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Autore: KaterinaVipera    29/05/2014    3 recensioni
[SEGUITO DI "GRAZIE A LEI"]
Dopo due anni di silenzio, Cat crede che Loki l'abbia solo ingannata; dopotutto lui è il Dio degli inganni, come poteva aver creduto che avrebbe mantenuto la sua promessa?
"Ritornerò. Ritornerò per te." le aveva detto prima di tornare ad Asgard e lei gli aveva detto che lo avrebbe aspettato. E lo sta ancora facendo, sotto lo sguardo preoccupato dei suoi cari.
Quello che non si aspetta è che Loki la sta osservando, ed è molto più vicino di quello che la ragazza possa immaginare, perchè ancora una volta, la vita della mortale è in pericolo a causa delle azioni sconsiderate del Dio.
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Loki, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Spoiler!
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- Questa storia fa parte della serie 'Cronache dei Nove Regni'
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- Angolo dell'autrice - 
Bentornati miei cari :-) vi sono mancata? Voi tantissimo :-)
Questo è il 15esimo capitolo, waooooooo.. Forse è un pochino triste, vi avverto. L'ho scritto pensando che alla fine dovesse far commuovere chi lo leggeva, ma credo che abbia fatto emozionare solo me XD (forever alone XD)
Okay, ho finito di dire ciò che dovevo, quindi vi auguro una buona lettura. Fatemi sapere se vi è piaciuto, se un pochino vi ha fatto emozionare. In fondo al capitolo troverete le note e i ringraziamenti.
Ps questo capitolo lo dedico alla mia carissima amica Giulia, sostenitrice e prima fan di tante mie storie. La tua versione di Halleluja mi commuove sempre. Grazie di cuore, davvero.
Ciao ciao a tutti, bella gente! :-*







                                                          



                                                MENTE GIACEVO MORENTE1



 

''Non credevo sarebbe finita così.''

''Finita? No, il viaggio non finisce qui.''2




A quelle strane e mai viste stelle presero posto delle altre, altrettanto sconosciute e colorate. Ma i colori erano lontani, irraggiungibili, freddi. Meravigliosi e raccapriccianti. Che incuriosivano ma spaventavano al tempo stesso. Pian piano ritornarono i colori di quello che sembrava essere stato il giorno prima.

Non sapeva dire con esattezza quanto tempo fosse passato; aveva trascorso gran parte di quello a capo chino, stremata dal dolore, dalla disperazione, dalla rassegnazione e in uno stato confusionale. Un po' come quando abbiamo la febbre e non ci rendiamo conto del trascorrere del tempo o del mondo che ci circonda, così come non sappiamo se quello appena visto era un sogno o la realtà, se qualcuno ci ha parlato o è stata solo la nostra mente a giocarci un brutto scherzo.

Faticava ad alzare la testa per vedere cosa le stesse succedendo, tanto aveva capito che non poteva essere nulla di buono. Guardò in terra, i suo piedi riversavano in una pozza di sangue fresco misto a quello che ormai si era già seccato e raggrumato, diventando quasi nero. Aveva ferite ovunque e non si poteva dire da dove fuoriuscisse tutto quel sangue.

Cercò di smuovere le braccia ma erano come inchiodate, immobili. Ordinava loro di muoversi ma era tutto il suo corpo che si rifiutava di obbedirle, ormai intorpidito a causa della posizione assunta per così tanto tempo. La gabbia toracica si abbassava e alzava in maniera quasi impercettibile, il suo respiro era affaticato, spesso sfociava in un rantolio che le faceva venire i brividi. A stento riusciva a riconoscersi in quei versi che sapevano solo di morte.

Provò a inspirare col naso ed espirare con la bocca, alla ricerca di un po' di ossigeno che le riusciva difficile respirare ma questo le provocò solo nuovo dolore al petto che si trasformò in una tosse violenta. Si sentiva in bocca un sapore metallico, che riconosceva ma non sapeva dire dove lo avesse già sentito prima. Sputò in terra per cercare di toglierselo dalla bocca e in terrà si formò l'ennesima chiazza si sangue.

