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Autore: VeraNora    27/05/2014    3 recensioni
Ebbene sì... ecco che arriva il proseguo di "Strano il mio destino" e "Family Buisness"... non è esattamente un proseguo... è più un tassello mancante, quella parte di storia che in molti mi hanno chiesto di scrivere: Klaus e Jessica.
Ma non è solo questo... è molto di più.
Tutto inizia con l'incontro che fa Gala, questa ragazza speciale, in un freddo giorno di dicembre.
Cosa scoprirà la ragazza? Perché proprio ora?
Spero vi piacerà anche questo mio nuovo progetto.
***************************DAL CAPITOLO*********************************************
«Devo sapere in cosa credi, Gala… devo sapere quanto la tua mente è in grado di accettare e quanto sei disposta ad ascoltare… perché vedi… se la risposta è “tanto” ti racconterò una storia… la tua storia! Ma se non è così… ti dimenticherai di questo incontro, di questo discorso e di me…»
Genere: Avventura, Romantico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Damon/Elena
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Klaus camminava nervosamente avanti e indietro nello stretto perimetro del salotto di casa Salvatore, stringendo tra le braccia la piccola Gala, ancora addormentata.
Damon ed Elena lo osservavano in silenzio, aspettando delle spiegazioni per quella surreale situazione.
«Klaus! Potresti fermarti un attimo?»
si spazientì il vampiro.
«Non ci riesco… io… se mi fermo rischio di impazzire!»
replicò l’ibrido.
«Mi pare un po’ tardi per questo…» ironizzò Damon «Sembri uno a cui sono stati rubati un paio di venerdì!»
Elena gli scoccò un’occhiataccia e scosse la testa.
«Non sei d’aiuto Damon!»
lo riprese.
«Oh, e lui lo è?» ribatté piccato «Guardalo! È piombato qui dicendo di aver rapito Jess e sua figlia… e Donovan! Perdonami se sono impaziente di capire che diavolo succede!»
«Jessica…» disse Klaus «Lei… lei è in macchina… dobbiamo… lei sta dormendo…»
Improvvisamente, dalla porta di casa, entrò Stefan con un’espressione preoccupata sul viso che si tramutò in stupore vedendo il singolare quadretto.
«Che… che sta succedendo?»
domandò.
Il fratello fece roteare gli occhi, scosse la testa e rispose:
«È quello che vorremmo capire, se il nostro amico qui, si decidesse a parlare!»
L’Originario arrestò la sua marcia e sospirò.
«Sfortunatamente, Damon, nemmeno io ne so molto di più… è per questo che sto aspettando l’arrivo dei miei fratelli… Forse Elijah…»
«I tuoi fratelli?» lo interruppe Stefan «Ero al telefono con Meredith poco fa… mi stava dicendo proprio che le era sembrato di vedere Rebekah… poi, però, è caduta la linea e non sono più riuscito a contattarla… pensavo di trovarla qui…»
«Bene! Rebeckah è arrivata»
esclamò Klaus, sovrastando il resto delle parole del vampiro.
Un vagito attirò l’attenzione di Stefan, i cui occhi caddero sul fagotto stretto tra le braccia dell’ibrido e spalancò la bocca incredulo.
«Cosa… cosa ci fai con un bambino?»
gli domandò.
«Metti in fila, fratello…»
ironizzò Damon.
«Questa è Gala…» rispose Klaus, guardando la piccola che si svegliava «Lei… lei è la figlia di Jessica…»
«C-cosa… che…»
farfugliò il vampiro.
«Come ho detto, fratellino: mettiti in fila»
«Matt…» sussurrò Klaus «Matt Donovan… lui ha tutte le risposte…»
«Matt…»
ripeté Elena.
«Sì… lui sa…»
«No» lo interruppe la vampira, sollevò un braccio ed indicò un punto alle spalle di Stefan «Matt…»
Tutti i presenti si voltarono e sull’uscio, sudato e col fiatone, c’era l’ex quarterback.
Mosse un passo per entrare in casa, ma le gambe gli cedettero. Con uno scatto fulmineo Stefan gli fu accanto, lo sostenne impedendogli di finire disteso sul pavimento.
«Hey, amico… tutto ok?»
gli chiese.
«Devi nutrirti…»
disse Elena, avvicinandosi.
«Nutr… cosa… che…»
«Stef, potresti rimandare a più tardi il tuo irritante stupore?!?»
commentò sarcastico Damon, guadagnandosi una nuova occhiataccia da parte della fidanzata.
