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Autore: Bay24    30/05/2014    4 recensioni
C'erano delle cose di cui si stavano dimenticando sicuramente. C'erano molte cose a cui non stavano dando il giusto peso. C'erano cose che chiaramente l'uno non diceva all'altra e viceversa. Cose di cui avrebbero forse dovuto parlare. In quel momento però, Daryl decise che per quella sera non gli interessava. E anche se non aveva idea di cosa stava facendo, sapeva che andava bene così. Del resto, lasciava sempre che fosse l'istinto a guidarlo quando si trovava vicino a Carol. Era così forte il richiamo della sua anima quando l'altra gli stava vicino, o percepiva il suo profumo o il suono della sua voce, che era impossibile non sentirlo. E a quel punto la baciò.
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Carol Peletier, Daryl Dixon
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Parliamo un po' voi ed io. Un attimo.
L'os che state per aprire è un semplice what if? E' il mio modo di vedere un possibile ritrovarsi di Carol e Daryl. Nulla di più, nulla di meno. Ho cercato di mantenermi il più IC possibile con il personaggio di Daryl (il cui punto di vista è protagonista della os) ma ovviamente, visto che in molte cose il tf è stato volutamente ambiguo in questa serie, e molte risposte chiare non ci sono, alcuni dei suoi pensieri sono in realtà il modo in cui io ho ritenuto idoneo pensasse, per essere coerente con quanto fatto in tre precedenti serie. Come ad esempio i pensieri di Daryl riguardo a Beth. Per tre anni mi hanno mostrato altro quindi mi attengo al percorso più importante e non a quello creato nel giro di un episodio molto forzatamente, (e credo per dare pathos a un rapimento che altrimenti non ne avrebbe avuto alcuno) dando a Daryl pensieri che  a me sembrano coerenti in merito.  
Ho la convinzione (e la speranza) che gli autori di TWD abbiano pronto per Daryl, Beth e Carol una storyline migliore del classico triangolino. Voglio dire è TWD non un teen drama della fox e non hanno bisogno di ricorrere a questi trucchi. Confido quindi che questi autori vadano oltre.
Vi lascio perciò al mio personale racconto di come immagino, potrebbe essere il ritrovarsi di Carol e Daryl. Forse lo troverete un tantino più introspettivo e meno romantico di quanto vi aspettate ma credo fermamente che la grandezza di questo telefilm stia nelle piccole cose più che nelle acclamate scene di amore- che del resto mancano proprio e che quando ci sono, sono molto soft- quindi mi sono voluta attenere a quello stile. Per questa volta almeno.
BUONA LETTURA!




                                                                                                          §§§§§




                                                                                              " Say something"








Correvano.
Correvano da quando l'inferno si era abbattuto su Terminus. Correvano senza voltarsi a guardare indietro. Correvano urlandosi l'un l'altro quando uno di loro si trovava davanti ad un muro di zombie e aveva bisogno di una mano oppure doveva segnalare agli altri di cambiare improvvisamente direzione. Correvano cercando di non perdersi di vista l'un l'altro perché avevano già passato troppo tempo divisi e avevano capito che non sarebbero potuti sopravvivere ancora.
Tranne che avrebbero dovuto farlo se costretti.
La vita non si ferma solo perché non sei pronto per seguirla e neanche quella nuova vita, sopratutto quella nuova vita, sempre in corsa, sempre in pericolo, lo avrebbe fatto.
Tutto quello che potevano fare, era non fermarsi loro stessi e correre, per salvarsi e restare insieme questa volta. E allora lo facevano.

Correvano seguendo Rick, che era in testa con Daryl e Michonne, mentre Carl lo seguiva portando sulle spalle la piccola Judith che per una volta era stranamente silenziosa, quasi avesse imparato che mettersi a piangere mentre orde di zombie stavano convergendo verso i resti infuocati di Terminus e loro stessi non fosse la cosa migliore.
Tyreese era ferito a una spalla e chiudeva la fila con Glenn che si alternava a Maggie e Carol per aiutarlo a restare in piedi. Daryl avrebbe voluto raggiungere Carol e parlarle, chiederle come stava, dove era stata, cosa aveva fatto, ma in quel momento non poteva fermarsi. Nessuno di loro poteva farlo. Lui  doveva aiutare Rick a mettere tutti in salvo, quindi seguiva il loro vecchio leader, di nuovo pronto a lottare e pronto a lasciarsi alle spalle solo morte e sangue se qualcuno osava minacciare la vita della sua famiglia. E loro erano la famiglia di Rick ormai.

Lo aveva dimostrato a Terminus.
Per due giorni, dentro quel vagone, Rick aveva preparato piani di fuga con Daryl, Glenn e Abraham, in attesa che qualcuno venisse a prenderli dando loro la possibilità che attendevano per fuggire.
Rick lo aveva detto del resto. Quelli del terminal avevano fatto incazzare le persone sbagliate quando avevano preso di mira la sua famiglia. E lui era pronto a presentare  il conto salato.

