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Autore: StormLight94    30/05/2014    6 recensioni
Cosa succederebbe se la relazione tra Sheldon e Amy arrivasse finalmente a una relazione anche fisica? E se lei rimanesse incinta? Come la prenderebbe il giovane fisico?
Dal testo:
" -Sheldon, sei sicuro che noi due..sì insomma...ecco...- Sheldon si avvicinò fino ad arrivarle a un soffio dalle sue labbra. La sua voce era un sussurro.
-Diciamo che potrebbe essere un esperimento. Vediamo cosa succede se la nostra relazione si sposta di un livello.-
"
Genere: Comico, Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Amy Farrah Fowler, Leonard Hofstadter, Penny, Sheldon Cooper, Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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9

Ebbene sì, signori, sono tornata. Dopo due mesi sono riuscita a scrivere questo nono capitolo e non ho nemmeno idea di cosa pensare. Siamo arrivati ad un momento cloui e ho dovuto meditare e studiare a lungo su come proseguire per non rovinare tutto. Così, dopo averci pensato a lungo, l'episodio 7x22 "The Proton Transmogrification" mi ha dato la giusta ispirazione per buttare giù questo capitolo che dire che è stato un parto gemellare è un eufemismo <.<  
Ci sono leggeri riferimenti anche ad altri episodi della settima stagione, ma anche se non l'avete vista non importa perchè verranno spiegati o in questo capitolo o nei prossimi (o prossimo se decido di chiudere baracca e burattini con questo). 

Detto questo, ci si vede gente~

Capitolo 9: L'alterazione dello Status Quo

La luce del sole filtrava attraverso le tende per poi raggiungere il viso di Amy. Dopo una smorfia di fastidio aprì gli occhi e guardò l'ora sull'orologio: le 8:02.

Si appoggiò sui gomiti e scostò leggermente le coperte. Sheldon dormiva accanto. Era a pancia in giù, un braccio sotto il cuscino e il viso rivolto verso di lei. Amy sorrise vedendo la sua espressione così tranquilla e serena, tutto il contrario di quando era sveglio.

Ripensò alla prima sera in cui Sheldon si trasferì a casa sua. Era così nervoso all'idea di condividere il letto con lei che cercò in tutti i modi di convincerla a farlo dormire sul divano.

<<...quindi, in sintesi, ritengo che il divano sia la scelta più consona. >>

Amy alzò gli occhi al cielo esasperata.

<< D'accordo. Se vuoi passare i prossimi trent'anni a dormire sul divano, accomodati. >> disse tranquillamente indicando l'oggetto.

Sheldon serrò le labbra e si guardò attorno in cerca di un'idea. Il divano andava bene per una o al massimo due notti, poi sarebbe diventato problematico avere un sonno ottimale su un oggetto che, oltre a non avere le dimensioni opportune, era anche scomodo. Un materassino gonfiabile? No, non aveva il minimo supporto lombare e, a parità, sarebbe stato più comodo su una panchina del parco. Poteva piantare una tenda nel bel mezzo della stanza, ma Amy probabilmente si sarebbe un tantino infervorata. Un sacco a pelo magari? Ottimo per i mesi invernali, ma d'estate sarebbe morto dal caldo quindi lo escluse. O forse una brandina da mettere nella camera della figlia. Ma doveva trovava una brandina a quell'ora? Notò che lo sguardo di Amy si stava assottigliando sempre di più e che aveva una strana ombra minacciosa per cui, se davvero non voleva passare le prossime notti a dormire sul tappetino del bagno, decise di arrendersi. Rassegnato si diresse nella camera da letto. Un sorriso di vittoria di dipinse sul volto di Amy e lo seguì.

<< A metà del letto c'è una linea divisoria immaginaria. Io non invado la tua parte e tu farai lo stesso. >> borbottò tirando su le coperte e infilandosi dentro.

<< Va bene. Linea immaginaria. Ho capito. >> acconsentì Amy sdraiandosi anche lei.

Rimasero a fissare il soffitto per qualche minuto.

<< Per quanto tempo durerà questa fantomatica linea immaginaria? >> chiese.

<< Per tutto il tempo cui reputo necessario. >> disse sistemandosi le coperte come era solito fare. << E sappi che se per caso dovessi toccarmi nel cuore della notte mi metterò a urlare. >> aggiunse tirandosele fin sotto il mento.