«Sto bene» ansimò Matt «Ma non abbiamo molto tempo…»
«Devi bere del sangue umano e…»
riprese la vampira.
«No!» la interruppe lui «Non diventerò un vampiro… non… io non posso… non voglio!»
«Ma così morirai!»
si disperò lei.
Gli occhi azzurri dell’amico si riempirono di lacrime.
«Credimi, Elena… è meglio così…»
«Non puoi dire sul serio…»
L’uomo si raddrizzò sostenendosi a Stefan e deglutì.
«Sono serissimo, invece» guardò in direzione di Klaus «Sbrighiamoci…»
L’Originario annuì con espressione grave.
«Vado a prendere Jessica»
disse Damon e senza esitare oltre, corse all’esterno, verso l’auto parcheggiata sotto il porticato.
Sul sedile posteriore c’era sdraiata la ragazza. Aveva il viso ricoperto dai riccioli scuri ed il respiro era regolare. Velocemente aprì la portiera della macchina e le liberò il viso dai capelli.
Le accarezzò una guancia e per un breve istante riuscì a dimenticare la nuova ondata di problemi che si stava abbattendo su di loro. Ma durò poco.
Con delicatezza la prese in braccio e tornò all’interno della casa, la adagiò sul divano e facendo appello a tutto il suo autocontrollo, si voltò lentamente verso Klaus e Matt.
«Adesso parlate… o giuro sull’amore che ho per queste due donne» indicò Jessica ed Elena «Che vi strapperò via i cuori dal petto prima ancora che possiate realizzare che mi sono mosso…»
La piccola Gala iniziò ad agitarsi e l’ibrido si rese conto di aver stretto troppo la presa intorno al suo piccolo corpicino.
«Scusa piccolina…»
sussurrò guardando la creatura.
«Dammela…»
ordinò Damon, tendendo le braccia.
Klaus lo guardò confuso ed il vampiro insisté:
«Dammi la piccola…»
«Non le farei mai del male»
si difese l’ibrido.
«Lo so, ma sei troppo agitato ed i bambini percepiscono lo stato emotivo di chi li tiene in braccio…» gli spiegò «Dammi la piccola e poi siediti…»
L’altro deglutì e con riluttanza gliela consegnò.
Elena e Stefan osservarono con quanta delicatezza e attenzione accolse la piccola tra le braccia.
Gli occhi di Gala si aprirono in quelli di Damon e sul viso paffuto della bambina comparve un sorriso sdentato,  per un istante al vampiro mancò il terreno sotto i piedi.
La piccola aveva gli stessi occhi di sua madre ed al vampiro sembrò di essere tornato indietro di oltre vent’anni, alla notte in cui la sua vita inciampò in quella di Jessica.
«Hey…»
la salutò con dolcezza.
Le passò un dito sul nasino, la piccola Gala sollevò una mano e glielo afferrò, emettendo una risata che fece desiderare al vampiro di non doversi mai più separare da quel suono delizioso. Realizzò che si trattava dello stesso sentimento provato stringendo Jessica per la prima volta tra le braccia, il medesimo sentimento che lo aveva spinto ad allontanarsi da Mystic Falls portandosi dietro una neonata, salvandole la vita e condannandola al contempo…
Non poté fare a meno di pensare che la storia si stava per ripetere e mai come in quel momento, desiderò chiudere quel circolo di vita, morte e magia.
Una manciata di minuti prima stava progettando di prendersi una vacanza, di staccare la spina insieme all’amore della sua vita, ed ora guardava negli occhi l’ennesima pedina di una guerra che avrebbe mietuto vittime innocenti, tra cui sua figlia.
Così aveva detto Klaus, che la vita di Jessica era in pericolo, così come quella della bambina e Damon era stufo marcio di sapere i suoi affetti in pericolo.
Sollevò di scatto la testa e fissò Matt.
«Tu, parla. In fretta!»
gli intimò.
L’uomo barcollò, sempre più debole, e Stefan lo aiutò a mettersi seduto.
«Quello che dirò non vi piacerà»
li avvertì.
«Lo sopporteremo. Ora parla»
ribadì Damon.
 
«Gala!» esclamò Jenna «Gala, aspetta!» lasciò il fianco di Jeremy e si accostò alla donna «Che vuol dire che l’idea è stata di mia madre? E perché hai tutta questa fretta di arrivare lì? Non ti piacerà ciò che vi troverai!»
la avvertì.
Per tutta risposta l’altra rallentò il passo e le rivolse un sorriso malizioso.