Non erano stati quelli di Terminus a dare loro quella possibilità però, bensì Carol e Tyreese.
Erano giunti laggiù  guidati dagli avvisi e i cartelli affissi un po' ovunque sulla strada che promettevano cibo, sicurezza e cure una volta giunti a Terminus. E come Rick e gli altri si erano fidati, attratti da una sicurezza che in quelle ultime settimane era stata sicuramente anche per loro un'utopia.  
Si erano insospettiti subito però, non appena entrati nel recinto. O meglio, Carol lo aveva fatto.
La donna era diventata attenta e vigile in quei mesi, così diversa dalla donnina spaventata anche dalla sua stessa ombra che era stata un tempo. Carol era un leader adesso, come Rick se non più di lui. Un leader capace di fare scelte che neanche Rick avrebbe avuto il coraggio di fare.
Quando uno degli abitanti del vecchio terminal d'autobus, aveva chiesto a Carol e Ty di lasciare le armi e di permettere loro di occuparsi di Judith mentre loro si rifocillavano, la donna  si era impuntata a dire che non avrebbe mai lasciato la bambina con degli sconosciuti. Né tantomeno avrebbe consegnato le sue armi. I toni a quel punto si erano alzati ed era stato allora che Rick gli aveva sentiti e aveva fatto in modo di palesare la sua presenza dall'interno del vagone.

Tutto poi era avvenuto velocemente. Carol e Tyreese che cominciavano a sparare contro i pochi abitanti di Terminus che erano usciti per accoglierli, e poi la donna che correva per raggiungere il vagone e liberarli e infine Glenn, Maggie, Abraham, Sasha, e gli altri che si riversavano fuori di corsa e cominciavano a correre per raggiungere delle armi e cercare di schivare i pochi cecchini appostati sul tetto del terminal.
Quando Daryl era uscito dal vagone, socchiudendo gli occhi per abituarli all'improvvisa luce, il suo sguardo si era subito agganciato a quello di Carol, che stava consegnando Judith a Carl, ancora sopra il vagone, al riparo dagli spari, e qualcosa era esploso nel suo petto, un'emozione che non era solito provare da quando il mondo era andato in malora. O se per questo neanche prima.
Gioia. Pura. Semplice. Vera.

Avrebbe voluto dirle tante cose anche in quel momento, stringerla a se per accertarsi che fosse davvero lì e non fosse solo un'illusione, ma gli spari, le urla, il caos intorno erano pressanti e tutto quello che aveva potuto fare, era stato avvicinarsi appena a lei e chiederle concitato: "Stai bene?"
"Sì. Nove vite, ricordi?"era tutto quello che gli aveva risposto la donna sorridendogli con calore, prima di gettarsi nella mischia per aiutare Rick e gli altri. Daryl l'aveva seguita subito.
Dopo c'erano stati soltanto spari, urla, l'odore metallico del sangue che impregnava sempre di più l'aria e gente che correva da ogni parte cercando di schivare pallottole e mettersi al riparo. Inutilmente.
Daryl si era mosso velocemente cercando di impedire a quelli del terminal di recare danno ai suoi compagni e dopo un tempo che non avrebbe saputo definire, forse solo pochi minuti ma forse anche ore, lui e i suoi amici avevano vinto.  La superiorità numerica del gruppo avverso non era stata sufficiente a fermare la furia di Rick, o la capacità di lottare che Daryl e gli altri avevano acquisito vivendo per mesi sulla strada, mentre loro se ne stavano lì al caldo e al sicuro a Terminus, ad attirare persone nella loro trappola.
Per cibarsene.
Mostri più di quelli che vagavano inermi e morti per le strade.
Era stata una carneficina, e Rick, lui era stato inarrestabile. Daryl lo aveva seguito docile. Si fidava del giudizio dell'uomo e non aveva smesso di farlo neanche quando aveva preso l'unico sopravvissuto del gruppo e con sguardo spento, freddo, quasi distante aveva detto agli altri di recuperare tutto quello che poteva essere loro utile e di liberare chiunque avrebbero trovato ancora vivo negli altri vagoni, sempre ammesso che qualcuno fosse stato ancora vivo, mentre portava quello stronzo dentro il terminal, forse nella stanza con le candele e i nomi incisi in terra che avevano visto al loro arrivo.

