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Autore: Kalyma P Jackson    28/05/2014    2 recensioni
La vita di Savannah cambia quando scopre di essere una semidea. Dopo aver dato sfoggio dei sui poteri (molto più forti di quello che pensa) usati contro un mostro, viene portata al Campo Mezzosangue dalla sua amica Cassandra ( Cassie). La vita le si complica ulteriolmente quando la madre divina ha bisogno di aiuto e deve partire alla ricerca di quattro oggetti...Cosa le succederà tra cavalli volanti, figli di Afrodite molto antipatici e grandi amici?
Dal testo:
Cassie la trascinò in un vicolo buio e puzzolente e si appoggiò al muro con la schiena, con aria esausta. " Dovremmo averla seminata..." Borbottò. Savannah la squadrò con aria truce: " Potresti spiegarmi che cavolo succede? E va bene che quella donna è un po' inquietante, ma non credo sia una serial killer! " Cassie la guardò, estremamente seria: " Io credo che dovremmo preoccuparci del cane... "
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Savannah e Ryan seguirono Damon attraverso la boscaglia tropicale. La ragazza non era mai stata così contenta di vedere il figlio di Ermes.
      Be’, tralasciando la parte in cui lui aveva detto: << Sapete, ragazzi, mentre voi due stavate qui a limonare… >> qui era stato interrotto da numerose proteste dei due, mentre Irene fissava la scena impassibile. Comunque aveva continuato imperterrito: << … Io e Cassie abbiamo trovato la cerva. Ci è voluto un po’, ma non credo che vi sia dispiaciuto stare da soli, vero?>>
      Savannah non lo aveva ridotto in cenere solo perché aveva accidentalmente impedito che Ryan la baciasse. La sua testa non riusciva neanche a stabilire se questo fosse un bene o un male.
      C’ erano momenti in cui voleva gridare dal sollievo, altri in cui era tentata di strangolare Damon. Qualunque cosa avesse fatto, però, era sicura che non sarebbe mai più riuscita a stare da sola con Ryan senza che le venisse il nervoso, come minimo.
     E se ci avesse riprovato e non ci fosse stato nessun impiccione in giro? Situazione difficile, vero, ma pur sempre possibile. Allora che doveva fare? Mandarlo a quel paese con uno schiaffo o rispondere al bacio? Che cosa voleva fare lei soprattutto? E se… Oh, dei Savannah, ti stai torturando per una cosa che non è neanche successa! Smettila! Ma però, se…
     Fortunatamente, la ragazza non poté interrogarsi oltre, perché Damon fermò i due compagni dicendo: << Shh… Ci siamo quasi… Qui ci sono Cassie e Lelapo.>> << E voi due, invece, vi siete divertiti?>> chiese Ryan con un sorriso malizioso. Cercava evidentemente vendetta, ma Damon non gli diede soddisfazione.
      << Oh, sì, Cassie è decisamente una buona compagnia.>> rispose infatti con disinvoltura. Savannah lo invidiava per questo. Lei, poco prima, era riuscita solo a balbettare: “ No… Io… Ryan… Irene, ecco…”
       Damon spostò un altro paio di piante, poi si trovarono in un minuscolo spiazzo fatto artificialmente poco prima. Si notavano ancora i resti delle piante tagliuzzate che lo abitavano fino a qualche ora fa. La maggior parte dello spazio era occupato da Cassie, concentratissima e seduta a gambe incrociate, e da un pentolino. Damon fece loro segno di accucciarsi a quattro zampe.
        << Cassie!>> sussurrò Savannah. << Che stai facendo?>> << Uhm… Oh, ciao ragazzi. Sav, vuoi un po’ di cioccolata calda? E’ nel pentolino.>> Cassie sembrava un po’ spaesata, come se si fosse appena svegliata da uno stato di trance. << Cassie, non ci sono bicchieri o tazze, qui. E poi ti ho chiesto cosa stai facendo!>> ripeté Savannah, un po’ stupita. << Sto tenendo a bada la cerva. Sono riuscita a modellare la foschia in modo che le faccia credere di star correndo per prati soleggiati e cose così… Non riesce neanche a sentirci, ci prende per uccelli. Ma non ci vorrà molto prima che se ne accorga. E’ una faticaccia, sono a pezzi. Lelapo, mi sta aiutando come può, spargendo erbe e facendo finta i essere una volpe o un cinghiale… cose così. Ma fra poco crollerò.>> Cassie si fermò un’ attimo, stanca, come se anche solo parlare le costasse energia. << Bevi un momento quella roba , Sav. Anche dal pentolino, se vuoi.>>
         Savannah era un po’ sorpresa, ma l’ accontentò. Non appena bevve quella specie di cioccolata calda, fu attraversata da una sferzata di energia. Neanche il sapore era male, quindi ne ingurgitò un’ altra sorsata.
