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Autore: Saya_Zhao    04/08/2008    3 recensioni
“Stupida, stupida Bambola.”
Era abituata a quella definizione così poco gentile. Non vi era nulla di offensivo, ma quando veniva pronunciata il disprezzo che vigeva nella voce era impressionante. La bambola, per definizione, è un giocattolo che rappresenta la perfezione assoluta. Un oggetto che incarna la bellezza...
Uno stupido e bellissimo contenitore di plastica, con nient’altro che il nulla dentro.
Lei, Ino Yamanaka, era esattamente questo. Un’inutile bambola.
Ma finché lui non gliel’aveva rinfacciato, non le era mai importato.
[SasuIno]
Questa fic si è classificata quinta al concorso "scontro fra pairing" indetto da Nagaina.
Genere: Romantico, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ino Yamanaka, Sasuke Uchiha
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Try Another Day
[SasuIno]

 “Stupida Bambola.”
Beh, che dire, spesso bastano poche frasi per distruggere le certezze delle persone.
“Stupida, stupida Bambola.”
Era abituata a quella definizione così poco gentile. Non vi era nulla di offensivo, ma quando veniva pronunciata il disprezzo che vigeva nella voce era impressionante. La bambola, per definizione, è un giocattolo che rappresenta la perfezione assoluta. Un oggetto che incarna la bellezza, con la pelle leggermente dorata e i lunghi capelli biondi a incorniciare un viso incantato, con gli occhi celesti, gli zigomi alti e le guance magre. Le gambe lunghe, il bacino mai eccessivamente largo, la vita stretta e il seno abbondante. Un corpo armonioso, una delizia per gli occhi di chi la incontra. E poi… i modi gentili, la voce vellutata, le movenze eleganti.
Uno stupido e bellissimo contenitore di plastica, con nient’altro che il nulla dentro.
Lei, Ino Yamanaka, era esattamente questo. Un’inutile bambola.
Ma finché lui non gliel’aveva rinfacciato, non le era mai importato.
“Stupida Bambola.”

- Sasuke-kun, gioca con me! -
Sasuke sbuffò, cercando di scollarsi di dosso quella mocciosa insistente. Ma era inutile: Ino era la ragazza più cocciuta del mondo. Nonostante nel parco giochi ci fossero tanti bambini e altrettanti giochi, la biondina prontamente li ignorava per rivolgersi solo e soltanto a lui.
- Sasuke-kun! Vuoi startene tutto il tempo lì, da solo? -
Un altro sbuffo. Eppure, per quanto si lamentasse, il piccolo Uchiha non dava segno di volersi allontanare. Non poteva andarsene. Sua madre l’aveva letteralmente costretto ad abbandonare i suoi studi da ninja per passare un po’ di tempo come un normale bambino. Giocando nel grande parco del villaggio, costruendo importanti amicizie.
Ma lui voleva allenarsi per raggiungere Onii-san. E gli scocciava essere lì, a fare niente!
- Evita di guardarmi così – esclamò scocciata Ino. Poi però sorrise, illuminando il suo bel visino rotondo e i suoi profondi occhi azzurro ghiaccio. E Sasuke si sentì quasi parte di quel grande calore. La bionda gli prese le mani e, ignorando le deboli proteste del moretto, lo costrinse ad unirsi a tutti gli altri bambini per giocare assieme.

Camminare per le strade di Konoha, per le ragazze, era quasi una gara. Ancheggiando sensualmente, giocando a chi catturava più sguardi. Non era difficile, ma ognuna ci metteva tutto l’impegno possibile. Perché aiutava, aiutava maledettamente a sentirsi più belle e sicure di sé. Così, ogni sabato pomeriggio, le ragazze dei team si ritrovavano all’inizio della strada principale per iniziare la loro sfida. Sorridendo amabilmente, lanciando occhiate ammiccanti a tutti i ragazzi che le guardava con bramosia.
Ma nessuna poteva competere con lei. Camminava con così tanta eleganza da sembrare toccare appena il terreno sotto i suoi piedi, come un’eterea figura che passeggiava fra i mortali. Le anche si muovevano al ritmo, dondolando in modo quasi ipnotico, tanto da catturare gli sguardi dei più impegnati. Perfino il lento ondeggiare della sua stupenda chioma bionda sembrava un richiamo per il sesso opposto. Il viola degli abiti, così incredibilmente alla moda, non facevano che accarezzare ed esaltare sempre più le sue morbide forme. I commercianti sorridevano vedendola passare, perché la sua presenza costante il sabato pomeriggio garantiva la consumazione fissa di tanti giovani che la mangiavano con gli occhi.
E lei lo sapeva, mentre osservava tutti dall’alto della sua bellezza.
Sapeva di essere notata da tutti, ma non da chi le interessava davvero.