<< Non credi di esagerare? >>

<< Oh no, affatto. Non esagero mai quando si tratta di dormire. >>

 

La linea immaginaria stabilita da Sheldon durò molto meno rispetto a quanto si aspettava Amy. All'inizio dormiva in una posizione così rigida e vicino al bordo che se si fosse mosso di un solo centimetro sarebbe caduto per terra. Ora invece dopo diversi mesi aveva abbandonato la sua abituale posizione per avvicinarsi di più a lei. Era sicura che più di una volta l'avesse osservata a lungo appena sveglio. Ricordava anche di due dita che percorrevano la sua guancia in un tocco leggero, ma non era certa che fosse vero o semplicemente un sogno.

Si alzò con cautela per non svegliarlo, ma bastò il leggero spostamento della coperta per fargli uscire un lamento, girarsi dall'altra parte ed emettere un lungo respiro.

Preparò la colazione stando attenta a non far rumore e diede un'occhiata veloce all'orologio sulla parete. Ancora una decina di minuti e Sheldon si sarebbe messo sul divano a guardare Doctor Who come ogni sabato. La programmazione era stata spostata di un'ora e Amy ricordò bene di quanto si fosse lamentato del cambiamento, rovinandogli così la sue abitudini. Lei invece era più che grata dato che, almeno nel week end, poteva evitare la tv accesa già la mattina presto.

<< Buongiorno. >> bofonchiò Sheldon facendo capolino in salotto e allacciandosi la vestaglia blu.

<< Oh, buongiorno. >> disse girandosi per guardarlo.

Lui si era già sistemato sul divano pronto a guardare la sua amata serie.

<< Oggi devo dare l'addio all'Undicesimo Dottore per la terza volta e ancora non riesco a farmene una ragione. Spero solo che Peter Capaldi sia degno di interpretare il Dodicesimo con la stessa efficacia e lo stesso carisma di Matt Smith nei panni dell'Undicesimo. Anche se nessuno sarà mai in grado di raggiungere la bravura di David Tennant nel ruolo del Decimo Dottore. >> disse con una punta di rammarico.

Praticamente stava parlando da solo dato che Amy tra tutti questi Dottori, rigenerazioni e quant'altro non aveva mai capito niente. Gli portò la tazza con i cereali e si sedette accanto a lui, a gambe incrociate.

 Iniziò l'episodio, appena il tempo di far vedere la sigla di apertura e già c'era qualcosa che non andava. Un rumore costante e fastidioso proveniva da una Amy concentrata a capire qualcosa dal piccolo riassunto a inizio puntata.

<< Amy, sei in grado di masticare quei cereali in modo da non infastidire la mia visione dell'episodio? Sembra che qualcuno stia buttando dei sassi dentro un tritarifiuti. >> disse con il solito tono saccente.

<< Scusa tanto se il mio modo di mangiare di urta tanto. >> sbottò.

<< E questo è il motivo per cui mi sono lamentato a lungo del cambio di programmazione. Almeno prima ero da solo. >> mormorò ricevendo un'occhiataccia dalla ragazza.

Amy sospirò e pensò bene di ignorarlo. Sapeva che quando Sheldon rispondeva male, o meglio, rispondeva in un tono più provocatorio e insolente del solito, era perchè c'era qualcosa che lo preoccupava, ma non voleva ammetterlo.

<< Sei turbato per qualcosa? >> chiese tenendo lo sguardo fisso sullo schermo dove le luci delle immagini trasmesse danzavano sul suo viso.

Sheldon la guardò stupito chiedendosi come facesse sempre a intuire quello che provava. Eppure era molto bravo a nascondere le sue emozioni. Era una cosa che faceva con molta naturalezza, ma con lei quei semplici trucchetti non funzionavano. Dopo tutti quegli anni passati insieme ormai lei lo conosceva fin troppo bene.

<< No, va tutto bene. >> disse secco.

 << È per ieri sera. >> non era una domanda, ma una affermazione. Sheldon aprì e richiuse la bocca, incerto su cosa dire. Voleva negarlo, ma ciò l'avrebbe portato a mentire e, si sa, Sheldon Cooper non mente mai. Ma non poteva nemmeno ammetterlo come se niente fosse. Non di fronte a lei, tra l'altro.

<< Non devi prenderla così. >> continuò Amy. << Siamo sposati e viviamo insieme da diverso tempo. È normale volere un po' di...intimità. >>

Normale.

