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Autore: melanita    27/05/2014    2 recensioni
L'umanità ha ormai colonizzato lo spazio, sotto il controllo di grandi Compagnie commerciali. Edward ed Alphonse, due fratelli i cui corpi sono parzialmente sostituiti da parti meccaniche, ed i loro amici si ritrovano coinvolti in una lotta per il possesso di un misterioso potere... un potere che ha qualcosa a che fare con loro padre, misteriosamente scomparso, con inquietanti esseri non esattamente umani, e con una guerra combattuta molti anni prima. Sulla loro strada troveranno anche l'astronave pirata Ishval ed il suo equipaggio, guidato dal capit... pardon, colonnello Roy Mustang, che alla loro ricerca è più legato di quanto lui stesso sappia.
Coppie: Royai, Ling x Lan Fan, Ed x Win
Genere: Azione, Science-fiction | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Edward/Winry, Roy/Riza
Note: AU, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 43

 
- Al!-
- Alphonse!-
- Alphonse!-
Le voci si accavallavano come onde in una tempesta frastornante, imponendo alle sue palpebre a socchiudersi, di lasciar passare quel filo di luce a cui si aggrappavano tutti i ricordi della sua identità e della sua storia.
Alphonse Elric tossì e si mosse debolmente sulla barella improvvisata, sollevando un braccio per ripararsi il volto dalla luce, e rimase a fissare, confuso ed incantato, la mano pallida ed esile, la mano di carne e ossa e vene che pulsavano, che si stagliava netta contro un limpido cielo azzurro.
Un attimo dopo, il ragazzo fu di nuovo gettato a terra dalla sagoma che gli si gettò addosso, stritolandolo in un abbraccio premuroso.
- Al, mi hai fatto prendere un colpo!- lo rimproverò bruscamente Edward, la testa ancora affondata tra i capelli biondi, lunghi fino alle spalle, che avevano lo stesso identico colore dei suoi:- Non osare mai più fare una cosa del genere!-
- Co... cosa?- balbettò l'altro, incredulo, facendo saettare lo sguardo dal fratello al resto del gruppo che li circondava. May era accucciata accanto a lui, con gli occhi scuri orlati di lacrime luccicanti. Poco dietro, Ling e Lan Fan stavano sorridendo sollevati, ed Al non poté fare a meno di notare il modo in cui il braccio del giovane stava stringendo la vita di lei. C'era anche Winry, con il volto raggiante ma ancora incredulo di chi ha appena assistito ad un miracolo. Il colonnello e Riza, Havoc, Breda, Falman, Furey, Rebecca, Maria, Denny... c'erano tutti, riuniti intorno a loro. Mustang aveva gli occhi coperti da una benda chiara, e Havoc era sdraiato su una barella, ma gli altri erano in piedi e stavano bene.
E c'era un uomo che si manteneva ad una certa distanza, la testa abbassata, i capelli biondi e gli occhiali a nascondere lo sguardo.
- Papà...- sussurrò Al:- Allora è successo davvero. Ma come... non sono neppure riuscito a...-
Guardò di nuovo se stesso, lasciando che la sua mente filtrasse le informazioni. Il petto nudo che si alzava ed abbassava al ritmo del suo respiro sconnesso, le gambe magre che spuntavano da un lenzuolo bianco. Si portò le mani al volto e sfiorò con un tremito la pelle morbida.