Aveva freddo e stava sudando. Aveva la febbre, alta. Intorno a se vedeva tutto sfuocato, incapace di mettere a fuoco anche un singolo dettaglio.

All'interno dell'enorme e fredda sala del trono non si sentiva un singolo rumore, tutto taceva. Credeva di essere rimasta sola; sola con i suoi pensieri, con le sue paure. Si sbagliava.

“Vedo che ci siamo riprese.” le disse una voce, non lontano da lei. Non rispose. Che senso avrebbe avuto a quel punto?

Aveva tentato in tutti i modi di tener testa a quell'orribile mostro, a tutti i suoi giochetti mentali, a tutte le allucinazioni a cui l'aveva sottoposta, a tutte le torture strazianti. Ci aveva provato fino da ultimo. Non ricorda quando aveva smesso di lottare, sapeva solo che ad un certo punto si era arresa.

“La notte è finita. I tuo amici non sono venuti a prenderti, per loro non conti nulla. Non sei che una seccatura per loro, lo sei sempre stata fin dal principio.”

“Non è.. vero.”

“Specialmente per Loki.” sorrise perfido.

Le aveva letto nella mente tutto il dolore che aveva provato per il tradimento di Loki. E su questo l'aveva torturata fino allo stremo.

Thanos le si mise davanti, senza abbandonare quel ghigno crudele e compiaciuto di se stesso.

“Ti hanno abbandonata.”

La ragazza chiuse gli occhi, riuscendo a cacciare indietro le lacrime.

“Però sai, ho visto che hai uno spirito combattivo.” fece una pausa, la studiò attentamente e poi riprese. “Posso offrirti una via di fuga, una via di salvezza.” marcò l'ultima parola per catturare l'attenzione della mortale.

La ragazza alzò il viso tanto bastava per vedere Thanos guardarla attraverso la fessura dell'elmo metallico blu e oro, con il suo solito ghigno. Si stava domandando dove volesse arrivare.

“Se tu venissi dalla mia parte, potresti diventare molto potente. Nessuno ti abbandonerebbe, nessuno più ti tradirebbe. Saresti temuta e venerata come una dea e,” fece una breve pausa “saresti immortale.” posizionò le mani guantate dietro la schiena, aspettando la risposta della ragazza.

Gli uomini sono così deboli, si fanno abbindolare da vane promesse di immortalità e potere, per la sola paura di morire e di non essere nessuno. Accecati e avidi di potere, che farebbero di tutto pur di possederne un po'.

Caterina tenne i suoi occhi fissi su quelli del mostro.

“Fanculo.” rispose con il poco fiato che le era rimasto.

Thanos non si scompose, sospirò profondamente e le fece nuovamente la proposta.

“Non amo ripetermi due volte, per questa volta, però, farò un'eccezione. Vieni dalla mia parte e ti darò una nuova vita.”

Voglio proprio vedere la faccia del principe quando capirà che la sua umana è passata dalla parte del male. Ci sarà da divertirsi.

Il re di Titano era sicuro che la mortale accettasse la sua proposta. Sarebbe morta da lì a poco, e lui ben sapeva come erano fragili e inclini alla corruzione gli uomini che erano sul punto di morte. Avrebbe fatto qualsiasi cosa pur di non morire. Glielo leggeva negli occhi. Lo stesso sguardo che aveva sua madre quando, un giorno da piccolo, l'aveva uccisa trapassandola dalla gola al ventre. Anche lo sguardo della donna era identico a quello della fanciulla: supplichevole.

Cederà, cederà.

In altre occasioni avrebbe ucciso senza esitazioni la sua vittima, per niente disposto ad aspettare. Ma questa volta era diverso. C'era una vendetta di mezzo e lui, aveva sempre tempo per dedicarvisi appieno. Anche se questo significava aspettare una risposta da una inutile umana.

Caterina dal canto suo si trovava di fronte a due possibilità, che sarebbero state decisive. Nonostante si sentisse davvero abbandonata e tradita, non sarebbe mai passata dalla parte di un mostro, che la ripugnava oltremodo. Cercò di farsi coraggio, di essere forte e non farsi vedere vacillare davanti alla possibilità di rimanere viva. Cosa che l'aveva leggermente fatta titubare, riguardo alla scelta da prendere.

