Crossover
Segui la storia  |       
Autore: Claudia Ponto    27/05/2014    1 recensioni
Un lungo viaggio, una fantastica avventura che rispecchia ciò di più bello e personale che si possa avere, la fantasia.
Attraverso mondi inesplorati, grandi città, strani personaggi, Claudia, una ragazzina di 12 anni ritroverà di fronte ad un misterioso segreto e a tante magie che troveranno una risposta solo proseguendo il lungo cammino irto di ostacoli che solo lei, con l’aiuto di una simpatica gang, potrà annientare.
Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Anime/Manga, Videogiochi
Note: Cross-over, Otherverse | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
<< Siamo salvi? >> chiese Yui incerta.
<< Pare di si… >> le rispose Sakura.
Non avevamo ancora capito in che modo ci fossimo salvati, tant’è vero che restammo sdraiati a terra a pancia in su a fissare il vuoto storditi, il nonno di Yugi sporto dal bordo del bancone che ci fissava scioccato, reazione normale dopo averci visto comparire dal nulla nel bel mezzo del negozio.
 
Un po’ di cibo, un sonnellino e un cambio d’abiti ci ricaricarono le batterie.
Sicuri di poterci rimettere al lavoro, cominciammo a fare il punto della situazione: la mossa nemica era stata inaspettata, aveva di nuovo il vantaggio dalla sua e l’idea di smascherarlo era andata a farsi friggere, peggio ancora, con Seto posseduto non potevamo certo ingaggiare uno scontro diretto.
A quel punto non avevamo idea di che strada prendere, l’unico lato positivo era quello di aver liberato gli ostaggi  ingiustamente accusati di crimini che non avevano commesso, piccola vittoria che purtroppo non scacciava l’amarezza.
Tra una discussione e l’altra, ad un certo punto mi resi conto che Sakura mostrava una chiara agitazione, standosene in disparte con lo sguardo perso nel vuoto e gli occhi che brillavano, le mani strette intorno al suo bastone ridotto alle dimensioni di un ciondolo. Le chiesi cosa la turbasse, dapprima si intestardì tentando di convincermi che non aveva nulla di strano, insistendo sempre più riuscì finalmente a farle sputare la verità.
<< Ho paura che possa succedere quella cosa. >>
<< Quale cosa? >>
<< Quella che ha quasi distrutto la mia casa. >>
In quell’attimo non capì a cosa si riferisse Sakura, quando poi ci arrivai mi venne la paura a mia volta, i capelli mi si rizzarono sulla testa e mi venne persino la pelle d’oca.
<< Io… io non credo che qui c’è un Varco Dimensionale…. >>
<< E se così non fosse? E se dovesse comparire quel Ponte? >>
Libera di potersi sfogare, Sakura espresse la sua preoccupazione di poter assistere di nuovo al disastro dell’attivazione del Ponte per collegare i Mondi Paralleli. Sebbene fossi convinta che le cose non potevano andare peggio di così, non si scartò quella tragica ipotesi, ben impressa nella memoria l’esperienza distruttrice che si stava per lasciar dietro.
<< Non avevo pensato ad una simile eventualità. >>
<< Ma Sly, non è possibile… voglio dire… che razza di coincidenza trovare un altro Varco. >>
<< Nemmeno io credo alle coincidenze Claudia, però… ammetto che a questo punto un pensierino lo farei. >>
<< E come si fa a trovare questo cosiddetto portale? >>
<< L’unico modo è usare la pietra dorata di Claudia. è “attratta” da questo portale come una calamità. >>
<< Ma io non ho idea di come si utilizzi la pietra in questa situazione, ha fatto tutto da sola. E poi, da dove iniziamo? >>
<< Visto che si tratta solo di una ipotesi la nostra, faremo un rapido giro nei punti che sembrano più interessanti. >>
<< Sarà una lunga ricerca allora. >>
<< Ehi, un dubbio simile va chiarito. >>
 
Sarebbe stato più semplice se avessi avuto un totale controllo della pietra.
Mi sarei risparmiata ore di volo lento e costante, nonché di paranoia di poter precipitare.
Mi seccava soprattutto cercare una cosa che non si sapeva se c’era davvero, avrei preferito di gran lunga mettermi a dormire.
