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Autore: ElfaFelpata    28/05/2014    1 recensioni
Lo strano rapporto tra Lily, James e l'infermeria ;)
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: I Malandrini, James Potter, Lily Evans | Coppie: James/Lily
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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Terrore. Lily Evans era a dir poco terrorizzata. Quel giorno si sarebbe svolta la sua prima lezione di volo e lei non aveva la più pallida idea di come comportarsi.

Ritirarsi sarebbe stato da vigliacchi, ma le gambe le tremavano in modo disgustoso. Una lieve nausea si era presentata quella mattina ed era aumentata sentendo l’eccitazione dei suoi compagni di Casa.

Si avvicinò al campo con occhi bassi. Avrebbe voluto il sostegno di Sev, ma la lezione si sarebbe svolta con i Corvonero. 

Tutta la classe era già in posizione, aspettando l’arrivo del professore. Non aveva mai visto i suoi compagni arrivare puntuali, figuriamoci in anticipo.

Un chiacchiericcio eccitato aleggiava nell’aria e questo non fece che aumentare il nodo allo stomaco di Lily. 

“Ragazzi vedo che siete già arrivati” tuonò la voce di un alto uomo robusto. La sua pelle color ebano e il suo sorriso avorio attiravano tutta l’attenzione e la luce solare.

“Buongiorno professor Turch” rispose in coro tutta la classe.

“Chi di voi sa già volare?”

Una manciata di mani si alzarono in aria e Lily si guadò intorno spaesata. Troppe per i suoi gusti.

“Allora io che ci faccio qui?” rise il professore, seguito da risatine e sbuffi nervosi.

“Qualcuno vuole fare una dimostrazione? Mi servirebbero due volontari”

Un bambino con occhi nocciola e capelli corvini alzò la mano eccitato, seguito subito da un altro biondo di Corvonero.

“Molto bene. Voi siete…?”

“James Potter, signore!” rispose il primo.

“Aaron McMillan” fu la risposta del secondo.

“Potter e McMillan allora… Alzatevi con la scopa e fate vedere quello che sapete fare. Senza allontanarvi, mi raccomando” li spronò il professore.

Subito dopo queste parole i due si alzarono in aria. James mostrò gli insegnamenti del padre in modo impeccabile ed orgoglioso, mentre Aaron riusciva a malapena stare sulla scopa.
D’un tratto McMillan si sbilanciò da un lato ed iniziò ad urlare.

“Attenzione, ragazzino! Vieni subito giù. Rilassati e sposta il corpo a sinistra. Stabilizza la scopa e atterra” ordinò il professore, avvicinandosi alla sua scopa per soccorrere Aaron.

James non si fece scappare l’occasione e raggiunse il compagno terrorizzato. Posizionò la sua scopa sotto i piedi del bambino ed urlò “Salta su! Scendi con me!”

Aaron urlò ancora più forte e lasciò la presa. Cadde non sulla scopa, ma su James. Il bambino perse quota.

Atterrarono entrambi sul suolo duro, sotto lo sguardo impaurito della classe e furioso del professore.

“McMillan avevo chiesto qualcuno che sapesse volare!! Subito in infermeria voi due, non mi sembrate ben messi”

Così James e Aaron lasciarono il campo e si trascinarono da Madama Chips.

Fu l’ora più lunga della vita di Lily. Non aveva nessuna intenzione di salire ancora su una dannata scopa. Il terrore non si era affievolito, anzi.

I suoi pensieri andarono a James Potter. Sicuramente il braccio sul quale era atterrato McMillan era rotto e Lily si chiese se era stato operato. Decise di avviarsi verso l’infermeria.

Appena arrivò si accostò alla porta per sentire.

“… Davvero incapace!”

“Sono d’accordo”

“Dai ma com’è possibile?”

“Ha detto altro il professore?”

“No Jamie.. Ha fatto un po’ una ramanzina sull’onestà e l’umiltà”

Lily aprì leggermente la porta e infilò la testa rossa nella stanza. Vide tre ragazzi intorno al letto di James.

“Pazzesco. Io intanto sono qui dentro con un braccio rotto e lui è in giro come se nulla fosse”

Lily prese coraggio e parlò “Ehm… Ciao. Scusate l’interruzione.. Sono Lily Evans, sono nel tuo corso di volo e.. Ehm.. Volevo solo sapere come stai”
“Ciao Lily Evans, sono James Potter. Sto molto meglio ora che ci siamo presentati, sei molto carina” rispose il bambino, alzandosi a sedere sul letto.

“Oh. Grazie. Ora ti lascio con i tuoi amici eh… Volevo sapere solo come stavi…Vado” cercò di svignarsela lei, imbarazzata. Si maledisse per quell’idea insana.

