Libri > Harry Potter
Ricorda la storia  |      
Autore: Gwillion    27/12/2004    3 recensioni
E' una storia strana, un po' comica un po' drammatica... beh, leggete e vedrete!
Genere: Comico, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Lucius Malfoy, Severus Piton
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
31 Ottobre 1979

31 Ottobre 1979

 

Questa storia ha vinto il contest di Halloween di www.damaverde.net

 

Il cerchio degli uomini avvolti nei mantelli neri era fermo sulla collina al margine della città.

- E' quella la casa? - Domandò Rodolphus con un lampo negli occhi.

E indicò una vecchia dimora fatiscente, un'antica villa con intorno un giardino incolto, e le finestre illuminate di luci gialle.

- Oh, sì, è proprio quella, non ci sono dubbi. - Rispose Rosier con un sorrisetto.

- Allora... tocca a te, tua è l'idea. -

- Il cappello, Avery, mi serve per il sorteggio. -

L'altro gli porse incerto il copricapo. Evan gettò alcuni biglietti al suo interno.

- Vediamo chi avrà l'onore stasera di perdersi il banchetto di mia madre... e i suoi tentativi di trovarmi una sposa. Vorrei essere io, ma purtroppo non posso. -

Qualcuno borbottò che Rosier non era costituzionalmente fatto per il matrimonio.

Severus Piton ascoltava la discussione solo a metà. Era appoggiato ad un albero, e fissava la casa. Non era particolarmente ansioso di una cena di gala, ma nemmeno l'alternativa lo entusiasmava poi troppo. Come se ci fosse qualcosa che poteva entusiasmarlo in quei giorni d'altronde. Aveva pensieri troppo cupi per la testa...

Giocava un gioco difficile... un gioco dove troppe maschere si sovrapponevano l'una all'altra.

- Allora... vediamo chi indicherà la sorte. - Rosier era completamente calato nella sua parte di maestro cerimoniere, ed era palese che si divertiva un mondo - Il primo è... Lucius! L'assenza del nobile Malfoy sarà una vera tragedia per la festa, ma immagino che almeno le possibili fidanzate portate avanti da mia madre si faranno scrupolo di guardare me, e non lo scapolo più ambito di tutta l'Inghilterra dei maghi. -

Lucius passò da una mano all'altra il suo bastone dal manico d'argento.

Se l' idea della missione gli desse fastidio o irritazione non lo diede a mostrare.

- La sfida ci impegnerà solo fino a mezzanotte, mi sembra. -

Disse con voce di velluto, e cercò quasi senza parere lo sguardo della sola donna che faceva parte del gruppo.

- Sì, Lucius. - mormorò Bellatrix - Narcissa sarà dai Rosier, stasera. -

Narcissa Black, un fiore di diciassette anni appena. La ragione, pochi lo sapevano, per cui Lucius Malfoy ancora tardava a prender moglie.

- E il compagno di Lucius sarà... - Rosier pescò il secondo biglietto - sarà Severus! -

 

Sembrava che la casa non fosse stata abitata da anni. Il cancello di ferro era quasi completamente scardinato, e pendeva triste da un lato. Le assi di legno delle pareti erano coperte da un intrico di rampicanti ormai secchi.

Il luogo avrebbe potuto persino avere un suo fascino, se qualcuno non avesse piazzato un'enorme zucca gialla proprio sotto il portico, e appeso dei pipistrelli di plastica tutto intorno, e una scritta al neon verde che lampeggiava l'allegra scritta di Happy Halloween.

- Dovrò bruciare questo paio d'abiti... quando avremo finito. - mormorò Lucius con un mezzo sorriso che increspava appena il lato sinistro del volto.

Severus indossava un abito nero un po' stinto, dai risvolti viola scuro. Era quello che usava in laboratorio, ed era dal suo laboratorio che Rosier l'aveva trascinato fuori, per esporre anche a lui la sua luminosa idea.