<< Attenzione! Vuoto d’aria! >> avvisò Sakura.
Gridai a denti stretti all’ennesimo balzo che mi portò il cuore il gola e lo stomaco al posto dei polmoni.
Voglio tornare a casa!
Avrei dovuto lavorare sulla pietra per cercare di farla funzionare, ma come potevo in quelle condizioni? Ero troppo spaventata, cercavo di distrarmi pensando a cose allegre che si facevano con i piedi per terra.
<< Ancora niente? >> chiese la voce di Sly, distorta attraverso il walkie-talkie.
<< Nulla. è tutto calmo. >> gli rispose Sakura.
<< Sly! Voglio scendere! Mi sto sentendo male! >> dissi a mia volta, in lacrime.
All’OK del procione mentalmente ringraziai Dio, la manovra di atterraggio fu rapida, permettendo così un veloce ritorno al sicuro suolo che quasi baciai nel ricongiungimento. I personaggi erano delusi dal fallito progetto, quasi quasi mi veniva voglia di canzonargli visto che, prima di iniziare quella ricerca, glielo avevo detto (o meglio, contestato) che non sarebbe servito.
All’improvviso, proprio quando si stavano convincendo ad andarsene, la gemma cominciò a brillare.
Rapida si stava scaldando con l’aumentare del bagliore, non lo si prese come un buon segno visto che confermava i sospetti avuti, quindi ricominciammo a girovagare per trovare l’origine del segnale. Cerca e ricerca, ci bloccammo ad un certo punto a causa di un vicolo cieco che restringeva la strada, assottigliata dalla vicinanza quasi attaccaticcia di due palazzi: ci dividemmo per un completo controllo, Sakura e Yui sarebbero passate di sopra e avrebbero perlustrato i dintorni, la sottoscritta con i ragazzi, invece, saremmo passati attraverso la sottile fessura per assicurarci che non si trovasse proprio lì in mezzo, e anche perché eravamo gli unici abbastanza magri.
Roba claustrofobica, fortuna che io ci scivolavo facilmente piccola com’ero.
Sbucammo dall’altro lato senza che nulla si fosse scatenato, il cristallo continuava a brillare ma di varchi nemmeno l’ombra, l’unica cosa ottenuta era polvere di calcinacci sui vestiti e qualche graffio sulle mani.
<< Forse il varco si trova dentro uno dei palazzi e non fuori come pensiamo. >> disse Sly pensieroso.
<< Dentro? O cavolo, speriamo di no! >> replicai io.
<< Ciò significa che dovremmo entrare negli edifici? >> disse Yugi, poco convinto.
<< Se sarà necessario dovremmo entrare anche negli appartamenti di chi ci vive dentro. >>
<< Per te è facile che sei un ladro. >>
<< Ragazzino, vedi se riesci a procurarci qualche arnese da scasso, io invece vado ad avvertire la cartomante e l’isterica hacker, magari ci danno qualche suggerimento utile. >>
<< E io? >>
<< Tu resta qui piccoletta. >>
Imbronciata per quell’incarico “importante” mi sedetti sul marciapiede, aspettando il ritorno dei personaggi, fissando nel frattempo il cristallo che continuava a brillare indefesso, quasi ipnotizzata.
 
Non trascorse nemmeno un minuto che una nuova sorpresa fece capolino.
 
Ad un certo punto la luce fuoriuscì dalla superficie cristallina, trasformandosi prima in una palla e poi in un esserino peloso marrone scuro con gialli occhi grandi e zampette mostruose verdi munite di tre artigli ciascuno.
Fece un versetto da micino e si stropicciò gli occhi, interdetta lo fissai senza capire da dove diavolo fosse saltato fuori.
Subito dopo mi prese a testate, costringendomi in quel modo ad uscire dal vicolo; “miagolando” arrabbiato quando tentavo di fermarmi o di prendere una direzione opposta a quella che voleva lui, provai a chiamare qualcuno ma nessuno accorse al richiamo. Poco dopo imboccai una stradina che portava in una piccola piazza ovale, nascosta tra i grattacieli che la circondavano come una gabbia immensa, senza panchine o siepi ad abbellirlo.
A terra, però, c’erano sparse tantissime carte del Duel Monsters.