        << Gnam… Buona! Che c’è dentro?>> chiese la ragazza, leccandosi le labbra. << L’ ha fatta Cassie. Dentro ci sono erbe curative e energizzanti, una bella dose di nesquik per il sapore, latte, nettare e… peli di Lelapo.>> rispose Damon senza scomporsi. << Cosa?… puh, puh!>> Savannah sputacchiò tutt’ intorno, tirando fuori la lingua come per vedere se diventava pelosa. << Bleah! Savannah non sputarmi addosso! E poi i peli di Lelapo donano velocità, lo ha detto Cassie. Dovresti stare al passo con la cerva, almeno per un po’…>> << Preferivo correrle dietro ansimando, piuttosto che bere quella porcheria!>> replicò lei schifata. << Peli di cane, ti rendi conto!? Ho appena mangiato peli di cane!>> continuò.
        Ryan, intanto guardava la scena ridendosela alla grande. Savannah gli scoccò la sua occhiataccia peggiore, anche se si rendeva conto che il tutto doveva apparire molto divertente. Lui si zittì e le fece un segno di scusa, con aria solo leggermente ironica! Al confronto l’ attacco di uno pseudo chiwawa trasformato in chimera era normale. Savannah si trattene dallo spalancare la bocca e far ruzzolare tutte e due le mascelle per terra solo per cercare di mantenere ancora un po’ la sua poca dignità.
        Cassie emise un gemito sofferente. << Non ce la faccio più! Portali dalla cerva, non perdere tempo!>> ordinò a Damon. << Sì, signora.>> il ragazzo scattò in piedi all’ istante e le fece il saluto militare. Cassie sospirò in modo chiaramente esasperato, ma a parte questo non diede segno d’ averlo visto.
        Damon si avviò baldanzoso e fece un cenno agli atri due, che lo seguirono. Comunque, il figlio di Ermes non poté camminare a lungo in quel modo, perché dopo pochi passi i tre dovettero strisciare carponi tra i cespugli. Be’,non erano esattamente cespugli, più delle piante dalle foglie enormi che sbucavano direttamente dal terreno, ma per nascondersi e strisciare andavano altrettanto bene.
         Un altro paio di metri e finalmente Damon spostò un paio di foglie di… chissà, mangrovia? e si vide la cerva. Savannah doveva ammettere che era un bellissimo animale. Forse, se fosse stata umana, avrebbe eguagliato Afrodite.
         Il suo mantello era d’ argento puro, come la luna nelle sue notti più splendenti. Gli occhi invece, erano due stelle lucenti. Per non parlare poi degli zoccoli: tutti e quattro d’ oro massiccio e tutti con incastonate pietre preziose diverse. Nel primo c’ erano zaffiri e diamanti, nel secondo rubini e ametiste, il terzo vantava giada e quarzi rosa, mentre nel quarto si potevano notare perle bianche e grigie. Savannah si chiese come diavolo facesse a muoversi velocemente con tutto quel costoso armamentario sulle zampe. Però non faceva fatica a credere che avesse un calcio molto potente.
        << Muoviti!>> Damon le diede una spintarella. << Vuoi stare qui a guardarla per tutto il giorno?>> Savannah gli scoccò un occhiataccia che tradotta significava: “ Ritieniti fortunato, perché ho cose più importanti da fare che prenderti a calci.” Mentre si avviava verso l’ animale, ebbe la sensazione di sentire Ryan sussurrarle “ Buona fortuna”. Si girò e lo trovò intento a osservarsi le unghie. Ora era sicura che fino a un momento prima la stesse osservando. Savannah si chiese cosa gli fosse preso. Subito dopo, si rimproverò: Brava Savannah, non concentrarti sulla cerva, prova a leggere nel pensiero di quel citrullo dietro di te!, si disse.
         La ragazza finalmente fu dietro all’ animale, che brucava l’ erba in tutta tranquillità. Gli incantesimi di Cassie la nascondevano. Savannah ringraziò mentalmente l’ amica, pregò gli dei di uscire viva da quell’ esperienza e fece la mossa decisiva: saltò in groppa alla cerva. Era molto più piccola di Irene, quindi montare non fu difficile. Il problema era che la figlia di Estia voleva scendere con tutte le sue forze.
