Da quando hai
avuto l’età adatta a capirlo sai che c’è una cosa che puoi fare per sgombrare
la mente e cercare di vedere le cose sotto un’altra prospettiva.
Parlarne con
qualcuno.
Non ti sei mai
trovata a tuo agio nel raccontare le tue cose, sei più un’ascoltatrice, per
questo da quando hai sedici anni fai un’altra cosa che hai scoperto esserti
utile.
Fai shopping.
Arruoli un
accompagnatore, in questo caso Scarlett, e passate una giornata a guardare
vestiti e scarpe. In questo modo fra un commento e l’altro ai vari capi
d’abbigliamento riesci ad aprirti un po’.
«Guarda che
amore.» Scarlett estrae una camicetta a fantasia floreale. Annuisci mentre
passi una mano lungo un paio di pantaloni bianchi. «Dovresti provarla con quei
pantaloni.» Afferma accostandola al paio di pantaloni che hai appena estratto.
«Non dovrei
essere io l’addetta ai costumi?» Domandi divertita.
«Accontentami
dai!!» Insiste sorridendo radiosa. Non riesci a dirle di no e ti fai spingere
verso i camerini.
Dopo alcuni
minuti esci con la nuova mise e giri su te stessa sotto lo sguardo compiaciuto
di Scarlett.
«Se la mia
carriera dovesse naufragare potrò fare la shopping planner.» Dichiara annuendo
convinta.
«Dubito che sia
un’opzione.» Replichi mentre ti osservi allo specchio. «Sei troppo brava nel
tuo lavoro.» Aggiungi scambiando un sorriso con lei prima di rientrare nel
camerino.
Stai iniziando a
rivestirti quando un abito nero appare alla tua destra.
Lo osservi
mentre la mano di Scarlett, sai che è lei perché riconosci il suo orologio, lo
fa leggermente oscillare.
«Prendilo ed
indossalo.» Ordina con fare perentorio.
«Proprio perché
me lo chiedi così gentilmente…» Rispondi prendendola in giro ed iniziando ad
indossarlo.
Osservi il tuo riflesso allo specchio
all’interno del camerino senza scostare la tendina. Ti fascia in maniera
perfetta e ti trovi quasi attraente, se solo non odiassi stare con le gambe
scoperte…
«Posso vedere?»
Sobbalzi alla voce di Scarlett e al suo volto che fa capolino da dietro la
tendina. Fai una smorfia che lei vede allo specchio. «Che c’è?» Domanda mentre
ti osserva.
«Non è da me.»
Ti limiti a dire a bassa voce mentre giocherelli con l’anello che porti alla
mano destra.
«È decisamente
da te, invece.» Controbatte Scarlett sorridendo. «Ti sta benissimo. Devi, e
sottolineo devi, comprarlo.»
«Ma Scarlett…» Ti
lamenti mentre lei sparisce dalla tua vista.
«Niente “ma
Scarlett”.» Replica da dietro la tendina. «Seb apprezzerà.»
Abbassi il volto
come se la forza di gravità te lo schiacciasse improvvisamente verso il basso.
Inclini leggermente la testa per osservare il tuo riflesso allo specchio e non
sai che pensare. Ti scruti mentre lisci la gonna che arriva poco sopra al
ginocchio.
Sebastian
potrebbe davvero apprezzare il tutto.
Questo camerino
inizia ad essere troppo stretto per te e i tuoi stupidi neuroni che fanno
pensieri che non devono assolutamente fare.
Non sei sicura
che sia quello che potrebbe essere giusto per te, per lui, per voi.
Potrebbe ancora
esistere un voi?
E soprattutto è
quello che vuoi?
Ritorneresti
così sui tuoi passi per quello sguardo glaciale che sai capace di caricarsi di
passione e… Scuoti la testa mentre ti senti avvampare…Decisamente il percorso
sbagliato da dare ai propri pensieri mentre ti stai spogliando.