- Ino, ma come fai a essere così… così? -
Ino rise allegra, coprendosi la bocca con la mano. Era tardi, molto tardi. Il tramonto stava quasi per concludersi, la notte era vicina. Eppure entrambi i due bambini erano ancora al parco giochi, rimestando la sabbia nel recinto.
- Io sono così e basta. - lo prese in giro lei, mostrandogli la lingua.
Sasuke sbuffò. Con lei quella era l’azione più semplice. Eppure gli piaceva davvero tantissimo sbuffare per le sue battute, perché questo significava stare in sua compagnia.
- Tuo papà non è ancora arrivato? – chiese all’improvviso lei.
Sasuke abbassò lo sguardo, nascondendo la delusione. “Ti prometto che verrò a prenderti oggi al tramonto, Sasuke. Parola di papà”. Ma il tramonto era arrivato e stava già finendo, senza che suo padre avesse mantenuto la promessa.
- Vai, se ti annoi. – sbottò il moro, acido. La delusione ormai si sentiva anche nelle sue risposte. Ino capì, e sorrise, accarezzandogli delicatamente il volto. E il piccolo Sasuke si ritrovò a ringraziare che la notte fosse scesa così velocemente, oppure Ino avrebbe notato le sue guance arrossate…
- Figurati! Se sto con te, mica mi annoio.
Sasuke sorrise, e Ino si beò di quel magico momento che illuminò la sua giornata.

Maestro Asuma la rimproverava sempre. Perché durante gli allenamenti la sua testa non era mai lì. Doveva concentrarsi per diventare forte. Anzi, non forte: al pari livello dei suoi compagni di squadra. Ma il maestro aveva ragione, non s’impegnava, perché pensava ad altro. Non riusciva a pensare a nient’altro. Era giovane, era bella, aveva due occhi che catturavano magnetici chiunque fosse stato tanto incauto da fissarla troppo a lungo. Credeva di avere il mondo in mano, di essere la ninja più forte, perché tutti la guardavano con ammirazione. E lei… lei ci credeva, continuando pensare a lui. Quel piccolo bambino che, cresciuto, era diventato l’oggetto dei suoi desideri.
Sasuke. Sasuke che da molto tempo quasi non le rivolgeva la parola. Eppure… eppure lei sapeva. Lei voleva stargli accanto, per aiutarlo a sorridere ancora una volta.

- Sasuke! -
Ma il piccolo bambino la ignorò completamente. La sua casa, sconvolta dall’odore del sangue e coperta dall’ombra della notte, era spezzata. Tutta la sua famiglia, il suo mondo, era… era morto.
A causa di colui che considerava un fratello.
Alzò gli occhi al cielo, fissando insistentemente il blu scuro del firmamento. Non c’erano stelle quella notte, solo spesse nubi cariche di pioggia che rombavano di tuoni a ogni movimento. Era vuoto, senza le sue stelle… vuoto quanto le grandi iridi del piccolo che lo guardava in cerca di risposte.
- Perché? – singhiozzò, stringendosi alla bambina. – Perché? Perché non ha ucciso anche me? Perché non mi ha ucciso? –
Ino lo strinse, piangendo con lui. Era troppo piccola per capire cos’era accaduto, ma poteva già sentire la disperazione di quel cuore ch s’avviava su una strada oscura. Strinse forte il suo prezioso Sasuke, lo strinse fino a immergere completamente le mani nelle sue vesti. Le parole che il piccolo ripeteva in continuazione le facevano male, ma non poteva fare altro che essere un palo su cui lui potesse sorreggersi. E così strinse e basta, senza cancellare i semi della discordia del cuore di Sasuke. Senza poter far altro per quel bambino che tanto invocava la morte.