Quella parola era sempre più presente nella sua vita.

È normale comportarsi in questo modo. È normale reagire così, Sheldon. È normale provare questi sentimenti...

Odiava quella parola. La odiava perché non riusciva a capirla. Quello era il suo modo di vivere, la sua normalità. Perché tutti quanti dovevano sempre sostenere il contrario?

<< Capisco anche che se non vuoi...bhè dovrò rispettare la tua decisione...>>

Sheldon ora aveva gli occhi fissi sul pavimento in un'espressione cupa.

<<...e farmene una ragione. >> concluse atona.

Dopo pochi attimi però le labbra di Amy si piegarono un piccolo sorriso che doveva sembrarle confortante, ma a Sheldon apparve solo triste.

<< A me piaci così come sei. >> Amy portò una mano sulla sua guancia e si alzò, portando via entrambe le tazze ormai vuote.

La osservò  raggiungere il bancone della cucina e poi muoversi da una parte all'altra per mettere un po' in ordine.

A me piaci così come sei.

Quella frase cominciò a ronzare nella mente del fisico anche se cercava in tutti i modi di concentrarsi sulla serie tv. Una domanda si formulò inevitabilmente. Era giusto non fare nulla per cambiare, nonostante lei sia cambiata per lui e abbia rinunciato a tante cose che avrebbero potuto renderla più felice?

<< No, non è vero. >> disse Sheldon come se si fosse ricordato solo ora di rispondere. Lei si girò incuriosita. << Tu vuoi che io cambi. >> si alzò e con pochi passi ridusse la distanza che li separava arrivando a pochi centimetri da lei. << Non è così? >> mormorò con voce grave fissandola intensamente.

Lei trattenne il respiro per qualche secondo. << Io non voglio costringerti a fare qualcosa che non vuoi. >>

Sheldon le passò la mano sul viso spostandole i capelli. << Io ho capito che tu...>>

Il rumore del cellulare che vibrava sul piano della cucina lo interruppe. Voleva ignorarlo, ma la curiosità era troppo forte per cui andò a rispondere.

<< Leonard? Come mai chiami a...>> il viso si fece di colpo cupo. << Quando?...OK, capisco...Va bene...>>

Chiuse la chiamata e appoggiò il cellulare con insolita lentezza. Amy lo interrogò con lo sguardo.

<< Il professor Proton è morto. >> disse con sospiro.

<< Mi dispiace. >> mormorò Amy toccandogli una mano, ma lui si ritrasse. Spense la tv negli ultimi 10 minuti dell'episodio e scomparve in camera.

 

***

 

Penny camminava su e giù per il salotto con una certa ansia. Era nervosa all'idea di condividere la notizia con Leonard un po' perchè non se l'aspettava e un po' perchè non sapeva come avrebbe reagito. Guardò di sfuggita l'orologio e si accorse che il tempo stava passando troppo in fretta per i suoi gusti.

Improvvisamente la porta d'ingresso si spalancò e appena vide il compagno sulla soglia intento ad appoggiare le chiavi nel solito posto mentre dava una veloce occhiata alla posta, gli si scagliò contro.

<< Leonard! Ho una notizia da darti! >> gridò euforica non riuscendo a stare ferma.

<< Cos...Ma che ti prende? >> chiese notando la sua esagerata esuberanza.

<< Mi hanno presa per una parte in un importante film! >> battè la mani e fece una piroetta sentendosi al settimo cielo.

<< Davvero? >> sorrise il fisico abbandonando la posta su un angolo della scrivania e stringendole le spalle in un gesto affettuoso.

<< Sì! E indovina chi ci sarà anche nel cast? >>

Penny prese una pausa per creare suspance e Leonard non provò neanche ad indovinare dato la sua poca conoscenza riguardo ad attori non strettamente pertinenti alla fantascienza.

<< Will Wheaton! >> si rispose da sola mentre Leonard strabuzzava gli occhi.

<< Oh, ma è fantastico! >>

<< È tutto merito suo. Dopo che è stato mandato via da quell'orrendo film di gorilla è stato chiamato per un altro film decisamente più impegnativo e non a basso costo. Quando il regista gli ha chiesto chi potesse fare la protagonista lui ha fatto il mio nome! >> la bionda prese un paio di respiri per calmarsi e tornò a parlare in un tono più tranquillo. << Ho fatto il provino stamattina e al regista sono piaciuta subito! Le riprese inizieranno settimana prossima. >> disse con un sorriso a trentadue denti.

