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Autore: HZLNL_1D    30/05/2014    8 recensioni
Dopo aver avuto soltanto delusioni, tendi sempre a stare sulle tue, a mantenere una certa distanza dalle persona, qualsiasi rapporto ci sia, tendi a mantenere una certa distanza da tutto quello che potrebbe procurarti altro dolore.
Ti abitui alla solitudine, oltre a quella esteriore, anche a quella interiore, che è peggio.
Impari a fare affidamento solo tu stesso.
È così la vita: ti toglie e ti da.
Sta a te trovare un modo per sopravvivere.
Qualcuno, per cui sopravvivere.
_______________________________
Dicono che gli opposti si attraggono.
Ma se per una volta, fossero due persone apparentemente diversi ma così profondamente uguali ad attrarsi?
Dalla storia:
"Allora, vado così ti lascio sola."
"Tanto ci sono abituata."
"Ok, vado."
"Ho detto che ci sono abituata, non che mi piace."
Genere: Malinconico, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Ashton Irwin, Calum Hood, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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You will be my nightmare.

Il ragazzo davanti a lei la fissava con uno sguardo duro, senza emozioni.
-Ti chiami Bennet, allora?- la ragazza non aveva ancora risposto e Ashton, irritato, la scosse per il braccio ripetendole la domanda.
Haley non riusciva ancora a parlare, provava paura. In quel ragazzo non c’era nulla che le trasmettesse sicurezza. La voce, gli occhi… le infondevano solo paura. 
Vide il ragazzo digrignare i denti, allora si decise ad annuire.
Ashton la osservò allungo. Esaminò la ragazza, come se stesse facendo la radiografia del suo corpo, con un ghigno d’apprezzamento sul volto. Ciò la stava infastidendo, ma la presa stretta del ragazzo sul suo polso la intimoriva, togliendole completamente la forza di lamentarsi o spostarlo.
-Sei nuova, giusto?- le chiese ancora lui. La ragazza annuì ancora una volta.
-Da quanto sei qui?- 
-D-due giorni… - disse piano Haley, abbassando lo sguardo. Non riusciva a reggere quello sguardo glaciale.
- Due giorni, bene. Solo due giorni, e già mi hai fatto arrabbiare. Non si fa così Bennet. - il tono di voce del biondo era sprezzante. Pieno di odio. La ragazza si chiedeva il perché di tutto quell’odio nella sua voce. Non si conoscevano, lei non le aveva fatto niente.
- Io.. Io..- non trovava parole giuste o magari non c’erano. Non sapeva cosa dire, non c’era nulla da dire.
-Tu, proprio tu. Mi hai infastidito oggi, sai? Mi hai fatto davvero innervosire. E non devi farlo, piccola Bennet. Forse tu non sai chi sono…- quel ghigno comparve sulla faccia del ragazzo, di nuovo.
-Sei Ashton Irwin, lo so.- la ragazza si pentì immediatamente di averlo detto.
-Allora dovresti anche sapere che con me non si scherza.- il viso del ragazzo era cupo, i lineamenti duri, gli occhi verdi quasi neri e il respiro pesante. -Ma la verità è che tu non sai niente di me, come tutti gli altri.-
La presa si faceva sempre più stretta e Haley tratteneva gemiti di dolore mordendosi il labbro. Gli occhi erano ormai lucidi, prossimi a un lungo pianto. Ma non poteva, non doveva mostrarsi debole di fronte ad uno sconosciuto.
-Io non ti ho fatto niente, tu non mi conosci nemmeno. Non sai chi sono, se non come mi chiamo. Lasciami andare, farò finta di non averti mai parlato, né visto.- non seppe con quale forza, ma Haley riuscì a far uscire quelle parole dalle sua bocca, con una minima nota di disprezzo misto alla paura.
- Sai, è vero. Non so niente su di te, ma se volessi potrei scoprirlo ora, in questo momento. E potrei farmelo dire direttamente da te. Sai?- il respiro del biondo diventava sempre più pesante, Haley sapeva che era rabbia quella che leggeva in quegli occhi verdi e spenti.