- No, Al, non hai fermato quella macchina.- spiegò Edward:- Hai fatto di meglio! Il tuo intervento ha modificato i parametri, riportandola alla programmazione originaria. Al progetto Eden, capisci?-
- No. Non proprio.-
- Guardati attorno.-
Con l'aiuto del fratello, Al si tirò a sedere, e vide finalmente il luogo che lo circondava. Si trovavano all'ombra di un alto muro parzialmente distrutto, in cui era ancora a stento riconoscibile il drago della Amestris. Tutto intorno a loro, un verde tappeto d'erba rigogliosa brulicava di creature di varia razza, che vagavano curiose, sparendo spesso nella foresta poco distante.
Era quasi sicuro che non ci fosse stata nessuna foresta su Central Moon.
- Il progetto Eden.- affermò Falman con delicato stupore:- Ogni creatura il cui DNA era stato compreso nei calcoli su Ishval è stata riportata indietro, qui. Piante e animali che non esistono più da millenni sono appena rinati.-
Al sorrise, intenerito, guardando i cuccioli che si avvicinavano timidamente a loro. Un cagnolino bianco e nero, che dalla struttura prometteva già di crescere parecchio, vagò verso Riza ed iniziò ad annusarle uno stivale. La bionda si chinò, accarezzandolo dietro il collo con un sorriso divertito.
- Cosa ne dice, tenente, abbiamo posto per un ospite in più?- domandò Roy. Nonostante tutto quello che era successo, non riusciva ancora a chiamarla semplicemente Riza di fronte a tutti gli altri, ma a giudicare dagli sguardi eloquenti che l'equipaggio si scambiava quando erano convinti che lui e la cecchina fossero girati, tutti erano già a conoscenza della novità. E no, non aveva bisogno di vederli per intuire quegli sguardi. Era esattamente quello che si aspettava dai suoi uomini.
- Non mi fido di quella cosa.- bofonchiò Breda, spostandosi più distante dall'animale che ora aveva inclinato la testa ad osservare gli altri membri della squadra. Furey ridacchiò, divertito, mentre si univa alla bionda tenente nel coccolare la nuova aggiunta al loro equipaggio.
Riza domandò, pensierosa:- Come lo chiamiamo? Che ne dite di Black Hayate?-
Nel frattempo, Alphonse stava ancora scendendo a patti con il fatto di essere vivo, e di non essere più un cyborg. In preda ad un'improvvisa intuizione, osservò il fratello, notando che anche i suoi due arti robotici erano stati sostituiti da carne e ossa.
- A quanto pare, il macchinario non ha fatto differenza tra il DNA contenuto tra i suoi circuiti e quello collegato ad altri oggetti di Full.- spiegò lentamente Hohenheim:- Ha reagito con le protesi di tuo fratello e con la tua armatura, e... che altro c'è da dire? Anche per uno scienziato come me, questo sembra quasi un miracolo.-
- Un miracolo...- ripeté piano Al, ancora confuso:- Ma cosa è successo poi?-
E così l'ora successiva trascorse nel resoconto di cosa era successo, tra continue interruzioni, perché ognuno aveva la sua parte da raccontare o domande da fare. Ci furono momenti di imbarazzo e risate, interrogativi ancora aperti ed altri che trovarono finalmente risposta, e quando il sole tramontò per la prima volta sul nuovissimo volto di Central Moon, lasciando lentamente il posto ad una limpida notte stellata, nessuno stava più piangendo.
 