“Ma aspetta! Tu sei la ragazza del treno? L’amica di quell’unto di Serpeverde” le chiese un bambino dai capelli lunghi neri e gli occhi grigi.

“Parli di Severus?” si irritò subito Lily, guardandolo in cagnesco.
“Severus? Per noi è Mocciosus” rise James.

“O se proprio dobbiamo essere carini Piton” lo assecondò Sirius.

“Che ne dici di Untosus?” sogghignò Potter.

“Siete disgustosi” concluse lei, uscendo dalla stanza. Si sarebbe tenuta alla larga da quel gruppo.

 

***

 

La lezione era quasi finita e la professoressa Puory stava ripetendo per l’ennesima volta le proprietà del puffagiolo. 

Lily si guardò in giro annoiata. Notò Sirius Black con la guancia completamente schiacciata sul banco freddo, la bocca semiaperta e un ciuffo di capelli neri scompigliati sul viso. Al suo fianco Peter Minus si sorreggeva la testa con la mano e la sua espressione era stanca e vuota.

Lily scosse la testa. Chissà cosa avevano combinato la sera prima quei quattro. Mancavano James Potter, che sicuramente era rimasto in dormitorio a dormire, e Remus.

Si girò verso Alice e chiese “Ma Remus? Dov’è?”

“Frank mi ha detto che da ieri sera è in infermeria” rispose la ragazza, annoiata.

“Oh…” sospirò Lily. Da un po’ di tempo si chiedeva che malattia avesse quel ragazzo, era troppo spesso in infermeria. Quel giorno decise di andare a trovarlo, portargli gli appunti ed esporre qualche sua teoria. Erano amici da tempo, ma lui non voleva aprirsi e confidarsi. Questo la faceva impazzire.

Dopo una decina di minuti l’ora finì e Lily raccolse i libri.
“Al, io vado a trovare Rem in infermeria. Non aspettatemi a pranzo” informò l’amica che annuì e si avvicinò al suo ragazzo.

La rossa si diresse verso il castello, stringendosi nel mantello per sconfiggere il freddo.

Arrivò in infermeria e bussò in modo leggero per non disturbare. Aprì leggermente la porta e vide il ragazzo sdraiato su un letto.

“Rem, come stai?”

“Ciao Lily! Sto bene, grazie” sorrise imbarazzato lui.

“Ti ho portato gli appunti di Erbologia” lo informò, appoggiando un blocco di pergamene sul comodino.

“Oh ti ringrazio!! É stato interessante?”

“Si abbastanza. Rem mi vuoi dire cosa diavolo ti succede? Sei troppo spesso assente” iniziò Lily, senza troppi preamboli.

“Sento la soave voce della mia amata Evans?” 

La tenda del letto accanto a Remus si aprì e rivelò l’ultima persona che Lily desiderasse vedere.

“Potter?” chiese sorpresa.

“Sono proprio io, mon amour” sorrise il ragazzo in modo ammaliante.

“Cosa hai combinato?” domandò la ragazza, notando un enorme taglio infettato sulla sua spalla destra. Sembrava provocato da uno spesso artiglio di un animale.
“Oh nulla di che. Sei preoccupata?” alzò le spalle lui, facendo una smorfia di dolore.
“No” rispose. Era solo dannatamente curiosa.
“Ti voglio chiedere una cosa mia dolce donzella” 

“Non ci provare” sbuffò Lily, spazientita.
“Vuoi uscire con me?” chiese James con un sorriso enorme.

“Rem io vado.. Torno a trovarti appena questo buffone esce da qui. E proseguiamo il nostro discorso” Lily si rivolse al ragazzo, facendogli notare che non avrebbe smesso così facilmente di chiedere spiegazioni. Anche perché non le era sfuggito il suo sguardo mortificato davanti alla ferita di Potter.
“Lily cara, non mi hai risposto…”

“La risposta è sempre quella, Potter” disse lei, avviandosi verso l’uscita. 

“Mi farai morire” decretò James.
“Coglione” lo insultò Lily, uscendo dalla stanza e sentendo la sua risata sommessa.

 

***

 

“Potter si avvicina al boccino e Nott si lancia in picchiata per seguirlo! Coraggio Ramoso!! Prendilooo” la telecronaca di Sirius aleggiava in tutto il campo da Quidditch. 

La tensione era alle stelle e dagli spalti di Griffondoro un coro nacque spontaneo ‘Potter Potter sei tutti noi! Prendi il boccino finché puoi. Serpeverde deve sparir e la Coppa nelle nostre mani finir”

Una ragazza con la sciarpa giallo rossa che le copriva gran parte del viso si guardava intorno sentendosi fuori luogo. Era solo la quarta volta che partecipava ad una partita. In sette anni. Solitamente preferiva rimanere nella Sala Comune vuota a leggere un libro sul davanzale, osservando il parco.

