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Autore: Boy_    27/05/2014    0 recensioni
"La vita è una puttana mia cara Luna, ancora non l'hai capito?"
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Louis Tomlinson, Nuovo personaggio, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Chi siamo noi? Noi giovani intendo.
Siamo la generazione delle reflex, degli anonimi su stupidi social network, siamo quelli che postano foto senza senso in tempo reale credendosi fighi. Siamo quelli che aspettano l'estate, per poter divertirsi, come se durante tutto l'anno non facessimo un cazzo. Siamo quelli che legati a qualsiasi app che ci consenta di non aver più vita sociale. Siamo quelli che escono e fanno a botte per poter riscuotere successo dai coetanei. Siamo quelli che ad inizio serata devono per forza ubriacarsi per divertirsi. Siamo le compagnie sbagliate per i bravi ragazzi, perché troppo attaccati ad una sigaretta. Siamo quelli che discriminano i gay, siamo quelli che fisicamente stanno in un posto, ma il cervello è da un'altra parte. Siamo quelli che, sfortunatamente, hanno un sogno troppo grande in un appartamento troppo stretto. Noi che vogliamo partire, ma non abbiamo soldi per farlo, siamo la generazione che viene tanto criticata perché giudicata troppo "fredda", siamo la generazione con le palle, che un giorno dovrà salvare tutti questi cazzoni.
Perché, diciamocelo, a quei cazzoni tutto è stato regalato.
Sono queste le immagini che riesco a scorgere dal finestrino della macchina.
Le luci che risplendono nella notte risaltano sul mio viso, cerco una posizione comoda anche se sapevo benissimo che ero arrivato alla mia destinazione.
L'omone alla guida toglie le chiavi e se le mette in tasca per poi aprire la portiera e scendere. L'altro si gira verso di me lanciandomi uno sguardo di sfida. Sposta leggermente il suo cappellino blu per poi farmi l'occhiolino.
La portiera della macchina dalla mia parte viene aperta bruscamente e una voce riempie il silenzio che c'era prima.
"Coraggio giovanotto, siamo arrivati" dice quello scostandosi di poco la cintura nera che primeggiava sulla sua enorme pancia. La sua mano prende i miei polsi mentre me li tiene fermi dietro la schiena. Emetto un grugnito.
"Non li ho uccisi io" dissi sussurrando. "Mi sono trovato nel posto sbagliato al momento sbagliato" continuai esausto, piccola bugia. Ad un certo punto non sentì più la presa delle sue mani e iniziai a correre nella direzione opposta.
"Pronto per andare a Miami, Zayn?" chiese con un ghigno Louis per poi sgommare.


La casa vuota faceva uno strano effetto. C'era un silenzio spaventoso. I miei occhi erano gonfi da ieri sera e pungevano parecchio. Il bicchiere pieno d'acqua era l'unica cosa che in quel momento osservavo, insieme al giornale stropicciato. I passi alle mie spalle non finivano mai, e i borbottii delle persone diventavano fastidiosi.
"Avvocato Douglas e moglie ritrovati morti"
Ecco il titolo del giornale locale.
A Phoenix si spargevano molto velocemente le voci. I miei genitori morti. Ancora non riuscivo a crederci. Sarei rimasta da sola.
"Signorina Douglas. Dobbiamo parlare" la voce rauca di chi ha fumato troppe sigarette si fa spazio nel mio silenzio. Una figura snella e slanciata sposta il bicchiere e si siede sul tavolino di fronte a me. Porto i miei occhi sul viso di quell'uomo aspettando che parli. Per un attimo sperai di vedere gli occhi neri di mio padre, ma non fu così.
"Dato che lei non è ancora maggiorenne, e quindi non può usufruire dell'eredità che le ha lasciato suo padre, sono costretto a mandarla da sua zia Cyntia , a Miami"
Un sospiro amaro lasciò le mie labbra e in un attimo fui pronta a ribattere. Avevo sentito parlare di Cyntia si e no qualche volta a Natale, era la sorella di mio padre, ma non era mai venuta qui. Dai, chi verrebbe a Phoenix per le vacanze di Natale quando hai la bella Miami a disposizione?
"Non voglio lasciare la casa" dissi ferma. Quello sospirò passandosi la mano sul viso.
"La casa rimarrà intatta fino a quando una delle due non deciderà di prenderne proprietà. Lei e sua zia siete le uniche “eredi”"
Un sospiro di sollievo uscì dalle mie labbra sorprendendo l'uomo che avevo di fronte. A questo punto ribattere non aveva senso. Avrei dovuto rassegnarmi all’idea di andarmene. Ma non avrei dimenticato niente.
"Quando dovrei partire?"
Lui sospirò guardando l'orologio, e un odore di menta arrivò alle mie narici.
"Con le buone o con le cattive, tra un'ora. I suoi genitori erano abbastanza “popolari” qui e per evitare interviste è meglio muoversi." disse per poi alzarsi.
Vengo sbattuta fuori da casa mia come se fossi un cane. Neanche il tempo di riprendermi da tutto questo inferno.


