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Autore: blackswam    27/05/2014    8 recensioni
Un bambino. Una madre single. Un padre di cui non si sa l'identità.
Una storia piena di vicende, avventure, amore e passione senza fine.
LeonxVioletta - MarcoxFrancesca - BrodwayxCamilla- LeonxCamilla- DiegoxLudmilla.
Genere: Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Leon, Un po' tutti, Violetta
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Triangolo
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Chiamami Giulietta. Chiamami Romeo.


- Camilla come mai tu qui?
La rossa, ignara dei pensieri dispregiativi della mora, si rivolge ad essa con garbo e un sorriso cristallino.
- E' stato Leon ad invitarmi. In pratica ha sentito dire che si potevano invitare i propri compagni.
Francesca annuisce accompagnato con un sonoro sorriso. Nel suo viso si poteva trapelare finzione, ma Camilla era troppo ingenua per accorgersi di un dettaglio così rilevante.
- Con permesso, ma dovrei cercare il mio cavaliere.
Francesca aveva letto in quelle sue parole preoccupazione, amarezza, paura. Allunga la mano e ferma il tentativo della ragazza di fuggire dalla situazione.
- Devi dirmi qualcosa?
Francesca annuisce con il capo e con la mano la porta a sedere su una poltrona. Non conosceva così bene Camilla, ma un tempo insieme a Violetta erano state amiche; però il tempo, la lontananza le hanno separate rimanendo solo semplici conoscenti. Anche se, sebbene non la conoscesse come la conosce Violetta riusciva ancora a capire quando c'era qualcosa che non andava. Camilla era come un libro aperto, pronto per essere sfogliato e letto. Non è mai stata una grande attrice, ogni talvolta che voleva nascondere oppure soltanto fare uno scherzo tutto andava a monte. Non era in grado di fingere, perchè lei non sopportava la finzione anche se essa fa parte dell'animo umano. Però la sua anima non riesce ad accettarla, l'allontana e la elimina completamente.
- Non siamo più grande amiche come un tempo però riesco ancora a capire quando c'è un problema.
Il sorriso che prima coronava il volto del rossa era scomparso del tutto. Le mani erano strette a forma di pugno su entrambe le gambe, gli occhi si stringono forti, le sopracciglia si stringono a loro volta cercando in qualche modo di fermare qualsiasi lacrima.
- Forse non è il momento adatto, neppure il luogo però so che posso fidarmi di te.
Le due ragazze si guardano nei occhi cercando di trapelare l'una nella pupille dell'altra per cerca qualche risposta o informazione.
- Come ben saprai il padre dei mio bambino è un certo Brodway. Ebbene lui si è fatto vivo.
Francesca per poco non cadeva dalla sedia e soltanto la mano di Camilla era riuscita a fermare il forte urlo che stava per uscire.
- Come sarebbe a dire che si è fatto vivo?
- Quello che ho detto: si è fatto vivo. E non solo vuole riconoscere il bambino come suo figlio, vuole ritornare a vivere con me e ricominciare a lottare per la nostra felicità.
- E tu? Che cosa hai deciso di fare?
Camilla aveva iniziato a mordersi il labbro inferiore, e le gambe si muovevano a ritmo della musica sempre più velocemente.
- E questo il punto. Non voglio mentirti. Brodway è ancora molto importante per me, ma dall'altra parte c'è Leon. Non voglio perderlo Francesca. Lui in questi giorni mi è stato vicino, è il mio promesso sposo, facciamo parte della stessa classe sociale. E se il destino ha deciso che dovremmo stare insieme? Nulla succede per caso Francesca mia, forse il destino ha deciso di darmi un' altra possibilità con lui e che il ritorno di Brodway serva solo per rendermi conto di ciò.
Francesca aveva ascoltato il suo lungo discorso interessata alla vicenda. Nella sua diabolica mente aveva già iniziato a progettare un nuovo piano, una nuova coppia da mettere insieme. Non poteva perdersi un occasione d'oro. Velocemente stringe le mani della rossa - che era rimasta scioccata dallo scatto fulmineo della mora- e le sorride dolcemente.
- Non bisogna mai rinunciare ad un amore, soprattutto quanto è vero. Tu Leon non lo ami davvero, provi semplicemente gratitudine nei suoi confronti, affetto, amicizia; ma non è amore di questo puoi starne certa. Forse è semplice attrazione, ma essa affievolisce con il tempo mentre l'amore è per sempre.
Camilla chiude gli occhi sospirando e contemporaneamente si alza dalla posizione seduta.
- Mi ha fatto piacere parlare con te, ma ho deciso di scoprire i miei sentimenti da sola. Voglio scoprire che tipo di sentimenti provo per Leon, di quando lui mi accarezza, mi abbraccia oppure mi tocca la mano. Voglio scoprire se posso riuscire a dormire nel suo stesso letto, voglio scoprire se posso essere sua. Con permesso, vorrei andare dal mio fidanzato.
- Ehm.. si ciao.
Francesca era rimasta ad ascoltare la ragazza, ma si era dimenticata di un piccolissimo dettaglio.
- Aspetta, ma che sto facendo. Camilla! Camilla!