Halloween, la festa dei maghi, con nomi antichi e significati ancor più reconditi. La festa dei maghi e delle streghe, la festa in cui gli uomini comuni si divertivano a travestirsi da streghe e demoni. L'occasione ideale per mescolarsi ai babbani, spiarli... ridere della loro festa in maschera... qualcosa di più forse. E i maghi non avevano bisogno di costumi, no... bastavano i loro abiti di ogni giorno, quella sera.

Severus era silenzioso. I suoi pensieri in realtà erano molto lontani da quel luogo. Non desiderava trovarsi in mezzo alla gente quella sera. Ma forse era meglio una folla anonima che non sapeva nulla di lui e del suo nome... che non poteva nemmeno indovinare le sue colpe, che ignorava tutto di Severus Piton, e delle ombre sul suo cuore.

Non c'era campanello. Lucius dette tre colpi sulla porta con l'impugnatura del suo bastone.

Venne ad aprire un fantasma. Un uomo travestito da fantasma. In realtà indossava solo una specie di lenzuolo sulla testa, con dei buchi per gli occhi, e si intravedevano delle scarpe da tennis dall'orlo troppo corto.

- Uuuuuhhhhhh... Benveeeenuti alla festa di Halloween più terrificante e mostruosa che abbiate mai visto... Ma vi avverto, ci vorrà tutto il vostro coraggio per varcare questa soglia! -

- Su questo non avevo il minimo dubbio. - Mormorò Lucius, fissando l'altro con espressione di disgusto nei suoi occhi di ghiaccio.

- Allora... - fece l'altro in tono più incerto - posso vedere i vostri biglietti di invito, o sapere chi vi ha mandato? -

- Certo come no! - rise Malfoy - Ci manda la morte! -

C'era qualcosa nel tono di Lucius che non ammetteva repliche. Un che di ipnotico e crudele... Severus increspò appena le labbra... Lucius se ne rendeva conto benissimo. E ne approfittava. L'uomo con il lenzuolo si tirò indietro, senza chiedere altro.

- Divertitevi comunque... -

- Cercheremo di farlo. - disse Severus in un soffio.

 Entrarono in un salone pieno di maschere. C'erano diavoli con il mantello rosso e forconi di gomma, scheletri e cavalieri, principesse con le ali di fata e principesse con l'abito insanguinato, c'era un tizio vestito da scimmione e parecchi altri con lunghi canini da vampiro. Ma tutto era scuro ed era difficile distinguere ogni dettaglio.

- Arrivare fin qui è stato facile... - mormorò Lucius - il primo passo è darci un'occhiata intorno, temo. -

- Poi Rosier vorrà raccontato tutto... - disse l'altro in tono quasi distante.

- Rosier potrebbe finire con l'ingoiare quei suoi bigliettini, dopo la mezzanotte. -

- La parte più divertente della serata, immagino. -

- Comunque la sfida l'abbiamo accettata ormai. Non ha senso stare qui senza far nulla. -

Non poterono più parlare. In quel momento partì una musica assordante. Rumore di chitarre elettriche e batterie, altri strumenti a cui Severus non sapeva dare nome. Si portò una mano alle orecchie, pensando che quell'abominio avrebbe potuto essere usato come arma, se il volume fosse stato un tantino più alto. Già... peccato che avrebbe funzionato solo contro i maghi, i babbani sembravano perfettamente adattati a quel rumore infernale.

- Vuoi qualcosa da bere? - gli chiese in quel momento una ragazza con un vestito incomprensibile, due strane orecchie da coniglio, la coda... e un costume molto corto e nero. Le gambe inguainate in calze a rete. Babbani...

Il mago si trovò con un bicchiere in mano, ricolmo di una sostanza fucsia che non desiderava bere, e il dubbio su cosa diavolo rappresentasse il costume di quella giovane che già si allontanava. Solo in quel momento si accorse che Lucius si era allontanato.

E si trovò in un angolo, ad osservare la festa con occhi torvi.

