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Autore: Ashura_exarch    27/05/2014    5 recensioni
Solo un irraggiungibile sogno, solo una mera illusione. Ecco cos'erano realmente i pokemon.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Videogioco
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Solo un irraggiungibile sogno, solo una mera illusione. Ecco cos'erano realmente i pokemon.
Il ragazzo continuava a rigirarsi irrequieto nel letto. Era da molto che faceva incubi ricorrenti su quel tema, e passava molte notti movimentate. Quella sera, piuttosto che addormentarsi, prese a rigirarsi incessantemente nel letto.
"Solo un'illusione, ecco cosa sono" continuava a pensare.
Era sempre stato un patito del target. Da quando aveva sei anni non si era perso un solo gioco pokemon né una signola puntata della serie animata, né un film. Da quando poi aveva scoperto Internet era diventato un patito di fanfiction, disegni e altre cose fatte dai fan, sempre sui pokemon. Si poteva definire il più grande esperto nel settore in settecento chilometri. I pokemon erano il suo sogno. La sua ossessione. La sua droga. Era per questo quasi sempre stato emarginato a scuola, preso in giro, sbeffeggiato, ma non gli importava. I pokemon erano la sua vita.
Solo che era tutto finto. Era da tempo che una parte di lui cercava di accettare questo. I pokemon erano solo invenzioni atte a far divertire milioni di videogiocatori, nulla a cui stare dietro più di tanto. Ma per lui era diverso. Lui voleva bene ai suoi pokemon, nonostante fossero solo immagini e sequenze numeriche all'interno della cartuccia. Lui li amava, li curava. E stava male, pensando che tutto ciò fosse vano.
Aveva sempre sognato che i pokemon fossero reali, che fossero veri compagni di vita, e non semplice intrattenimento animato videoludico. Aveva sempre sognato di volare nel cielo a cavallo del suo Charizard, di solcare gli oceani sul suo Lapras e di andare sottoterra con il suo Excadrill. Soffriva quando realizzava di star inseguendo una chimera.
Ce l'aveva a morte con la Game Freak. Nonostante fossero loro ad aver creato la cosa che amava, erano coloro che gli avevano regalato quel falso sogno, quella meta irraggiungibile. Si sarebbe vendicato, senza dubbio. Non si sarebbe mai perso nulla del target, ma un giorno si sarebbe vendicato.
Dopo molte ore insonni passate a riflettere, giunse ad una conclusione. "Certo, che stupido che sono! Vedrete, vedrete! Ci riuscirò, ne sono sicuro!
Cominciò a piovere. Scese dal letto, e si precipitò a prendere carta e penna. Iniziò subito a scrivere molti calcoli, intricati ragionamenti e complicate spiegazioni. Alla fine la raggiunse, l'equazione fatale, quella che avrebbe risolto tutto.
In una palese imitazione di Gene Wilder, urlò, con tutto il fiato che aveva in gola e con uno sguardo allucinato: - SI! PUO'! FARE! - con annesso tuono di sottofondo.

Le macchine fotografiche scattavano all'impazzata, e nella sala la concitazione era alle stelle. Se quelle voci di corridoio si fossero rivelate vere, questo sarebbe stato lo scoop del secolo.
In fondo alla sala, in piedi di fianco alla macchina, stava il ragazzo, ora uomo, che guardava compiaciuto la folla di giornalisti davanti a lui. Aveva lavorato duro quarant'anni per arrivare a quel giorno. Da quando aveva trovato quell'equazione si era messo sotto e aveva conseguito numerose lauree e alcuni master in scienze biologiche e informatiche, e si era sempre di più dedicato alle sue ricerche, impegnandosi anche a trovare i fondi necessari per finanziare il suo progetto. No, quello era di più di un progetto, era un sogno. Sarebbe stato qualcosa di fantastico. Ma non solo per lui, per molti altri. Quel giorno sarebbe entrato nella storia. Macché, nella leggenda.
Lo scienziato, con un grosso sorriso, cominciò ad illustrate la sua macchina in grado di convertire le sequenze numeriche in qualcosa di vivo, di senziente, in un essere vivente capace di provare emozioni. Il mormorio della folla si faceva sempre più rumoroso, e lo scienziato si compiaceva di questo. Non mancava molto al momento.
Aveva collezionato molti fallimenti nel corso degli anni. Purtroppo i codici erano convertibili solo una volta, e ciò voleva dire morte in caso di sbaglio. L'uomo aveva perso molti dei suoi fidati compagni nel tentativo di tirarli fuori dai giochi, ma dopo molto c'era riuscito. Quella macchina aveva finalmente realizzato il suo sogno, e concretizzato lo scopo per cui era stata costruita.
Arrivò alle conclusioni finali. Stava per succedere. Nascosto sopra una trave del soffitto, stava Gallade, che ad un cenno dello scienziato sarebbe atterrato nella sala, stupendo i giornalisti e dando inizio ad una nuova era.
Lo scienziato, felice come non mai, diede il segnale.
  
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