove al 221b si trova la casa di Sherlock Holmes, uno dei mie miti storici.
Sarebbe costato uno sproposito l'affitto di una casa in un quartiere tanto famoso se non che il proprietario della casa era il padre di una dei ragazzi con cui sarei andata ad abitare, Daphne, quella che sarebbe diventata poi la mia migliore amica.
Daphne studiava e lavorava saltuariamente per una ditta di catering che aveva un appalto fisso presso gli studi cinematografici Leavesden appena fuori Londra.

Indovinate un po' che lavoro iniziai a fare poco dopo aver preso dimora nel quartiere di Sherlock Holmes?
Esatto avete indovinato, iniziai a lavorare come cameriera per la ditta di catering insieme a Daphne, non era un lavoro pesante e non costringeva sicuramente alla routine, ogni giorno incontravo sempre persone nuove e nuovi ragazzi entravano a far parte del nostro team, composto prevalentemente da giovani.

Un giorno Daphne arrivò correndo durante uno dei nostri servizi entusiasta per una cosa che aveva appena scoperto:
-Hope ti devi assolutamente presentare ad un provino che si terrà in uno degli studi qui-
-Daphne tu sei pazza! Sai quanto sono timida davanti a persone sconosciute!-
-Ma tu sei perfetta per quel ruolo!-
-Non ho esperienza e poi scusa di che film stiamo parlando?-
-E' la trasposizione cinematografica del libro “ The lesson is: someone can hurt you, but it does not mean that everyone is like him” di Vicky Ellis, non mi dire che non l'hai letto? E' stupendo! Lo devi leggere assolutamente-
-Lo leggerò, ma perché dici che sarei perfetta per quel ruolo?-
-Mi hanno detto che cercano una ragazza che assomigli alla protagonista, non una snob come tante attricette che si presentano ai provini solo per avere cinque minuti di fama e soprattutto mi hanno detto che cercano una ragazza cono l'accento marcatamente italiano-
-Quello ce l'ho- sorrisi -E sicuramente non sono una snob, mi conosci, ma ripeto sono troppo timida e impacciata in queste cose anche se devo ammettere che mi piacerebbe come esperienza da fare-
-Hope ci devi andare!-

Avete presente come sono certe persone? Quelle che se si mettono in testa una cosa e non ti lasciano in pace finché non l'hanno ottenuta? Bene, allora avete capito com'è Daphne e il perché qualche settimana dopo mi trovavo in uno degli studi di Londra in mezzo a tante 'attricette da due soldi' come le aveva più volte definite Daphne, ed ora era il mio turno.

-Numero 1010?-
-Sono io- rispondo poco convinta e sento che le guance iniziano ad andarmi a fuoco, il cuore inizia a battermi all'impazzata ed inizio a sudare freddo.
-Prego mi segua-

Una donna sulla cinquantina, bassetta e dai capelli color argento mi conduce attraverso un largo corridoio e man mano che camminiamo il frastuono della sala d'aspetto si affievolisce, o forse sono talmente agitata che non riesco più a captare alcun suono.

La donna spalanca una grande porta di ferro e mi lascia il passo, in un attimo mi ritrovo il un grande salone le luci dei riflettori puntati sull'entrata mi abbagliano e dopo qualche secondo riesco a vedere cosa c'è in quella grande stanza.
Davanti a me si trova un lungo tavolo al quale sono sedute tre persone, un uomo di stazza imponente, affiancato da un altro magrolino ed una donna della quale non riesco a vedere gli occhi perché coperti con un paio di coloratissimi occhiali da sole.

Sembra che non abbiano fatto caso che ci sia anche io lì con loro in quella stanza e continuano a parlare sottovoce come se dovessero nascondere chissà quale informazione top secret.
Non ho altra scelta se non 'farmi notare', schiarisco la voce e pronuncio

-Buongiorno-

Cala il silenzio e tutti iniziano a fissarmi, la donna si toglie gli occhiali, forse in segno di riespetto, ed io incomincio a pensare che questa non sia stata una buona idea.

-Buongiorno lei è?- mi chiede l'uomo al centro.
-Mi chiamo Hope D'Angelo-

Noto una scintilla negli occhi della donna che siede davanti a me.

-Ciao Hope, io sono Jon Favreau, sarò il regista del film, prego siediti pure- mi dice indicandomi la sedia che sta davanti a me e che, ovviamente, grazie alla mia proverbiale agitazione, non avevo notato fino a quel momento.

