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Autore: AyakoSoul    30/05/2014    6 recensioni
Favij sta per provare un nuovo gioco, consigliatogli da un utente anonimo, ma qualcosa va storto: perde misteriosamente la memoria e viene catapultato in uno strano mondo dove le mentalità delle persone si ricreano sotto forma di esseri viventi. L'unico modo per uscirne è andare in un altro mondo parallelo al primo, Nemes, ed affrontare le proprie Nemesi di tutti i giorni. Ma una minaccia per oscuri motivi sta decimando le Nemesi e, senza di loro, le persone che incarnavano nel mondo vero finiscono in coma e non riescono più a risvegliarsi. Riuscirà il ragazzo a non morire in un mondo che non gli appartiene?
Tratto dal capitolo 3:
“..Favij eh? Che bei ricordi hai trovato. Sembri quasi una persona..vera. Mi sa che ci divertiremo insieme.” una voce lontana gli rimbombò nelle orecchie, mentre il mal di testa continuava a fargli pulsare la tempia.
Dal capitolo 5:
I suoi dubbi si stavano insinuando nella sua testa, mentre il ragazzo con la mano fu talmente veloce che riuscì a provocargli un taglio laterale al fianco con la sola mano, facendogli perdere molto sangue e causargli un dolore indicibile.
...possibile che fosse Favij?
Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Favij, Nuovo personaggio
Note: AU, Cross-over, OOC | Avvertimenti: Violenza
Capitoli:
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La ragazza con la tuta nera lo trascinò via da quella sottospecie di stanza bianca tenendogli di lato la manica corta della maglietta azzurra con due tizi raffigurati su una bicicletta, uno con lo sguardo maligno e un altro dietro che piangeva. E ancora quella scritta: Favij.

Ma cosa significava veramente, quel nome?

Secondo la ragazza, così in molti lo chiamavano.

Ma lui non si ricordava assolutamente niente, né il suo nome, né da dove provenisse. Una strana nebbia gli avvolgeva la mente, come se fosse stato tutto oscurato.

“..o censurato.” pensò e ci ridacchiò su, non capendo come avesse fatto a farsi venire in mente quel pensiero.

Per una frazione di secondo vide la ragazza voltarsi e poi tornare con lo sguardo diretto a un lungo corridoio bianco.

Al ragazzo sembrava quasi che stesse...sorridendo.

Il corridoio era ornato di altri piccoli numeri, raggruppati tra loro e cangianti, che formavano archi di colore che riflettevano la loro luce a chi li guardava.

Parevano codici, indecifrabili a occhio nudo.

Lui ne rimase incantato.

«Ti piacciono tanto, i Codici Origine?» gli chiese la ragazza, probabilmente leggendogli un'altra volta nella mente.

Quel pensiero incupì il ragazzo.

Quegli occhi letteralmente vitrei gli facevano paura, come l'idea che potesse saperlo.

Lei faceva paura.

Non spiegava niente.

Lo accompagnava chissà dove.

E lui poteva solo fidarsi, non sapendo dove andare in quegli enormi spazi bianchi che stavano attraversando, procedendo per il corridoio, sempre più incosciente di cosa roteava attorno a lui.

Più pensava, più comprendeva che lei sapeva quel che stava pensando.

E la cosa lo inquietava non poco.

Continuarono, oltrepassando tunnel scuri che sfociavano in altri spazi bianchi.

«Non mi hai ancora risposto» gli disse lei.

Lui non capì subito, quindi lei si voltò a guardarlo.

«I Codici Origine» aggiunse guardando divertita la faccia nulla capente del ragazzo.

«Cosa..?» balbettò lui, guardandosi intorno.

«I Codici Origine sono quei numeri lassù, che osservavi prima - indicò col dito i numeri piccoli sulle colonne – e sono i numeri che codificano l'universo» disse cercando di essere povera di parole, ma la faccia di “Favij” era ancora interrogativa.

Sospirò, preparandosi a raccontare una cosa per lei abbastanza noiosa, prendendo fiato.

«Nello spazio che ci circonda, ci sono tanti numeri, piccoli e invisibili».

I suoi occhi vuoti si riempirono di una luce candida e lo spazio intorno a lei si riempì di piccoli numeri bianchi e cambiavano in continuazione, sfilavano, si scontravano.