"Nulla sarà più come prima Zayn, lo sai vero? Devi stare attento a ciò che fai. Questa volta ti sei spinto troppo." disse Louis passandomi una birra e chiudendo il mini-frigo.
"Almeno con questo piccolo lavoretto che ho fatto possiamo permetterci la bella vita per un bel po" dissi prendendo un sorso dalla bottiglia. Lui scosse la testa guardando il mare.
"Non lo so Zayn, insomma, non è una bella cosa uccidere qualcuno"
"Le perle di saggezza tienitele per te Tomlinson" dissi alzandomi, per avvicinarmi meglio a lui.
Uno sbuffo si fece vivo dalle labbra di Louis.
"Mio padre ha incontrato la figlia oggi, e la mandano qua perché è minorenne. Vivrà nella casa affianco la nostra." disse beffardo. Sapevo che ci godeva quando facevo qualche stronzata e ne dovevo pagare il pegno.
"Fantastico, avremo una racchia minorenne come vicina" gli sorrisi io. Lui scoppiò a ridere e mi rispose.
"Veramente mio padre ha detto che era carina." finì la sua birra, e si avviò verso la riva.
Conoscevo quello sguardo, e sapevo che non prometteva niente di buono.
"Facciamo una scommessa piccolo Zayn!" esclamò urlando. Io rizzai in piedi e gli feci segno di continuare. Louis ritornò vicino a me per poi poggiare il suo gomito sulla mia spalla.
"Scommetto tutto ciò che vuoi che non riuscirai mai a farla innamorare di te. Sai le ragazze credono alla cazzata del primo amore." sorrise.
"So che c'è qualcosa sotto questa scommessa, dimmi cos'è Tomlinson" gli imposi io.
"Lo scoprirai" disse guardandomi, per la prima volta, serio.
"Ci sto" gli strinsi la mano ricambiando il suo sorriso.
"Sei fottuto amico" sussurrò lui guardando il mare.
Perderai mio caro Tomlinson. Questa faccenda mi eccita più del dovuto.
Solo il pensiero che dovrò sedurre una ragazza a cui ho ucciso i genitori mi fa impazzire.
"Zayn, porca puttana, nasconditi" urlò Louis. Mi guardai intorno notando delle macchine della polizia. Corsi dentro un bar lì vicino. Iniziai ad aprire tutte le porte fin quando non ne trovai una adatta e solitaria.
"Ti invio un messaggio quando questi se ne vanno" lessi sottovoce il messaggio di Louis dando un pugno al muro bianco.
Porca puttana.
Sapevo che Louis mi stava nascondendo un sacco di cose. A partire dalla faccenda della mocciosa che veniva a vivere affianco a noi fino ad arrivare alla scommessa.
Ma allora perché avevo accettato?
Perché?
"Se vedete questo ragazzo non esitate a chiamarci. Non sappiamo con esattezza se lui è qui, ma sappiamo che qui ha alcuni dei suoi traffici più fluenti. E' di Phoenix."
Una voce ovattata mi distrasse dai miei pensieri e mi portai sempre più vicino al muro.
Porca puttana.
Poi sentì dei passi e niente più.
"Via libera fuggitivo" sorrisi leggendo il messaggio.
Lentamente sgusciai fuori dal bar, raggiungendo Louis per poi dirigerci a casa.
"Eccitante" dissi solamente, sprofondando sul sedile.