La creatura pelosa  se ne andò a volare sopra di loro canticchiando, luci e rumori scaturirono dai rettangoli di carta che si innalzarono in volo roteando su sé stesse cominciando a prendere vita; che somigliassero a demoni o cavalieri aveva poca importanza, mi nascosi ai margini della strada dalla quale ero venuta e osservai lo spettacolo in corso. Disorientata da tutti quei mostri, non mi resi conto dell’ombra che oscurò una sezione di piazza con una siluette familiare: il Drago Bianco Occhi Blu si stava affacciando dalla cima di un palazzo che osservava più incuriosito di me il singolare evento.
Nessuno degli altri mostri si accorse della sua presenza, si “annunciò” per tale ragione con un ruggito.
Sentendo quel verso si spaventarono le creature, vedendo il dragone tanta paura trapelò dai loro occhi e alcuni scapparono. In seguito fu un susseguirsi caotico, in quell’attimo molti mostri vennero afferrati da centinaia di mani rugose e bitorzolute, provviste di unghie lunghissime e gialle, alcune, dopo aver immobilizzato una preda, si sciolsero, impregnando di materia oscura i loro corpi che l’assorbirono completamente. I loro occhi cominciarono a brillare di rosso, assetati di sangue, le loro movenze più aggressive, di tutto punto ingaggiarono battaglia tra di loro con violenza inaudita.
 
Si dispersero ai quattro venti, inseguendosi a vicenda.
Calò una calma assai spiacevole, il respiro della bestia chiaro e forte.
Come un geco si discese la costruzione fino a terra, il collo lungo che scivolava in avanti sfiorando la pavimentazione di mattonelle grigie. Annusò l’aria, si muoveva avanti e indietro cercando di percepire chissà quale odore, mi pietrificai all’idea che stesse sentendo il mio, volevo scappare, ma le gambe non avevano intenzione di muoversi.
Mi nascosi il volto tra le mani piagnucolando spaurita, sperando che in quel modo quel mostro non potesse vedermi e tentasse di mangiarmi, la gola mi faceva male nello sforzo di trattenere i singhiozzi… Ad un tratto, delle mani afferrarono le mie, Yugi era di fronte a me facendomi segno di non parlare. Mi aiutò ad alzarmi, insieme strisciammo verso l’uscita appiattiti sulla parete, usando il labiale per dirmi di stare tranquilla, fino a quando non fummo abbastanza lontani.
Una volta al sicuro lo abbracciai forte, si imbarazzò per quel gesto il personaggio ma avevo bisogno di sicurezza, di sentirmi protetta.
<< Perché ti sei allontanata? >> mi chiese ad un certo punto.
<< Non è stata colpa mia! Una palla di pelo con gli occhi mi ha spinto via! >>
<< Una “che cosa”? >>
<< Non ti sto prendendo in giro! Era un cosino marrone con le zampe verdi e gli occhi grandi! Ho chiesto aiuto ma nessuno è venuto! >>
<< Ok! Ok! Calmati! Adesso ci sono io con te. Vieni, torniamo dagli altri, saranno in pensiero per te. >>
<< Ok… >>
 
Ma era tutt’altra direzione quella che prendemmo, intenzioni comprese….
 
Aveva detto Yugi che saremmo tornati indietro, però mi resi conto che stavamo impiegando troppo tempo, quando quel “coso” mi aveva portato via non avevamo percorso tanta strada e me lo ricordavo benissimo, ciò nonostante non dissi nulla, affidandomi completamente al personaggio. Nel frattempo, osservandolo, mi pareva “diverso”: nel suo aspetto c’era una lieve differenza che non riuscivo a focalizzare. Mi rivolse parecchie domande, interessate soprattutto a come funzionasse il potere del bracciale, nel frattempo si guardava in giro con timore, una mano poggiata sulla piramide d’oro al collo.
<< Mi avevi detto che quel mercenario ti vuole rapire per conto di qualcuno. Ti ha detto il nome? >> mi chiese Yugi ad un certo punto.
<< No, e tecnicamente vuole la pietra che mi porto dietro, non me sul serio. >> gli risposi.
<< Questa cosa ti fa paura? >>
<< Accidenti, certo che si. >>
Prima che continuasse ad interrogarmi, fui io stavolta a porgli una domanda.