-Lasciami.- sussurrò Haley, senza guardarlo.
-No. Non dirmi mai più cosa fare. E una cosa che mi fa davvero arrabbiare e tu stai messa proprio male in questo momento, Bennet.- Haley sobbalzò alle sue parole, ora non riusciva più a controllarsi. Tutte le sue promesse fatte a se stessa, andarono all’aria. Stava cedendo.
Quel ragazzo, che neanche conosceva, la stava facendo crollare.
Ashton mise un ginocchio tra le gambe della ragazza, nonostante lei cercasse di impedirglielo facendo forza, per poi prenderle con violenza il viso e spostandoglielo di lato.
Si avvicinò piano al viso di lei, sfiorando con il naso ogni singolo centimetro della sua guancia. 
-Devo farti capire come stanno le cose, piccola Bennet. Qui, io comando. Chiaro?- sussurrò sul viso ormai pallido. La ragazza sentì dei brividi di paura attraversarle il corpo. Gli occhi erano ormai prossimi a rilasciare le lacrime che Haley sforzava a trattenere e appena il ragazzo spostò una sua mano sul fianco della ragazza, stringendo con violenza, la porta dell’aula si aprì di scatto.
-Ashton!- un Calum affaticato comparve sulla porta, gettandosi poi sull’amico e spingendolo via dal corpo della ragazza.
-Calum, diamine!- Ashton alzò le mani in aria infastidito, mentre Calum lo guardava furioso.
Haley intanto si era lasciata andare a terra, con la schiena ancora contro il muro e le ginocchia al petto.
Voleva alzarsi e andarsene, ma non ce la faceva.
-Calum niente! Ashton sai essere davvero stronzo! Guardala!- urlò Calum indicando la ragazza seduta a terra.
-E allora? Stavamo solo parlando! Sei un guasta feste amico!- disse Ashton per poi sorpassare l’amico e uscire dall’aula.
-Haley?- Calum si inginocchiò di fronte alla ragazza, con estrema cautela.
-Non… non t-toccarmi- la voce della ragazza era debole, appena udibile, ma Calum udì perfettamente e sorpreso dalle parole della ragazza sentì una stretta al cuore.
Gli dispiaceva, lei in fondo non aveva fatto nulla. E un po’ era anche colpa sua se Haley si trovava in queste condizioni ora.
-Haley, voglio solo aiutarti. Vieni.- il ragazzo si alzò e dopo averla aiutata ad alzarsi da terra, la portò fuori dall’aula.

Erano seduti sotto un albero, nel cortile della scuola, che li proteggeva dal sole che riscaldava leggermente l‘atmosfera nonostante l‘aria fresca della giornata. Sarebbero dovuti essere a lezione, ma a Calum non sembrava proprio il caso di lasciare la ragazza sola, né lei stava pensando alle lezioni in quel momento.
Il silenzio regnava, Haley non accennava nessun segno, né una parola. Calum invece cercava le parole giuste da dire, nonostante non ci fosse neanche un valido motivo che lo obbligava a stare lì con lei. Ma non voleva lasciarla sola.
-Sentì, io.. Vorrei scusarmi da parte del mio amico.- tentò.
-Cosa vuole da me? Cosa gli ho fatto? Non l’ho mai visto, non lo conosco.- Haley disse quelle frasi senza emozione, fissando un punto indefinito del cortile, con le ginocchia al petto e lo sguardo assente.
-Lui,beh … Ashton è un tipo particolare. Haley, non chiedermi niente. Non saprei, né potrei risponderti. Scusami.. - Calum era dispiaciuto. Questa volta il suo amico, nonostante fosse come un fratello per lui, aveva esagerato. 
Haley non rispose, si limitò a mugugnare qualcosa.
-Sei parente dell’agente Bennet?- Calum cercò di cambiare il discorso, cercando di far sparire quella tensione che si era creata sin dall’inizio.
-Come fai a sapere che lo conosco o che ci sia qualche probabilità che sia sua parente?- chiese fredda.