         Non appena la cerva sentì il suo peso sulla groppa, lanciò una specie di muggito stridulo e si impennò. Savannah se lo aspettava e praticamente le artigliò la pelliccia per reggersi. E questa fu solo la parte migliore. La cerva corse in circolo a tutta velocità, a volte sgroppando, come in quella giostra che fa la medesima cosa ( a parte lo sgroppare) mentre le persone sono agganciate con delle sedie simili ad altalene. Solo che in questo caso le probabilità di morire erano molto più alte. E anche quella di vomitare. Savannah era contentissima di non aver mangiato niente, in quel momento.
        Poi Miss Velocità cambiò tattica. Iniziò ad usare la modalità corrida. In pratica, si trattava di correre, scalciare e impennarsi ancora di più, nell’ imitazione perfetta di un toro imbizzarrito. Savannah questa volta stava davvero rischiando di finire i suoi giorni spiaccicata contro un albero, come un insetto sul parabrezza di una macchina. E qualcosa in lei si ribellò. No, non avrebbe fatto quella fine. Lei non era un insetto. Fu così che le venne in mente L’ Idea.
        Strinse le gambe intorno ai fianchi dell’ animale e liberò una mano. Tra le dita le brillò una fiammella. Savannah cercò di concentrarsi, nonostante i sobbalzi e gli scossoni e la fiammella divenne lunga e stretta, fino ad avere la forma di una lunga corda. Un altro piccolo sforzo e la corda divenne un cappio. Ora veniva la parte difficile.
        La ragazza non sapeva se era in grado o meno di abbassare la temperatura del fuoco. Non ci aveva mai provato. Ma doveva tentare. Se feriva la cerva, era morta. Se non la prendeva, era ugualmente spacciata. Si concentrò e il cappio si strinse sul collo della cerva. L’ animale urlò… di rabbia e frustrazione. Era in trappola!
       Per un istante, si illuse che il suo compito fosse finito, che l’ avesse in pugno. E quello fu il suo errore. La cerva non era per niente sconfitta. Col suo strano muggito adirato, si impennò. Savannah cadde e sbatté violentemente la schiena contro un albero. Gli occhi le si riempirono di macchiette rosse. Il fuoco le evaporò dalle mani. Usare il suo potere, soprattutto concentrarsi per abbassare la temperatura, l’ aveva sfiancata. Con quel colpo era definitivamente KO. Sentì delle voci preoccupate che la chiamavano per nome, poi un rumore di zoccoli.
       Si sforzò di mettere a fuoco. La cerva stava scappando. Si tirò a sedere e alzò una mano. Un grande muro di fiamme si erse davanti all’ animale. Lo osservò confusa, scalpitando. Savannah si sentiva prosciugata, ma trovò comunque la forza di urlare: << Prendetela! Che aspettate?>> Il muro di fiamme si stava estinguendo. Fra poco la cerva avrebbe tagliato la corda.
       La ragazza sentì urlare un “ Ehi!”, poi vide Ryan avanzare verso la cerva roteando la frusta di Damon, che era stata legata come un cappio. Per forza il suo padrone protestava. Il ragazzo lanciò il cappio, ma non era esattamente un cow boy, e mancò il bersaglio. L’ animale si impennò di nuovo, guardingo. Oh, fantastico! Avvisalo che vuoi imprigionarlo, fallo anche scappare, lo possiamo riprendere molto facilmente! avrebbe voluto urlargli la ragazza, ma era mortalmente stanca. Ryan guardò la cerva negli occhi, roteando la frusta come un lazo. Lei gli lanciò un’ occhiata, come per dire: “ Non mi hai fatto prima e non mi farai neanche ora.” Il figlio di Afrodite continuò a guardarla, poi lanciò il cappio… e le zampe anteriori della cerva furono imprigionate. L’ animale non se lo aspettava e cadde rovinosamente a terra. Ora era davvero vinta.
        Savannah si sentì tirare per il braccio. Damon era andato ad aiutarla. << Tutto bene?>> chiese, aiutandola ad alzarsi. << Secondo te?>> rispose lei debolmente, barcollando. Era stanchissima, e la schiena le faceva un male cane. Un’ altra voce la raggiunse, alla sua destra. << Ringrazia la mia pozione. Senza di lei non potresti neanche muoverti, ora. Se tu fossi ancora qui, naturalmente.>> << Grazie dell’ incoraggiamento, Cassie. Felice di vedere che almeno tu ti sei ripresa.>> La figlia di Ecate fece un gesto noncurante, e le porse un pezzo di ambrosia. La ragazza lo mangiò a piccoli morsi e, quando lo finì, si sentiva già molto meglio. Almeno la schiena aveva messo di farle male.