<< Yugi, ma tu sai chi è che ha posseduto Seto? >>
Yugi si irrigidì, lo sentì chiaramente a fior di pelle, segno che avevo azzeccato un punto importante. Aspettai impaziente una risposta, il ragazzo però taceva, e non ne capivo il perché.
Stavo per insistere quando il personaggio volse lo sguardo verso il vuoto, occhi sgranati per qualcosa che apparentemente sembrava non esserci.
Mi afferrò per un braccio e cominciammo a correre, con disperazione provò ad entrare all’interno di un qualunque edificio, ma le porte erano sigillate con grossi lucchetti e catenacci, le finestre serrate da grate di ferro, poco per volta i lampioni spenti si accesero senza motivo essendo ancora pieno giorno.
<< Ti senti bene? >> gli chiesi.
Non rispose, continuando a trascinarmi fino ad un dedalo di fabbriche, andando a destra e a manca senza una meta. Nel percorrere una delle numerose stradine, scorsi da lontano un particolare edificio che attirò la mia attenzione: non appena mi misi a guardarlo, il cristallo brillò con quel particolare intenso calore che avvertiva qualcosa di importante.
<< Maledizione! Non adesso! Così rischiamo di farci scoprire! >> urlò Yugi, il tono di voce diverso dal solito.
Stavo per spiegare a Yugi le caratteristiche di questo fenomeno quando lui ci mise le mani sopra tentando di coprire la luce, senza preoccuparsi se mi stavo facendo male o meno. Strinsi i denti per ignorare il dolore quanto più potevo ma alla fine, tra il bruciore e l’umore nero di Yugi che non mi tranquillizzava, cacciai quest’ultimo con un calcio e me ne scappai.
Mi nascosi dietro una pila di scatoloni, Yugi mi chiamava per tornare indietro, per un po’ calò non si sentì più nulla tranne per qualche indistinto abbaiare di cani; eco di passi si fecero improvvisamente vicini costringendomi a rannicchiare ulteriormente nel nascondiglio, le ossa indolenzite per la scomoda posizione in cui mi ero sistemata
<< Mi dispiace, non era mia intenzione spaventarti. >> disse Yugi ad un tratto.
<< Mi rendo conto che non hai fatto apposta quella cosa con la luce, è solo che ha brillato nel momento meno adatto. >>
Prendendo un poco di coraggio mi affacciai dal mio nascondiglio e lo squadrai in malo modo, per fargli capire che ero offesa.
Il personaggio sospirò, passandosi le mani tra i capelli che si rizzavano subito.
<< Credimi, non l’ho fatto apposta. >>
<< A me sembra di sì! >>
Provò a dire qualcosa ma tacque, era consapevole che non c’era scusa che reggeva.
<< Cos’è che ti spaventa tanto? >>
<< Io non sono spaventato. >>
<< Bugiardo. Si vede benissimo. >>
Aspettai con impazienza una risposta, poi Yugi si avvicinò assumendo un’espressione autorevole che mi intimoriva non poco, subito dopo poggiò un dito sulla fronte, muovendolo in maniera particolare per “disegnare” sulla pelle un motivo che non riuscì a decifrare.
Da quel momento vidi tutto quanto in maniera diversa.
 
Un terribile mal di testa mi compresse il cervello, immagini confuse vennero proiettate nella mia mente sotto forma di flash, voci mischiate dalle tonalità disparate e centinaia di occhi dorati sbarrati collegati ad un’unica persona.
A fine “lavaggio del cervello” mi calmai, una luce mistica circondava Yugi facendolo vedere sotto una luce diversa, letteralmente….
<< Chi sei tu? >> chiesi confusa.
<< Io non sono Yugi. >> mise ben in chiaro il ragazzo.
Non so come spiegarlo senza apparire confusionaria, ma la figura di Yugi era stata sostituita da un suo alterego dai tratti più adulti, gli occhi da bambino erano più affusolati come il volto non più tondeggiante, la statura incrementata, i capelli più folti. Io lo conoscevo (per modo di dire); l’avevo già visto comparire più di una volta nel cartone animato, però non avevo ancora capito chi egli fosse esattamente in quanto non avevo seguito fin dall’inizio la serie animata, le prime volte avevo pensato che si trattasse di una “trasformazione”, poi che si trattasse di una sorta di entità malvagia… e in quel momento non ne avevo più idea.