<< Sono davvero contento per te. >> disse il fisico accarezzandole una guancia. Per qualche secondo si guardarono negli occhi poi Leonard corrugò la fronte dubbioso.

<< Perchè non mi hai detto che avevi il provino stamattina? >>

Penny fece schioccare la lingua e si guardò attorno pensierosa.

<< Bhè vedi il fatto è che...>> si bloccò davanti alla sua espressione interrogativa. Se gli diceva la verità probabilmente ci sarebbe rimasto male. Forse era meglio inventarsi qualcosa.

<< ...Semplicemente mi sono dimenticata. >> scrollò le spalle e gli mostrò un sorriso finto.

Leonard alzò un sopracciglio perplesso.

<< Dimenticata? Di solito tormenti tutti con questa storia del provino. L'ultima volta ne hai parlato così a lungo che me lo sono persino sognato di notte! >> abbassò poi lo sguardo sulle sue mani. << E se proprio vuoi saperlo neanche lì ti avevano presa. >> mormorò guardandola di sottecchi per paura di una sua reazione.

Penny sbuffò. << Ok va bene lo ammetto! >> alzò le mani in segno di resa. << Se non te l'ho detto è solo perchè tutte le volte che te ne parlo va a finire che non mi prendono mai. >>

<< L'hai fatto per scaramanzia? >>

<< Mi dispiace tesoro...>> si avvicinò e gli diede un bacio poi sorrise divertita. << Non è colpa mia se porti sfiga. >>

<< Ah e così io porto sfiga? >> disse sorridendo e facendo finta di esserci rimasto male.

<< Sì, ma solo per quanto riguarda il lavoro. Per il resto mi sento la donna più fortunata del mondo. >> mormorò a un soffio dalle sue labbra. << Se sto per realizzare il mio sogno è solo per merito tuo. Mi sei stato più vicino di chiunque altro e senza di te che mi spronava ad impegnarmi e a dare il meglio di me, probabilmente mi sarei arresa da tempo. >>

Leonard si imbarazzò a sentire tutte quelle parole di apprezzamento. Era una delle poche volte in cui Penny gli faceva capire che davvero ci teneva a lui e che lo considerava parte integrante della sua vita.

<< Ho preso del vino per festeggiare e anche un completino molto sexy. >> mormorò maliziosa staccandosi da lui e andando verso il frigorifero.

<< A questo punto non vedo l'ora di festeggiare. >> disse seguendola

 

***

Sheldon rimase tutto il pomeriggio chiuso in camera. Aveva dato l'impressione che non gli importava un granché, ma dentro di sé era sconvolto. Aveva appena perso una figura di riferimento, l'uomo che l'aveva spinto a diventare uno scienziato.

Amy entrò un paio di volte per cercare di consolarlo, ma lui la ignorò completamente. In quel momento non aveva voglio di vedere nessuno, nemmeno lei.

Si addormentò poco dopo. I suoi sogni furono popolati dal professor Proton che, in veste di Jedi, lo aiutava e gli stava vicino esattamente come Obi wan-Kenobi fece con il giovane Luke Skywalker.

<< Dovresti apprezzare di più le persone che ti stanno accanto. >> disse Proton con aria seria.

Sheldon alzò un sopracciglio perplesso. << Non capisco cosa intendi. >>

Proton era in piedi al centro della stanza mentre Sheldon era seduto sul suo solito posto, immerso nella visione del quarto film di Star Wars. Lo fissò per alcuni secondi prima di proseguire.

<< Stai dando per scontato la loro presenza nella tua vita, ma non ti rendi conto che senza di loro non sei più nessuno. Non vuoi ammetterlo, ma sai che solo loro sono in grado di riempire la tua vita e di renderti felice. >>

<< Loro chi? Intendi forse i miei amici?  >> chiese.

<< No non sto parlando di loro. È vero, hanno avuto un ruolo importante e lo avranno sempre, ma io mi stavo riferendo alla donna che hai accanto e a tua figlia. >>

Sheldon rimase bloccato, incapace di dire una sola parola.

<< Hai già perso delle persone che ti stavano a cuore senza mai dire che gli volevi bene. >> continuò riferendosi a suo padre e suo nonno. << Non rifare lo stesso errore o finirai per pentirtene. Proprio come ho fatto io. >>

<< In che senso? Cosa intendi dire? >>

Proton sospirò e si prese una lunga pausa prima di proseguire.