Era stato tutto molto diverso dalla lotta avuta contro il governatore alla prigione, era stato tutto più veloce, e fin dall'inizio erano stati loro a condurre i giochi, ma ancora una volta quando Daryl si era fermato un attimo per fare il punto della situazione, aveva visto intorno a se solo morte e distruzione. Stavolta però non riguardava lui e i suoi amici. Ty era stato ferito a una spalla e Maggie era stata colpita di striscio a una gamba, ma per il resto stavano bene. Tutti loro.
Daryl avrebbe voluto avvicinarsi a Carol in quel momento in cui, dopo tutto il caos, intorno era silenzio, rotto solo dalle grida con le quali si spronavano l'un l'altro a sbrigarsi prima che qualcun altro dei rapitori arrivasse magari attratto da quel casino e creasse loro guai. Terminus, infatti, non era il posto dove il gruppo pernottava, ma solo quello dove cacciavano e si procuravano cibo. Nei vagoni  non sembrava esserci più nessuno. Che ne avevano fatto quelli del terminal della gente che Daryl e gli altri avevano sentito urlare al loro arrivo ? Forse li avevano portati altrove ma Daryl non era sicuro di volerlo sapere.  E comunque Carol era occupata a recuperare viveri e armi come gli altri e anche lui si era messo svelto al lavoro, limitandosi a lanciarle delle occhiate incredule di tanto in tanto che lei contraccambiava ogni volta.

 Quando pochi minuti dopo aveva visto uscire Rick da solo dal terminal non si era stupito di notate volute di fumo che si alzavano dall'edificio dietro di lui.
"Questo posto non è più una prigione per nessuno. Questa gente ha smesso di usarlo per uccidere" aveva detto l'uomo a Daryl, prima di dirigersi verso Carl e prendere in braccio la piccola Judith e lasciarsi andare a lacrime di puro sollievo nel rivedere sua figlia miracolosamente ancora viva.
C'era stato un attimo allora in cui Rick aveva guardato fisso Carol senza proferire parola e la donna si era avvicinata docile, come in attesa del verdetto dell'uomo, e Daryl li aveva fissati preso dall'ansia. Sarebbe di nuovo andato contro Rick se avesse cacciato via Carol? Sì, lo avrebbe fatto senza neanche fermarsi a rifletterci molto. Rick era come un fratello, e Daryl  si fidava del suo giudizio, ma Carol era importante per lui, troppo perché restasse in silenzio nel vederla di nuovo scomparire. Rick non era stato onesto  quando gli aveva rivelato di averla cacciata dalla prigione per tutti loro. Daryl sapeva che non lo aveva fatto per il gruppo come aveva detto ma perché non si fidava di lei, e perché credeva che le idee della donna avrebbero potuto recare danno ai suoi figli, e Rick non voleva. Ne aveva paura. A quel tempo non voleva riconoscere che il mondo che sperava di ricreare non esisteva più e non lo avrebbe fatto mai più.  Non voleva riconoscere che essere civili era qualcosa che non potevano più permettersi di essere. Non in quel nuovo mondo.
In quel mondo o uccidevi o eri ucciso. O agivi senza ripensamenti o eri perduto.
Forse a quel tempo neanche capiva che quello che erano e quello che erano costretti a fare per sopravvivere fossero due cose ben diverse. Adesso però lo sapeva. Adesso aveva visto che il mondo non si sarebbe fermato davanti a nulla e che se voleva sopravvivere e che lo facessero anche Carl e Judith doveva essere ancora più crudele del mondo che li circondava.
E se le idee di Carol, quelle che Rick aveva tanto disprezzato, erano state proprio quelle che avevano permesso a Judith di sopravvivere, allora lui avrebbe forse consentito alla donna di tornare a casa. Di tornare con loro.

"Glielo hai detto?" erano state le uniche parole che Rick le aveva rivolto, guardando velocemente verso Ty.
"Sì, l'ha fatto. Ho capito e l'ho perdonata. Ci sono scelte crudeli che dobbiamo fare per il nostro bene" aveva risposto l'uomo trafelato, al posto di Carol e solo allora Rick si era lasciato andare e dopo un breve cenno affermativo, aveva agguantato Carol per un braccio e se l'era stretta contro sussurrando solo un flebile: "Grazie."
Grazie per Judith. Grazie per averci tirato fuori di lì. Grazie per essere di nuovo qui.

Non finiva lì e Daryl lo sapeva. Quando fossero stati al sicuro Rick ne avrebbe voluto parlare ancora e forse Carol avrebbe dovuto fare delle promesse e accettare di non prendere più decisioni come quelle prese alla prigione senza parlarne prima con loro, ma andava tutto bene, e almeno loro adesso erano insieme.
Senza Beth. Senza Ershel. Senza un posto sicuro dove andare. Insieme però.
Le perdite  avrebbero potuto essere maggiori e tutto sommato, fino a che erano ancora vivi, una speranza l'avevano ancora. Glielo aveva insegnato Beth questo e alla fine la ragazzina aveva avuto ragione.
 