Faccio un respiro profondo e accetto il consiglio di Jon, così ha detto di chiamarsi.
-Allora Hope parlami un po' di te, perché sei venuta qui oggi?-

Ok lo ammetto quest'uomo mi ha mandato in crisi.
-Sono italiana, ma questo lo avete già capito dal mio accento- la butto sul ridere, magari mi salvo. Non sbaglio. Tutti e tre sorridono.

Bene e ora cosa gli dico?
-Sono nata e cresciuta a Milano e da qualche mese lavoro per una ditta di catering che lavora proprio in questi studi- adesso viene la parte difficile -Sono qui perché ho sempre sognato di prendere parte ad un film, penso che sarebbe una bella esperienza e mi sono presentata perché la mia amica Daphne che, è innamorata del libro da cui sarà tratto il film, pensa che io sia adatta per questa parte- buttiamola sulla sincerità.

-Posso chiederti se c'è una motivazione dietro la scelta del tuo nome- ora è la donna a parlare.
-Una motivazione c'è, ma preferisco non parlare- non vorrei essere scortese ma non mi va proprio di affrontare l'argomento e non soprattutto davanti a tre sconosciuti.
-Non ti preoccupare, per me va bene così, a proposito scusami se non mi sono presentata prima, mi chiamo Vicky Ellis-
-Quella Vicky Ellis?- ma che razza di domande faccio? E' ovvio che è lei anche se non l'ho mai vista.
-Si sono l'autrice del libro- dice sorridendomi e ha un non so che di rilassante poi riprende -Tu hai letto il libro?-

Sono davvero imbarazzata, avrei potuto leggerlo in effetti, era ovvio che me l'avrebbero chiesto.
-Veramente no, ma sono intenzionata a farlo me ne hanno parlato tutti un gran bene- punto sulle lusinghe per scampare all'umiliazione. -Perfetto-

Che significa perfetto? Pensavo che avrebbe fatto una smorfia di disapprovazione come quando entri in un negozio di abiti firmati e i commessi ti guardano male perché porti una paio di sneakers invece che dei tacchi vertiginosi.
Questa donna davvero mi spiazza, ma sembra gentile e la cosa mi mette a mio agio.

-Hai qualche tatuaggio?- mi chiede l'uomo che non ha ancora preso parola.
-Si mi piacciono i tatuaggi un pò particolari-
-Posso vederlo?-
-Certo- alzo la maglietta e mostro il mio tatuaggio sul costato, mi ha fatto un gran male ma anche se il significato potrebbe sembrare banale e infantile, è davvero qualcosa di importante per me.
E poi vale la pena di soffrire per qualcosa che ci renderà felici.
Ve lo faccio vedere anche a voi.




Non appena lo mostro Vicky e Jon si guardano sorridendosi, mi capita spesso che le persone sorridano vendendo il tatuaggio, ma non capisco se a loro piace oppure si inteneriscono davanti ad un disegno tanto inusuale.

-E' davvero bello, non ti chiederò il significato, so che non me lo diresti, so che è personale- mi sorride Vicky, l'ho già detto che questa donna mi sembra davvero una brava persona?
-Allora Hope, per noi è abbastanza, adesso il nostro Jim ti fa qualche foto e ti lasciamo andare- dice Jon sorridendomi.

Ed io che pensavo che i registi fossero sempre tutti imbronciati e snob, davanti a questo uomo mi devo ricredere.

Jim, l'uomo che mi ha chiesto dei tatuaggi si alza e mi scatta qualche foto al viso e al tatuaggio con una macchina fotografica istantanea.

-Sorridi- mi incita Jim.
-I sorrisi devono essere spontanei se no non vengono bene nelle foto- sorrido e questa volta Jim cattura quell'attimo e nella foto viene impressa quella mia espressione che non sono mai riuscita a fare a comando davanti ad una macchina fotografica.

Saluto quei tre simpatici personaggi ed esco da quella stanza che sembra sospesa nel tempo e nello spazio.
Mi chiudo alle spalle quella porta e vengo catapultata di nuovo nel mondo reale.
E' stata una bella esperienza in fondo.


Due settimane dopo, sono a lavorare durante una serata di gala quando qualcuno tocca la mia spalla, di sicuro sarà qualcuno che vuole un flut che sto portando sul mio vassoio.
Mi giro con un sorriso stampato in faccia, al lavoro devo essere impeccabile.