***
 
- Ehi, Winry.-
La bionda sollevò lo sguardo dal cucciolo che stava accarezzando, ed Edward si accovacciò accanto a lei con un sospiro. Rimasero in silenzio per un attimo, immobili e soli in una radura in mezzo alla vegetazione verdeggiante. Gli unici suoni che si avvertivano era il fruscio delle fronde, ed il dolce cinguettio di alcuni uccelli.
- Ed, credevo che fossi ancora con tuo padre... tu ed Al avete tanto tempo da recuperare.-
- Avremo tutto il tempo per recuperarlo, ora che tutto è sistemato.- spiegò il ragazzo:- Hohenheim vuole fermarsi qui per aiutare a risistemare questo posto. Ci vorrà un po', suppongo.-
- Già. La compagnia Amestris deve essere riorganizzata da cima a fondo, e la famiglia Armstrong non può fare tutto da sola, anche se la generale ha deciso di rimandare il suo ritorno a Briggs per dare una mano qui.- ricordò Winry. Sorrise dolcemente:- Sai, la nonna ha deciso di fermarsi un po' anche lei. Dice che con tutti i macchinari che sono stati distrutti e devono essere riparati a Central Moon, potremmo pagarci un'astronave nuova.-
- Ah, Quindi poi... ripartirete.- azzardò Edward con una punta di delusione.
Winry sospirò:- Questa non è casa nostra. Perché dovremmo restare?-
Il ragazzo sollevò la testa all'improvviso, balbettando:- Per me. Perché mi mancheresti troppo.-
Winry sgranò gli occhi ed incrociò lo sguardo del ragazzo, che lo distolse subito, imbarazzato. Mormorò:- Insomma, io... tu... siamo stati distanti per tanti anni, Winry, ma non ti ho mai dimenticata. A volte, quando di notte non riuscivo a dormire, tornavo su Resembool con il pensiero, a quel passato quando tutto era più luminoso. Alcune cose si sono... sbiadite, mentre crescevo. Mi rendevo conto di non ricordare del tutto alcuni luoghi, alcuni volti. Ma il tuo ricordo era sempre nitido, ed era sempre uno dei primi a presentarsi.-
Winry non disse niente, ed Edward proseguì:- Ricordo quella volta che i tuoi genitori sono stati via per mesi e tu sei venuta a dormire a casa nostra. Di notte ti infilavi in camera nostra, e tu ed io continuavamo a raccontarci storie di paura anche quando Al si era già addormentato da un pezzo. E tu non volevi mai ammettere di avere paura, quindi quando io ti facevo notare che stavi tremando mi picchiavi con il cuscino.-
- Solo perché il cacciavite avrebbe fatto troppo rumore e svegliato tuo fratello.- puntualizzò lei con un sorriso venato di nostalgia:- Sai, anche io ho pensato a te. A volte mi fermavo a metà di un lavoro perché mi sembrava di sentire la tua voce, o la tua risata. Non c'eri mai, ma... era come se ci fossi.-
- Vorrei che tu continuassi ad esserci, Winry.- sussurrò Edward, trovando infine il coraggio di afferrarle una mano:- Vorrei che... che tu stessi con me. Se vuoi, insomma. Non...non è che...-
La ragazza rimase paralizzata per un istante, poi prese fiato e sparò fuori la frase che le stava pesando nello stomaco da troppo tempo, mentre gettava le braccia al collo del biondo e singhiozzava:- Oh, Edward, quanto sei stupido! Starei con te per sempre!-
Rimasero immobili per un secondo, il volto di Winry affondato nell'incavo della spalla del ragazzo, mentre le braccia di lui stavano strette intorno alla sua schiena. Poi la bionda si tirò indietro di scatto, imbarazzata:- Cioè, voglio dire, non... non è quello che intendevo, se non è quello che intendevi tu. Non è quello che intendevi tu, vero? Insomma, non dicevo per sempre, magari per un po'. Per qualche... mese. Anno. Decennio? -
Edward la fissò per un attimo sconcertato, poi sorrise. Winry smise di balbettare scuse a cui non credeva neppure un po', e sorrise a sua volta. In quel momento, sembrava che il resto del mondo avesse smesso di esistere e che ci fossero solo loro due, al centro di qualcosa che stava finalmente per sbocciare.
- Winry, io... vorrei che fosse per sempre. Io ti amo.- sussurrò Edward, avvicinandosi a lei.
La ragazza chiuse gli occhi, bisbigliando:- Ti amo, Edward Elric.-
Poi le labbra del giovane si posarono sulle sue. E poi, il suo cervello smise di funzionare per i minuti successivi.
 