Gli zombie erano arrivati pochi secondi dopo, in gruppi numerosi, attratti dal rumore che avevano fatto durante la sparatoria e dal fumo, e loro avevano cominciato a correre.
Via da un'altro finto posto sicuro, via da false promesse e via dalla crudeltà.
E ancora lo stavano facendo.
La notte si stava avvicinando però e Ty cominciava a essere esausto e anche loro. Erano due giorni che non mangiavano e la fatica di combattere li aveva resi molto deboli.
Michonne li stava conducendo nel bosco perché riteneva che restare lontani dalle strade sarebbe stato loro di aiuto in caso qualcuno avesse pensato di inseguirli per fargliela pagare. La donna stava cercando un corso di acqua, perché se lo avesse trovato, avrebbe trovato anche animali lì vicino e quindi cibo quando fosse servito e magari una piccola radura dove accamparsi per quella notte.
Trovarono però di meglio.
Una casa coloniale che aveva ancora porte e finestre al loro posto. Abraham e Rick la osservarono per qualche tempo dietro a una folta radura di alberi prima di decidere che fosse sicura e portarli tutti lì.

 Anche in quel momento Daryl avrebbe voluto parlare con Carol, portarla da qualche parte e stare un po' solo con lei, ma quando Rick aprì la porta, subito gli fece cenno di entrare dietro di lui e controllare così ogni stanza della casa per accertarsi che non vi fossero zombie o altri insidie e Daryl lasciò il gruppo nelle mani di Bob e Maggie per obbedire.
Quello era il suo compito e doveva portarlo a termine prima di fare qualunque altra cosa.
Svelto salì al piano di sopra così, la balestra recuperata a Terminus spianata davanti a lui con una freccia pronta a scoccare in caso di pericolo. Sentiva dei passi svelti dietro di lui ma non si voltò per vedere chi del gruppo lo stava seguendo. Controllava ogni angolo con attenzione e perizia. L'ultima volta che era stato distratto e svogliato aveva perso Beth, portata via da chissà chi e per farle chissà cosa e non avrebbe ricommesso quell'errore.

Al piano di sopra c'erano almeno cinque stanze da letto e due bagni disposti ai due lati di un lungo corridoio e ogni stanza sembrava vuota. Una di quelle di destra aveva il vetro di una finestra rotto e acqua, foglie e uccelli morti, giacevano sul pavimento,  ma a parte quello tutto sembrava in regola.
Daryl si affacciò alla finestra rotta per osservare il cortile sotto di lui e la zona intorno. Gli alberi non erano molto fitti in quel punto del bosco e non sembrava esserci movimento la fuori. Forse per quella notte sarebbero stati al sicuro.
"Dovresti parlarle. Dirle qualcosa" esclamò a un tratto Glenn palesandosi al suo fianco. Era lui dunque quello che lo aveva seguito.
"Di che parli amico?" gli chiese Daryl ancora intento a fissare fuori dalla finestra.
"Parlo di Carol. Dovresti dirle che sei felice di rivederla e che ti è mancata" rispose Glenn e la sicurezza con cui disse quelle parole, indispettì e mise in imbarazzo Daryl. Glenn era sempre molto schietto ma era decisamente strano che fosse anche così invadente e che esponesse ad alta voce i suoi pensieri su cose che riguardavano argomenti intimi altrui.
"Non abbiamo tempo per queste cose. E poi lei lo sa."Bofonchiò quindi girandosi a osservare la stanza. Anche se aveva già compiuto quel controllo, tutto era preferibile a fissare Gleen in volto in quel momento.
"Dixon, se non troviamo tempo proprio per questo genere di cose, mi chiedo per quale motivo ci diamo tanto da fare. A questo mondo non ci resta molto per cui essere grati. Solo noi stessi e quelli che amiamo e se perdiamo anche loro....beh, penso che tu lo sappia perfettamente cosa si prova. Hai perso tuo fratello e poi hai creduto di aver perso Carol, e dopo Rick e tutti noi, e infine Beth. Io credevo di morire quando pensavo che non avrei più rivisto Maggie. Non riuscivo a pensare ad altro che a ritrovarla. E adesso che lei è qui, ho così paura che anche solo a girarmi potrei di nuovo perderla che non faccio altro che dirle che la amo. Ho bisogno che lei lo sappia. Fino a che posso farlo, ho bisogno di dirglielo. Penso che dovrebbe essere lo stesso per te. Non sappiamo quanto tempo ci è concesso. E' stupido rimandare certe cose solo per paura.  "