Appoggiai la spalla sul muro, portando il mio sguardo oltre la finestra.
“Io e tuo padre non siamo mai stati in buoni rapporti. Una volta vivevamo tutti qui, poi però lui decise di trasferirsi a Phoenix. L’ambiente qui non gli piaceva. Da allora abbiamo perso definitivamente tutti i contatti. L’unica cosa che ci teneva ancora “legati” erano i nostri genitori, ma alla loro morte è come se tuo padre avesse addossato tutta la colpa su di me. Così litigammo e..il resto della storia lo sai” mi raccontò Cyntia. Era una donna alta e slanciata, i capelli corti e biondi le donavano un’aria intellettuale insieme con gli occhiali di un taglio antico. La pelle abbronzata e chiusa in vestiti leggeri. La camicetta bianca era stirata nei minimi dettagli, e il pantalone nero largo le donava tanto. Gli occhi neri scrutavano il mio viso in cerca di qualche emozione e le labbra sottili e rosse erano incurvate in un sorriso.
“So che tu hai sedici anni, quindi dovresti riprendere la scuola” continuò cercando di cambiare argomento. Io annuì.
“Qui vicino c’è un ottima scuola, puoi arrivarci anche a piedi o prendendo il treno. Qualche volta però può anche accompagnarti mio marito”  sospirai esausta. La casa era grande, ma oltre a due stanze per gli ospiti non ne avevo vista nessuna.
“Non hai figli?” chiesi a bruciapelo. Lei sospirò portando lo sguardo in basso.
“No, poi te ne parlerò se hai voglia, adesso devi portare i tuoi bagagli di sopra” mi rispose posando la tazzina bianca sul tavolino. Con una leggera spinta mi staccai dal muro e raggiunsi le mie borse.
“Papà non ti ha mai parlato di me?” le chiesi io mentre cercavo di trascinare la borsa nera sulle scale.
Lei invece si manteneva goffamente alla ringhiera cercando di rimanere in piedi.
“Peter ci chiamò soltanto quando nascesti. Poi non ci fece sapere più nulla. Mi piaceva tanto tua madre, Anna. Era una ragazza d’oro. Però credo che tuo padre le abbia tarpato un po le ali” mi rispose aprendo la porta della mia futura stanza. Mi guardai intorno sorprendendomi.
“Tarpato le ali?”  chiesi posando la borsa sul letto per poi aprirla e iniziando a posizionare delle foto su una mensola.
“Tua madre era un tipo peperino, come già sai. Peter invece è sempre stato sulle sue, ha sempre voluto una vita tranquilla. Per non parlare della differenza di età. Quei due si completavano” disse sospirando. Una lacrima scese dalle mie guancia guardando la foto di noi tre. Improvvisamente una mano fredda catturò la mia lacrima e io venni intrappolata in un abbraccio nel quale, stranamente, mi sentì a casa. Memorizzai il suo profumo fresco e sgusciai fuori dall’abbraccio. Legai i miei capelli neri e iniziai a sistemare le mie cose. Volevo mostrarmi forte a tutti i costi, volevo far capire che io non avevo bisogno di nessuno.



Yuhuu.
Sono tornato con un'altra storia.
Ci stavo pensando da un po, ma non sapevo mai come darle un buon inizio.
Così ho iniziato a scrivere di nuovo.
Adesso passo ad aggiornare le altre mie storie, spero che questa vi piaccia.
Abbiamo uno Zayn trasgry.
Un beso pepis!
  
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