«Tu credi?»
La strega scosse la testa confusa.
«Gala… sei sicura di aver capito cosa è successo lì giù?»
domandò con cautela.
«E tu, Jenna? Tu sei sicura di averlo capito?»
«Io ero lì… sono più che certa!»
ribatté piccata.
«Oh beh… c’ero anche io!»
replicò Gala.
«Ti riferisci alla te neonata o a quella a cui sono stati impiantati i ricordi di chi è stato lì “davvero”?!?»
«Ad entrambe, Jenna!»
E mentre le due rimasero a guardarsi con aria di sfida, l’anziano le raggiunse.
«Che succede qui?»
domandò ansimante.
«Non so… chiedilo alla donna del mistero» rispose stizzita Jenna «A quanto pare ne sa più di noi…»
«Riguardo a cosa?»
chiese Jeremy.
«Riguardo a tutto!»
Gala tossicchiò una risata e buttò indietro la testa, sospirò e riportando lo sguardo sul viso della strega, disse:
«Ascoltami… non pretendo di saperne più di te… ma c’è una parte di tutta questa storia che mia madre non ha fatto in tempo a condividere con te…»
«Non è possibile… lei… lei mi ha fatto vedere tutto!»
insisté la strega.
«No… non proprio…» pose due mani sulle spalle dell’altra «Quando Jessica rimase incinta, la compulsione di Klaus iniziò a farle difetto per ovvi motivi… e quando prese a recuperare alcuni ricordi, capì l’importanza di tenerne segreti un paio… tra questi c’erano i suoi ultimi incantesimi…»
Jenna corrugò la fronte.
«I suoi ultimi  incantesimi sono serviti a spezzare i sigilli e a riportare Klaus nel suo corpo…»
«No… affatto» si morse il labbro inferiore «Risparmiò i suoi poteri per destinarli ad un altro scopo…»
«Quale?»
domandò Jeremy.
«Sciogliere la connessione alla linea di sangue degli Originari…»
rispose.
«Cosa?!? Ma… ma non è possibile… non…»
«Invece lo ha fatto… solo che…»
«Solo che?»
la incitò la strega.
«Solo che non ha semplicemente spezzato la connessione…» allargò le braccia e scosse la testa «Senza rendersene conto l’ha legata a qualcosa di più forte»
Jeremy si passò una mano sul viso.
«Come ha fatto Bonnie con i sigilli… li ha legati alla sua anima, così sarebbero rimasti attivi anche se lei fosse morta, poiché il suo spirito avrebbe vissuto in eterno nell’altro lato…»
commentò.
La donna annuì.
«Non… non capisco… tu come fai a sapere tutto questo?»
chiese Jenna.
«Ricordi quando ho detto che doveva tenere segreti questi ricordi?» la strega annuì e Gala proseguì «Beh, diciamo che li ha nascosti in me, in attesa di poterli recuperare in qualche modo, ma quando sono nata, il soggiogamento è tornato a barrarle i ricordi a pieno regime, facendole dimenticare nuovamente tutto… almeno fino alla notte in cui è morta…»
La strega spalancò la bocca e si portò una mano sulla tempia.
«Lei… lei ha provato a dirmelo… ad avvertirmi… continuava a dirmi che tu eri la chiave… che tu…» la mano scese sulla bocca «Mio dio… quando ti ho passato i ricordi, anche quelli nascosti da Jessica si sono sbloccati… il tassello mancante lo hai sempre avuto tu, per tutto questo tempo… ed io…»
«Jenna… eri una bambina»
provò a consolarla.
«No! Io… tutto questo tempo… io avrei potuto…»
Gala la afferrò per le spalle e la scosse.
«Ma puoi ora! Possiamo ora! Non sono solo gli spiriti ad essere rimasti intrappolati in un limbo… anche noi siamo rimaste bloccate, intrappolate in un passato che era troppo per te e troppo poco per me…» le sorrise «Che ne dici di vivere il futuro?»
«E credi sia possibile?»
chiese con un filo di voce la strega.
«Deve esserlo…»
Rispose, e si incamminò nuovamente verso il luogo in cui più di una vita venne spezzata.
 
Matt era sempre più debole ma provò a fare appello alle ultime forze rimaste per riuscire a raccontare tutto ciò che finalmente poteva ricordare. Prese fiato, aprì la bocca per parlare ma prima di riuscire ad emettere un solo suono, il telefono di Stefan si mise a squillare.