         Con la coda dell’ occhio, vide Ryan venire a passo svelto verso di lei. La cerva, invece, era ancora per terra, legata, con Lelapo sopra e Irene al fianco. I tre stavano chiacchierando animatamente e la loro preda sembrava più calma.
          << Wow, Savannah, hai fatto un lavoro fantastico! Ti senti bene?>> furono le prime parole che le rivolse il figlio di Afrodite. Savannah gli aveva quasi risposto: “ Ti sei drogato? No, perché mi hai fatto un compimento e non eri ironico!”, ma si trattenne. Si concentrò invece sulla seconda parte del discorso. << Be’, prima mi sembrava di essere stata travolta da un branco di elefanti, ora da un elefante solo, quindi direi che c’è un miglioramento, dopotutto. E, a proposito, anche tu hai dato una mano, quindi è stato un bel lavoro di squadra!>>
           Il ragazzo ridacchiò, poi si diedero il cinque. Cassie li osservò, sgranando gli occhi. << Frena, frena, frena! Mi sono persa qualcosa?>> << Oh, niente…>> fece Damon, prima ancora che gli altri due potessero aprire bocca. << Solo Savannah e Ryan che limonavano!>> << Cosa?>> esclamò Cassie, confusa. Fortunatamente, gli dei ascoltarono le preghiere di Savannah, perché quella scena non poté protendersi oltre. Un lampo di luce dorata illuminò la piccola radura, e uno degli dei più splendenti (ma non per intelligenza) che Savannah avesse mai incontrato fece il suo ingresso.
           << Divino Apollo! Siamo contenti di rivederla!>> esclamò la ragazza, ed era del tutto sincera. Il dio le aveva appena salvato la faccia! << Be’, sì, io faccio quest’ effetto alle donne.>> si pavoneggiò Apollo. << Non a mia madre.>> gli ricordò la ragazza, pentendosi di quello che aveva detto. Al campo insegnavano subito una cosa: non contraddire gli dei. Comunque era vero. Apollo aveva chiesto ad Estia di sposarlo e lei aveva rifiutato. Chissà perché… si chiese, ironica.
           Fortunatamente, Apollo non sembrò turbato e si limitò a commentare: << E’ stata una fortuna, in realtà. Non mi va di finire come Zeus e Poseidone, sempre a litigare con Era e Anfitrinite! No, meglio non accasarsi. Ma lasciamo perdere. Vedo che avete ripreso la mia piccola cerva…>> alla parola mia in cielo si sentì un tuono. << Sì, sì, Artemide, è tua. Sì, glielo dico.>>  rispose Apollo.
           Si rivolse di nuovo ai semidei: << Artemide vi manda i suoi ringraziamenti. Soprattutto a Ryan e Savannah. Ritieniti fortunato, ragazzo. Artemide ringrazia un maschio una volta al millennio, e soprattutto non un figlio di Afrodite. Ok, dice anche che io e lei vi dobbiamo un favore. Quindi vi dirò dove sono gli ingredienti.>> fece una pausa ad effetto, continuando: << Vi conviene iniziare dalle spoglie d’ oro di un re tiranno.>>
            << Perché?>> chiese Damon. << Se ben ricordo, non era il primo della lista.>> << No!>> confermò il dio. << Ma si trova qui in Amazzonia, da qualche parte. Saprete dove sono gli altri ingredienti al momento giusto. Au revoir!>> Apollo sparì in un lampo di luce dorata, portandosi via la cerva, che lanciò anche lei un verso di saluto.  
             << Ok, ragazzi. E’ quasi sera. Accampiamoci, mangiamo e riposiamoci. Domani dovremo setacciare tutta l’ Amazzonia.>> decretò Cassie, afflitta.
           

Angolo Autrice:
Salve! Da quanti millenni non aggiorno? Due? Tre? Scusate, ma c' erano i miei problemi, il mio computer, la mia vita, la mancanza di ispirazione... La mancanza di motivi per postare il capitolo, visto che ho poche recensioni. Anche se da questo punto di vista devo davvero ringraziare heydrarry, che è davvero gentile a recensire sempre! A proposito di recensioni, vi prego, vi supplico e vi scongiuro di spendere cinque minuti a farne qualcuna! Andiamo! Vabbe', lasciamo perdere. Piuttosto, qualche idea su cosa siano le spoglie d' oro di un re tiranno? No? Io non anticipo,hi,hi,hi,hi! Mi dileguo! Ciao!
                                                                                                                                                                                                Kalyma
  
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