Storie originali > Drammatico
Segui la storia  |       
Autore: stelimi3    28/05/2014    1 recensioni
Quando capii che c'era anche lui,ragione della mia vita,che inizialmente odiavo,ricominciai a vivere.
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Ero sola. O quasi. Vivevo con mio fratello di 5 anni dalla sua nascita ormai. Mio padre se n'era andato di casa per la seconda volta dopo aver messo incinta mia madre,poi non era più tornato.

Mia madre morì di parto. Quando me lo riferì quell'infermiera,io smisi di respirare per cinque minuti e ventitrè secondi. Li cronometrarono mentre cercavano di farmi "vivere". Avevo gli occhi aperti. Ero rimasta in piedi senza muovermi. Poi mi fecero sedere vedendo che non reagivo,infine mi sdraiarono. Sentivo tutto e vedevo tutto,solo al rallentatore. Mi scuotevano,cercavano di rianimarmi con quelle due specie di macchinette che producono scariche elettriche che di solito si usano nel mio caso... Rinvenni da sola dal mio stato di trance mettendomi a sedere di scatto sulla barella dove ero distesa,con un respiro grandissimo come quando si esce da sott'acqua. Per sicurezza dissero che mi avrebbero fatto rimanere in ospedale,nel caso riaccadesse. Volli dormire sul lettino dove era stata mia madre. Dormivo di giorno e la notte stavo a pancia in su fissando il ventilatore della piccola stanza che girava lentamente senza uno scopo,visto che faceva caldo ugualmente,anche essendo alla fine dell'inverno. Riuscivo solo a pensare che era colpa di quel mostriciattolo piagnucolante,che era solo colpa sua.

La stessa infermiera che mi diede la notizia mi portava il vassoio con la minestra e lo posava sul comodino. Mi guardava con un sorriso triste e gentile,piena di comprensione. Nonostante ciò io non mangiai mai. Ogni volta lei tornava,prendeva il vassoio con la minestra intatta e fredda,con il cucchiaio pulito accanto al piatto,mi guardava ancora con un sorriso triste senza dirmi nulla e riportava il cibo dal cuoco,da parte del quale sentivo sempre dei brontolii,visto che la cucina stava accanto alla mia stanza,ma poi diceva : "Povera ragazza,ha perso tutto". Al che io mi giravo dall'altra parte del letto e mi addormentavo.

Non ho mai pianto. Mai. Mi tenevo tutto dentro. Non ho mai neanche mangiato o parlato per una settimana che rimasi lì. Con il passare dei giorni non mi alzavo neanche più dal letto.

La settima notte invece dormii e feci un sogno. Cosa strana perchè non sognavo dal giorno della scomparsa della mamma. Sognai proprio lei. Mi abbracciava e mi baciava, e io piangevo e piangevo abbracciandola a mia volta. Lei mi disse di non continuare a farmi del male. Dovevo farmi forza e accettare tutto. Anche se forse era sbagliato,diceva,era destino. Ed era anche destino che io mi alzassi e accettassi "quel piccolo dono di Dio". Mamma diceva sempre che tutto è un dono di Dio. Tutto era merito suo. Mio malgrado smisi di credere in lui da quando lei morì.

Tuttavia la mattina seguente mi alzai dal letto di mia volontà. Fu una sensazione quasi nuova, avevo i piedi e le gambe un pò addormentati,avevo poche forze e mi faceva un certo effetto vedere nel mio riflesso una quindicenne così magra,soprattutto perchè non lo ero mai stata così tanto.

Arrivai fino alla nursery,e quando provai a parlare a un'infermiera mi uscì dalla gola un suono lieve e flebile. Dov'era quella voce che era tanto adorata dalla mamma? La rivolevo subito. Perciò mi schiarii la voce,tossii e finalmente tornò quasi come nuova. Le chiesi quale di quei bimbi fosse mio fratello,e lei mi portò nell'ultima fila di culle,dove all'angoletto della stanza c'era lui. Aveva una tutina gialla,il colore preferito della mamma. Il piccolo era avvolto da un lenzuolino bianco. la testa era poggiata su un lato,le manine erano chiuse in due pugni sopra il piccolo cuscino. Aveva i capelli rossicci,come i miei. Quando si svegliò, agli occhi non credetti,perchè anche io li avevo neri appena nata,ma poi diventarono verdi col tempo. Avevo un lieve desiderio di prenderlo in braccio, ma prima mi sedetti accanto al lettino e poi lo cullai tra le mie braccia apparentemente deboli. Mi guardò incuriosito per qualche istante,poi le piccole palpebre non ressero e ricadde addormentato. Prima però mi sorrise. Un sorriso talmente dolce di cui io mi innamorai per sempre.

  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Drammatico / Vai alla pagina dell'autore: stelimi3