<< Io ti conosco, ti ho già visto parlare con Yugi… quando credevo che eravate solo cartoni animati intendo…. >>
<< Quelli come te possono vedermi? Questo è molto interessante, e al tempo stesso invadente. >>
Mi amareggiava il fatto di non essere stata più attenta nel seguire la serie di Yugioh, probabilmente è questo il motivo per cui ora mi tolgo il gusto della sorpresa leggendomi gli spoiler di quasi qualunque cosa mi guardi, dai film alle serie tv. Quel “Yugi alternativo”, o come caspita si chiamava, non mi infondeva la stessa fiducia di quello originale, non grazie allo sguardo semi-minaccioso con cui mi fissava.
<< Tu non sei cattivo… vero? >>
<< Sono solo un fantasma. Non ho alcun nome o passato, sono solo consapevole di essere stato prigioniero di questa reliquia, il Puzzle del Millennio, per secoli in attesa del giorno della mia liberazione, e di scoprire chi sono. >> disse indicando il Puzzle del Millennio, la piramide d’oro.
Cercai di pensare a quale domanda fargli, sperando di non apparire scortese o invadente, nonostante l’immensa curiosità di scoprire più informazioni possibili.
Era interessate quello che diceva, ma non rassicurante, pareva il protagonista di qualche film di avventura giunto al momento clou della storia prima che questa si concludesse in modo assai violento. Motivo per cui continuai a restargli a distanza, anche perché non aveva risposto precisamente alla mia domanda…
<< Non volevo rivelare a te o ai tuoi amici la mia identità, temevo che avreste agito in modo sbagliato nei miei confronti. >>
La voce si era fatta gelida, i suoi occhi ora mi fissavano in modo diverso, con più cattiveria.
Indicò il bracciale, assumendo una specie di posa statuaria per enfatizzare quanto stava per dire:
<< Tu non te ne renderai conto, ma a causa di quell’oggetto io e Yugi abbiamo passato molti guai, più di quelli che siamo stati costretti ad affrontare prima del tuo arrivo. >>
<< Che… che intendi dire? >>
<< è un’arma pericolosa, il potere che nasconde causa più male di quanto tu lo usi per fare del bene. è uno strumento che causa solo danni e dolore. >>
<< Questo non è vero! Ho fatto tante cose buone! >>
<< Sei solo una bambina, a differenza di te ho subito notato la minaccia che rappresenta. Fino sono rimasto ad osservare ma ora devo agire. >>
La piramide d’oro stava nuovamente brillando, una scura energia fuoriuscì dall’occhio impresso sul lato frontale diffondendosi lentamente a macchia d’olio, ora si che le sue intenzioni erano spaventosamente chiare, non c’era più bisogno di spiegarlo a parole.  
<< So che non sei una persona cattiva, per questo ho provato a toglierti quella pietra, senza successo purtroppo. Se ci fossi riuscito, ora non sarei costretto a farvi sparire entrambi. >>
Il ricordo dell’ombra che mi chiedeva scusa fece capolino con un rapido flash-back, tutto ebbe una spiegazione finalmente.
<< Tu?! Ma allora eri tu quella “cosa” che mi ha aggredito pochi giorni fa! >>
<< Esatto. >>
Si avvicinò l’altro Yugi mentre il suo potere cresceva, cercai di allontanarmi ma si alzò un muro che bloccò ogni possibile via di fuga, la presenza anormale del personaggio ormai vicino si riusciva ad avvertire chiaramente come il soffio del vento. Non riuscivo a credere che un personaggio simile potesse fare una cosa del genere, tutto ciò sconvolgeva quello che sapevo sui “buoni” dei cartoni animati.
