Like an Oreo.
All’improvviso si ritrova a pensare che sì, le loro dita intrecciate, le loro pelli a contatto, formano proprio un bel contrasto. Paiono quasi la versione sbiadita di un Oreo.
Scuote la testa, il letto su cui si trova si muove leggermente e una risata piena e cristallina fa per un attimo contorcere le sue viscere.
Evidentemente deve aver espresso quel pensiero ad alta voce, ma non se ne cura: potrà sempre dare la colpa alla canna fra le sue labbra.
“Dovresti smetterla di fumare quella roba”, lo ammonisce il ragazzo accanto a lui.
E la risata? Dov’è finita?
La preferisce di gran lunga a quella lagna infinita che è stato costretto a sorbirsi per tutto il pomeriggio.
E deve aver messo su un broncio davvero adorabile, perché il suo piccolo Lee ride ancora –Dio solo sa se prima o poi non morirà per quella risata– e prende a ricoprirlo di baci.
Mento, occhi, fronte, zigomi.
Labbra.
E forse ora non starà più ridendo. E forse ora la sua canna sarà sul pavimento, spenta.
Ma, ehi.
Ha appena trovato la sua nuova, dolcissima, ossessione.
Dopo gli Oreo, ovviamente.