“Neanche a me piace ripetermi. Quindi, vaffanculo.” un colpo di tosse le percosse la gabbia toracica, facendole fuoriuscire piccole gocce di sangue.

Il mostro dalla pelle violacea non si scompose benché non si aspettasse tanta resistenza da parte di lei, aveva capito che non l'avrebbe convinta in nessun modo; purtroppo per lei, sarebbe dovuta morire. Comunque la sua vendetta se la sarebbe presa ugualmente.

Malvagia o morta, che differenza fa? Ora il traditore saprà come ci si sente a perdere tutto ciò che ci è caro. Che gli serva da lezione per non tradirmi più.

Sfoderò il pugnale dal fodero e glielo conficcò dritto nella pancia. Cat urlò di dolore, sgranando gli occhi. Poteva sentire la lama dentro di se, fredda e portatrice di morte. Glielo sfilò con altrettanta crudeltà. Adesso non doveva far altro che aspettare che spirasse.

Sul lato sinistro del ventre della giovane, rimase il segno della ferita, orizzontale, precisa, sottile. Inutile dire che il sangue non tardò ad uscire, scendendole lungo l'interno coscia e lungo le gambe per poi schiantarsi, goccia dopo goccia, al suolo mischiandosi con quello vecchio.

Mentre il gigante guardava, divertito, la lenta agonia della ragazza, alla sua destra apparve un forte bagliore che si trasformò in una luce accecante. Prima che il bagliore si dissolvesse, disegnò nell'aria intorno a Caterina un cerchio per renderla invisibile. Si voltò, poi, verso quella luce e vide che era stato aperto un portale, dal quale non erano uscite delle persone qualunque ma QUELLE persone.

I Vendicatori erano arrivati.

Iron Man, Captain America, Occhio di falco, Vedova Nera e Thor erano appena sbucati nell'enorme salone, uno di fianco all'altro con i volti di chi è pronto per fare il culo a qualcuno. Si avvicinarono a Thanos, i loro passi risuonavano nell'aria producendo l'eco tutt'intorno.

Vennero circondati da un gruppo di Chitauri che si era precedentemente nascosto dietro le colonne nell'oscurità. Il gigante viola aveva già percepito la loro presenza, ancor prima che arrivassero, e così aveva radunato le sue guardie e dato loro l'ordine di ucciderli tutti appena gli avessero consegnato le Gemme. Nessuno escluso.

“Vedo che avete accettato il mio invito. Che siate i benvenuti.” disse con voce gutturale, aprendo la bocca in un mezzo sorriso e allargando le braccia in segno di benvenuto.

“Dov'è la ragazza?” domandò Thor, senza tanti convenevoli, andando dritto al punto.

“Dove sono le Pietre?” domandò a sua volta.

Da dietro il gruppo dei vendicatori spuntò Loki, con in mano lo scrigno d'argento. Si fece largo tra i suoi compagni e mostrò, da lontano, ciò che aveva tra le mani. I Chitauri si spostarono in modo che il loro signore potesse vedere chiaramente il bauletto.

Thanos sorrise. Finalmente le Pietre sarebbero state sue. Ancora poco e avrebbe potuto formare il Guanto dell'Infinito, per controllare e dominare tutto l'universo.

“Dammi le Pietre, principe.”

“Prima la mortale.” disse freddo, calcolatore. Nonostante temesse per la vita di Cat, era riuscito ad assumere il suo atteggiamento distaccato e ingannatore. Non avrebbe mai dovuto far vedere a quell'essere riprovevole quanto fosse legato a quella ragazza, altrimenti l'avrebbe uccisa all'istante. Aveva sbagliato la prima volta a mostrarsi così attaccato alla mortale, rischiando di farla morire e non avrebbe commesso due volte lo stesso errore.

“Sei davvero affezionato alla fanciulla, eeeheh.” rise sbeffeggiando il Dio.

“No. Voglio solo vedere se darai a loro quello che hai promesso prima di consegnarti lo scrigno.” disse riferendosi ai suoi compagni.