***
 
- Al, hai visto tutti gli altri?- domandò May, facendo capolino dalla porta della stanza, che si affacciava sul lussureggiante giardino. Il ragazzo sollevò lo sguardo dal libro che stava leggendo e scosse la testa, perplesso.
Lei sbuffò:- La nave che nostro padre ha inviato per riportare a casa me, Ling e Lan Fan è appena arrivata, ed il capitano sostiene di aver ricevuto ordini di riportarci a casa il prima possibile. Ma non riesco a trovare né loro, né Edward e Winry per salutarli.-
Alphonse si alzò, sgranchendo le braccia che non era ancora del tutto abituato a muovere, e scoppiò a ridere:- Andiamo, ti aiuto a cercarli.-
Uscì a sua volta al sole del giardino, assaporandone il calore sul volto. Non ne aveva mai abbastanza di quelle sensazioni, che aveva quasi dimenticato per tanto tempo, e che ora gli sembravano ancora più straordinarie. Era come essere nato una seconda volta, ed in effetti era proprio così.
- Allora, dove potrebbero essere?- rifletté:- Probabilmente Ling ha trascinato Lan Fan a fare un picnic. Non c'è modo di separarli, ormai.-
- Lo dici come se prima ce ne fosse uno.- ridacchiò l'altra:- In realtà non è cambiato granché, a parte il fatto che ora riescono anche a tenersi per mano in pubblico. Non vedo l'ora di vedere la scena quando torneremo a casa...-
- Perché? Pensi che vostro padre farà storie?-
May scrollò le spalle:- No, non ci saranno problemi da quel punto di vista. Ma Ling dovrà vedersela con il generale Fu, e sai quanto sa essere protettivo di sua nipote. Rischiare la vita facendo la guardia del corpo è un conto, ma quando si parla di ragazzi...-
Alphonse scoppiò a ridere a sua volta:- Giusto, mi dispiace perdermi la scena! Mi racconterai tutto la prossima volta che ci vedremo, comunque. Io e Ed dovremo tornare a prendere le nostre cose, appena avremo sistemato le cose qui. E devo assicurarmi che i gatti siano sistemati bene, no?-
- A quello ci penserò io.- lo rassicurò May con aria decisa.
Nel frattempo, avevano continuato a passeggiare, fino a quando Al si fermò, pensieroso:- Credo di aver sentito dei rumori. Forse sono qui, dovrebbe esserci una radura...-
- Se sono Ling e Lan Fan, direi che possiamo anche fargli una sorpresa.-
Scambiandosi un'occhiata complice, i due si fecero strada fino ad arrivare dietro ai fusti di alcuni alberi. Al diede un'occhiata, ma subito si ritirò, rosso in volto.
- Che succede?- bisbigliò May, perplessa, prima di guardare a sua volta. Tornò indietro, e si mise una mano di fronte alla bocca per impedirsi di ridere.
Non dissero nulla fino a quando non si furono allontanati di qualche decina di metri, poi May commentò:- Beh, era anche ora. Tuo fratello ci ha messo parecchio a decidersi.-
- In effetti era abbastanza ovvio a tutti, no?- sospirò Al, con un sorriso imbarazzato:- Direi di lasciare lui e Winry tranquilli. Anche se fa uno strano effetto vederli finalmente... insieme.-
- Chi sta insieme?- lo interruppe una voce squillante, mentre Ling balzava giù da un albero. Accanto a lui, scese anche Lan Fan, risistemandosi i capelli.
- Non voglio neanche sapere perché eravate là sopra.- precisò May.
- Allenamento.- spiegò laconicamente il ragazzo:- Non cambiare discorso, chi sta insieme? Non mi dire che...-
- Edward e Winry.- annunciò l'altra, soddisfatta:- Pare che voi due abbiate dato il buon esempio.-
- Sul serio? Era ora!- esultò il ragazzo, facendo un gesto di vittoria:- Vado subito a fare le congratulazioni!-
- Ling, non fare l'idiota!- lo rimproverò la sorella, mentre Lan Fan tentava di fermarlo ed Al accennava a sua volta una protesta... ma era troppo tardi.
Qualche secondo dopo, la quiete della foresta era rotta dalle urla di Edward che minacciava di uccidere Ling, dalle risate di quest'ultimo, e dai frenetici tentativi degli altri di impedire la distruzione della appena ricostruita Central Moon.
 
