Storie originali > Romantico
Ricorda la storia  |       
Autore: GloriaBanks    28/05/2014    0 recensioni
Premetto che ho appena compiuto quattordici anni e questa storia l'ho scritta circa un anno fa, ed è stato il mio primo racconto. Spero sia di vostro gradimento; accetto critiche e pareri vari, grazie.
«Il mio nome è Rebecca. Sono al secondo anno di liceo e vivo in California, a Los Angeles. A scuola purtroppo non sono quella solita ragazza reputata perfetta, solare e simpatica. Non sono quel tipo di persona che tutti vorrebbero avere come amica...»
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Il mio nome è Rebecca. Sono al secondo anno di liceo e vivo in California, a Los Angeles. A scuola purtroppo non sono quella solita ragazza reputata perfetta, solare e simpatica. Non sono quel tipo di persona che tutti vorrebbero avere come amica.

Credo che le uniche cose positive di me, siano i miei capelli rossi e i miei occhi color mare. Il rosso fuoco ricorda l’amore, la rabbia e molti altri forti sentimenti. Rosso. Rosso come il sole di mattina. Il verde acqua, invece, rappresenta la tranquillità; il silenzio, la natura e il mare.

Ho un segreto però: la tristezza. Ormai fa parte della mia vita. È quel sentimento che non mi abbandonerà mai.

Giustamente, dato che ho un segreto, ho anche un sogno…

Vorrei essere accettata per quello che sono; vorrei avere dei veri amici. Forse non riesco a socializzare con gli altri, perché ho paura. Paura che mi giudichino per la mia malattia… Già, sono malata.

Non sono sicura che si possa chiamare veramente “malattia”… Molte volte mi aiuta a non pensare ai miei problemi.

D’estate però è un suicidio. Non posso mettermi le magliette a maniche corte, se no la gente si accorgerebbe dei segni presenti nel mio avambraccio. Quei segni che mi incido ogni volta che non riesco a sopportare e non riesco a tenere tutta la tristezza dentro di me.

Vorrei soltanto qualcuno che mi capisse, che mi ascoltasse o che riuscisse ad aiutarmi; ma nessuno ne è disposto, o meglio, nessuno ci ha mai provato. Sono sola.

Molti, anche senza conoscermi, dicono che sono troppo piccola per provare certi sentimenti. Mi dicono che sono “strana”… Io però trovo che la stranezza sia simile all’originalità e quindi spesso lo prendo come un complimento; ma probabilmente io e i miei compagni non diamo lo stesso significato alle parole.

 

 Ci sono soltanto due cose nella mia vita che mi fanno sentire bene: la musica e Caitlynn, la mia unica amica.

Ce ne sarebbe anche un’altra di persona che mi fa stare bene, ma non sempre: a volte mi fa soffrire. Lui è Jake, soprannominato J.

J è quel ragazzo che ogni volta che si avvicina, mi fa battere forte il cuore. Quello che appena mi rivolge parola, mi fa diventare tutta rossa. Quello che solo con un ‘ciao’ mi manda in fibrillazione. È quasi perfetto; il suo unico difetto è essere così desiderato da potersi permettere di credersi il re del mondo.

 

J è il solito “fighetto” onorato da tutto quanto il college. È capace di conquistare qualsiasi ragazza, compresa me che non sono una dai gusti molto facili.

Lui deve sempre stare al centro dell’attenzione, è un “montato”. Sinceramente non riesco più a capire se lo amo o lo odio. Forse entrambi, non lo so…

In questi giorni mi parla spesso; non sono sicura se è perché si sta prendendo gioco di me o perché gli piaccio veramente. Io gli parlerei anche, ma prima voglio scoprire se è davvero interessato o no. Non vorrei mai essere presa in giro da quello lì.

Quando mi parla però è così carino…

Se per caso è tutta una finta, devo dire che è un ottimo attore: sa sempre come comportarsi in qualsiasi situazione gli capiti.

 

Quando J esprime le sue idee, nessuno ribatte, è così e basta. A volte, infatti mi sento una “ribelle” proprio perché sono solo io quella che gli risponde male. Ma cosa potrei dire? «Ciao J, vuoi essere il mio fidanzato?»!!!??? Noo! Non posso fare certe figure davanti a lui e a tutta la scuola, mi riderebbero in faccia. Già non ho una bella reputazione, se in più ci mettessimo questo…

 

Caitlynn purtroppo non viene nella mia stessa scuola ed è da una settimana che non la vedo perché venerdì scorso ho preso due insufficienze e i miei genitori non mi lasceranno uscire per una settimana o più: dipende da come gli va.

Quando mi arrabbio con loro, cerco sempre di tenere il muso per tutto il giorno per farli sentire in colpa; ma appena entro in casa fingendo di essere ancora arrabbiata e sbattendo lo zaino per terra, mi viene sempre da ridere. Non so bene il perché ma non riesco a stare così seria con loro: è impossibile.

 

Ci sono certi giorni in cui la tristezza mi mangia viva, e altri in cui potrebbe ovviamente andare meglio, ma non mi lamento. Quando ho voglia di piangere prendo il mio MP3 con le cuffiette e mi immergo nei miei pensieri: immagino come sarebbe bella la mia vita se fossi qualcuno di importante per le persone. Vorrei riuscire a fare felice la gente e farla sorridere.

So come ci si sente quando non c’è nessuno che ti aiuta. So cosa si prova quando si dice di avere un vuoto dentro e non si sa mai come colmarlo;  è una cosa che non auguro a nessuno.

   
 
Leggi le 0 recensioni
Ricorda la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: GloriaBanks