****



- Avete visto che non siete affatto male?
- Questo perché voi siete un ottimo ballerino.
- Che ne dici di darci del tu. Il lei mi sembra troppo vecchio stile e nella mia famiglia di vecchio non ci sono solo i mobili.
La ragazza che avevo le braccia sul suo collo - mentre lui sui suoi fianchi- sorride divertita. Però si rendeva conto che più il tempo passava più aumentava la convinzione di conoscere quella persona.
- Non so perché, ma ho la sensazione di conoscerti da una vita. Lo so è strano ma...
- No, non è strano. Anche per me è come te. Non so come spiegartelo, ma come se il mio cuore mi stesse parlando.
- Ahia siamo pure romantici. Non è che questo ragazzone stasera vuole fare colpo.
Il ragazzo in questione sorride.
- No, niente secondi fini. Anche se non crede che alla ragazza possa dispiacere poi così tanto, vero?
- Vero. Voglio che tu mi corteggi. Mi piace, lo ammetto.
- Però non posso corteggiarti in mezzo a tutta questa folla, pertanto seguimi.
Il ragazzo stringe la mano della ragazza e la porta in giardino. L'aria era fredda e solitaria. Insomma un posto perfetto per parlare.
- Stupido, ma che fai?
- Ti sto rapendo. E' un male?
- Lo sai che potresti finire in prigione? Potrei anche denunciarti.
- Non lo faresti mai.
- Ah si è perché?
- Perchè ti piaccio troppo.
Violetta sorride divertita dalle parole del ragazzo. Era davvero un presuntuoso, un vero bastardo, ma questo suo carattere la eccitava.
- Voglio vederti. Voglio toccare con queste mani il tuo viso. Voglio baciare le tue morbide guance.
- Però facendolo in questo modo perderesti l'eccitazione, il senso dell'ignoto, la curiosità e tutto diverrebbe così banale e poco divertente.
- Lo so, me ne rendo conto. Però mi piace stare con te. Emani aria di protezione e sicurezza. In qualche modo mi sento sicura con te.
- Posso comprendere cosa tu stai provando, perché provo lo stesso anch'io.
- Non sono una ragazza facile, non credo nelle favole o al principe azzurro ingroppa a un cavallo bianco.
- Questa sera, però, sarò io il tuo principe azzurro.
I due giovani si guardano negli occhi mentre il lori visi si facevano sempre più vicini. Le due bocche finalmente si rincontrano, le labbra sono in simbiosi e una scarica di adrenalina scuote entrambi.
Il bacio - inizialmente semplice e diretto- si fa sempre più passionale. Soltanto l'ossigeno poteva interrompere il momento magico.
Violetta allunga le mani sulla maschera del ragazzo.
- Voglio vederti o una voglia irrefrenabile di vedere il tuo viso.
Stava anche per riuscirci quando il suono del telefono non la desta dal suo intento. Era una chiamata dalla babysitter e quindi era l'ora di tornare a casa.
- Adesso devo scappare. Spero un giorno di rivederti.
- Ci rivedremo.
Si danno appuntamento in un piccolo bar che conosco entrambi e mentre Violetta fa per andarsene la voce del ragazzo la ferma.
- Come devo chiamarti?
- Giulietta. Chiamami Giulietta. E tu?
- Romeo. Solo Romeo.


****



Camilla era ormai esausta. Le gambe le dolevano e la testa era stonata dalla troppa musica.
Era passata circa un ora non è riuscita ancora a trovare Leon. Si era scontrata con parecchi ragazzi, che con casualità portavano lo stesso costume pertanto questo ostacolava la sua ricerca.
Questi non erano altro che Diego e Marco. Sotto le direttive di Francesca avevano fatto in modo di destare il percorso della ragazza e quindi in qualche modo di avvicinarsi a Leon.
Stava per arrendersi e tornare a casa quando vede la figura del moro dirigersi verso di lei.
- Leon! Finalmente sono riuscita a trovarti.
- Camilla? Ma cosa ci fai qui?
La rossa mette un piccolo e adorabile broncio.
- Ma come sei stato tu ad invitarmi. Non te lo ricordi più?
- Ah si scusami e che sono ancora stonato per la troppa musica.
- Hai fatto baldoria vero? Hai ballato con qualche ragazza?
- Ehm... no. E' stata una serata noiosa però adesso andiamo che ti accompagno a casa.
La rossa si appoggia al braccio del ragazzo sorridendo contenta. Era felice di sapere che non era stato con nessuna, si sentiva sollevata, senza sapere che dietro ogni sorriso si nasconde il tradimento.





Nota autrice: E allora spero che in questo nuovo capitolo vi abbia appassionati. La situazione si sta evolvendo e Francesca è sempre la solita impicciona. Adesso vuole torturare anche la povera Camilla. Almeno lei risparmiala. Però Camilla non è ancora disposta a rinunciare a Leon. Come andrà a finire?
  
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