<< Per favore! Non farmi del male! >>
<< Mi dispiace, se ti lascio andare quella pietra distruggerà questo mondo. >>
<< Non è vero! Non è vero! >>
<< Lo credi, ma non è così. >>
Il panico prese il sopravvento, non vedendo modo di fuggire provai ad andarmene con la forza, tentando di colpire l’individuo spettrale. Non fece una piega, si limitò a spostarsi a destra o sinistra come se dovesse schivare una patetica mosca, continuando a ripetere che quanto faceva era necessario. Quando si stancò di perdere tempo mi afferrò entrambe le braccia, stringendole così forte da immobilizzarmi, pareva a quel punto che avesse vinto lui la partita.
Invece le cose andarono diversamente.
 
Quando ci ritrovammo a contatto, i nostri oggetti magici brillarono contemporaneamente, la luce emessa però non copiò quella del materiale di cui erano composti, era blu scuro con leggeri accenni di bianco, all’interno dei raggi riflettevano macchie nere che proiettavano ombre dalle forme strane. Riuscimmo a dividerci solo quando si generò una forza respingente, simile a quella che si sente quando si prova ad avvicinare due calamite, io mi presi un bello spavento mentre lo spettro si becco una brutta ustione alle mani che bruciavano per colpa di fiammelle azzurre.
<< Questo… questo non è possibile. Non doveva accadere… >> farfugliò il personaggio.
Ad un tratto il Puzzle del Millennio s’illuminò intensamente, proiettando a terra, attraverso i pezzi che lo componevano, geroglifici dal significato sconosciuto. Nel frattempo che lui leggeva, io ne approfittai per darmela a gambe, verso dove non aveva importanza, doveva essere il più lontano possibile.
Non ero un razzo, mi raggiunse quasi subito.
Mi afferrò per le bretelle della salopette, in quel modo non corse il rischio di finire di nuovo bruciato.
Io tiravo, tentando di scappare, trascinandomelo dietro nonostante puntasse i piedi a terra per frenarmi, stava per dirmi qualcosa quando un chiassoso ronzio non attirò la nostra attenzione, precedendo la comparsa di minuscoli insetti simili ad api, uniti in un vasto sciame. Non erano insetti normali, le vere api non sono grosse come cani, volarono in tondo facendo lavorare le ali dai particolari riflessi verdi, gli occhi frastagliati dello stesso colore, alcune provarono a posarsi su di noi, le loro zampe pungevano a contatto con la pelle mentre sui vestiti parevano incollarsi, le altre finirono ad un certo punto per raccogliersi in una massa compressa che assunse una forma umana.
<< Quale gioia rivedervi, amici miei.>>
Le api esplosero, liberando la forma forgiata: Seto fece un’entrata in scena davvero particolare.
Sia lui che Yugi si fissarono in cagnesco, il fuoco ardeva nei loro occhi e dava l’impressione di incendiare l’aria.
<< Ti ringrazio ragazzina per avermi segnalato la vostra presenza, se non fosse stato per il tuo prezioso bracciale non vi avrei mai trovato. Oh, ma che sgarbato, il merito va anche a te Faraone: toccare un oggetto a te proibito è stato un gesto gentile da parte tua… e anche doloroso da come sono ridotte le tue mani. >>
Faraone?
Questa fu davvero una cosa curiosa.
Non avevo proprio pensato che l’alterego di Yugi potesse trattarsi di qualcuno di sangue blu legato all’Egitto, nonostante gli indizi disseminati un po’ dappertutto.
Stava per rispondergli, ma il tizio lo bloccò subito continuando a parlare:
<< Non proverei a mettermi le mani addosso se fossi in te, è un’azione di cui potresti pentirti. >> lo avvisò.
Il Faraone non diede ascolto all’avviso, si lanciò addosso al tizio, afferrandolo per il colletto della giacca e… una specie di debole esplosione ne conseguì, dividendoli. Sgranò gli occhi il cosiddetto Faraone, quella reazione inaspettata aveva fatto più male a lui che al comun nemico che impassibile si spolverò gli abiti, mostrandosi contento di aver avuto ragione. Intanto la parola “proibito”, riferita al Faraone e alla pietra mi aveva incuriosita, mi sarebbe piaciuto sapere cosa avesse voluto intendere cominciando quel tipico monologo che i cattivi spesso danno vita per esibire tutto il loro male.
<< Il Puzzle non sarà mai tuo, mettitelo bene in testa! >> urlò il Faraone.
<< Il puzzle? >> ripetè il cattivo confuso.