Una volta
rivestita, e raggiunta una incerta stabilità mentale, raggiungi Scarlett con
gli abiti che comprerai, ma non riesci neanche a guardarla.
«Che c’è?» La
rossa ti osserva sorridendo, ma al tuo sguardo si rabbuia. «Che è successo?»
«Io non sono
sicura.» Parli e senti che stai per toglierti un peso.
Hai parlato.
Hai svuotato il
sacco e stai bene.
Tu e Scarlett
siete uscite dalla caotica via dove avete fatto shopping e vi siete appartate
in un parco.
All’ombra di un
albero che non sai identificare, hai detto tutto.
Le hai
raccontato come l’idea di lavorare con Sebastian ti avesse resa felice e come
avevi prontamente imputato il tutto alla vostra conoscenza. Hai descritto la
vostra storia, sorridendo di dettagli dolci che eri convinta di aver
dimenticato, ma che invece avevi solo nascosto in qualche cassetto della tua
mente.
Le hai detto
come il rivederlo sia stato bello, come il rapporto fra di voi sia una di
quelle cose che non ti eri mai accorta di avere bisogno fino a che non l’hai
avuta di nuovo.
Non ti mancava.
Non sentivi il bisogno di averlo accanto.
Adesso c’è e non
puoi farne a meno.
Adesso c’è e
vorresti di più. Di nuovo.
Questo però non
glielo hai detto. Ti sei limitata a dirle che sei confusa, che è all’incirca la
verità.
Sei stata tu a
lasciarlo. Sei stata tu a chiudere ogni altra possibilità. Non puoi essere così
stupida da…da..
Ti afferri il
volto con le mani e sbuffi, poi ti volti verso Scarlett che è rimasta in
silenzio ad ascoltare i tuoi scleri, le tue frasi sconnesse e molto
probabilmente prive di senso. Afferri una bottiglietta d’acqua e ne bevi quasi
tutto il contenuto. Le stupide seghe mentali sanno nuotare, lo sai bene, ma
almeno faticheranno a restare a galla per un po’.
L’imbarazzo comincia
a farsi sentire e appena getti la bottiglietta vuota nel cestino poco distante
a voi, inizi a tormentarti le mani unite sopra le ginocchia.
«Per come la
vedo io…» Scarlett inizia a parlare e ti sorride smetti di tormentarti le mani
e la guardi in attesa. «Devi smetterla di pensare a tutti i “se” e agire.»
«Facile dirlo
per te.» Le parole ti sfuggono prima di riuscire a trattenerti. «Cioè…volevo
dire…» Farnetichi prima di zittirti in completo imbarazzo.
Bene
Rispondi pure
con fare acido all’unica persona che ti ha ascoltata senza sghignazzare ogni
due secondi. La corteccia dell’albero qui dietro sarà abbastanza dura per
sbatterci la testa e cercare di far rimbalzare i neuroni nel modo giusto?
Scarlett non
sembra colpita dalle tue parole, posa una mano sopra le tue costringendoti a
fermare il turbinio di pensieri che ti girano per la testa.
«Lasciati andare. Godi il momento.» Arricci le
labbra e Scarlett aggrotta la fronte. «Vuoi Seb, prendi Seb.»
«Ma non so se voglio Seb.» Esplodi.
«Credo che in realtà tu lo sappia, solo che tu
abbia paura di ammetterlo.» Sbatti le palpebre colpita dalle sue parole.
Copertura andata. Perfetto.
«Ok…» Sussurri frastornata.
Rimanete in silenzio per qualche istante, poi
scosti una ciocca di capelli dal volto e cominci ad arricciarla intorno ad un
dito.
«C’è un problema…» Inizi e ti interrompi.
Continuare a parlare ti dà l’idea di ammettere
che stai assaporando l’idea di ritornare con Sebastian. Non ti senti affatto
sicura, anche se non sai perché.
«Sarebbe?» Chiede Scarlett mentre ti guarda
curiosa.
