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Autore: Kyokushu    27/05/2014    3 recensioni
Una storia di pochi(ssimi) capitoli che racconta di come, dopo il Dai Matou Enbu, tra Cana e Bacchus si sia formata un'amicizia e di dove essa porterà.
Avvertimento: Nelle note ho messo OOC, causa impossibilità di studiare a fondo il carattere dei personaggi, nel caso l'occasione si presenterà successivamente i capitoli verranno revisionati!
Genere: Comico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bacchus, Kana Alberona
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Le principesse non si ubriacano!

Quell'idiota...

Cana era riuscita a svegliarsi con tre ore di ritardo per la terza volta in una settimana, per il lunedì aveva avuto la scusante di essersi ritrovata a casa di qualcun'altro in una zona della città che non conosceva, ma questa volta si sarebbe dovuta preparare una bugia credibile. Si vestì in fretta e furia, mettendosi gli abiti del giorno prima, guardò che non piovesse e si mise i suoi soliti sandali blu. Raccattò borsa e tarocchi e si avviò di fretta e furia verso la gilda, con l'intenzione di entrare, prendere una richiesta ed uscire veloce come la luce, ma non fece tempo ad aprire del tutto la porta della gilda, una volta arrivata lì, che qualcosa attirò la sua attenzione: una paio di piedi, in delle scarpette da arti marziali, sbucavano dal vicolo subito dietro alla gilda.

<< Non ci voglio credere... >> Si disse, spiaccicandosi una mano in faccia e dirigendosi verso quella persona che se ne stava mezza morta dietro la sua gilda.

Svoltò l'angolo, con l'intenzione di dare un'occhiata e poi tornare alla sua giornata, ma appena riuscì a vedere l'idiota lì a terra e lo stato in cui era messo, non riuscì ad andarsene.

<< Bacchus... >> Sussurrò, con tono di resa. Il Falco se ne stava sdraiato a terra, svenuto o dormiente che fosse, con un occhio nero che sfociava in una ferita e qualche altro taglio superfluo che facevano da contorno ad uno squarcio sul braccio. Al suono della voce della ragazza si svegliò subito, come se fosse stato in una fase traballante tra sonno e veglia per tutto il tempo precedente.

<< Sono vivo... cioè, sveglio. Sono sveglio! >> Esclamò, tirandosi a sedere di colpo e provocandosi un giramento di testa. Cana lo fissò, inarcando un sopracciglio, appoggiata al muro del vicolo mentre i raggi solari stagliavano la sua ombra sulle mattonelle che ricoprivano il terreno. << Buongiorno principessa. >>

<< Che diavolo ti è successo? >> Gli chiese, indicandolo.

<< In che senso? >> Apparentemente non si ricordava. Cana tirò fuori dalla borsa uno specchietto e glielo mise davanti. Lui si diede un'occhiata, girando il capo verso la parte dell'occhio nero, il livido era tanto scuro da rendere quasi invisibili i triangoli neri sotto gli occhi, e poi le sorrise sardonico.

<< Non credi anche tu che non sia mai stato più bello di così? >> La ragazza gli lanciò uno sguardo severo, in senso di volere una risposta. << Va bene... mi hanno pestato ed ero troppo ubriaco per reagire... forse... >> Mentiva. Lei lo guardò ancora più male. Bacchus si alzò in piedi e si spolverò i vestiti interrati, con movimenti che a Cana sembrarono anormali per uno con una tale ferita sull'avambraccio. << Però ora sto bene! >> Le disse, in posa trionfante. Ci mise tre secondi a svenire nuovamente.

 

<< Mira, prendo il kit medico! >> Urlò Cana, appena entrata in gilda. Mirajane, che stava lavando tazzine e piattini da caffè la guardò sospettosa.

<< Chi devi curare? Non ti sarai mica fatta male! >> Disse appoggiando la tazzina che aveva in mano sul lavandino, con una nota di preoccupazione.

<< No, non sono io, è... >> La ragazza spezzò la frase a metà, maledicendosi mentre usciva all'infermeria con la valigetta rossa in mano. << Il mio gatto...? >>

<< Ma tu non hai una gatto. >> Disse l'amica, inarcando un sopracciglio.

<< Si... lo ho trovato stamattina... scombussolato... ferito... no collare... >> Mirajane la guardava sempre più male, ma poi tornò al suo hobby di lavare stoviglie.

<< Inneffetti hai sempre voluto una gattina! >> Disse alla fine, come in segno che se la fosse bevuta. Cana la guardò, ringraziando il cielo.

<< Si... esatto, una femmina! >> Le disse, rendendosi il più credibile possibile.

<< Come l'hai chiamata? >> Cana si guardò attorno in cerca di idee.

<< Il suo nome è... >> Non dire Bacca! Non dire Bacca! << Ribes...? >> Disse, per poi uscire di corsa dalla porta, farfugliando cose sul tempo, in modo da non dare occasione a Mira di fare altre domane.

 

<< Seriamente, come hai fatto a farti ridurre così!? >> Disse Cana, incredula ai propri occhi. Si erano seduti su una cassa abbandonata nel vicolo, e lei si era messa a sistemargli le ferite partendo da quella del braccio, per poi iniziare il viso.