Guardava il Cercatore della sua casa mangiandosi le unghie nervosamente. Era terrorizzata che potesse succedergli qualcosa. Ormai usciva con lui da alcuni mesi e si stava affezionando davvero molto a quel ragazzo dai capelli corvini.

All’improvviso i suoi occhi verdi si spalancarono terrorizzati, mentre Sirius urlava nel microfono “James!! Attenzione pubblico: James Potter è stato colpito alla schiena dal bolide di Malfoy! Porco Merlino!! Ramoso tutto bene?! James dai segni di vita, dannazione!”

Il ragazzo era appoggiato a peso morto sulla sua scopa e scendeva in picchiata senza freni. 

Alcuni spettatori trattennero il fiato, mentre altri urlarono terrorizzati.

La scopa di James si frantumò al suolo e lui cadde con un suono innaturale. Il silenzio nel campo non era mai stato così pesante. Potter rimaneva sul terreno innevato completamente immobile.

Lily si sentì gli occhi pungere, le lacrime volevano uscire e l’urlo di agonia non riusciva a farsi strada tra le corde vocali. Mentre Sirius insultava Malfoy e chiamava James con voce spezzata, il presiede e la professoressa Morris corsero nel campo e sollevarono il corpo inerme del ragazzo portandolo in infermeria.

Remus prese per mano Lily e la trascinò dietro di sé, seguendo Peter verso il castello. Sirius concluse la sua telecronaca con un’imprecazione e corse giù dagli spalti. 

I ragazzi entrarono in infermeria affannando, ma furono fermati dall’assistente di Madama Chips.

“Non potete entrare”

“Facci passare, Dalya” 

“No, Sirius” rispose ferma lei.

“Ti prego…” sussurrò Lily, con le lacrime agli occhi.

“Non posso, Lily. Mi spiace”
“Almeno dicci come sta!” urlò Sirius.

“Non lo so..”
“Dannazione, sei l’assistente della Chips!”

“Felpato, calmati”

“Calmarmi? CALMARMI? Come faccio? Non so nemmeno se è vivo!”

“Lo so” rispose ad occhi bassi Remus.

“Per favore, abbassate la voce. Il signor Potter è vivo e sta dormendo ora. Andate a mangiare ed informare i vostri compagni di Casa” li interruppe la professoressa Morris.

“Io sto qui” affermò Sirius.

“Anche io” sospirò Lily. Anche ora che sapeva che James stava bene quella sensazione di paura non era svanita. Doveva vederlo di persona.

“Noi anche” diede manforte Remus.

“Assolutamente” confermò Peter.

“Oh beh. Fate come desiderate. Basta che non disturbate Madama Chips e Dayla durante il loro lavoro” disse la professoressa, uscendo dall’infermeria.

Dopo un’ora di attesa nella quale Sirius gironzolava, Lily cercava di calmarsi, Remus provava di distrarsi con un libro e Peter si mangiucchiava le unghie e le pellicine, Dayla si avvicinò cauta.

“Ragazzi… James si è svegliato. Potete entr..”

Non fece in tempo a finire la frase. Fu travolta dal gruppo di amici che si fiondò dal ragazzo.

“JAMES!!” 

L’urlo di Lily invase la stanza, seguito da quello di Sirius “RAMOSO!!”
“Ehi” fu la risposta lieve di Potter, sdraiato su un letto con il collare, un ematoma sulla guancia destra, una medicazione sul naso e una gamba ingessata.

“Come stai? Ti fa tanto male? Cosa ti senti?” iniziò a parlare a raffica Lily con voce rotta.

“Rilassati, sto bene”
“Sei pallido e malconcio” osservò Peter.
“Beh sai, mi sono quasi rotto il collo, ho una gamba spappolata e sono pieno di antidolorifici” fece una smorfia James.
“Ho avuto paura” le sfuggì. Subito dopo si accorse di quel momento di fragilità e si coprì la bocca con la mano. 
“Come prego?” sogghignò James, lanciando un’occhiata complice a Sirius, che si allontanò dal letto con Remus e Peter.

“Dai, hai sentito” rispose lei, imbarazzata.

“Posso chiederti una cosa?”

“Con te ci sono già uscita” sorrise Lily.

“Un’altra”
“Dimmi”

“Vuoi metterti con me?”

“Come scusa?” chiese la ragazza, sgranando gli occhi.

“Hai sentito”
“E..”
“Oggi mi sono visto passare la vita davanti e ho capito che voglio stare con te. Ti chiederei di sposarmi, ma direi di fare un passo alla volta.. Che ne dici?” la interruppe James.
“Dico che ci sto” 

“Come prego?”
“Hai sentito, Potter” arrossì lei. Si avvicinò e lo baciò.

  
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