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Autore: Orbion    27/05/2014    0 recensioni
Mi chiamo Adam, sono un bambino di sette anni, e quello che vado a raccontarvi, è la mia storia. Voi credete alle favole giusto? Bene, spalancate gli occhi, e gustatevi ogni riga del mio racconto, che parlerà di un mondo fantastico, accessibile solo ai bambini. Nehalennia è un regno magico creato dai sogni e dai desideri di ogni bambino della terra. Tutti questi sogni e questi desideri si uniscono, creando un mondo magico.
Genere: Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ciao, mi chiamo Adam, ed ho sette anni. Il mio papà mi racconta sempre di un mondo magico, chiamato Nehalennia. Mi disse di esserci stato da bambino, quando aveva la mia età, il mio sogno è di visitare questo mondo magico, proprio come fece lui in passato. Questo piccolo libro, scritto da me, narra la mia avventura, in quel posto magico e fantastico. Era una notte d'inverno, fuori c'era la neve, una neve bianca, che rifletteva la luce lunare di un cielo cosparso di stelle. Gli abeti, si alzavano imponenti attorno alla casa, e le luci natalizie abbellivano ancor di più il paesaggio. Mentre ero sul letto, a giocare con dei pupazzetti, mia madre mi chiamò per cena. - Adam, vieni a mangiare, è pronto! - Mi disse. Scesi dal letto, ed uscendo dalla cameretta, andai verso le scale, che portavano alla cucina. Il pavimento del piano di sopra, era fatto interamente di moquette, mentre quello del piano terra, era fatto di parquet, fatta eccezione per il bagno, fatto in mattonelle blu. La sala era stupenda, abbellita dalle decorazioni natalizie. Al centro, c'era un tavolo, di forma rettangolare, in legno, ed alle spalle del mio papa, a capotavola, c'era un caminetto acceso, con delle calzette appese. Le mura avevano colori caldi ed accoglienti, e notai dalla finestra alle spalle della mia mamma, che stava nevicando. Mangiammo, disturbati solo da mio fratellino, Luis, di soli sei mesi,  che si divertiva a tirare pezzi di cibo ovunque. La mamma lo sgirdò, dicendogli di finirla, ed il piccolo si mise a piangere. Dopo aver cenato, andai in cameretta, preso dall'eccitazione, essendo la vigilia di natale. Incominciai a salire le scale, correndo e rischiando addirittura di farmi male. Una volta giunto su, andai in cameretta, mi misi il pigiamino, e entrai sotto le calde coperte, soffici e rassicuranti. Guardai la televisione, stavano mandando in onda dei cartoni natalizi. Per l'ansia e l'agitazione, non riuscivo a dormire, non vedevo l'ora di mettere le manine su quei regali, che babbo natale stava preparando per me. Mi addormentai dopo un'oretta, ma venni svegliato da una luce d'orata ed accecante, che entrava dalla finestra. Improvvisamente, dalla luce dorata, la sagoma di un'uomo, corpulento e paffuto, apparve, entrando nella stanza. Avevo paura, mi misi sotto le coperte, mettendomi le mani davanti alla bocca, stavo per chiamare la mamma. Ma, improvvisamente, la sensazione di paura sparì. L'uomo, grande come tre uomini normali, mi tolse pian piano le coperte dal volto, e notai che era simile a Babbo Natale. Mi addormentai, improvvisamente, e poco dopo, mi svegliai. Stavo volando,  e non riuscivo a capire se stavo sognando o meno. Volavo, in un posto stranissimo, era completamente rosa, con nuvole bianche, ovunque. Sembrava lo stesso colore di quelle gomme da masticare alla fragola. Atterrai, su una superfice morbita e soffice, e notai una porta, fatta di nuvole. Ci passai attraverso, ed una volta entrato, mi trovai in un mondo, completamente blu, costituito da  palazzi enormi ed alti che si ereggevano imponenti nel cielo, mentre delle auto con forme bizzarrissime si levitavano nel cielo, trasportando altrettante bizzarre creature dall'aspetto animalesco. Una di queste creature, si avvicinò e mi disse. -Scommetto che sei nuovo, come ti chiami?