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Autore: VashappenedFede    27/05/2014    0 recensioni
Era una creatura delicata, e un soffio bastava a farla avvizzire.
Genere: Drammatico, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Broken.
 
Lei era così sola, disperata, piangeva chiusa in bagno con le ginocchia strette al petto odiandosi per tutto, per la sua fragilità, per il suo essere così ingenua, sbagliata, sognatrice..però aveva la forza di un uragano: crollava, ma poi raccoglieva i pezzi e fingeva allegria con quei suoi immensi occhi spenti, sorrideva.
Si rannicchiava tutta per sembrare più piccola, non mangiava più per sentirsi leggera nonostante il cuore pesante. Voleva diventare fragile anche fuori, perchè era così che si sentiva dentro, e l’avevano già spezzata troppe volte.


«Georgie, Ti capiterà di vederti il mondo crollare addosso. Penserai di non avere più niente. Crederai che tutto sia finito.
Lo so come ci si sente, è come se qualcosa si rompesse dentro, come se ci fosse un buco dentro di noi dal quale tutte le emozioni riescono ad uscire. Lo so come ci si sente.

Voglio solo dirti che non devi mollare. Nulla finisce per davvero. Devi capire che il mondo va avanti, devi capire che attorno a te tutto vive.
Ci sarà sempre qualcuno ad attenderti. Anche quando ti mancheranno le forze, anche quando lottare ti sembrerà inutile, ricorda che ci sarà sempre qualcuno ad aspettarti.
Nulla finisce mai per davvero, e il dolore fa parte di noi come la gioia. Non puoi vivere uno senza aver provato l’altro.
Non dimenticarti mai, mai, che anche se dentro di te tutto è fermo, fuori il mondo vive come prima. E non dimenticare mai, mai, che ci sarà sempre qualcuno ad attenderti. Sempre. Se ti fermi tu si ferma anche lui.
Non fermarti mai… se non vuoi distruggere chi ti aspetta. Il mondo fuori vive, devi solo imparare ad ascoltarlo, per non morire
».
«E se  io sono morta dentro?».
«Ma sei qui, affianco a me che respiri, come puoi essere morta».
«
Mi sento inutile. Sono inutile. Mi sento un disastro. Sono un disastro,in tutto.  Forse è vero che sono un peso per tutto.
Forse è vero sono una rompipalle.  Tutti se ne vanno da me. Anche la mia migliore amica,dice che tutti sono migliori di me. Augurano la mia morte. Sono così inutile? Sono così sbagliata?Che cosa c’è di sbagliato in me? Perchè tutto a me? 
Sono un essere umano anche io.Ho anche io i sentimenti.
».
«Georgie, tu sei forte.».
«
Io so già come andrà a finire. Finirò distrutta. E cercherò di distruggere il poco rimasto in piedi. Forse berrò fino a star male. Forse fumeró fino a barcollare. Forse non mangeró fino a svenire. Forse non dormiró fino a non tenere gli occhi aperti. Io sono tanto fragile. Ho la schiena piena di pugnalate. Ma mi ha abbandonata.  L’ unica cosa che amavo nella vita non mi parla più, non mi guarda più. Non posso essere felice.-sospirò- Guardami un po’, che cosa vedi?Una ragazza distrutta da se stessa e dal mondo che le sta intorno, dalla persone che dicevano e dicono di volerle bene e ti fanno solo più male delle altre, una ragazza usata dai fidanzati che dicevano di amarla e a cui lei ha dato tutto, una ragazza che non si sopporta, che vorrebbe cambiarsi, una ragazza apparentemente viva ma morta dentro.».

 
Un mese dopo
 
«Lei era solo una foglia,una foglia bellissima,quelle che le maestre fanno attaccare sui quaderni.Di quelle che,attaccate a fine settembre,arrivano a inizio ottobre sbriciolate. Lei era così in attesa di essere schiacciata tra un quaderno e un libro.» sussurò un giovane ragazzo d'avanti la bara bianca di Georgie Pattinson.

«Mi ricordo ancora quando andai in un giardino presi un fiore, era così tenerlo dentro come il dolore che regnava nella sua anima o lasciarlo andare, come un piccolo soffio in un immenso cielo. 
Era un piccolo fiore. Un fiore bianco e freddo in mezzo ad un prato di papaveri rossi, come lei, una piccola macchia abbandonata in mezzo al rosso del sangue umano. 
Ogni giorno era un nuovo risveglio, ogni giorno un petalo appassiva ma non cadeva. Lei era così, era stanca ma non cedeva perchè sapeva che non si sarebbe più rialzata come un petalo che non sarebbe più rinato. 
Ogni piccola goccia di poggia accarezzava i suoi delicati petali, li privava di quel peso che la natura lasciava, come ogni sua lacrima versata inutilmente sul suo viso ormai lacerato da troppi ricordi. 
E con il vento gelido, in quella mattina fredda d’agosto, la rugiada faceva peso alla piccola margherita,ogni piccolo petalo era accarezzeto dalla brezza di vento e rinfrescato da quelle piccole gocce di rugiada. 
La ragazza era lì in mezzo a quella distesa di papaveri rossi ma notò la piccola margherita. Era come una macchia nera in una stanza bianca, come lei, una ragazza diversa ma uguale a tutti, sapeva cogliere ogni piccolo particolare della vita come aveva fatto con quel piccolo fiore ancora in boccia in mezzo a tutti i papaveri già rigogliosi.
» sussurò la dottoressa Smith.

«La mia nipotina era così 
era magra,troppo, le sue braccia molto esili e fragili. Ma quelle braccia avevano preso a pugni il mondo. Una volta gli dissi : è che tu sei troppo buona, mentre tante altre persone sono egoiste. sei fragile, e a volte le persone se ne approfittano è proprio per questo che devi mostrarti forte. pensi più a cosa rende felice gli altri che a cosa rende felice te, e non dovresti. ».

 
 
Era una creatura delicata, e un soffio bastava a farla avvizzire.



 
  
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