***
 
- Allora, colonnello, a quando il matrimonio?-
- Havoc, se non la pianti ti soffoco con un cuscino.- minacciò Mustang, voltandosi nella sua direzione e rimpiangendo che la benda sui suoi occhi gli impedisse di uccidere l'altro con lo sguardo. L'ospedale di Central Moon si era salvato sia dall'esplosione che dall'effetto del macchinario, così come molte altre zone, dove la vita degli abitanti era già tornata praticamente alla normalità. In fondo, per loro era cambiato poco. La compagnia che dava loro lavoro era ancora in piedi, anche se la direzione era cambiata, e la generale Armstrong si era assicurata che le persone rimaste coinvolte nell'esplosione e nel caos che era succeduto fossero curate, e che la ricostruzione procedesse liscia. Fino al giorno prima quell'ala dell'ospedale era stata parecchio affollata, ma ora finalmente c'era un po' di quiete... o almeno, ci sarebbe stata, rimuginò il colonnello, se un certo sottoposto maniaco della nicotina non avesse deciso di rendergli la convalescenza impossibile.
Se Riza fosse stata lì, probabilmente sarebbe riuscita a far tacere il biondo con uno sguardo, ma Roy le aveva esplicitamente ordinato di andare a dormire un po'. La donna aveva voluto rimanere al suo fianco per tutta la durata dell'operazione chirurgica, mentre le sofisticate strumentazioni mediche ripristinavano i suoi occhi, eliminando le bruciature, e non si era staccata dalla sedia a fianco del letto per tutto il giorno successivo.
Il biondo sdraiato accanto a lui sogghignò e proseguì, incurante delle minacce:- Andiamo, non chiedo la data esatta. Ma dopo tutti questi anni direi che il fidanzamento si può considerare già fatto, no?-
- Questa non è convalescenza, è una tortura.- brontolò Mustang, ripromettendosi di fargliela pagare. Appena i dottori avessero confermato che le gambe di Havoc erano di nuovo funzionanti, lo avrebbe preso a calci per tutta Central Moon. In fondo avrebbero avuto il tempo per farlo, visto che si sarebbero fermati lì per aiutare gli uomini di Briggs e quelli della Amestris con la ricostruzione.
In quel momento qualcuno bussò alla porta della stanza. Senza attendere risposta, un'infermeria introdusse gli ospiti, annunciando severamente:- Solo qualche minuto, va bene? Questi due devono riposare.-
- Stia tranquilla, ce ne andremo tra poco.- confermò Breda in tono rassicurante, entrando insieme a Falman e Furey:- Volevamo solo dirvi che siamo andati a vedere la Ishval. E' arrivata sana e salva.-
- La Ishval? E chi l'ha portata da Briggs a qui?- domandò Havoc, punto sul vivo:- Non penso proprio che quei soldatini siano capaci di...-
- Infatti l'ho pilotata io, ovvio.- interruppe una voce squillante, mentre Rebecca faceva il suo ingresso nella stanza e si fiondava accanto al letto del biondo, scrutandone le condizioni:- Non ti si può lasciare solo qualche giorno, ed eccoti in ospedale. Vedi di rimetterti in piedi alla svelta, mi devi offrire una cena.-
- Qualche giorno e sarò in piedi.- rispose subito Havoc, ignorando il ghigno soddisfatto di Mustang. Qualcosa gli diceva che da quel momento in poi le punzecchiature non sarebbero più state a senso unico.
La porta appena richiusa si aprì un'altra volta, lasciando passare Riza.
- Tenente, le avevo detto di riposare.- fece notare Roy, chiedendosi contemporaneamente perché non potevano essere da soli. Avrebbe davvero voluto stringerla a sé, ma di fronte a tanta gente non...
- Bene, Havoc, il dottore ha detto che puoi fare un giro in carrozzella.- annunciò prontamente Breda, scambiandosi uno sguardo consapevole con gli altri:- Fuori da qui.-
Mustang non sapeva se essere infastidito dall'evidente consapevolezza di chiunque altro riguardo alla nuova relazione tra lui e la sua prima ufficiale, oppure grato per l'appoggio che tutti gli altri stavano dando loro. Era davvero così ovvio?
Un minuto dopo, la stanza era deserta, ad eccezione di Roy e Riza. La donna si sedette sul letto accanto a lui e lo aiutò a mettersi lentamente seduto.
- Col... Roy. Credo di essermi riposata abbastanza.-
- Lo spero. Avremo parecchio da fare appena mi sarò rimesso in sesto.- dichiarò lui, salvo poi affrettarsi a chiarire:- Intendo, con la ricostruzione e tutto, non... e dovremo decidere cosa fare ora, la generale Armstrong ha detto che sono rimasti molti posti liberi nella gerarchia di comando. Potremmo avere un lavoro stabile, cosa ne pensi?-
La bionda sorrise, sfiorandogli il braccio con una carezza dolce:- Lo sai, Roy. Basta che tu decida, ed io ti seguirò.-
- E se provassimo a decidere insieme per una volta?- suggerì lui, alzando a sua volta una mano per sfiorare il viso della donna. Non aveva bisogno degli occhi per conoscere a memoria ogni dettaglio di quel volto così perfetto.
- In ogni caso, ci penseremo quando sarai in piedi.-
- Già. Per ora... baciami.-
- E' un ordine?-
- Ehi, sono sempre il tuo colonnello.- fece notare lui, in tono divertito, mentre sentiva il viso della donna avvicinarsi al suo. Dopotutto, rifletté, Havoc non aveva del tutto torto. Non voleva accelerare troppo le cose, ma avevano già perso fin troppo tempo. Per ora, però, il suo mondo era perfetto così.
 
