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Autore: Invisible monsters    30/05/2014    2 recensioni
Elly Mckibben, una ragazza di soli 19 anni a cui le capitano molte sventure. A soli 9 anni la morte della madre scombussolò completamente la sua vita. Il padre la mandò in collegio, e questo distaccò completamente i rapporti dal padre. Droga, autolesionismo, alcool porteranno Elly a perdere se stessa, e finire in carcere e quando ne uscirà, una notizia sconvolgerà la sua vita, mettendosi in buona strada... In questo percorso incontrerà un persona, che la aiuterà ad andare avanti e le insegnerà che al mondo nessuno è mai solo.
Genere: Drammatico, Generale, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime, Missing Moments, Otherverse | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate
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Droga, fumo, il mio mondo girava intorno a questo. La mia vita mi sembrava talmente corta, che non ho assaporato nulla di ciò che la vita mi offriva. Stati di ubriachezza, cibo rifiutato, autolesionismo. Cosa mi era successo? Appoggiata ad un pezzo di cemento fissato al muro con delle enormi catene, ero rinchiusa. E ripensavo a come fossi a arrivata a questo punto, a sentirmi così vuota e inutile. Forse in un’altra vita sarei stata migliore, avrei fatto qualcosa per mamma, per renderla orgogliosa. Mi sarebbe bastato soltanto una frazione di secondo, soltanto uno, avrei fatto in modo che mi ricordasse come allora. Una semplice bambina, con tutti i suoi difetti, spesso pigra, sorridente, con tanti amici, con le sue piccole amiche bambole che le facevano compagnia nell’arco della difficile infanzia, e felice. Sarebbe tutto più semplice, se si potesse tornare indietro, e di sicuro ora non starei seduta su questo pezzo di cemento come letto, ripensando alla storia della mia vita. Mi chiamo Elly Mckibben, e a soli 19 anni mi sembrava di aver vissuto tutto, e fissando il soffitto cercavo di non pensare alla sofferenza di quei tagli così vissuti, eccomi. Così insensibile, e imperfetta, sono io, e per quanto valeva, non ero me stessa da molto tempo, fino a quando …..

                                CAPITOLO 1

Completamente sola, la sensazione di vuoto dentro me .. dove sono? Inconsapevolmente tremo freddo, cerco di sforzare gli occhi, non riesco a veder nulla. Cos’era? Il mio futuro? Dovevo aspettarmelo. Mi calo lentamente, rilasso per un momento le palpebre. Avevo paura. Cosa avrei dovuto fare? Immaginare unicorni, sperare come facevano tutti? A che scopo? Ho esaurito le mie motivazioni, non sapevo a cosa sarei potuta servire. Affrontare tutto ed andare avanti? E il passato, le sue conseguenze, le mancanze, tutto quello che avevo subito, sarebbe svanito? Provavo a concentrarmi ma il buio di quella stanza prendeva il sopravvento. Piccoli passi lenti e incerti si avvicinano verso di me, vogliono mettermi paura, una mano pesante mi afferra il braccio, apro di colpo gli occhi, e mi sveglio. Era solo un sogno.. ma dovevo preoccuparmi.
Oggi esco da questo inferno e ritornerò ad un altro. Sapevo sarebbe venuto mio padre a prelevarmi e preparato il suo solito discorsetto da padre premuroso e ossessivo. Gli voglio bene, ma non andiamo molto d’accordo, per ciò che aveva fatto in passato e averlo saputo da altre persone, non era il massimo. Ma è mio padre, e dovrò ascoltare quello che avrà da dire. E mentre apro l’armadietto personale penso ‘’eccomi qui’’. Ho provato anche l’esperienza di restare rinchiusa per due giorni in una stanza che ti offriva solo un letto di cemento e cibo in scatola. Alzo leggermente il viso fissandomi allo specchio, sono troppo cresciuta. Mi avvio verso l’uscita, raggi solari che mi attraversano la faccia, finalmente sono libera. ‘’Elly, bentornata , sali in macchina.’’ Corro saltando in macchina abbracciando mio fratello. ‘’Andrew!’’ urlo di felicità. ‘’Mi sei mancata, ora ti porto a casa, e non metterti più nei guai, devo parlarti’’ sospira guardandomi dallo specchietto retrovisore. Mi sorprendeva che non fosse venuto mio padre a prelevarmi, gli era successo qualcosa, e inizio a sentirmi nervosa. ''Andrew cosa è successo?'' gli domando mentre gira il suo enorme macchinone verso l'ospedale. Cosa? ...
Ferma di colpo la macchina. ''Okay Elly,non sono buono con le parole o ad aspettare il momento giusto, sò solo che dovresti entrare in camera B del secondo piano,e far visita a nostro padre.'' continua con occhi lucidi. ''Sta male,ha avuto un'infarto.. e chiede sempre di te.'' Avrei voluto me lo avesse detto al momento, ma non è il caso di soffermarsi ancora, stavo avendo l'occasione della mia vita. Quella piccola frazione di secondo, era adesso, e non potevo prendermi ancora del tempo. Scendo di scatto dalla macchina e mi avvio correndo verso il piano superiore, mentre correvo sentivo un leggero venticello che mi attraversava tutto il corpo, una strana sensazione, sembrava di volare, mi piaceva, sorrido.. e penso ''ciao mamma.''
Arrivata alla stanza B,non ero sicura di farcela. Non ero sicura di essere pronta ad affrontare un'altr esperienza simile, non ero sicura di poter vedere chi tenevo andare via..ancora da me. Mi faccio forza,apro leggermente la porta.. sospiro per un momento e alzo gli occhi. Ecco, papà steso in quel letto, mi avvicino cercando di mantenere la voglia di portarlo via dalla sofferenza. Sussurro ''Papà..sono qui.'' gli prendo la stanca mano stringendola a me. Sbatte le palpebre lentamente. ''Elly'' mi sorride di rado e continua. ''Finalmente la mia piccola bambina è qui,con me.'' Cercavo di reprimere quelle lacrime, e rimanere forte. Ma sono stata così poco presente nella sua vita, che adesso ne pagavo le conseguenze. ''Si,papà..ora sono qui.'' non mi ero mai sentita così in colpa e inutile,come adesso. ''Elly, mi sei mancata, stò morendo..lo sento.'' sussurra. ''No papà.'' continuo con occhi lucidi e scoppio. ''Non stai morendo,devi restare con me e Andrew, dobbiamo ricominciare. Sei forte papà, e io ho bisogno di te. Okay? Mi manca la mamma, e mi mancheresti anche tu. Ho pensato di essere sola per tutto questo tempo,senza dare importanza a chi mi era vicino in quei momenti. Dando spazio alle cose peggiori. Ho passato troppo tempo a rovinarmi e diventare quella che non sono, deludendo chiunque che per una volta nella sua vita, ha creduto che io possa diventare una persona migliore mettendo da parte il passato. Congelando me stessa. E adesso che ho avuto la forz di fare un passo avanti venendo da te,senza aver paura di poter aprire questa porta e guardare negli occhi chi mi vuole bene,standogli accanto.. me lo devi. Resta con me. Me lo devi!'' gli stringo la mano, e gli asciugo le lacrime. Mi sorride leggermente, poi un rumuore continuo della macchina respiratrice.. solo una frazione di secondo.
BOOM. Ero morta dentro.
   
 
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