«Credo che lui…cioè Sebastian sospetta…» Ti
senti avvampare per l’imbarazzo. «Pensa che io voglia andare a letto con
Evans.» Dici tutto d’un fiato prima di afferrarti il volto con le mani.
Scarlett rimane in silenzio per qualche
secondo, ti osserva sbattendo un paio di volte le palpebre e poi scoppia a
ridere di gusto.
Sposti le mani dal volto e la guardi confusa
sollevando le sopracciglia. Sai che è un’idea assurda, ma lo è davvero così
tanto? Christopher è davvero così fuori dalla tua portata?
«Che c’è di divertente?» Dai voce ai tuoi
pensieri mentre lei lentamente si calma.
«Non è affatto un problema.» Continui a non
capire e aggrotti la fronte sempre più confusa. «È geloso di Chris…» Scarlett
spiega e stavolta sei tu a trovare comica quell’affermazione.
«Sì, certo.» Rispondi sarcastica sollevando lo
sguardo verso il cielo. «Come se io avessi i requisiti minimi per soddisfare
uno come Evans.» Borbotti fra te e te.
«Requisiti minimi?» Scarlett aggrotta la
fronte. «Chris non è certo un computer e tu non sei un programma da installare…»
«Hai capito quello che intendevo.» Cerchi di
interrompere il suo discorso senza senso.
«Quello che tu intendevi è che tu non sei alla
sua altezza.» Scarlett ha un sorriso serafico stampato in volto. «E sospetto
che tu pensi la stessa cosa per quel che riguarda Seb.» Sposti lo sguardo dal
suo, dandole solo ulteriore conferma. «Hai mai pensato che potrebbero essere
loro non abbastanza per te?»
Sbuffi platealmente e sei pronta a chiederle se
si sta rendendo conto di non parlare con una sua collega, ma solo con..beh…solo
con te.
«Fidati di me.» Scarlett si alza dalla panchina
e afferra la sua busta con gli acquisti.
«Riguardo?» Domandi mentre la imiti ed insieme
vi dirigete verso la strada per incontrare il suo publicist che vi riporterà
all’albergo.
«Riguardo a tutto.» Scarlett risponde sibillina
lasciandoti perplessa a fissare l’auto del suo publicist.
«Mi ha fatto piacere che ti sia aperta con me.»
La rossa interrompe il silenzio non appena vi trovate all’interno dell’auto.
«Grazie per avermi ascoltata.» Rispondi con lo
sguardo puntato fuori dal finestrino. Ti imbarazza la sua dichiarazione,
soprattutto perché era l’ultima cosa che avresti pensato di fare.
«È stato un piacere.»
Christopher forse aveva ragione sulla questione
della consulenza femminile. Osservi Scarlett di sottecchi mentre digita
velocemente qualcosa sul suo cellulare.
Quando se lo porta all’orecchio ed i vostri
sguardi si incontrano, lei sorride radiosa.
«Credo di sapere esattamente come aiutarti.»
Dichiara e senti il panico risalirti lungo la schiena.
***
I’m back!!!
Dal sondaggino è venuto fuori uno pseudo pareggio…Quindi ho
deciso di unire capitoli 6 e 7 e saltare il flashback (che non ho scritto, ma
chissà…). A quanto pare l’idea di clueing for looks (scusate il mio lato
Sherlocked ogni tanto spunta fuori)..Cercare indizi vi stuzzica e quindi…sperando
di essere abbastanza brava ricostruirete la storia di Seb ed Els la scoprirete tassello
tassello.
Per quel che riguarda questo capitolo…Mi piaceva rendere Scarlett un membro centrale della storia e quindi l’aiuto arriverà da lei invece che da…
Fate il vostro gioco e provate ad indovinare sia quale sarà la sua idea di aiuto e chi all’inizio doveva avere questa stupenda (?) idea…
A presto spero
Kiss
Cos