<< Aprire il Mondo delle Ombre non ti sarà facile! Più volte l’ho chiuso e gettato i crudeli come te negli inferi in cui meritano stare! >>
Nonostante il valoroso annuncio, il Seto posseduto scoppiò a ridere. Alzò una mano e alcuni insetti gli si poggiarono sopra, il groviglio semovente si trasformò in una sfera che si ingrossava a dismisura a vista d’occhio. Ipotizzai negativamente quel che sarebbe potuto scatenarsi in seguito e non erano certo belle idee.
<< Pensi ancora che io abbia fatto tutto questo solo per quella stupida reliquia? Ti credevo più furbo, ma devo confessarvi che ne contento, mi hai le cose davvero più facili. >>
<< Che cosa? >>
<< Ci sei rimasto male? Oh poverino, quanto mi dispiace. Tutta colpa di quella visione sul futuro! Pareva essere una carta vincente per fermare me, il “male”, e salvare questo patetico mondo, e invece si è trattato di un espediente per farti fare tutto ciò che volevo io. >>
<< No… non è possibile! Non ci credo! >>
<< Questa è la verità, che ti piaccia o no. Ti ho manipolato fin dall’inizio e tu povero sciocco non te ne sai mai reso conto! >>
<< Ma di cosa sta parlando? Io non ci capito niente. >>
<< NON IMPICCIARTI DI COSE CHE NON TI RIGUARDANO! >>
La risposta del Faraone fu bella brusca, mi parve di rimpicciolire mentre tremai per la reazione esagerata, ma non era colpa mia se avevo seguito per filo e per segno ogni parola. All’improvviso la palla mutò: le api si tramutarono in numerose frecce dalla punta argento e la cocca rossa, ruppero la forma sferica per disperdersi sopra le nostre teste in uno stormo assai folto, roteando su se stesse con un vibrante sibilare.
<< Perché questo?! Se non era il Puzzle che volevi, per cosa hai impiegato le tue forze?! >>
<< Per te, amico mio. Tu sei, e sei sempre stato, il tassello principale del mio piano, e anche ora che siamo giunti alla fine, mi servi ancora. Sei padrone di non credermi, ma mi sento prendere dall’emozione di aver raggiuntolo lo scopo prefisso. >>
 
Le frecce scattarono rapide, schivarle appena prima di finire infilzati fu solo grazie alla prontezza di riflessi del Faraone: corremmo mentre la “pioggia” mortale continuava a cadere, pareva non avere fine in quanto il numero delle frecce non diminuiva.
<< Mentre provo a distrarlo tu cerca di scappare più lontano che puoi! >>
<< Così ti farai uccidere! >>
Non pareva importargli quell’idea al personaggio, si fermò di botto rispondendo all’attacco chiamando a sé i mostri delle sue carte, pochi ma forti abbastanza per respingere lo sciame killer.
Io a scappare, al contrario, non ci pensai nemmeno: restai lì, nonostante il pericolo, nascosta sotto una macchina per seguire gli eventi; tra i ruggiti delle creature magiche e il sibilare delle frecce che scoccavamo nell’aria, la confusione era una cacofonia insopportabile che s’intensificava col passare dei secondi, come se dovesse superare la barriera del suono. Il motivo principale per cui non me la diedi a gambe fu perché non mi fidavo più; troppe cose erano andate storte e le cose che mi erano state nascoste…. e tutto perché c’era Yugi e quel suo alterego in mezzo.
Quindi pensai che rimasta di nuovo da sola, quando le acque si sarebbero calmate, lui avrebbe ricominciato a fare qualcosa di spiacevole.
Voi al mio posto come vi sareste comportati?
Improvvisamente una specie di onda d’urto, generata da un suono secco ma lungo, distrusse sia armi che mostriciattoli, originandosi voragini creatasi e sciolse persino il cemento. Sbirciando fuori, vidi i duellanti ancora presi a darsele di santa ragione, la vittoria era un boccone troppo grosso per essere perso, sarebbero arrivati persino all’autodistruzione pur di farcela. Grondanti di sudore e affaticati, si fermarono un attimo a distanza di sicurezza l’uno dall’altro, con la sola differenza che Seto continuava a sorridere, mostrandosi  molto sicuro di sè.