<< Vedi, quando ero insieme a mia moglie davo per scontato il fatto che sapesse che ci tenevo a lei, che l'amavo. Non mi piaceva esternare i miei sentimenti, ero convinto che lei lo  capisse da sola. Inutile dire che quando mi ha lasciato mi sono pentito per sempre di non averglielo mai detto. >>

Il fisico incupì lo sguardo. Amy sapeva che l'amava anche se non era mai riuscito a dirglielo apertamente. Lo sapeva e non aveva bisogno di dirglielo continuamente. 

O forse sì? 

<< M-ma io...>>

Si avvicinò e portò una mano sulla sua spalla mentre faceva passare lo sguardo dal suo viso, alla tv e poi di nuovo su di lui. Ammorbidì un po' l'espressione del viso anche se rimaneva serio. << La vita è breve, Sheldon. Non sprecare il poco tempo che hai. >>

 

Sheldon si svegliò agitato e con il fiato corto come se avesse trattenuto il respiro a lungo. Dalla poca luce che filtrava dalla tenda capì di aver dormito fino a sera.

Sentì la porta aprirsi e Amy si affacciò timidamente. Quando lo vide seduto sul bordo del letto entrò e si sedette accanto a lui.

<< Va tutto bene? >> chiese mettendogli una mano sulla schiena.

Il fisico si lasciò andare in un lungo sospiro. << Sì, più o meno. >>

Amy abbozzò un mezzo sorriso. << Vieni di là. La cena è quasi pronta. >>

Lei si alzò, ma si bloccò appena sentì le dita di Sheldon afferrarle il polso.

<< Aspetta. >> mormorò. << Resta un po' qui. >>

<< D'accordo. >> disse rimettendosi dov'era prima.

Restarono in silenzio per interminabili secondi.

<< La morte di Proton ti ha turbato molto. Perché non ne parli? >>

<< Cosa dovrei dire? >> chiese non capendo.

Amy scrollò le spalle. << Non lo so. Quello che vuoi tu. >>

Sheldon ci pensò su. << Ho fatto un sogno prima. Era..strano. Non saprei bene neanche'io. >>

Amy continuava a passare la mano sulla schiene in modo protettivo, come se stesse consolando un bambino.

<< Mi ha...mi ha detto parecchie cose. >>

<< Chi? >>

<< Proton. >> rispose con ovvietà. Lei si bloccò, poi riprese con quel gesto.

<< E cosa ti ha detto? >>

<< Mi ha detto che devo apprezzare maggiormente le persone che ho accanto e  inoltre ha fatto intendere che guardo troppa tv. >> disse assumendo un'espressione leggermente imbronciata a causa dell'ultima affermazione che Proton aveva sottinteso con lo sguardo. Si girò poi verso di lei corrugando la fronte con aria interrogativa.

<< Secondo te guardo troppa tv? >>

Amy sorrise. << Penso che la domanda che dovresti porti sia un'altra. >> Aspettò qualche secondo, ma il fisico non disse nulla. << Stai apprezzando le persone che ti sono vicine? >> chiese.

Lui temeva quella domanda perché sapeva che la risposta era incerta. Sì, le apprezzava, ma non era mai riuscito a farlo a capire a nessuno di loro. Forse però questa volta era diverso.

<< Credo che senza di te la mia vita sarebbe stata molto diversa. Se prima ero convinto che mai nessuno potesse in qualche modo infrangere la mia idea di non avere alcun tipo di legame emotivo o di relazione, ora devo ricredermi. >>

Amy sgranò gli occhi e trattenne il respiro emozionata. Il fisico attorcigliò una ciocca dei suoi capelli tra il pollice e l'indice, saggiandone la morbidezza.

<< Credo che quell'indovina avesse ragione. >> Lentamente si avvicinò al suo viso e Amy rimase immobile, aspettandolo.

<< L'-l'indovina...? >> riuscì solo a chiedere. Ricordava di quando Penny l'aveva costretto ad andare insieme lei dalla cartomante per farsi predire il futuro. Cosa però gli aveva detto la donna era rimasto un mistero. Fino adesso.

 Il resto della frase rimase bloccata in fondo alla gola. Lui le era arrivato a un soffio e le labbra erano vicinissime, ma non si toccavano ancora.