Era bravo ad osservare lui, si questo sì. Era uno dei motivi per cui l'Oscuro l'aveva chiamato un paio di mesi fa... uno ma non il solo. Severus ebbe un brivido. Possibile che non riuscisse a dimenticare un istante? Possibile che tutta la sua esistenza dovesse ruotare attorno a quei pensieri?

Lord Voldemort lo aveva scelto per una missione difficile. Avvicinare Silente, lasciar intravedere un pentimento, guadagnarsi la sua fiducia, e approfittarsene per far trapelare le informazioni che il Sire Oscuro voleva che i suoi avversari sapessero. Un compito difficile, quasi impossibile.

Severus non aveva pensato un istante di rifiutare. Il rischio era un onore. Aveva scelto lui, non un altro. Ci voleva una mente forte per sostenere il ruolo, ci voleva una mente forte per non tradire il segreto. E lui sarebbe stato degno del suo Signore.

Sì, lo aveva pensato, e adesso un sorriso amaro attraversava il volto del giovane. Erano passati solo due mesi. Ingenuo, stupido... non ci aveva messo molto a capirlo.

Se lui era così adatto per la missione... era perché il confine tra verità e menzogna era infinitamente sottile. Non doveva fingere per mostrarsi spaventato da ciò che andavano facendo, non doveva simulare la repulsione crescente per le uccisioni notturne... tutto questo c'era sempre stato in lui. Ma ciò non voleva dire che lui fosse un traditore. No, non lo era, non doveva esserlo. Doveva solo fingerlo. Non era nemmeno necessario che Silente gli credesse del tutto, fino a quando fosse stato disposto ad ascoltarlo. No, lui era un Mangiamorte... era fedele al suo Signore, Voldemort non lo avrebbe scelto altrimenti... non poteva credere che fosse il contrario... non voleva.

Ma la maschera di traditore si adattava bene al suo viso... Severus aveva il terrore che un giorno non sarebbe più riuscito a trovare il confine tra i due.

- Vuoi provare le scatole degli orrori? - gli disse in quel momento un ragazzino con un orrendo costume rosso e blu, ed un ragno disegnato sul petto.

- Cosa sarebbero? - chiese l'altro, riscuotendosi appena.

- Ci sono occhi umani dentro, e interiora! Ma se hai paura... -

Inutile spiegare che lui toccava anche sostanze più disgustose in laboratorio. Ficcò le dita nella scatola indicata... se non altro per far tacere il moccioso. Si ritrovò con le dita sporche di salsa... le famose interiora erano spaghetti. E mandò una maledizione mentale a Evan Rosier... era proprio il tipo di scherzo che lui avrebbe apprezzato.

Tornò al suo angolo... perché nessuno lo vedesse mentre si ripuliva con la magia.

Ma sembrava che il suo angolo non fosse poi così tranquillo.

Un uomo con la testa quadrata e due bulloni sulle tempie si era avvicinato. Aveva un'espressione ghignante.

- Sai che hai un bel costume? Quel naso però è vero o falso? -

- Se fosse falso ti risponderei che è dello stesso materiale del tuo cervello. -

- Attento, non si parla così al grande Frankenstein! - disse l'altro ringhiando, quasi.

Frankestein... doveva essere il libro della moglie di quel poeta... Shelley, sì, era lui.

- Credevo che Frankestein fosse il nome dello scienziato, non della creatura. -

L'altro borbottò qualcosa riguardo alla stupidità dei sapientoni, ma lo sguardo negli occhi neri di Severus lo dissuase dal continuare a parlare. Le dita del mago avevano cercato istintivamente la bacchetta. La sua espressione era semplicemente assassina.

- Io volevo solo scambiare quattro chiacchiere, amico! -

- Io non sono tuo amico... - sibilò Severus.

Uccidere babbani non era forse poi così insensato...

- Tu sei l'amico di Lucius? -

Una ragazza dai lunghi capelli neri si era avvicinata. Indossava un lungo vestito di un pallido azzurro, ma aveva il volto dipinto di colori cinerei, e stringeva un pugnale sporco di rosso tra le mani. Le dita, ultimo dettaglio, erano laccate di nero.