La freddezza che aveva assunto spiazzò tutti, persino lo stesso Thanos che era convinto dell'affetto del principe per quell'umana. Restava un'ultima prova per capire fino a che punto rimanesse indifferente, ed era proprio quella di mostrargliela ferita ed esanime. Quanto gli piaceva e si divertiva a portare avanti quel gioco. Disegnò un cerchio invisibile nell'aria e non lontano da lui, apparve Cat ancora legata, appesa alle catene. Richiamò a se due chitauri e ordinò di scioglierla.

I due mostri la sciolsero brutalmente e lei cadde a peso morto a terra, emettendo un leggero gemito di dolore. La alzarono a forza per le braccia, pur rimanendo fermi dove si trovavano, in attesa di altri ordini.

Gli occhi del Dio indugiarono un solo istante sul corpo straziato della mortale, lacerato, ricoperto di sangue dalla testa fino alle gambe. Gli bastò un'occhiata fugace e lesta per accertarsi che respirasse ancora; c'era ancora modo di salvarla. E lo avrebbe fatto, a qualsiasi costo.

“Adesso, le Pietre!” ordinò, privo di ulteriore pazienza, aggrottando le sopracciglia.

Loki iniziò a camminare accompagnato da Thor, che nonostante tenesse il Mjolnir basso, lo stringeva come se da un momento all'altro lo dovesse usare. Il Dio moro non tolse mai lo sguardo da Thanos, ma la sua unica preoccupazione era prestare soccorso a Cat. Con passo svelto gli si avvicinarono, Loki posò la scatola sul tavolo di marmo, posizionato davanti a lui. Lo aprì e mostrò alla creatura il contenuto: le sei Pietre erano lì, luminose e potenti. Il re di Titano ne prese una in mano, rigirandosela per constatare che non si trattasse di un'illusione del Dio. Quando ebbe la certezza che fossero concrete e che fossero proprio le Gemme che stava cercando, con un cenno del capo ordinò che gli venisse consegnata la prigioniera.

I chitauri la trascinarono bruscamente, macchiando il pavimento con una lunga striscia di sangue. Si fermarono davanti al Dio dei Tuoni e gliela gettarono ai piedi. Il Dio la sollevò delicatamente per un braccio mettendoselo intorno al collo, pronto a sollevarla stando molto attento a non farle ulteriore male. Quando se l'ebbe caricata, sia lui che suo fratello ritornarono indietro. Per tutto quel tempo Loki non rivolse nemmeno uno sguardo fugace alla ragazza, quel sacrificio gli stava costando molto caro. Appena l'aveva vista aveva avuto la tentazione di andare subito da lei e prestarle soccorso, ma doveva recitare una parte ed a quella si doveva attenere per far funzionare il piano.

Una volta che furono insieme agli altri Vendicatori, i loro spiriti si fecero più sicuri perché avrebbero subito azionato le bombe e aperto il portale, in modo da fuggire in tempo.

Ora che i Vendicatori avevano lei, fingere non serviva più.

Ora che Thanos aveva le Pietre nelle sue mani, non c'era motivo per cui quei bambocci restassero in vita un minuto di più.

“Forza uccideteli!” e in un attimo tutti i Chitauri furono addosso al gruppo che si posero in posizione d'attacco, in cerchio, coprendosi le spalle a vicenda.

In un attimo il silenzio venne rotto dal fragore della battaglia. Clint e Natasha si coprivano le spalle a vicenda, il Capitano sferrava pugni e colpiva quei dannati alieni con il suo scudo mentre Stark usava i raggi e i laser della sua armatura. Nonostante i loro sforzi, non riuscivano a uccidere abbastanza mostri che ne arrivavano sempre di nuovi.

La situazione iniziava a svolgersi a loro sfavore, dovevano agire il prima possibile.

“Ehi Stark, sarebbe ora che tu dessi il via alle danze.” disse Clint mentre con una sola freccia uccise tre chitauri: ne trafisse uno e dalla stessa partirono dei proiettili che ne andarono a colpire altri due.