- Ashton.- disse Calum sperando di non creare ulteriori danni.
- Quindi è pure uno stalker oltre che uno squilibrato violento?- 
- Haley, non conosci Ashton, non puoi permetterti di parlare così di lui. Sei parente di Josh Bennet?- 
- Adesso vivo da lui.- si limitò a rispondere Haley, mentre alla paura aveva preso posto la rabbia.
Come poteva difenderlo quando aveva appena avuto la prova di quello che il suo amico era capace di fare? E magari non era nemmeno la prima volta. 

Calum sospirò, voltandosi verso la ragazza.
Fisicamente era una ragazza normale: capelli lisci e lunghi castani con riflessi ramati, occhi di un azzurro profondo, labbra rosee e carnose, zigomi ben definiti, magra e di un’altezza nella media.
Anzi, era una bella ragazza. 
Ma c’era qualcosa in lei. Qualcosa nei suoi occhi.
Qualcosa che aveva già visto negli occhi di una persona a lui molto cara.
Poi il suo sguardo cadde sulle braccia di lei, che stringevano forte le ginocchia al petto. 
Nel polso destro, si intravedevano dalla felpa un po’ alzata parecchi braccialetti. 
Dall’altro invece, l’unica cosa che si intravedeva era una macchia violacea. 
-Haley, Ashton ti ha fatto del male prima che io arrivassi?- chiese Calum avvicinandosi a lei preoccupato.
-Eh? No… - disse Haley seguendo lo sguardo del moro e vedendo che era rivolto verso il suo polso, notando anche lei per la prima volta il livido. Cercò di apparire disinteressata e coprì per bene il polso. 
-Haley, per favore. Dammi il braccio.- 
La ragazza non fece come chiesto, così Calum le si avvicinò pendendole il braccio, senza metterci troppa forza. Alzò la manica della felpa, mettendo così in bella vista il segno violaceo che le ricopriva tutto il polso. Era abbastanza grande e scuro.
Pensò che doveva procurarle anche molto dolore.
-Haley..-
-Senti, no. Basta. Ne ho davvero abbastanza per oggi. Perché ti stai interessando adesso? Mi hai detto di non chiedermi niente e non lo sto più facendo e tu non chiedere niente a me. Non fingerti preoccupato, non devi. Non ci conosciamo e non voglio far pena a nessuno. Ha già fatto abbastanza il tuo amico tirandomi dentro un’aula e minacciandomi, senza alcun motivo. Cosa volete? Dovete lasciarmi in pace! - Haley non ce la fece più. Sputò tutto quelle parole mentre rabbia, dolore e tristezza si facevano spazio in lei. 
Aveva promesso a se stessa che sarebbe stata una giornata diversa,ma tutti i suoi buoni propositi erano andati a farsi fottere dal momento in cui quegli occhi verdi incrociarono i suoi.
Prese il suo zaino da terra e senza aspettare ancora, uscì di fretta dal cancello della Richmond, senza neanche pentirsi di ciò che aveva detto.
Josh l’aveva avvertita su quel tipo, ma non avrebbe mai pensato che sulla faccia della terra potesse esistere qualcuno così stronzo e pericoloso, da prendersela con la prima persona che gli capitasse davanti.
-Bennet, fermati!- un urlò e poi qualcuno la fermò per il braccio.
-Ho detto di lasciarmi in pace!- urlò lei girandosi senza sapere effettivamente a chi stesse urlando. Quando si ritrovò Calum davanti, cercò di tirare via il braccio dalla presa del ragazzo, ma senza alcun risultato.
-Ti prego, lasciami andare a casa.- questa volta Haley non urlava, Haley lo stava pregando. La voce era debole  e i suoi occhi erano fissi in quelli di lui, che la guardava con compassione.
-Va bene, ma lasciati accompagnare a casa.- 
Haley annuì debolmente e Calum lasciò la presa, affiancandola.
Arrivarono alla stazione, dove presero la prima linea diretta da Richmond ad Hornsby.
Il viaggio fu silenzioso. Calum osservava in silenzio la ragazza, mentre lei cercava di non incontrare i suoi occhi.