***
 
- Non vedo l'ora di essere di nuovo a Dublith. Ci servirà un nuovo quartier generale, visto che siete riusciti a far distruggere quello vecchio.- grugnì Greed, rilassandosi contro lo schienale della poltrona e provando una certa soddisfazione per la sua comodità. Naturalmente, quando era stato il momento di andarsene da Central Moon aveva optato per requisire una delle astronavi private migliori lasciate incustodite nello spazioporto, in mezzo alla confusione. Chiunque fosse stato il proprietario aveva dei buoni gusti.
- Non è del tutto colpa nostra, se qualcuno non ci aveva avvertiti di avere problemi personali con la Amestris.- borbottò Bido a voce un po' troppo alta.
Greed prese in considerazione l'idea di controbattere, ma in fondo l'altro aveva ragione.
- E' vero, avrei dovuto accennarvi qualcosa. Dopotutto, siete i miei più fidati collaboratori, no?-
- Non c'è neanche bisogno di ribadirlo.- tagliò corto Roa. Esitò per un istante, prima di aggiungere:- Allora, che cosa facciamo adesso?-
Il loro capo fece una smorfia:- Per un po' dovremo mantenere un basso profilo. Con quella pazza della Armstrong e le sue astronavi a tenere sotto controllo le rotte, meglio non attirare troppa attenzione, siamo già stati fortunati a riuscire ad allontanarci senza troppe domande. E dovremo anche ricordare alle altre organizzazioni su Dublith chi comanda, in mia assenza potrebbero aver alzato un po' troppo la testa. Voglio di nuovo tutti sotto controllo.- Si fermò per un istante, sentendo su di sé lo sguardo degli altri, poi precisò:- Insomma, quasi tutti. Questa volta lasciamo perdere la zona della macelleria ed i suoi proprietari psicopatici.-
Sentì dei sospiri di sollievo, e si rilassò contro lo schienale. Finalmente, poteva ricominciare a vivere come piaceva a lui.
 