Stark, dopo aver sorvolato l'intero salone ed ucciso un po' di chiaturi qui e lì, ritornò a sorvolare sopra i suoi compagni dando inizio a quello che lui stesso aveva chiamato ''danze''.

“Ehi JARVIS, avverti Banner. È ora che azioni le bombe.”

Si, signore.” la voce parlò con la sua solita cadenza robotica. Tony dovette attendere solo un istante prima che la voce lo richiamasse.

Il signor Banner è pronto. Vuole che inizi il conto alla rovescia?” l'uomo guardò in basso e vidi tutti gli altri intenti a combattere. Non avevano più tempo, dovevano fuggire da lì il prima possibile. Si avvicinò a Loki e gli disse di aprire il portale.

“Apri il portale e portaci via di qui.” e ritornò subito a combattere; aiutò il Capitano che era stato sommerso da quei mostri. Con il mirino della visiera centrò i nemici e gli sparò contro i proiettili che aveva nella spalla sinistra.

“Grazie Stark.”

“Ma figurati.”

Signore, il conto alla rovescia ha inizio. Il signor Banner ha azionato le bombe.

“Forza! È ora di togliere il disturbo.” esortò gli altri.

10

Thor consegnò Caterina nelle braccia di Loki, credendo che fosse ancora svenuta, per prepararsi all'imminente battaglia. Lui la stava sorreggendo e la sentiva tremare contro il suo corpo. Stava sudando freddo ed era diventata terribilmente bianca ed estremamente pesa. Il Dio dovette essere più risoluto nel tenerla in braccio. La fanciulla si destò lentamente ed aprì gli occhi, frastornata e confusa da tutto il clangore che risuonava all'interno del salone.

“Loki?” disse, ritrovandosi tra le sue braccia e non aspettandosi di vederlo. “Che succede?” aveva appena ripreso conoscenza e non si era resa conto di quello che era accaduto, non aveva visto i Vendicatori e neanche lo scambio delle pietre.

“Ti porto a casa.” gli sorrise.

Lei gli domandò incredula, con quella poca e roca voce che le era rimasta “Perchè sei qui?”

“Sono qui per te. Sono qui per riportarti a casa.” rispose come se fosse la cosa più normale al mondo, con una dolcezza difficile da trovare in lui.

[I finally know just what it means, to let someone in. Just see the side of me, that no one does or ever will. So if you're ever lost and find yourself all alone, I'll search forever just to just to bring you home. Here and now this I vow.]

[Finalmente so cosa significa, lasciare entrare qualcuno. Guarda la parte di me, che nessuno vede nè vedrà mai. Quindi se ti dovessi mai perdere e ritrovare tutta sola, ti cercherò per sempre solo per portarti a casa, qui e adesso lo giuro.] 3

 

“Cosa?” disse con gli occhi velati di lacrime. “Io credevo che non ti importassi...” non le fece finire di dire la frase poggiandole un dito sulla bocca e passandole una mano sul viso. “Sssh, non dire queste cose.” le disse per non farla agitare ulteriormente. Rialzò il capo e vide che era giunto il momento per loro, di andare.

Iniziò a recitare la formula per aprire il portale, ormai era arrivato alla fine dell'incantesimo, ma era difficile farlo mentre sorreggeva la ragazza e tentava di difenderla dagli attacchi. Nel mentre, tutti si erano avvicinati al Dio moro, senza smettere un attimo di sferzare colpi, uccidere e lottare.

9

Thanos era sempre rimasto lì a guardarli, convinto che il suo esercito gli avrebbe spazzati via in un attimo, invece venivano decimati e sembrava che fosse lui, adesso, ad avere la peggio. Furioso iniziò a colpire i Vendicatori con scariche elettriche ed esplosioni, tutte contrastate dallo scudo di Steve e dal Mjolnir di Thor.

“Forza fratello, non abbiamo più tempo!”

8

Il passaggio spaziale, con un po' di difficoltà si era finalmente aperto: irradiava una luce accecante, resa ancora più luminosa a causa dell'oscurità del luogo.