- Feci un passo indietro, e risposi - Mi chiamo Adam, ed'ho sette anni! - - Ciao Adam, benvenuto in Nehalennia. - -Cel'ho fatta! - Pensai. La creatura, mi disse che solo i bambini con il cuore purissimo, potevano accedervi. Guardandomi in giro, il paesaggio sembrava quello di un sogno, il cielo di un blu cobalto, sembrava toccato da queste enormi torri, che si ereggevano come possenti alberi, dalla corteccia blu. Il terreno, era cosparso di un prato blu, un blu turchino, ed era sofficissimo. Lo toccai con i piedi, e mi diede una sensazione soffice e comfortevole. Un fiume passava poco distante dalla città, con dei pesci colorati come arcobaleni. Dei fiori d'oro e d'argento, arricchivano il paesaggio. Degli occhi volanti, delle labbra e dei nasi, con delle ali simli a quelle delle mosche, mi ronzavano attorno, e delle melodie strane, provenivano al di fuorì della città. Mi lasciai le creature alle spalle ed andai a vedere. Nel paesaggio di fronte a me, c'erano delle colline, blu come l'erba che arricchiva il terreno, e dietro a queste colline, una torre si alzava. Decisi di andare a vedere cosa fosse. Saltai, e mi sollevai dal suolo di qualche metro. Pesavo molto di meno, rispetto a casa mia! Mi misi a correre, e notai che potevo correre molto più velocemente. Sentivo l'erba soffice sotto i piedi, mentre un'aria freddolina mi attraverzava i capelli. Nel mentre correvo con le braccia distese una a destra ed una a sinistra, verso quella torre, notai delle nuvole rosa, che incominciavano a coprire il cielo, e delle specie di palline colorate, caddero dall'alto come fossero goccie d'acqua durante un temproale. Ce n'erano di vari colori, da quelle blu, a quelle rosse. Provai a prenderne in mano una, ma dai lati uscirono delle piccole zampe, come quelle dei granchi, e se ne andò. Il suolo si stava riemprendo di queste strane palline colorate, che si attivavano al tatto. Eebbi un idea, e mi distesi su queste palline, che mi trasportarono fino alla torre. Una volta arrivato alla torre, trovai delle possenti valchirie, a guardia di una grande porta. Mi chiesero cosa ci facevo qui, ed io gli risposi che ero giunto fin qua giu, per semplice curiosità. Mi accennarono un sorriso, e mi fecero entrare nella possente e grande torre. All'interno, aveva una scala a chicciola, aderita alle pareti della torre, e guardando in alto, mi vennero le vertigini. Incominciai a salire le scale, passo dopo passo. Erano scale di legno, comode al tatto, ma sembravano pericolanti. Guardai giù, e notai che ero gia ad una certa altezza. Una sveglia d'oro con le ali, simili a quelle degli angeli, mi apparve davanti, la salutai tendendo la mano, ma volò via, spaventandosi. Gli dissi di tornare, che non avevo alcuna intenzione di fargli del male, e tornò indietro. Gli chiesi aiuto, per salire la torre in fretta, e la sveglia mi diede un passaggio, facendomi salire sulla sua cima d'orata. Incominciò a salire la torre, finché non mi portò in cima. Scesi, e la ringraziai. Mi trovai davanti ad una porta, ornata di brillantini d'orati, con delle torcie di fuoco, ai lati. Era un fuoco d'orato, che sembrava non consumarsi mai. Entrai nella porta, e trovai una signora, dalla chioma d'orata e dai lunghi e folti capelli. Era vestita con una gonna a campana argentata, ed una luce bianca la circondava. I suoi occhi erano verdi come smeraldi, e aveva le orecchie appuntite