Il che poteva anche andare bene per Gleen, pensò stizzito Daryl, ma non aveva nulla a che fare con lui.
Il suo rapporto con Carol non era mai stato di quel tipo. Era stretto, intenso, importante e sì, di sicuro coinvolgeva anche sentimenti con cui Daryl non aveva molta dimestichezza, ma non era un rapporto come quello di Gleen e Maggie. E doveva ammettere che principalmente la colpa di questo era sua.
Dio! Non era in grado nemmeno di dire a Glenn  cosa stava pensando in quel momento, senza sentirsi un perfetto cretino, come avrebbe mai potuto dire a Carol quello che sentiva per lei? Quello che sentiva da mesi ormai.
Daryl non sapeva parlare, e non lo faceva  mai. Era uno che agiva, non certo uno che parlava. Specialmente con le donne. Non era riuscito neanche a ringraziare Beth per averlo riportato indietro dalla sua apatia distruttiva, per non essersi arresa con lui anche quando lui si era già arreso con se stesso.
Quando l'aveva persa, aveva creduto di aver perso con lei la sua ultima speranza eppure quando Rick gli aveva chiesto di lei tutto quello che era stato in grado di dire era stato: "E' andata." Una considerazione senza abbellimenti e false ipocrisie. Beth era andata, era persa e non importava che gli avesse impedito di arrendersi e lasciarsi morire. Non importava che lo avesse aiutato e spronato. Era andata . E a loro non restava che andare oltre perché lui non era stato in grado di proteggerla. Come non aveva potuto proteggere Sophia e Merle. Ed era stanco di perdere persone. Lo aveva detto lui stesso a Beth ed era vero. Era stanco di agire e mettere tutto se stesso in qualcosa e perdere comunque persone. Era stanco di lottare praticamente da quando si alzava a quando tornava a letto e perdere lo stesso.

Era una cosa a cui credeva che si sarebbe abituato alla fine. Diavolo! devi farlo se non vuoi impazzire, quando perdi qualcuno che ami quasi ogni giorno e non puoi fare altro che andare avanti.  Semplicemente ti arrendi e ti abitui. Tranne che non puoi farlo veramente. Non fino in fondo.
Aveva voluto bene a Beth. Lei era tutto quello che gli era rimasto e l'aveva resa il centro dei suoi pensieri. Come una sorella che sentiva di dover proteggere. Esattamente come aveva fatto quando aveva cercato di riportare indietro Sophia per Carol. Esattamente come aveva fatto quando dopo aver ritrovato Merle non si era sentito di abbandonarlo a se stesso. Perché era così che Daryl amava e dimostrava affetto. Dava tutto se stesso ma non sapeva parlare. Dire quello che sentiva.
Non ci era riuscito con Merle o con Carol. Nemmeno con Rick quando lo aveva ritrovato.  E di sicuro non ci era riuscito con Beth.
E quello che aveva fatto non era stato sufficiente per salvarla.
Ovunque fosse ora sperava che stesse bene. O che, in caso contrario, la morte fosse sopraggiunta veloce per lei.
Lui non poteva fare altro che andare avanti. Come ogni volta. Come aveva fatto dopo aver creduto di aver perso Carol. Come aveva fatto dopo aver perso Merle. E come aveva fatto dopo aver perso il gruppo.
Daryl ripartiva da zero ogni volta. Sopravvivendo.

Solo che adesso Carol era lì. Carol si era salvata da sola.  E forse questo voleva dire che non era sempre compito di Daryl  salvare gli altri, ma di sicuro lo era essere onesto con loro fino a che aveva la possibilità di esserlo. Forse Glenn aveva ragione. Forse era giunta l'ora di dire quelle parole che non sapeva fare uscire.
"Dille qualcosa"gli ripeté Glenn e la voglia di prenderlo a pugni fu sostituita dal bisogno impellente di seguire quel consiglio. Daryl non poteva sapere cosa sarebbe successo da lì a due ore e se l'avesse persa di nuovo? Non vi erano certezze in quel mondo ma Carol in un certo senso restava la sua, quindi doveva dirglielo. Almeno una volta. Almeno questa volta.
Certo, tra il dire e il fare c'era di mezzo l'oceano delle emozioni che Daryl non sapeva gestire.