“Non crederete di cavarvela così facilmente!” ringhiò adirato il mostro viola. Rincarò le dose degli attacchi, costringendo tutti a indietreggiare.

7

Si avvicinarono al suo ingresso e iniziarono ad entrarvi dentro, schivando i colpi e cercando di infliggerli a loro volta sia ai soldati che al loro re, ma quell'essere sembrava indistruttibile.

Entrarono per primi Iron Man e Clint.

6

Vennero seguiti da Natasha e Steve mentre uccidevano gli ultimi chitauri.

5

Poi entrò Thor ed esortò suo fratello a fare lo stesso, alla svelta.

4

3

Thanos, dietro di loro, rise divertito da quella scena. Aveva ragione a credere che c'era un legame tra di loro. Bene, la sua morte sarebbe stata ancora più dolce. Il mostro, quindi, adottò l'ultimo disperato tentativo: afferrò le Pietre e cercò di unirle tutte per formare il Guanto dell'Infinito. Quando arrivò a prenderle in mano, la magia nella quale erano avvolte svanì, quelle che gli erano sembrate le sei gemme si trasformarono in altrettanti piccoli involucri di vetro che racchiudevano una densa sostanza azzurra. Sgranò gli occhi, conscio del fatto di essere stato tradito ed ingannato, ancora. Il Dio si era preso di nuovo gioco di lui, ma questa volta non l'avrebbe scampata liscia. Urlò. Urlò carico di rabbia e frustrazione; alzò la mano destra al cielo, digrignando i denti pronunciò delle parole nella sua lingua natia, e rivolse successivamente la mano in direzione degli ultimi due rimasti.

2

Prima che venissero trascinati via, dal risucchio del portale, la ragazza, sentendo le urla del suo torturatore volse la testa nella sua direzione e vide che stava per sferzare un colpo al Dio. Senza ragionare a quello che stava facendo, nel momento in cui Thanos indirizzò la mano contro l'asgardiano con l'obbiettivo di colpirlo ed ucciderlo, lei scese e gli si parò davanti proteggendolo col suo esile corpo, venendo centrata in pieno petto da un colpo mortale.

1

Accadde tutto in un attimo: Loki e Cat vennero risucchiati dal passaggio mentre alle loro spalle l'esplosione delle bombe invadeva tutto intorno. L'espressione sconcertata di Thanos all'evidente sconfitta, venne cancellata dal fuoco che si materializzò allo scadere del conto alla rovescia.

Il portale si chiuse giusto in tempo, prima che le fiamme vi entrassero dentro e coinvolgessero anche l'altra parte da cui sbucava. Thanos, i chitauri, la sala del trono, il palazzo e tutto nel raggio di miglia e miglia sul quel pianeta, venne distrutto e cancellato dall'energia residua del Tesseract esplosa in una luminosissima luce azzurra che andò affievolendosi come fumo a contatto con l'aria.

Gli ultimi a toccare il suolo terrestre, prima che il portale si chiudesse dietro di loro, portandosi sfocati colori dell'esplosione, furono il Dio moro e la mortale. Loki si era accorto troppo tardi del gesto compiuto da Cat e non aveva fatto in tempo a portarla in salvo.

Stava camminando sul prato della base, appena illuminato da un timido sole nascente, sotto gli occhi sbarrati e increduli di tutti. Nessuno sapeva cosa fosse successo, nessuno aveva visto niente. Solo adesso vedevano il corpo della ragazza abbandonato tra le braccia del Dio, che la sorreggeva come se fosse la cosa più leggere di questo mondo.


 

[Well your faith was strong but you needed proof. You saw her bathing on the roof. Her beauty and the moonlight overthrough ya. She tied you to her kitchen chair. She broke your throne and she cut your hair. And from your lips she drew the Hallelujah.
Hallelujah, Hallelujah, Hallelujah, Hallelujah.]  