- Sei solo una stupida bambolina, cosa ne puoi sapere? – gridò Sasuke, ignorando ciò che il buon senso gli urlava da molto tempo ormai. E sbatté violentemente la porta, per sottolineare il suo stato d’animo.
- No. – Sasuke si fermò di colpo, sorpreso. Qualcosa l’aveva bloccato, impedendogli di continuare. Impedendogli di danneggiare ancora di più la sua preziosissima amica. Qualcosa di liscio e delicato, che odorava di pesco. Sì girò appena, con disprezzo. Perché quella mano di pesca era il suo esatto opposto, un oggetto consumato dal rancore.
- Io non sono una bambola. – singhiozzò Ino, con flebile voce, buttando fuori le parole in un colpo solo. Senza avere il coraggio di fissare negli occhi Sasuke.
- Tutto questo, sai dire? – ringhiò furioso lui. –Non sono una bambola? –
Ino trattenne a stento un singulto, stringendo ancora più forte quelle pallide mani. Non doveva lasciarle, non doveva farlo. Era una bambola, sì, questo lo sapeva fin troppo bene. Uno stupidissimo giocattolo in plastica, incapace di provare alcunché a parte la vanità. Lei era questo, e tutti glielo facevano notare. Ma non le importava, non le importava!
Finché anche lui non gliel’aveva rinfacciato.
- Non sono una bambola! – gridò, lasciando che le lacrime uscissero senza restrizioni, tornando a fissare le iridi scure dell’Uchiha. – Non lo sono! Perché nessuno riesce ad andare oltre l’apparenza? Perché anche tu mi abbandoni?-
- Io ti avrei abbandonato? Ino, tu non sai che significa essere soli! – ruggì furioso Sasuke, liberandosi della stretta della bionda con un gesto secco e impacciato.
E calò il silenzio, come un pesante sipario.
- Sasuke… -
- Che c’è? –
- Mi dispiace… -
Sasuke rimase interdetto. – Ti dispiace? – sibilò sarcastico.
Ino si alzò, strofinando con forza i suoi occhioni blu. – Mi dispiace per tutto! Mi dispiace di essere una bambola, mi dispiace di essere così stupida, mi dispiace di averti lasciato solo quando ne avevi bisogno! Mi dispiace di non averti saputo consolare, quel giorno, mi dispiace di non aver capito! Solo questo! Mi dispiace! –
Idiota.
Il moro spalancò gli occhi, incredulo.
Puro e incredibile idiota.
E si avvicinò piano, prendendo fra le mani il suo viso.
Perché rincorrere il passato…
Annusò il tenero odore della sua pelle, cercando di imprimerlo nella mente per non scordarlo più.
Perché desiderare un sogno sanguinario…
Le asciugò le lacrime con un gesto dolce, e recise le sue labbra tremanti in un soffice bacio. Casto e puro, come nessuno dei due era.
Quando potresti ottenere una vita, con lei?
- Perdonami. – mormorò soltanto. E con un colpo assestato dietro la nuca l’addormentò.

Non avrebbe trascinato il suo unico amore nella fine che da tempo si era imposto.
Perché, nonostante il loro amore, il futuro era già scritto.
Solo fra i cancelli del cielo esso poteva vivere sereno.


Spero vi piaccia^^ recensite, recensite! Fatemi sapere se è gradita o meno!
Questa fic si è classificata quinta al concorso "scontro fra pairing" indetto da Nagaina.

Non ho altro da dire^^' solo che, essendo in assoluto la prima SasuIno che ho scritto, non saprei dire quanto è uscita beneXD Trovo veramente strano che IO abbia scritto su due personaggi che non mi piacciono nemmeno un po' =...= Frociucchio Uchiha e Ino(non sa di nulla, questa ragazza, o sbaglio?)
Mi preparo a essere linciata dalle fanXD

Akasuna no Saya


  
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