REMEMBER US
Come faccio a spiegare al mio cuore che fra noi non sarà più come prima?
Come faccio a spiegare ai miei occhi che non incontreranno più i tuoi senza il rimpianto, la distanza e la mancanza che c’è ora?
Come faccio a spiegare alle mie braccia che non ti stringeranno più nei momenti bui?
Come faccio a spiegare a me stessa che tu non ci sarai più per me come prima e che tutto da ora cambiera?
Come faccio a spiegare ai miei occhi che non incontreranno più i tuoi senza il rimpianto, la distanza e la mancanza che c’è ora?
Come faccio a spiegare alle mie braccia che non ti stringeranno più nei momenti bui?
Come faccio a spiegare a me stessa che tu non ci sarai più per me come prima e che tutto da ora cambiera?
Le nostre chiacchierate alle tre di notte, sotto le coperte,
mentre il mondo dormiva ignaro dei segreti
che ci scambiavamo.
I nostri ‘ti voglio bene’ urlati al vento.
I nostri abbracci che mi riportavano a galla,
quando ero sul punto di affogare.
I nostri sorrisi complici, che capivamo solo noi.
mentre il mondo dormiva ignaro dei segreti
che ci scambiavamo.
I nostri ‘ti voglio bene’ urlati al vento.
I nostri abbracci che mi riportavano a galla,
quando ero sul punto di affogare.
I nostri sorrisi complici, che capivamo solo noi.
E mi manca tutto questo. Mi manca ogni giorno di più.
Mi mancano i nostri baci, i nostri abbracci, le nostre risate.
Mi mancano le tue prese per il culo scherzose e la tua fottuta sincerità che tanto amavo.
Mi manca la tua dolce acidità e il modo in cui ti schieravi sempre della mia parte, anche quando non avevo ragione.
Mi manchi tu. Mi manca il ‘noi’ che c’era prima.
Io ero quella dolce da diabete.
Tu, quella acida da limone.
Io ero quella che amava sognare.
Tu, quella che amava riportarmi alla realtà.
Io ero quella che viveva in un mondo fatto di parole.
Tu, quella che parlava il linguaggio dei numeri.
Tu, quella acida da limone.
Io ero quella che amava sognare.
Tu, quella che amava riportarmi alla realtà.
Io ero quella che viveva in un mondo fatto di parole.
Tu, quella che parlava il linguaggio dei numeri.
Eravamo gli opposti, ma proprio per questo ci completavamo alla perfezione, come due pezzi di puzzle che aspettano solo di essere adagiati vicini per formare l’immagine.
Ma quell’immagine non esiste più ormai.
L’abbiamo cancellata noi, togliendo un pezzo per ogni errore che ci allontanava, fino a quando non ne è rimasto nemmeno uno e siamo arrivate al punto in cui siamo ora.
Ma quell’immagine non esiste più ormai.
L’abbiamo cancellata noi, togliendo un pezzo per ogni errore che ci allontanava, fino a quando non ne è rimasto nemmeno uno e siamo arrivate al punto in cui siamo ora.
Ora, che parliamo solo per cose riguardanti la scuola.
Ora, che ti diverti a farmi soffrire.
Ora, che non sei più la ragazza per cui prima avrei dato la vita.
E prima, quando tu non c’eri nel momento in cui io avevo più
bisogno di te, della mia migliore amica.
Ora, che ti diverti a farmi soffrire.
Ora, che non sei più la ragazza per cui prima avrei dato la vita.
E prima, quando tu non c’eri nel momento in cui io avevo più
bisogno di te, della mia migliore amica.
Una volta mi dicesti che ero diversa dalle altre, ed era per questo che tenevi così tanto a me e che non avresti permesso a niente e nessuno di separarci. Poi te ne andasti, mi voltasti le spalle pronta a gettarti fra le braccia delle oche che avevamo sempre detestato. Forse perché eri tu ad essere come tutte le altre.