Quando scese di nuovo di sotto con Glenn, vide che una delle due porte del piano inferiore, quella che dava sul cortile principale, era stata barricata con i vecchi mobili e che le finestre erano state chiuse dove possibile o comunque coperte con lenzuola scure affinché il riverbero delle candele che avevano trovato in giro per la casa e che ora illuminavano la stanza non fosse visibile anche da fuori.  Michonne era appostata alla finestra vicino alla porta che dava sul retro e teneva d'occhio l'esterno con perizia. Quando Daryl le passò vicino, gli fece un breve cenno con la testa, come a dire che tutto le sembrava tranquillo. Gli altri erano nel grande salone, seduti in terra, a riposarsi.
Rick lo prese da una parte per chiedergli se la casa fosse sicura e per informarlo che intendeva fermarsi lì per quella notte, per dare il tempo a Ty e Maggie di recuperare un po' di forze, e a loro di rifocillarsi e riposarsi un po'.
Daryl si disse d'accordo poiché anche lui, adesso che l'adrenalina cominciava a scemare, sentiva la stanchezza di quella giornata piombargli addosso inesorabilmente. E poi avrebbero dovuto capire cosa fare adesso. Tornare alla prigione era impensabile, ormai era perduta. Woodbury non esisteva più e Terminus era stato distrutto da loro stessi. Esistevano altri luoghi sicuri? Forse sì, ma per raggiungerli avrebbero avuto bisogno di armi e viveri e magari anche auto e al momento con loro avevano solo quello che erano riusciti a portare via da Terminus. Poco cibo, (del resto la dieta degli abitanti del teminal  era costituita da essere umani e non era proprio il loro genere quello)poche armi e qualche vestito. Avrebbero dovuto capire dove erano, cercare di trovare luoghi che avrebbero potuto fornire loro riparo per lunghi periodi. O forse avrebbero dovuto continuare a viaggiare senza meta senza mai fermarsi da nessuna parte se non per brevi periodi, come avevano già fatto. Dovevano decidere  molte cose insomma, e al momento erano troppo stanchi per farlo, così lo seguì in salotto e si mise seduto vicino a Sasha.

Carol era in ginocchio in un angolo e stava medicando la ferita di Ty. Ogni tanto i loro sguardi s'incrociavano e i due si sorridevano in un modo molto intimo. Quella cosa dava fastidio a Daryl. Dove si erano incontrati? Carol era tornata alla prigione in tempo per vederla distruggere dal governatore anche se Rick le aveva vietato di farlo? E che cosa avevano fatto lei e Ty fino a quel momento insieme e da soli? Anche Carol come lui a un tratto aveva pensato di andare semplicemente avanti con la sua vita e basta? Anche lei aveva smesso di chiedersi dove fosse Daryl, o forse non se lo era mai chiesto? Forse un sentimento più debole, un rapporto meno intenso, ma comunque qualcosa che non la facesse sentire sola le sarebbe bastato e magari aveva scelto Ty come lui stava per scegliere Beth?
Lo aveva fatto? Era dunque troppo tardi per loro?
Esisteva poi un loro da quel punto di vista?
Daryl si pentiva di non averlo mai chiesto.

A un tratto, restarsene semplicemente seduto lì a osservare quel teatrino non era una cosa che poteva più sopportare, quindi tirandosi velocemente su, prese la sua balestra e disse passando accanto a Rick, intento a giocare con la piccola spacca culi :"Esco un attimo fuori. Controllo il perimetro."
Rick lo guardò confuso, ma non si oppose alla sua decisione. Perché avrebbe dovuto? Daryl era quello che se ne stava sempre un po' in disparte, che spesso vagava da solo anche fuori dalla prigione. Come faceva Michonne.  Sapeva badare a se stesso del resto e tutti lo sapevano.
Non si concesse comunque di allontanarsi molto dalla casa. Dopo aver incontrato il gruppo dei cannibali, e quello degli stupratori e aver perso Beth, era restio a starsene troppo lontano dai suoi compagni. Lontano da Carol. Così si fermò vicino a una macchia di alberi che si trovava a pochi metri dalla casa e si appoggiò contro il tronco di uno di questi, solo per riprendere un po' il fiato e fare chiarezza dentro di se.  
La notte intorno si stava facendo sempre più scura e i rumori del bosco lo cullavano nella loro familiarità. Ci aveva passato quasi due settimane in quel bosco con Beth e quando era un ragazzino ci aveva passato anni  in boschi simili a quello quando doveva scappare dalla furia di un padre troppo violento.
Se qualcuno gli avesse chiesto quale era  il luogo in cui si sentiva più al sicuro, Daryl avrebbe risposto senza ombra di dubbio: "In un bosco."
Non era più così adesso.

"Daryl"chiamò a un tratto una voce alle sue spalle e voltandosi l'uomo vide che Carol lo aveva raggiunto. La donna se ne stava in piedi a pochi metri da lui, le braccia strette al suo busto, e lo guardava con un'aria speranzosa e preoccupata al tempo stesso.
Avrebbe solo dovuto dire qualcosa a quel punto, qualsiasi cosa. Stai bene, sei ferita, dove sei stata, perché hai ucciso Karen e David? Sai che fine hanno fatto Lizzie e Mika? Non usciva però nulla dalla sua bocca mentre i suoi occhi indugiavano sul volto di Carol, su quel sorriso che stava piano piano nascendo sulle sue labbra.
Dille qualcosa, ripeté a se stesso.
Eppure non sapeva trovare le parole e tutte quelle che gli venivano in mente, gli sembravano stupide e misere, e inutili, assolutamente indegne di far capire quello che sentisse dentro di se in quel momento.