Severus fissò l'apparizione inclinando appena il capo. Vedere coltelli insanguinati che fossero solo giocattolo o finzione gli dava uno strano senso di malessere.

- Sì, sono io. - disse infine.

- Seguimi... con il tuo amico siamo passati nella saletta accanto, e lui è davvero fantastico, sai? -

L'uomo la seguì senza emettere una parola. Scoccò appena un'occhiata al tizio travestito da mostro di Frankestein. La donna in azzurro era graziosa, e lui sembrava piuttosto seccato... D'altronde il merito di quell'interruzione andava tutto a Lucius Malfoy. Severus prese nota mentalmente di ringraziarlo. Anche se al momento gli interessava di più scoprire cosa avesse combinato il suo nobile amico.

Lucius si era tolto il mantello. Stava in piedi nella stanza, e attorno a lui un gruppetto di giovani sedevano sul pavimento a gambe incrociate. Avevano tutta l'impressione di pendere dalle sue labbra.

- Ho detto loro ogni cosa, Severus. - esordì il mago, con un sogghigno malefico.

- Ogni cosa? - ripetè l'altro inarcando un sopracciglio.

- Ho detto che siamo maghi... e loro non mi hanno creduto. Ma bevono le mie parole come il più dolce veleno. -

Severus incrociò le braccia, non disse nulla.

- Raccontaci ancora nelle stragi nella foresta... - disse una ragazzina con il volto dipinto di verde e grandi ali a forma di foglia - E' tutto così affascinante e sensuale... -

A guardar bene erano soprattutto donne quelle che ascoltavano.

- Affascinante? - ripetè Lucius con un sogghigno - Lo troveresti davvero affascinante se ti trovassi con un coltello puntato alla gola, fanciulla, e una turba d'uomini vestiti di nero che bramano solo di sentire il tuo dolore? -

La ragazza divenne rossa sotto il trucco, e non disse una parola.

- Peccato non siate venuti con le maschere d'argento. - disse qualcun altro.

- Le maschere sono pesanti... - disse Lucius in un soffio.

- Rischiano di farti dimenticare chi sei. - Aggiunse Severus piano.

- E' vero. - ammise l'altro mago con un lampo negli occhi - Quando non ti rendono cosciente di te stesso fino all'orlo della follia. -

- E tra le due cose è difficile stabilire cosa sia più pericoloso. -

- Bisogna camminare in bilico tra due abissi, non è vero? E la tentazione di gettarsi è forte... -

- Anche per te, Malfoy? -

- Questo è un segreto che non vorrei dividere nemmeno con te, amico mio. -

I babbani ascoltavano attoniti. Sembrava che il gioco li divertisse immensamente.

Perché per loro era solo un gioco. Erano affascinati, stregati, da quelle parole che pure credevano false. Tuttavia avrebbero dimenticato. E di quella sera cosa sarebbe rimasto per loro? Nulla. Forse un ricordo fugace. E così doveva essere.

- Non è divertente? - sussurrò Lucius con la sua voce di seta - Siamo solo degli estrosi racconta frottole per loro... chi sa come muterebbero i loro volti se scoprissero che il racconto è realtà... -

- Parlaci di cosa vuol dire uccidere, Lucius! - esclamò una ragazza, che beveva a una bottiglia di birra.

- Parlare... non sarebbe meglio vedere, forse? -

- Scegli tu! - disse l'altra in una risata.

Severus deglutì. Cercò lo sguardo dell'amico. Ma negli occhi di Lucius vide solo una risata crudele.