Dopo quindici minuti di assoluta tensione, arrivarono alla loro fermata, dove scesero e intrapresero la strada che portava al quartiere dove abitava Haley.
Camminavano in assoluto silenzio, nell’aria si sentiva solamente il rumore delle foglie sugli alberi mosse dal venticello che passava per le strade di Hornsby.
-Haley?- Tentò Calum con un tono di voce calmo. Aveva osservato Haley per tutto il tempo e aveva capito che c’era qualcosa di più da scoprire in quella ragazza. Aveva visto molte persone dopo un incontro simile con Ashton, ma nessuna era crollata così facilmente come lei. Certo, non lo dava a vedere.
Ma Calum sapeva. Lui sapeva leggere le persone. Lo aveva imparato a farlo con il tempo, lo faceva sempre con Ashton.
Perché Ashton non gli parlava dei suoi problemi, era sempre stato Calum a capire che qualcosa non andava e per farlo gli bastava guardarlo negli occhi.
A Calum bastava guardare negli occhi una persona per capirla. Ed era successo anche con Haley.
Quei pochi secondi in cui i loro sguardi si erano trovati, Calum era riuscito a vedere molte cose.
Aveva visto tristezza, solitudine, malinconia, rabbia.
-Mmh?- mugugnò la ragazza mentre camminava con la testa bassa e le mani nelle tasche dell’enorme felpa che indossava.
-Scusa.-
La ragazza rimase sorpresa da quelle parole, non se lo aspettava. Si fermò sul posto guardando il ragazzo in maniera perplessa e confusa.
-Scusa?-
-Si, volevo scusarmi. Non volevo crearti nessun problema, non volevo essere troppo espansivo. Mi stavo solo preoccupando per te, davvero.- disse Calum sincero, facendo segno alla ragazza di proseguire.
-Non credo dovresti scusarti. Forse ho sbagliato io a dirti quelle cose e mi scuso, ma non penso minimamente di scusarmi con il tuo amico. E comunque, non dovresti preoccuparti per me.- disse Haley abbozzando un sorriso al ragazzo.
-Eccoci, siamo arrivati.- si fermarono. Uno di fronte all’altra. 
-Quindi abiti nella Yardley Ave?- disse Calum scioccato.
Anche Ashton abitava lì. Ma non lo disse, non era il caso.
-Già. Beh, ti ringrazio.- la ragazza fece per andarsene ma la voce del ragazzo la fermò.
-Haley, so che non dovrei preoccuparmi di te. Ma invece oggi l’ho fatto e no,non so il perché. Ma so che hai bisogno di aiuto.- 
Calum regalò un caldo sorriso alla ragazza. Quel sorriso celava tante cose, parole d’intesa tra i due ragazzi.
Haley osservò Calum allontanarsi, fino a scomparire tra la Yardley Street e la Lennox Street.
“Ma so che hai bisogno di aiuto.”
Quelle parole restarono particolarmente impresse alla ragazza, che con un sorriso malinconico si chiudeva la porta di casa alle spalle.

-Nessuno può aiutarmi, Calum.-




________Spazio autrice_____
Ciao a tutti c:
Allora, sono riuscita a finire il capitolo prima di sabato e quindi l’ho postato. Veramente volevo aspettare ancora, visto che il capitolo precedente ha avuto solo 4 recensioni, ma non importa.
Comunque, beh il pezzo iniziale è il primo pezzo in cui Ashton e Haley hanno un vero e proprio incontro. Abbastanza movimentato direi anche. 
Poi invece c’è molto Caley (?) (Calum e Haley AHAH) :3
Che io trovo molto bello.
Mi è piaciuto come è uscita quella parte e spero piaccia anche a voi. Quindi vi prego, fatemi sapere cosa ne pensate.
Vedo che siete in parecchie a leggere, quindi lasciati dieci paroline, accetto anche critiche costruttive, dai. :3
Vi aspetto eh.
A presto c:
Baci,
Giada ♥♥
  
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