L'aria ne era piena. Il ragazzo, invece, aveva degli strani numeri rossi intorno e un corpo pieno di altri piccoli codici, colorati in una maniera che la stupì.

Erano cremisi, blu, verdi, gialli..non aveva mai visto una cosa del genere.

E lui non poteva sapere di avere quella specie di arcobaleno dentro, lui non aveva il potere che aveva lei.

 

Scosse impercettibilmente la testa e continuò il suo discorso, tornando alla visuale normale delle cose.

«Sono i codici che compongono il mondo, che ne formano un equilibrio, che ne sintetizzano la materia, la plasmano. Ogni codice è diviso in serie e forma un particolare spazio, lo anima, lo fa muovere. Sono, appunto, l' Origine di ogni cosa, una specie di anima della materia. E alcuni li abbiamo sintetizzati, cosicché formassero queste colonne, i Pilastri, che sorreggono questo posto».

Riprese fiato un attimo, assicurandosi che il ragazzo seguisse il suo discorso.

«Sei nel Nucleo, che organizza ogni cosa del Mondo e del Mondo tutto sa e tutto cura. Questo è l'intento di UaY: curare. Nel Mondo, da cui provieni tu, le anime della gente sono troppo grandi. Hanno bisogno di un recipiente per non lasciarle sfuggire, quella parte di vita che dei sentimenti ha bisogno. Così, da tempo immemorabile, vive UaY, il Mondo Curatore. Quello che contiene l'animo di ogni Terrestre, che aiuta lui stesso ad affrontare la sofferenza» concluse, cercando finalmente di riorganizzarsi, sistemandosi le ciocche di capelli sul volto.

Il viso del ragazzo era indecifrabile. Ma i pensieri divennero subito parola.

«Ma se io non appartengo a questo mondo, come ho fatto ad arrivarci attraverso un “gioco”? Perché non ricordo più nulla?» queste erano solo due delle infinite domande che voleva fare.

E lei le sapeva, tutte.

Gli sorrise ancora, continuando ad accompagnarlo chissà dove.

«Tutto verrà spiegato» disse sibillina, poi si zittì lasciandolo ai suoi pensieri, che a lei parevano semplicemente teneri, come quelli di un cucciolo smarrito.

 

Continuarono a camminare silenziosamente, finché, alla fine di un lungo e buio tunnel, non intravidero un'angusta porticina luminosa, piena di numeri.

La attraversarono, uno per volta, e, appena uscirono, la porta scomparve.

«Ti do l'ufficiale benvenuto a UaY!» trillò la ragazza dandogli una pacca sulla spalla.

Il ragazzo non crebbe ai suoi occhi.

Era già tutto così nuovo, senza aggiungere quello che stava vedendo lui in quel momento.

Erano tantissimi, tutti diversi.

E lui li sentiva così vicini, in empatia.

Sentimenti.

Cos'era, quella strana sensazione nel petto?

Erano tantissimi, ma particolari: incarnati sotto forma di oggetti, persone, le cose più disparate.

Andavano da tutte le parti, calme o frettolose, mosse o ferme.

Vide passare cubi colorati col viso, ragazzi da sogno, teschi, animali...di tutto. E c'erano colori, tanti colori. Era tutto mischiato insieme. Un ammasso di sentimenti e pensieri mescolati tra loro, che parlavano, si scontravano.

Era tutto quello che la mente umana non avrebbe mai concepito.

«Che caos, vero?» disse la voce della ragazza, e lui si voltò a guardarla.

«Ma nel loro insieme sono stupendi. E io li conosco tutti.» i suoi occhi divennero lucidi per un attimo.

Finalmente, il ragazzo si azzardò a chiederglielo.

«Ma tu chi sei?» le chiese, facendo un passo inquieto indietro.

Lei si voltò di scatto, aspettandoselo.

«Ah, è vero, non mi sono presentata» si scusò, sistemandosi una ciocca dei capelli.

Poi gli tese una mano, sorridendogli.

«Io sono Omega, il guardiano di questo posto. Mi spiace non essermi presentata prima. Comunque, catalogo tutte le Macchie che vengono qui» disse.

«Macchie?» Favij aggrottò di nuovo la fronte, non capendo di che stesse parlando.

Omega abbracciò con lo sguardo quelle surreali meraviglie che si muovevano in uno spazio infinito.