- Cosa vuol dire uccidere... è potere allo stato puro. - sussurrò il mago, e giocava con la bacchetta - Uccidi, e torni ogni volta ad affermare il tuo diritto di essere, il prepotente e crudele legame con la vita... la vita che hai rubato ad un altro. E c'è la morte al tuo fianco al tempo stesso, e alla fine le confondi, e non sai chi è passata... Morire è molto più semplice credimi. -

- Non è durata abbastanza, la recita? - disse un ragazzo prendendo la bottiglia alla giovane che aveva parlato - E' stato divertente, convincente quasi... ma un gioco è bello quando dura poco. -

- Oh, qui c'è qualcuno che è geloso... - disse l'altra un po' alticcia - Ma continuate, vi prego... non lo ascoltate. -

In quel preciso istante Severus si accorse che una delle giovani lo stava guardando con un certo... interesse. Guardava proprio lui. Strano... sì, era così strana e inconsueta quella situazione... e sentiva la tensione del pericolo, bastava una parola di troppo e le risate si sarebbero mutate in urla. E le urla le avrebbe spente il sangue. Ed erano loro a condurre il gioco... e non era ancora riuscito a intuire le intenzioni di Lucius.

- Cosa c'è, Severus? - disse l'altro, come intuendo i pensieri del giovane - Qualcosa ti preoccupa? -

- Mi preoccupi tu. -

- Temi che il mago cattivo punti la bacchetta e faccia Avada Kedavra? - disse l'altro, con un sorriso furbo - Ma se non erro eri anche tu un mago cattivo... -

- Voglio solo non essere colto di sorpresa. - disse l'altro cupo.

Lucius agitò la bacchetta.

- Sì, credo proprio che lo farò... sì. -

Severus non disse nulla.

- Che magia volete che vi mostri? - esclamò il mago, e sorrideva, spietato.

- Sollevami da terra e farmi volare tra le tue braccia! - disse la ragazza della birra agitando le mani.

Lo sguardo di divertimento e disgusto mescolati insieme che passava negli occhi di Malfoy solo Severus riuscì a coglierlo.

Il mago puntò la bacchetta.

- Wingardium... -

- Non farlo! - disse Severus con il fiato corto.

- Non devo? - sussurrò Lucius, tornando a poggiare i suoi occhi sull'altro.

Severus sostenne lo sguardo dell'amico senza il minimo tentennamento. C'era una luce fiera nei suoi occhi neri.

- Non farlo. - ripetè avvicinandosi all'altro - Non ce n'è motivo. -

- Ho bisogno di un motivo, adesso? -

- Lucius... -

- Severus... - l'uomo sorrise - Forse dovresti essere tu a trovare un motivo... per non farlo. -

- Siamo ospiti stasera... e l'ospitalità è sacra. -

- Come se tu ci credessi. - disse l'uomo con un sorriso.

- Forse ci credo, invece. Tu senza dubbio. - lo sguardo di Severus era cupo.

- Sono stati loro a chiamarci! Invocano le forze del mondo sovrannaturale, perché nient'altro è questa stupida mascherata, anche se forse i babbani lo hanno dimenticano. E non si rendono conto delle conseguenze... dunque sta a noi insegnargliele. -

- Non abbiamo davvero un altro linguaggio? - chiese l'altro in una smorfia - Non abbiamo alternative all'uccidere? Avrei paura per noi, se davvero non siamo capaci di lasciare questa stanza senza aver versato sangue. -

- Ti appelli alla mia coscienza, Severus? Davvero non riesci a trovare un argomento migliore? -

La musica che veniva dall'altra stanza sembrava improvvisamente remota.

I giovani tutt'intorno erano sprofondati nel silenzio.

- E tu non puoi vedere il mondo senza lo spettro di una maschera d'argento? - il mago dagli occhi neri si morse le labbra quasi a sangue - E' questo che siamo diventati? -

Lucius non disse nulla, tornò a lasciar scorrere un dito sulla bacchetta.

- Io non voglio che l'unico nome che possa definirci sia... assassini. -

Disse Severus, e poi chinò il capo. Perché tutto questo era vero. Spaventosamente vero.

Di nuovo si trovava al confine tra due verità, e non sapeva qual era la sua... ma lui... non era... no, non lo sarebbe stato... Però non c'era bisogno di morti quella notte, no, non ce n'era.