-Ciao Hope-
Sono un attimo spaesata.
-Ciao Vicky- non riesco a dire altro.
-Che coincidenza, domani avrei dovuto chiamarti, hai un momento per parlare?-
-Certo-
-Sei stata scelta per il ruolo principale nel film, io e Jon abbiamo deciso che saresti stata tu la protagonista ancora prima che il tuo provino finisse, abbiamo aspettato queste due settimane per dare la possibilità ad altre ragazze di fare il provino, ma non c'è stata nessuna alla tua altezza-
-Alla mia altezza? Io non ho esperienza nel campo- dico e sono seria come poche volte lo sono stata nella mia vita.
-E' proprio per questo che ti abbiamo scelto, c'è qualcosa in te che mi ha colpito, mi sono come rivista in te e ho capito che potresti essere la persona giusta per impersonificarmi nel film, non sei sfacciata anzi sei molto timida ma penso che sotto quella timidezza tu nasconda un carattere forte e sono ansiosa di scoprire di cosa sarai capace. A Jon ha colpito il fatto che hai un espressività innata-
-Su questo ti devo dare ragione mi dicono tutti che spesso si capisce quello che penso o quello che voglio dire anche senza aprire bocca- mi pavoneggio, ma del resto di questa mia dote innata ne vado matta.
-Sei quella giusta- mi posa una mano sulla spalla.
-Ti ringrazio, sono felice e lusingata per la vostra scelta ma non penso di essere all'altezza-
-Mi aspettavo una risposta del genere, per questo ti affiancherò per due settimane, ci conosceremo meglio e ti spiegherò un po' qual'è la mia storia e cosa dovrà trasparire dalla tua interpretazione, non ti preoccupare, dovrai essere solo te stessa-
-Ti ringrazio-

Sono contenta di fare questo periodo di training con lei prima di buttarmi in questa nuova avventura.

Sono passate due settimane e mi trovo sul set, dovrò incontrare lo staff e gli attori che insieme a me lavoreranno a questo film e sono un po' agitata, sapete la gente nuova mi fa quest'effetto.
Ci sediamo ad un grande tavolo rettangolare al cui capo è seduto Jon che mi saluta con un grande sorriso, io mi siedo vicino a Vicky, devo essere la sua ombra solo così imparerò ad essere lei ed interpretarla al meglio, sul lavoro devo essere sempre la migliore è una questione personale.

E' proprio Jon a prendere parola.
-Buongiorno a tutti, è la prima volta che siamo tutti insieme e così ne approfitto per presentare chi non si conosce già- così prende ad elencare -Il ruolo di Vicky sarà interpretato da Hope D'Angelo- dice indicandomi e io rispondo con un sorriso timido -Nel ruolo di Darma, Jennifer Lawrence, nel ruolo di Marcus, Zach Galifianakis- questo ragazzo mi sta già simpatico è così buffo -Nel ruolo di Indio, Bratt Davern- e ovviamente nel ruolo di Robert ci sarà -Robert Downey Jr, che non è ancora arrivato- solo ora noto la sedia vuota di fianco a Jon.
-Ma che strano- ride Zach scatenando le risa di tutti quest'ambiente inizia davvero a piacermi.
Jon, dopo una lunga risata, riprende
-Le riprese saranno effettuate per due settimane qui a Londra e gli attori implicati saranno Hope e Zach insieme a due comparse! Poi ci sposteremo a New York per un paio di mesi in coincidenza con la stagione invernale con Hope,Robert, e Brett, ed infine per i successivi quattro mesi le riprese saranno effettuate a Los Angeles con tutto il cast-

Vedrò due delle città più belle del mondo, sono felicissima.

La porta si spalanca e tutti ci giriamo a guardare il nuovo arrivato.

-Buongiorno a tutti- dice l'uomo appena entrato, lo conosco bene e il suo stile non mente mai, completo elegante, grandi occhiali da sole, e sneakers coloratissime ai piedi.
Si dirige verso Zach e i due si abbracciano iniziando a ridere apparentemente senza motivo, poi da una grande stretta di mano a Brett ed infine da un lungo bacio sulla guancia a Jennifer, che arrossisce e si lascia scappare un gran sorriso.

Ho già capito che tipo è, uno di quei brillanti che tanto odio.