Così semplicemente si mosse. Da prima lentamente, poi quando vide che anche Carol prese a camminare verso di lui sempre più velocemente.
Dopo non avrebbe saputo dire chi era stato il primo fra loro due a gettarsi tra le braccia dell'altro. Sapeva che a un tratto aveva lasciato cadere la sua balestra in terra per stringere la vita di Carol e portarla contro di se, e sapeva che la donna lo aveva abbracciato portando le sue braccia intorno alle sue spalle e incavando il volto nel suo collo e  che tutto il resto aveva perso d'importanza.
C'erano solo lui e Carol. E la notte che li ammantava nascondendoli a chiunque dalla casa avesse voluto guardare fuori.
C'erano delle cose di cui si stavano dimenticando sicuramente. C'erano molte cose a cui non stavano dando il giusto peso. C'erano cose che chiaramente l'uno non diceva all'altra e viceversa. Cose di cui avrebbero forse dovuto parlare. In quel momento però, Daryl decise che per quella sera non gli interessava.
E anche se non aveva idea di cosa stava facendo, sapeva che andava bene così. Del resto, lasciava sempre che fosse l'istinto a guidarlo quando si trovava vicino a Carol. Era così forte il richiamo della sua anima quando l'altra gli stava vicino, o percepiva il suo profumo o il suono della sua voce, che era impossibile non sentirlo.
Fin dal primo momento in cui Daryl aveva riconosciuto in quella della donna un'anima ugualmente ferita come la sua, c'erano stati molti momenti durante i quali si era fermato a guardarla cercando di non farsi vedere. Gli piaceva osservarla quando l'altra non sapeva di essere guardata. Gli piaceva quello che vedeva in quei momenti. Beh no..a dirla tutta, gli piaceva sempre quello che vedeva quando guardava Carol .
L'aveva aiutata a diventare una piccola guerriera ed era stato un donarsi reciproco perché lei lo aveva aiutato ad aprirsi, a smetterla di fuggire ai sentimenti che sentiva.
Lui l'aveva resa una donna che meritava il perdono, lei lo aveva reso un uomo che meritava l'amore.
Se era ancora vivo, era anche per questo. C'era stato un breve momento in cui se ne era dimenticato quando l'aveva persa, forse, ma questa era la verità.
Daryl appoggiò la fronte a una spalla di Carol, travolto dal suo odore, mentre intorno a loro stava cominciando a piovigginare.
Quando lei lo tirò più vicino, premendo una mano sulla sua schiena e l'altra intorno alla vita, la avvolse ancora più stretta a se.

Non stavano dicendo una sola parola. Non si facevano domande. Non si dicevano nulla. Nonostante le molte cose che entrambi volevano di sicuro chiedersi e dirsi non dicevano assolutamente nulla. Stavano solo lì, abbracciati, in silenzio. Eppure quel silenzio e quei gesti erano così carichi di significato e sensazioni che le parole non servivano in  ogni caso.
Daryl non avrebbe saputo dire per quanto rimasero abbracciati in quel modo.
A un tratto Carol si staccò dall'abbraccio e si allontanò dal suo corpo quel tanto che bastava per guardarlo in viso e passare lieve una mano ad accarezzarlo su una guancia. Daryl si stupì del calore che sentì avvolgerlo a quel gesto e, al tempo stesso, al freddo che sentì quando lei si allontanò e fu tentato di riallungare le mani per stringersela di nuovo contro.
Guardandola però noto che sembrava triste e riflessiva e Daryl si scoprì a fissarla quasi con nostalgia. Quando gli occhi dell'altra si spostarono nei suoi, però, sentì come una scossa elettrica che gli investì la schiena e il cuore.

No, era troppo. Troppo per lui.

Eppure questa volta non voleva fuggire. Anche se non sapeva dire le parole giuste non voleva di nuovo rimandare quel momento solo per paura. Vivevano in un mondo dove la paura era l'emozione principale di ogni loro giornata, e le cose andavano afferrate quando ti erano offerte se non volevi perderle per sempre.
Così, quando Carol, ridacchiando nervosamente, si staccò del tutto da lui e fece per tornarsene in casa, Daryl la bloccò per un polso perché non avrebbe permesso che fosse lei a scappare questa volta.
Era troppo il bisogno che aveva di lei, la voglia che aveva di sentirla vicino.
Poi lo obbligò a voltarsi e a tornare fra le sue braccia.
E a quel punto la baciò.

