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Autore: SadPhantoms    29/05/2014    3 recensioni
Un giorno peggio di altri, un giorno di troppo, è stanco, stanco di tutto questo, della pressione a scuola, a casa, vive solo aspettando la morte, la calma...
Genere: Drammatico, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Violenza
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La luce del sole trafisse gli occhi stanchi. Aveva passato un altra notte insonne. Si alzò dal letto impregnato dalle lacrime per l'ennesimo sogno, o incubo, soglia che gli pareva ormai molto sottile. Come puoi dire che sia stato un incubo se ti ha fatto sorridere o come puoi dire che sia stato un sogno se hai pianto. A lui non importava nemmeno più, gli unici momenti in cui riusciva a sentirsi vivo si facevano sempre più rari, così lui lasciava che il giorno gli scorresse addosso aspettando la notte per vederla nuovamente sorridere, salutarlo o persino baciarlo, si aveva sognato anche una loro vita insieme. E ogni notte risvegliarsi alla fine di quel sogno col volto rigato.

Prese i libri dal tavolo e li mise in cartella alla rinfusa, si diresse verso la scrivania e raggruppò gli schizzi del giorno prima, osservò il volto sul foglio, gli strappò un sorriso, mise i fogli nella cartellina e uscì di casa.

Arrivò tardi a scuola, ma non ci fece caso, la professoressa gli sbraitò qualcosa ma la ignorò,

raggiunse il suo posto e si accasciò sulla sedia. Si rialzò di scatto con la puntina che aveva perforato il jeans e si era conficcata nella gamba, imprecò sottovoce osservando il compagno esplodere in una risata. L'intera classe lo seguì in risate e sorrisi complici. Arrivò l'ora di arte l'unica in cui riusciva veramente ad esprimersi, ma anche una delle ore in cui la classe si trasformava in una discoteca con musiche di pessimo gusto a volumi esasperanti, lui si mise in un angolo, si infilò le cuffie, la mano iniziò a danzare sul foglio. Dopo un ora e mezza poggiò la matita e osservò il disegno, sapeva quel volto a memoria ormai. Uscì da scuola e si diresse verso casa quando la vide, il cuore accelerò, era paralizzato, ma riuscì a pronunciare un ciao, lei lo guardò e gli passò accanto ignorandolo...

Tornò a casa e scrisse un paio di righi, posò la penna con gli occhi inondati di disperazione e poi conficcò con forza la lama del coltello nel petto, una, due, tre volte...

   
 
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