- Hai pietà di loro, non è vero? - disse Malfoy con voce dolce.

- No... non ho detto questo. - fece l'altro quasi in un sussulto.

- E' così invece... - mormorò l'altro con un sorriso quasi di trionfo - Vedi quante informazioni inattese può riservare una sera come questa... Severus Piton che si fa paladino delle sorti di un gruppo di miseri, patetici babbani... -

- Ehi, vacci piano, amico... - borbottò uno dei ragazzi lì intorno. Ma venne presto zittito, e nessuno dei due maghi sembrò far caso all'interruzione.

- Se vuoi ucciderli, fa pure. - disse Severus in un sibilo.

- Rispondi alla mia domanda, Severus. E' l'unico modo che hai per salvarli. -

Silenzio. Severus rimase immobile, lo sguardo fisso. Ma non avrebbe chinato il capo, non avrebbe fatto un passo indietro, no, non stavolta.

- Non so per chi provo più pena, qui dentro. - disse infine.

- Lo ammetti dunque. -

- E' questo che vuoi? - disse l'altro quasi con rabbia - Sì, provo pena per questi babbani inconsapevoli, che ci ascoltano e ancora non capiscono. Provo pena perché nulla di tutto questo è stato mai necessario. E provo pena perché se davvero tu vorrai ucciderli io non muoverò un dito per salvarli, e potrò solo rimanere a guardare! -

- Almeno un po' di buon senso ti è rimasto, allora. - sussurrò Lucius - Cosa potresti fare d'altronde... una sola magia li condanna... se sapessero davvero nemmeno tu potresti accettare che rimanessero in vita. Sappiamo quanto poco sia affidabile un'oblivion quando esistono incantesimi per forzarla. E la morte è il sigillo più certo. -

- Una sola magia li condanna... - ripetè Severus con un sorriso triste - E io non posso alzare la mia bacchetta per salvarli, ma tu puoi tessere incantesimi per la loro distruzione. Ma in ogni caso non vorrei puntare la mia bacchetta contro di te. -

- Mi chiedo se non verrà il giorno in cui cambierai idea. - disse l'altro con sguardo cupo.

Severus deglutì. Gli sembrava che l'altro volesse scrutare sin nella tua anima.

- Ti conosco, Severus... per certi versi forse meglio di quanto non sappia tu stesso. -

- Cosa vuoi fare, Lucius? -

- Nulla, stasera. -

Il giovane chiuse gli occhi, lasciò sfuggire un sospiro che per troppo tempo aveva tenuto in gola.

- Volevi mettermi alla prova, non è vero? E io... mi dirai che ho fallito? -

- Diciamo che esistono diversi tipi di fallimento, e alcuni sono più sgradevoli di altri. E poi siamo aspettati... sarà più divertente raccontare ci come ci siamo presi gioco dei babbani, che non il resoconto dell'ennesima strage. -

- Capisco. - disse l'altro piano.

Severus rimase immobile. Cosa aveva visto Lucius, cosa aveva creduto di vedere... cosa pensava adesso... Cosa penso io di me stesso? Aggiunse poi tra sé, e aveva paura a rispondere a quella domanda.

- E' ora di andare. - disse Lucius avvicinandosi all'altro, poggiando una mano sulla sua spalla - Non voglio rimanere ancora a lungo in mezzo a questa feccia. -

- Come desideri, andiamo. -

- Stai attento a te, Severus... - aggiunse l'uomo piano, pianissimo, al punto che l'altro mago non fu nemmeno certo di aver sentito - Se per colpa del tuo eroismo o di un senso di colpa troppo a lungo represso dovessi perdere un amico... se ti farai uccidere non ti perdonerò. -

Poi l'espressione seria svanì dal volto di Malfoy, come se non ci fosse mai stata.

- Andiamo Severus! E' mezzanotte, l'ora degli spiriti... è tempo di tornare al nostro mondo. -

 

Fine

 

 

 

 

 

  
Leggi le 3 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Gwillion