***
 
- Le serve altro, signore?- domandò sollecita una cameriera, poggiando un bicchiere di cocktail ambrato sul sofisticato tavolino di cristallo e scrutando il cliente. Era appena arrivato all'albergo, e non sembrava il tipo che amasse parlare di sé, ma aveva un certo fascino pericoloso.
- Credo che per ora sia tutto, grazie.- rispose l'uomo con un sorriso ammaliante. La donna si affrettò ad allontanarsi, pensando tra sé che pericoloso era la parola esatta.
Oltre i vetri della terrazza, le onde rosse di un oceano alieno si rifrangevano con metodica armonia sulla spiaggia di finissimi cristalli neri, mentre il sole splendeva nel cielo viola. Uccelli robotici volavano in circolo per supervisionare la zona, evitando ogni pericolo ai ricchi clienti di quel centro di benessere famoso in tutta la galassia per il suo lusso e la sua riservatezza.
Kimbley si appoggiò più comodamente allo schienale della poltrona ed ammirò il panorama, soddisfatto. I soldi che aveva portato via alla Amestris gli sarebbero bastati per rimanere lì fino a che non si fosse annoiato, cosa che probabilmente sarebbe accaduta presto, visto che avvertiva già un vago desiderio di far esplodere alcuni clienti fastidiosi. Non sapeva che cosa avrebbe fatto poi, ma il mondo era pieno di opportunità per un uomo intraprendente e brillante come lui. Qualcosa avrebbe di sicuro attirato la sua attenzione.
Il grande schermo su una delle pareti stava trasmettendo un telegiornale, mostrando per l'ennesima volta il nuovo volto di Central Moon e blaterando sui cambiamenti al vertice della Amestris. Non avevano idea di cosa stessero parlando, ovviamente. Kimbley sollevò il bicchiere in un brindisi muto verso le persone che si era lasciato alle spalle su Central Moon, quando si era allontanato approfittando della confusione della battaglia. Non era stupido, non aveva intenzione di trovarsi all'epicentro di un'esplosione, e si era preparato una via di fuga in anticipo. Sfruttare il caos che era seguito per allontanarsi su una piccola astronave era stato facile, e probabilmente gli altri avevano dato per scontato che fosse morto tra quelle macerie... o forse sapevano che era fuggito? Non gliene importava più di tanto.
Era sicuro che sarebbero riusciti a fare grandi cose, tutti quanti: Mustang ed il suo equipaggio, la generale Armstrong, Greed e la sua banda, quei ragazzi così pieni di energia. Per un istante si chiese se stesse diventando troppo sentimentale. Poi, sorseggiando il suo cocktail, concluse che lo era sempre stato.
- Che posso farci, sono un romantico.- mormorò, chiudendo gli occhi:- Ma ho la sensazione che non sarà la mia ultima avventura. E neanche la loro.-



ANGOLO DELL'AUTRICE:
Signori e signore, è fatta. Dopo quasi due anni, e dopo quarantaquattro capitoli compreso il prologo, sono finalmente arrivata al finale di Full Metal Cyborg. Ho anche appurato che scrivere contemporaneamente anche due romanzi, un numero indefinito di racconti ed un blog non aiuta a finire in fretta le fanfiction... non lo avreste mai sospettato, vero?
Comunque, mi sono resa conto che recuperando il capitolo precedente avevo dimenticato di riscrivere un paio di scene, così ho cercato di incorporare tutti gli elementi mancanti qui, e di "chiudere" tutti i fili narrativi che avevo cominciato. Nel fare ciò sono stata vilmente assalita da idee apparentemente geniali per almeno due sequel. Per ora sono impegnata in altri progetti, ma... voi che dite? Vi interesserebbe leggere altre avventure ambientate in questa AU?
Vorrei ringraziare tutte le persone che hanno seguito la storia e sopportato pazientemente le pause, i ritardi, e le mie lamentele da perenne insoddisfatta. Grazie a chi ha messo la storia tra le seguite, le ricordate e le preferite. Grazie infinite soprattutto a chi ha recensito e condiviso con me la sua opinione ed i suoi suggerimenti.
Insomma, questo è tutto... per ora. Ma se un giorno vedrete un'altra storia intitolata "Full Metal Cyborg", ricordatevi di me!
Ancora grazie ed arrivederci a tutti,

Melanita


 
 
  
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