<< Ho usato la tattica dell'opossum. >> La chiaroveggente gli lanciò uno sguardo interrogativo. << Mi sono finto morto per sopravvivere! >> Lei non ci credette. << Ok, sono svenuto dopo un colpo alla testa. >>

<< Ah, ecco. >> Iniziò a pulirgli la ferita attorno all'occhio, facendolo trasalire di dolore alla minima pressione. << Scusa. >> Disse, facendo con più calma.

<< Ricordi almeno chi è stato? >> Chiese, mentre imbeveva una pezzo di cotone di disinfettante.

<< … No, cioè, si, ma... no, non ricordo assolutamente nulla! >> Disse, arrancando frasi a caso.

<< Facciamo entrambi schifo a mentire. >> Osservò lei, sottovoce. << Sai che so predire il futuro, ma anche vedere il passato, vero? >> Bacchus strabuzzò gli occhi. Sospirò e poi indicò la gilda, arrendendosi al fatto che tanto lo avrebbe scoperto.

<< È stata Mirajane. >> Disse, in un soffio. Lei gli sorrise.

<< Bene, e cosa avresti fatto per farla talmente tanto incazzare? >> Gli chiese con calma, come se stesse parlando a qualcuno che non conosceva bene la sua lingua.

<< Ciò non posso dirtelo. >> Affermò lui. Cana sospirò.

<< Seriamente preferisci che io lo legga nei miei tarocchi? >> Bacchus non diede segno di cedere su questo punto.

<< Si, almeno non sarò lì a sentirmi dire che sono un'idiota anche da te. >> Disse, con aria di chi la sa lunga. << Quella vocina nella mia testa è già bastata. >> Lei si rassegnò e, dopo aver tolto il sangue dall'occhio, iniziò a pulirgli il resto del viso.

<< Ti devo togliere il trucco sotto gli occhi. >> Disse, concentrata sulla medicazione.

<< Oh, non è trucco. >> Disse lui con disinvoltura.

<< Seriamente? >> Si fermò lei, diventando di colpo confusa.

<< Oh si, ci si potrebbe fare una favoletta educativa per bambini: “L'ubriaco e il tatuatore”! >> Disse, scrivendo un ipotetico titolo in aria con un gesto della mano. Cana rise, di nuovo come la volta di qualche giorno prima, era bello vederla ridere. Riprese a pulirgli le ferite sul volto, mantenendo un sorriso calmo.

<< Va bene, ho finito. >> Disse, rimettendo in ordine la valigetta dei medicinali.

<< Grazie principessa. >> Le sorrise, anche se ciò gli provocò un male dell'accidente nella parte del livido.

<< Oh, mio prode cavaliere! >> Lo prese in giro, aiutandolo ad alzarsi in piedi, assicurandosi che non svenisse nuovamente. Gli diede due bustine di zucchero che aveva in borsa e poi lo direzionò verso la fermata autobus più vicina.

<< Datti una ripulita! >> Gli urlò. Lui si voltò per risponderle.

<< Mai codesta frase suonò più aggrazziata se non con la tua voce! >> Si soffermò un attimo a pensare a ciò che aveva appena detto. << Devo essere ancora ubriaco! >> Si salutarono andando in direzioni opposte.

Cana rientrò in gilda, rassegnata al fatto che non avrebbe mai saputo cosa diavolo aveva fatto quell'idiota a Mirajane, dato che i suoi tarocchi non erano così precisi, ma non fece in tempo a chiudere la porta che una voce le fece venire voglia di tornare fuori:

<< Come sta il tuo gatto? >> Le chiese una Mirajane semifuriosa, con tanto di vassoio e mano sul fianco.

<< B-bene! >> Balbettò lei, schiacciandosi sulla porta.

<< Ho sempre detestato i gatti impertinenti, sai? >> Cana la guardò per un secondo senza capire di cosa stesse parlando, poi si rese conto che quel dannato demone aveva capito tutto.

<< Si, ma a volte ti aiutano se sei nei guai. >> Le rispose lei, dirigendosi verso la bacheca delle richieste, facendo finta di nulla. << Comunque credo che lo lascerò andare non appena le ferite gli saranno guarite del tutto. >> Disse, tranquillizzando l'amica, che stava appoggiando il vassoio su un tavolo lì vicino. << Ma, la domanda è: che cosa ti ha fatto oggi quel povero gatto per ridurlo in quello stato? >> Cana incrociò le braccia e la fissò, cercando di apparire superiore.

<< Tsk! Ovvio no? Ricorda: le amiche servono a mettere un muro tra te e gli idioti che vogliono il tuo numero! >> Disse, incrociando le braccia a sua volta. << Beh, certo, poi ognuno ha i suoi metodi... >> Ma Cana non la stava neanche più ad ascoltare. Bacchus si era fatto picchiare brutalmente da Mira per avere il suo numero? Questa cosa le suonava familiare, ripensò alla conversazione che avevano avuto qualche giorno prima... Sorrise tra se e se, rendendosi conto che era stata lei a dargli l'idea.
<< Quell'idiota... >>

Angolo Autrice:
Rieccomi con la mia prima long fic! Spero vi stia piacendo, seriamente, e spero che recensiate dicendomi se sto sbagliando qualcosa o se volete darmi consigli! Questo capitolo l'ho dovuto riscrivere due volte, ma alla fine ci sono riuscita (tantatannnn!) e non vedo l'ora di vedere i vostri commenti ^^ Buona notte a tutti e prendete nota: non sono sotto effetto di medicinali!
PS: sono le 22:51, ma la storia la ho scritta ieri all' 1:28
  
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