<< Devo ammetterlo, sono sbalordito, la tua tenacia è davvero senza pari. Ma non ti servirà, visto che non hai alcuna speranza di battermi e sfuggire al destino che ti spetta. >>
<< Eppure ti sto tenendo testa. >>
<< Solo perché hai avuto la fortuna di conservare l’ultimo briciolo di energia della tua temporanea forma umana. >>
<< Io ho ancora energia da vendere! >>
<< Davvero? Ne sei sicuro? >>
Per primo il Faraone riprese l’attacco, tentò di colpire con un pugno l’avversario… ma lo trapassò senza fargli del male.
In quello stesso momento il corpo dello spirito cominciò a dividersi, lentamente due forme si allontanarono l’una dall’altra, divise da un taglio di luce formato dalla reliquia che si tolse via dal sola dal suo collo come per magia. Yugi e il Faraone divennero due personaggi distinti, fu una scena incredibile, forse quella fu una delle prime volte che poterono vedersi faccia a faccia senza doversi “incontrare” solo con la condivisione del corpo.
L’antagonista iniziò a ridere, ad un suo segnale riapparve lo sciame di insetti che avvolsero il Faraone a tradimento, il quale si dimenò come un matto per liberarsene. D’istinto toccai la pietra per trasformarmi… ma ciò non avvenne, accorgendomi solo allora che il magico cristallo era tutto ricoperto da segni strani e il suo bel colore giallo impallidito tanto da renderlo meno attraente: senza la pietra non potevo agire.
Yugi nel frattempo, non volendo permettere una simile azione nei confronti del suo doppio, cercò di scacciare con le proprie mani quegli insetti, urlandogli di andarsene, cominciò persino a lanciare sassi nella speranza di salvare l’altro. L’entità maligna si avvicinò al ragazzino, fissandolo con spaventosi occhi violacei con striature gialle e le pupille sottili, di colpo il suo corpo fu tempestato di lunghi aculei che trafissero Yugi di leggero tocco che crollò a terra soffocavano un grido addolorato, sconvolto da convulsioni di chissà quale indescrivibile dolore.
Scioccata, rimasi immobile e senza parole, quella terrificante immagine mi è rimasta impressa negli occhi come una cicatrice sulla pelle, il grido disperato del Faraone fu poi un’aggiunta triste alla scena.
<< Non è morto. Gli ho solo dato un chiaro “messaggio” di non intromettersi nei miei affari. >> disse l’entità.
<< Sei un dannato mostro! >> gli urlò furioso il Faraone.
Ridacchiò all’insulto, si avvicinò lentamente e gli sussurrò qualcosa all’orecchio:
<< Io sarei il mostro? E tu allora cosa saresti, che hai tentato di far fuori una bambina innocente? Non ti sei nemmeno preoccupato di chiederti se fosse davvero lei il pericolo da affrontare. >>
<< Non è vero…io….>>
<< Stammi bene a sentire ora, per questo mondo ormai non c’è più niente da fare e il merito è solamente tuo. Il tuo cuore è più nero del mio, eppure hai avuto la faccia tosta di rinfacciare a me che ero il cattivo, ne ho incontrata di gente ipocrita, ma tu sei il peggiore di tutti. Non vedo l’ora di far sparire questo tuo inutile universo di cosiddetti “cartoni animati”. >>
Che cosa ha detto?! esclamai mentalmente.
Il cattivo aveva appena ammesso di essere a conoscenza dell’universo animato.
Questo non era possibile, era una notizia sbalorditiva.
C’era dell’altro che stava per dire ma serrò la bocca, qualcuno stava arrivando, perciò scomparve portando via con sé il personaggio, abbandonando Yugi.
Solo allora uscì allo scoperto, tirai fuori il walkie-talkie e disperatamente cercai di contattare i ragazzi per farmi aiutare.
<< Colpa mia…. solo colpa mia… >> mugugnò Yugi, respirando a fatica.
<< Non parlare! Gli amici stanno arrivando! >> gli dissi.
<< è stata solo colpa mia… non dovevo tradire la vostra fiducia… >>
<< Oh accidenti! Ma che cavolo sta succedendo?! >>
 
  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Crossover / Vai alla pagina dell'autore: Claudia Ponto