come quelle degli elfi. Mi diede il benvenuto, ed io subito mi inchinai al suo cospetto. Aveva le sembianze di un'angelo. - Ciao, io sono la regina, del regno di Nehalennia, benvenuto - Mi presentai, e cominciammo a parlare. Rimasi a bocca aperta, davanti a tale stupore. La luce argentata che le brillava attorno, quasi mi accecava. Due possenti uomini, con occhi totalmente neri, ed una proboscite al posto del naso, erano a guardia della regina. Erano vestiti totalmente di bianco, e seppur non come la regina, emanavano una luce bianca anche loro. La stanza era completamente bianca, ed il trono della regina, era ornato con qualcosa simile all'oro. Mi strizzai gli occhi, pensai di stare sognando, e molto probabilmente era così. Pensai - Ora mi sveglio, e devo prepararmi per andare a scuola - ma non fù così. La regina si alzò in piedi e mi disse - Saresti disposo, a servire la regina del regno di Nehalennia? - La sua voce angelica, era come una melodia, per le mie orecchia. - S-Si mia maestà - dissi balbettando. - Sei un bambino davvero carino, cosa ti ha condotto, nel mio regno? - Mi chiese la regina - Sono giunto fin qui, per puro caso, stavo facendo un giro - Risposi, con voce tremolante. - Qual'è il tuo desiderio più grande? - Mi chiese la regina - Vorrei, vorrei poter toccare le stelle! Ho sempre desiderato di poter toccarne una con la mano! - Risposi eccitato. - La regina, subito dopo, mi bagno con una specie d'acqua dorata. Mi sollevai, ed incominciai a volare. Mi disse - Vai, vola e prendi tutte le stelle che vuoi, una volta tornato, ho da farti una proposta. - Incominciai a volare, e andai in alto, sempre più su, fino a sfiorare le nuvole, fatte di zucchero filato. Arrivai fino al cielo, dove trovai una porta, la aprì, e trovai un mare di stellei. Ce n'erano, di ogni colore, ed al tatto diventavano sempre più luminose. Non riuscivo a credere a quel che vedevo, pensai di stare sognando, ma era tutto così reale. Incominciai a volare, sempre più in fondo, fino a trovare un mare di diamanti, ed un lago color arcobaleno, che si estendeva sotto a questo mare di stelle e pietre preziose. Volai sul pelo dell'acqua, dividendola con la punta del piede. La sensazione dell'acqua sui piedi era fantastica, mentre il paesaggio abbellito dalle stelle, dai diamanti, e dai mille colori, ancor di più. Decisi di tornare dalla regina, che mi stava attendendo. Una volta tornato dalla regina, gli chiesi cosa aveva da proprormi. - Vuoi diventare il mio più fedele servitore, divenendo così parte del regno di Nehalennia, o preferisci tornare a casa, e stare con la tua famiglia, per sempre? - Ci pensai su, e dopo un pò risposi - Quel che avevo da vedere l'ho visto, mi sono divertito tantissimo, ma non posso lasciare mamma, papà ed il mio fratellino da soli. Anche mio padre è stato qui tempo fa, si chiama Robert - Gli risposi, e la regina mi disse - Si mi ricordo di lui, gli proposi la stessa cosa, ma fece la tua stessa scelta. Sei un tipo in gamba, prima di andartene, voglio che tu esprima un desiderio, che si avveri nella dimenzione terrestre. - Mi rispose. - Vorrei la salute per la mia famiglia, vorrei poter vivere in serena tranquillità con loro. - Dissi alla regina - Il tuo desiderio sarà esaudito, ora vai, e tramanda la leggenda di Nehalennia, ai tuoi futuri figli. - La regina incominciò a brillare intensamente, fino ad accecarmi. Vidi una sagoma, era la stessa sagoma dell'uomo che mi portò fin qui, e dopodiché, mi ritrovai sul letto, sotto le coperte, mentre fuori nevicava. Feci un sorriso, e mi misi a dormire. FINE.
  
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