«È Meredith…» comunicò agli altri «Magari è con Rebekah…» commentò e si affrettò a rispondere «Hey, Mer… sono con Kla…»
Non finì di parlare, sul suo viso comparve un alone di terrore che mise tutti in allerta, e subito dopo la chiamata terminò, lasciandolo pallido e muto.
«Cosa?!? Che ha detto Meredith?»
chiese allarmata Elena.
«N-non… non era Meredith…»
rispose Stefan con la voce spezzata.
«Chi allora? Rebekah?»
intervenne Klaus.
Il vampiro scosse la testa.
«Andiamo, Stefan!» sbottò Damon «Non abbiamo tempo per gli indovinelli! Chi era a quel dannato telefono?»
«Diana…» rivelò «Lei… lei ha preso Meredith…»
«Diana?!?» si stupì il fratello «La stessa Diana di cui ci siamo liberati anni fa?»
Il vampiro annuì lentamente.
«Oh… questa volta non ci sarà ramanzina che tenga, le strapperò il cuore dal petto e mi assicurerò che soffra a lungo! Ma non la stavamo tenendo sotto controllo?!?»
«E cosa vuole da Meredith?»
aggiunse Elena.
«Lei… ahm… lei…»
«Stefan!»
sibilò Damon, cercando di farlo riprendere.
«Sì… scusa…» scosse la testa e batté convulsamente le palpebre « Lei… ha detto… lei ha detto di avere in ostaggio Meredith… Rebekah, Kol ed Elijah…»
«Cosa?!?»
esclamò Klaus.
«Lei… lei ha detto che li ucciderà… se non le portiamo Gala…»
proseguì il giovane Salvatore.
«Gala?!?» proruppe Damon, stringendo meccanicamente più forte le braccia intorno alla piccola «Cosa… cosa vuole quella maledetta strega da lei?»
«Penso di poter rispondere io a questa domanda…»
La voce femminile che rimbombò nel salotto ghiacciò il sangue nelle vene di Damon che si voltò a guardare nella direzione da cui era provenuta, sperando di essersi sbagliato.
«Salve gente…» una figura agile e snella avanzò a braccia conserte «Vi sono mancata?»
domandò sorridendo sardonica.
«Katherine…»
ringhiò il vampiro.
 
La piccola Gala se ne stava seduta al suo banco, separata dal resto dei compagni, a disegnare su un foglio con le matite colorate.
La Madre Superiora le si avvicinò con la sua espressione austera.
«Gala…» la chiamò «Perché stai qui da sola?»
La bimba sollevò la bionda testa riccioluta dal foglio, arrossendo.
«Sto disegnando Madre Joanna… e non sono sola…»
rispose.
La suora sollevò un sopracciglio, confusa.
«Ah no? E chi c’è con te
domandò.
Gli occhioni verdi di Gala si puntarono sul disegno e due nuove rose rosse le colorarono le guance paffute.
Sul foglio bianco, tracciate con linee disordinate, due figure si tenevano per mano: una più piccola, caratterizzata da voluminosi boccoli biondi, ed una più grande, con lunghi capelli  castani.
«Chi hai disegnato insieme a te
volle sapere la donna.
La bambina si strinse nelle spalle e mordicchiandosi il labbro inferiore rispose:
«Lei è Elena… la mia amica…»
La Madre Superiora sollevò gli occhi al cielo e sospirò.
«Gala, guardati intorno» sollevò un braccio indicando il resto della stanza «Guarda quanti bambini ci sono qui, guardali come giocano insieme… perché non fai amicizia con loro invece di inventarti amiche immaginarie
Gli occhioni di giada della piccola si riempirono di lacrime.
«Lei non è immaginaria… è una mia amica… mi viene a trovare sempre… lei mi vuole bene! E conosceva la mia mamma…»
«Se ti vuole così bene, perché l’hai disegnata con quell’espressione triste
La manina di Gala accarezzò il viso disegnato di Elena.
«Le manca la sua famiglia… per questo è triste…»
«E perché non va da loro
insisté la Suora.
«Per non lasciarmi sola… perché ha promesso alla mia mamma di  occuparsi di me… per sempre…»
Madre Joanna scosse la testa.
«Gala, se continui a raccontarti queste favolette, sarai per sempre sola…» si chinò sul banco e le portò via il disegno «Vai a giocare con i bambini veri» piegò il foglio e lo strappò «Basta con queste fantasie!»
Si voltò e si allontanò, lasciando la bambina a piangere sul suo disegno strappato.
   
 
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