Riserva lo stesso trattamento di Jennifer a Vicky che non si lascia intimorire dal gesto ed infine arriva a me.
Si toglie i grandi gli occhiali da sole e rivela i suoi occhi.
L'ultima volta che ci siamo incontrati è non è stato un incontro piacevole, anzi.

-Io sono Robert- mi tende la mano.
-Hope- ricambio sostenendo il suo sguardo.
-Ci siamo già incontrati prima?-

Non so se me lo chieda perché lo chiede a tutte, sembra tanto la tipica frase di abbordaggio da quattro soldi oppure si ricorda di quando ci siamo realmente incontrati ma conoscendo il tipo penso che sia più plausibile la prima ipotesi.
-Non mi sembra- chiudo lì il discorso prima che Jon riprenda la parola.

Per la cronaca, un paio di mesi prima mi trovavo a lavorare durante una serata di beneficenza, come al solito elargivo sorrisi a tutto spiano alle celebrità che si avvicinavano al banco dove preparavo dei cocktail, prima che fosse servita la cena.
Si avvicina al banco, proprio lui Robert Downey Jr, sono sempre stata una sua grande fan ed ero contenta di avere la possibilità di scambiare qualche parola con lui, solo che non andò proprio così bene come speravo.

-Hey biondina, fammi due Cosmopolitan e fai in fretta, ho due modelle che mi stanno aspettando-

Biondina? Per l'esattezza io sono castana e se anche fossi stata bionda, non c'è cosa più cafona che chiamare una donna 'biondina' come se tutte dovessero cadere ai suoi piedi. Per carità è un bel uomo ed è molto sexy ma sicuramente non sono una che si fa trattare così, peccato che ero sul posto di lavoro e che non potessi rispondere a tono se no avrebbe avuto una risposta che non si sarebbe dimenticato facilmente.
Gli feci i Cosmopolitan più buoni di tutta la sua vita, glieli servii accompagnati da un sorriso.
Se ne andò senza neanche ringraziare.
Lo seguii con lo sguardo, lo vidi avvicinarsi a due modelle alte 1,80 che di fianco a lui, che non brilla di sicuro per la sua statura, stonavano anche abbastanza, gli baciò le mani ad entrambe e gli passò i drink avviandosi verso il tavolo mentre cingeva la vita ad entrambe.
Quella stessa sera, vidi lui e le due 'biondine', che sembravano proprio ubriache o forse facevano solo finta, salire su una limousine mentre Robert faceva un'espressione soddisfatta verso il conducente della vettura che ricambiò compiaciuto.
Vi lascio immaginare quale possa essere stato il seguito della sua serata.

Una cosa è certa quella sera mi è caduto un mito.


Ma torniamo a noi, mentre ripensavo a quel fatto, Jon aveva elencato una serie di dettagli sulle riprese e io ovviamente non avevo sentito una parola.
Incominciamo bene, mi sembra di essere tornata a scuola.

-Ed infine vorrei ringraziare Robert che ha permesso che questo progetto fosse realizzato grazie alla sua Team Downey-

Dopo gli applausi di rito e aver salutato tutti Robert si avvicina a me.
-Allora ci vediamo a NY- dice accompagnando la frase con un occhiolino.
L'ho già detto che odio i piacioni?
Se pensa che mi possa trattare come una delle modelle che gli piacciono tanto, avrà del filo da torcere.
Non so se riuscirò a tenere a bada il mio carattere ancora per molto se continua con questo atteggiamento che odio.

L'unica cosa che adesso riesco a pensare adesso è: Chi me l'ha fatto fare a cacciarmi in questa situazione?





Note dell'autrice:
Primo capitolo di questa nuova fanfic, ho scelto la narrazione in prima persona perchè mi sembrava più coinvolgente, spero di aver fatto la scelta giusta!
Ci saranno tanti attori famosi in questa storia, mi sembrava d'obbligo visto che Hope lavorerà su un vero set cinematografico ed in più quelli che ho scelto mi sembravano incarnare meglio le parti dei personaggi descrittitti nel libro di Vicky.
Fatemi sapere cosa ne pensate!
Ringrazio MissHolmes per aver segnalato la mia storia "The lesson is: someone can hurt you, but it does not mean that everyone is like him", questo capitolo è dedicato a lei! Mi hai reso davvero felice:)

A presto:)
   
 
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