[La tua fede era forte ma avevi bisogno di una prova. Avevi visto lei mentre faceva il bagno sulla terrazza. La sua bellezza e la luce della luna ti avevano sopraffatto. E lei ti ha legato ad una sedia della cucina. Ha infranto il tuo trono ed ha tagliato i tuoi capelli. E dalle tue labbra ha tirato fuori l'Alleluia] 4

 

La adagiò dolcemente a terra mentre guardava disperato la ferita che riportava. Il colpo le aveva quasi trapassato lo sterno, provocandole una enorme lacerazione su gran parte del petto, il cui interno non era difficile da vedere. Spostò i suo occhi colmi di lacrime dalla ferita al volto della fanciulla che lo guardava, con aria sofferente, terrorizzata ed agonizzante.

Avvicinò il suo volto a quello di lei fino a che le loro fronti non si sfiorarono. Sentiva che stava respirando a fatica e in modo irregolare, ogni fiato che faceva era un nuovo e atroce dolore che la scuoteva.

“Perchè l'hai fatto?” calde ed acide lacrime iniziarono a pungergli gli occhi turchesi incollati a quelli grigi della fanciulla.

“Perché... io ti..” venne scossa da un colpo di tosse, iniziò a tremare tra le sue braccia. Aveva tanta paura. Lui era tornato per lei perché voleva farlo, perché anche lui teneva a lei tanto quanto Cat teneva a Loki e adesso sarebbe morta senza avergli mai confidato cosa veramente provava, cosa sentiva dentro il suo cuore di mortale da ormai tanto tempo. Lungo la guancia le scivolò una lacrima che l'uomo si preoccupò di asciugarle.

“Ssssh, stai tranquilla. Non ti agitare.” disse mentre premeva con la mano sinistra sulla ferita per arrestare la fuoriuscita di sangue, e con la destra la sosteneva saldamente.

“Ho paura.” confessò poggiando la sua mano sopra quella di lui; altre due lacrime le scivolarono sul viso.

“Andrà tutto bene.” le sussurrò cercando di apparire tranquillo anche lui stesso.

“Ma tu devi sapere.” Cat gli accarezzò il viso, come per trarne forza e cercò di sorridergli. “Io ti amo, Loki.”

Lui la guardò, le sorrise, pianse e la strinse forte a se senza mai staccare la fronte da quella della sua mortale.

Poi un ultimo e violento spasmo la invase e lentamente si accasciò tra le braccia del suo amato, che la stava dolcemente accarezzando i capelli. Tutti gli altri si erano radunati intorno a loro due e stavano assistendo impotenti e affranti. Natasha, Clint, Tony, Steve e Thor, raggiunti da Bruce e Fury, erano dispiaciuti, incapaci persino di versare una lacrima.

“Mi.. dispiace.” disse Cat prima di riversare la testa all'indietro e chiudere, per sempre, gli occhi. Loki spostò le sue iridi cristalline e umide su ogni centimetro del viso di lei.

“No. Non puoi lasciarmi..” disse con la voce spezzata dal dolore, due lacrime scesero fino alle guance, andando a bagnare il viso di Cat; la baciò sulla fronte e sulla bocca ormai fredde, prive di vita.

Fu come se il mondo in quel momento si fosse fermato. C'erano solo lui inginocchiato sul verde prato che teneva stretto a se il corpo immobile della mortale. Non sentiva altri suoni, rumori e voci di chi lo stava richiamando, non vedeva altro se non il volto spento della persona che amava. Perchè adesso che l'aveva persa per sempre, si era reso conto che l'amava, e lo aveva sempre fatto.


 






NOTE
1 titolo ripreso da una puntata di ''The Vampires Diares'', quando ho scritto questo capitolo avevo una fissa per questa serie televisiva  e la mia puntata preferita era, appunto, Mentre giacevo morente;
2 Il Signore degli Anelli, Il ritorno del Re. Dialogo tra Gandalf e Pipino;
3  I'd come for you, Nickelback;
4  Halleluja, Leonard Cohen. In questo caso mi riferisco alla versione cantata da Kate Voegele che vi consiglio di ascoltare.

RINGRAZIAMENTI
Ringrazio tutto coloro che continuano a leggere la storia, vedo che man mano aumentano le visualizzazioni ma anche coloro che la aggiungano tra preferite e ricordate. Siete davvero molto carino e io non posso fare altro che apprezzare e ringraziarvi.

  
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