«Questo spazio è bianco. UaY, senza loro, è un mondo completamente immacolato. E queste Macchie, così colorate, riescono dargli una personalità. Per questo Lui è felice!» disse ilare.

«Parli di questo posto come se fosse un essere vivente» osservò sarcastico e schietto il ragazzo.

Lei lo guardò piena di meraviglia, gli occhi vitrei lo inquietarono di nuovo.

«Perché lui vive!» gridò, lasciandolo inebetito.

Poi il suo volto parve alterarsi, come se si fosse ricordata di qualcosa.

«Dimenticavo» disse, tese la mano in alto verso il vuoto e quella si illuminò.

«Io ti conosco, da qui sono passati anche i tuoi pensieri, sai? Ce n'erano tanti..» aggrottò la fronte, come un bambino che cerca il suo giocattolo preferito senza trovarlo.

Poi il suo volto parve spiazzato.

«Non capisco..» balbettò, facendo storcere il naso al ragazzo, lì in attesa.

«Una volta di tuoi sentimenti ce n'erano tanti..perché ora..ne trovo solo uno?» continuò spaesata.

Ma, a quelle parole, lui sussultò. Gli sembrava di aver sentito qualcosa di inammissibile, o anzi, qualcosa che voleva ma non comprendeva a fondo.

Quando la mano di Omega smise di brillare, rivelò un paio di cuffie con un cavo spezzato.

La ragazza gliele porse e lui prima le sfiorò, poi le prese saldamente.

Quell'oggetto gli faceva uno strano effetto, come se lo attraesse a sé, ma allo stesso tempo non fosse niente di speciale.

«Cosa..?» le squadrò a dovere, ma non capì che farci.

«Sono tue, provatele» gli suggerì Omega, anche lei a riflettere sull'utilità patetica di quella azione, vergognandosene un pochino: credeva che forse il contatto con un suo pensiero avrebbe provocato qualcosa, ma lui rimaneva lo stesso .

 

Lui lo fece, si coprì le orecchie con i cuscinetti interni, subito il suo cuore perse un battito.

Nel suo cervello arrivarono immagini di un ragazzo castano e con gli occhi marroni, il ciuffo piegato in modo particolare e..con le cuffie indosso.

Immagini e frasi, inculcati nella sua mente così all'improvviso da farlo barcollare all'indietro.

La ragazza lo guardò.

«..Favij?» gli chiese guardandolo.

Ma lui non vedeva, non ascoltava.

La testa gli stava per scoppiare di quei...momenti.

 

 

“Porca puttana!”

 

                                                                             “Oddio, che figo!”

            “Ragazzi, io mi arrendo!”
 

 

 

                                                             “Ma che cazzo ho fatto?!”

 

“Raga c' è..c'è..un sacchetto della spazzatura..paranormal pattumiera.”

 

                                                                                                      “Usa gli addominali, Eddie!”

 

                                  “Ho bisogno di un rifugio anti-obesi!”

 

                                                                                         “Io e Steve siamo inseparabili!”

 

“Cosa possiamo creare ora?”

                                                                      “Dov'è quel bastardo?!...”

 

       “Raga ce l'ho dietro, ce l'ho dietro..”

 

                                                                                       “E come ci siamo finiti qui?!”

 

“Ti odio, Cat Mario, perché..perché non sai saltare?!”

                                                                                          “Questo gioco è fottutamente epico!”

 

 

 

                                                “....? Nemes-Y? Bel nome, perché non provarlo?”

 

 

Sentì il respiro mancare, la testa pulsare dal dolore..

 

...Poi tutto fu buio, l'eco lontana del richiamo di Omega che scompariva pian piano.



.......................Messaggio dell'autrice.......................
Eccomi, ragazzi, credo di aver sparato nella mente del povero Favi un casino di informazioni in un solo capitolo..!
Se non si fosse capito..hihi..Omega rappresenta me, il mio personaggio ^^.
Come spiegare cos'è UaY? Allora (pensando a un modo stupido per descriverlo)... è come una fanart di Adventure Time con dentro tutti i personaggi :D. Perdonatemi la citazione idiota..^^"
Che fatica raggruppare le frasi di Favi C_C ma ne è valsa la pena.
Ringrazio tutti quelli che hanno recensito lo scorso capitolo, chi ha deciso di leggerlo e tutti quelli che decideranno di recensire e seguire la storia ^^!

AyakoSoul

 

 

 

  
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