La baciò come avrebbe voluto fare quella mattina quando dopo essere sceso dal vagone, aveva potuto solo chiederle come stava, preso dalla foga del momento e dalla battaglia in corso.
La baciò come avrebbe voluto fare non appena l'aveva vista salire sul bus rovesciato il giorno in cui avevano raggiunto la prigione, quando non era per niente preparato a trovarsela davanti con quel piatto di cibo, la sua premura e la sua voglia di scherzare.
La baciò come si era rimproverato di non essere riuscito a fare quando pensava di averla persa dopo la morte di T- dog, salvo poi ritrovarla sana e salva. La baciò come aveva sentito l'impulso di fare quando l'aveva sentita dire a suo fratello che se avesse fatto qualcosa per rovinare la vita a Daryl lei lo avrebbe ucciso nel sonno.
La baciò come aveva sognato di baciarla ogni giorno da quando l'aveva persa per colpa della decisione di Rick.
La baciò come aveva sognato di fare la prima volta, due anni prima , dopo che lei gli aveva confidato di aver subito anni di violenza da parte del marito e di volere adesso un uomo d'onore al suo fianco.

Poteva essere lui quell'uomo?Dio, voleva essere lui quell'uomo.

Mise tutto se stesso in quel bacio.
Ogni cosa che erano e che sarebbero potuti essere se tutto fosse andato come doveva andare.

Fu un bacio lento all'inizio. Dolce.
Daryl fece scivolare le sue mani fino alla base della schiena di Carol attirandola verso se, mentre l'altra, dopo un primo momento di sorpresa, intrecciò le braccia dietro il suo collo per approfondire a sua volta il bacio.
Lo sorprese il modo facile e veloce con cui Carol riuscì ad abbandonarsi al suo tocco nonostante tutte le remore e le paure che li avevano frenato per mesi.
Lo stupì scoprire che bastava un tocco di Carol e tutto il resto spariva.
Persino Beth e ciò che poteva esserle successo.

Non vi erano più colpe e recriminazioni. Paura e stanchezza. C'erano solo calore, passione e amore.

Ben presto  il bacio divenne più passionale.
Una lotta di lingue che si esploravano con avidità, di denti che mordevano rivendicando un possesso che sembrava così naturale e giusto.
Daryl gemette nel bacio perché era spaventoso e al tempo stesso esaltante sentirsi voluto in quel modo così totale.
E quando Carol lo strinse un po'di più a sé, Daryl trovò il coraggio di dire quelle parole che tanto lo spaventavano.
Ti amo.

Sì, Daryl disse " ti amo" quella notte.
Non con la voce ma lo fece con gli occhi e le mani. Lo fece con i baci e le carezze. Non usò parole sì, ma fu certo che questa volta Carol avesse compreso comunque.
Lo percepì nel suo tocco, lo sentì nel suo corpo morbido e cedevole. Lo capì dai suoi baci.

Era il primo ti amo che diceva in vita sua, il primo in cui credesse con tutto se stesso.
E forse presto avrebbe saputo dirlo anche ad alta voce.
Nel frattempo, lo avrebbe detto con il cuore.




 


                                                                                                            - FINE-





L'angolo della walker che cammina vicino a voi:
Come vedete, è una semplice os per spiegare un momento che anelo con tutta me stessa vedere presto e che spero sia una delle scene dei primi episodi della quinta serie. Il ritrovarsi di Carol e Daryl è una cosa che è stata rimandata per troppo tempo. Fateci caso. Rick e Carl hanno ritrovato Michonne quasi subito. Glenn e Maggie idem.Carol ha ritrovato Lizzie e Mika e noi tutti praticamente all'istante.  Gli unici che dovevano ritrovarsi da PRIMA dell'attacco alla prigione e ancora non si sono visti neanche di striscio sono Carol e Daryl. Credo che sia una cosa con un suo valore esattamente come il fatto che Judith sia viva e che né Rick né Carl lo sappiano ancora.  
Non so cosa vogliano fare gli autori. Non so se Carol e Ty arriveranno davvero a Terminus come scrivo qui e libereranno tutti o se Rick salverà i suoi, prima che loro arrivino e poi si ritroveranno per la strada oppure ancora una volta saranno divisi e quando Carol arriverà, non troverà più nessuno. Non so cosa ci sia nella mente degli autori. Posso dirvi cosa spero. Spero che non ci sia la betyl in quelle menti perché la trovo una trovata  un po' infantile per dare visibilità  al personaggio Beth davvero indegna per il personaggio di Daryl e inutile per dare forza  e senso a quello di Beth. Che solo con una sua storyline forte lo potrebbe avere.  Una cosa alla Andrea,  per capirsi. Spero anche che Ty e Carol ritrovino gli altri entro i primi due episodi per vedere il confronto Carol/Rick (ora che anche lui è tornato a prendere decisioni forte per salvarsi e salvare la vita dei suoi cari come affronterà le decisioni prese da Carol che a suo tempo tanto condannò?)e Carol/Daryl il prima possibile. Chiedo troppo?Direi di no.
Grazie per la vostra attenzione.
Bay24
  
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