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Autore: Sabriel Schermann    29/05/2014    4 recensioni
“A volte, guardando il cielo infinito, provo un enorme senso di tristezza.
Il mio passato pesa sulle mie spalle più di quanto pensassi.
Ogni volta che ripenso a lui, mi sento così debole e fragile. Un senso di vuoto e malinconia mi avvolge, e non riesco più a liberarmene.
Mi sento così stupida. Adesso che è tutto finito, non c'è più nessuno su cui io possa contare.
Sono sola come una foglia nel vento d'estate".
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Musa, Nuovo personaggio, Riven
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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30 maggio – 17 giorni prima



Quando Musa arrivò al ristorante trovò Riven già seduto al loro tavolo, bevendo un aperitivo.

Indossava una maglia leggera blu e dei pantaloni neri molto eleganti.

Non si aspettava di trovarlo così.

Per una volta, aveva deciso di festeggiare il proprio compleanno su Melody senza le sue amiche, soltanto con lui e con suo padre.

Quando si sedette, Riven cominciò a parlare: gli raccontò di lui, del padre alcolizzato, del viaggio su Melody, delle proprie passioni.

E Musa si accorse, con sua grande sorpresa, di quanto poco lo conoscesse: pensava di sapere molte cose su di lui, sicuramente molte più degli altri, ma in realtà erano molte anche le cose che non conosceva.

Poi, quasi per caso, per curiosità, si lasciò sfuggire una domanda:”Riven, perché mi stai raccontando tutte queste cose adesso?”

Lui sbatté qualche volta le palpebre, per poi rispondere con voce roca:”Voglio che tu sappia ogni cosa di me”.

Poi gli prese la mano, e carezzandole lentamente le unghie, sussurrò:”Ti amo”.

I loro sguardi si incontrarono, e rimasero così fino a quando il cameriere non li interruppe con l'ultima portata.

Era un dolce tipico di Melody, fatto con frutta e cioccolato.

Musa lo adorava, e lo divorò in un attimo.

Ci imponiamo di non aspettarci niente, ma nel cuore in realtà la speranza non si spegne mai”.

Musa lo sentì soltanto come un mormorio sussurrato.

Lo vide giocare con il dolce, per poi poggiare la forchetta e incrociare le braccia sul tavolo.

Riven, perché mi stai dicendo tutto questo?”

Musa proprio non capiva. Cosa c'entrava questo con lei e con il suo compleanno?

Stavo pensando a mia madre. Io non so nulla di lei”

Riven abbassò lo sguardo, poi si alzò e prese la propria giacca.

Andiamo?”, sorrise.

Musa gli sorrise di rimando, poi si alzò e uscirono dal locale.

Pur essendo quasi giugno, il clima era fresco lì la sera.

Camminarono fianco a fianco in silenzio per circa mezz'ora, poi si sedettero su una panchina davanti alla spiaggia.

Dopo un po', Riven si alzò, la prese per mano e la portò proprio davanti al mare.

Poi, senza dire una parola, cominciò a spogliarsi.

Riven, sei pazzo, fa un freddo cane!”, disse la fata stupita dal suo comportamento.

Poi spogliò lentamente anche lei, e in pochi minuti entrambi rimasero soltanto con gli abiti da sera.

Il ragazzo prese la fata per mano e, correndo, la buttò nell'acqua.

Musa assisté a tutto questo senza dire una parola, né facendo qualcosa per fermarlo.

Osservò con sua grande sorpresa che l'acqua era calda.

Contrariamente a quanto aveva pensato, era piacevole stare lì dentro a quell'ora.

Poi Riven le circondò il collo, baciandola appassionatamente.

Rimasero così per molto tempo, fino a quando le campane non suonarono la mezzanotte, a baciarsi sotto la luna piena come se fosse l'ultima volta nella loro vita.

   
 
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