<< Tu sei la chiave della mia felicità. Sono stato stupido a ignorarlo per tutto questo tempo. >> abbozzò un mezzo sorriso ironico. << Ma guarda, mi sono appena dato dello stupido per la prima volta. >> mormorò prima di catturare le sue labbra in un lungo bacio.

La attirò a sé in un gesto protettivo. Le mani avevano iniziato a percorrere la sua schiena raggiungendo le esili spalle per poi ridiscendere nuovamente verso il basso fino a soffermarsi sui suoi fianchi. 

Amy portò le mani sulla sua nuca avvicinandolo ulteriormente a sé, eliminando completamente ogni distanza, sia reale sia immaginaria.

Non rifare lo stesso errore...

La voce di Proton riecheggiava come un eco distante nella sua mente. Sembrava come se fosse esattamene lì accanto e che gli stesse dicendo cosa doveva fare.

Non avrebbe rifatto quell'errore.

Aumentò l'intensità con cui baciava quella bocca e le mani avevano preso a esplorare sotto la sua maglia, arrivando dove non erano mai giunte prima. Lasciò che fosse il suo istinto a guidarlo.

 Non sprecare il poco tempo che hai.

Lentamente la fece sdraiare sul letto, stendendosi sopra di lei e sostenendo il proprio peso con i gomiti per evitare di schiacciarla.

Amy aveva il respiro irregolare e il cuore aveva iniziato a martellargli nel petto. Non emetteva alcun suono quasi avesse paura di rovinare tutto. Riuscì solo a sfiorargli le braccia con la punta delle dita.

<< Sheldon...>>   

 Diglielo. Diglielo che la ami.

La voce di Proton si confondeva con la sua parte irrazionale ed emotiva. La stessa che aveva sempre soffocato e ignorato per paura di finirne succube. E la stessa che aveva all'improvviso sentito il bisogno di mostrare ad altri.

 A lei.

La luce fioca proveniente dai lampioni esterni illuminava debolmente i loro volti. Riuscivano solo a guardare il luccichio negli occhi di entrambi e a loro questo bastava.

<< Mi dispiace. >> disse dopo averla osservata a lungo nella penombra. << Mi dispiace di non avertelo mai detto. >> mormorò con voce grave.

Le braccia gli facevano male, ma ignorò il formicolio che si diffondeva dal polso fino alla spalla.

<< Ho sbagliato a credere di non aver bisogno di qualcuno. >> Si avvicinò al suo orecchio sfiorando il lobo con la punta del naso. << Ti amo, Amy. >>

Lei chiuse gli occhi cercando di imprimere in modo indelebile quelle parole nella mente.

<< Ti amo anch'io. >> sussurrò nella semioscurità della stanza.

Lui sorrise compiaciuto e la baciò sulla bocca staccandosi solo per toccare in modo impercettibile con le labbra il mento e il collo liscio che sembrava di velluto.

Amy ritornò indietro con la mente a quella notte di quasi un anno prima. Era tutto molto simile, ma solo di una cosa si discostava. Lui non era ubriaco, sapeva quello che faceva.   

<< Se...se dovessi perderti io credo che...>>

Non finì la frase.  La morte di Proton l'aveva angosciato parecchio e per una frazione di secondo immaginò lei al posto di Arthur.

Amy lo rassicurò aumentando l'intensità con cui gli sfiorava la guancia.

<< Non pensarci. Io sono qui adesso. >> disse accennando un sorriso.

Lui annuì riacquistando più serenità.

Le alzò delicatamente la maglia scoprendo porzioni di pelle sempre maggiori. Non credeva sarebbe mai arrivato il momento in cui avrebbe esposto la parte più nascosta e profonda di se stesso. Non credeva che avrebbe mai anche solo pensato di farlo.

Voleva toglierle quell'indumento che lo intralciava, che creava una sorta di protezione, come se fosse lì per dargli ancora la possibilità di ripensarci un'altra volta. Aveva paura di tutte quelle emozioni che stavano prendendo piede dentro di lui e che non pensava nemmeno di possedere.

Non riusciva ad allontanarsi, nè tantomeno a fermarsi e più sentiva la sua pelle a contatto con la sua più si accorgeva di quanto, in effetti, la desiderasse.

Era diverso rispetto a quando desiderava un nuovo videogioco o una nuova action figure. Era un desiderio represso, istintivo e in quel momento avrebbe fatto qualsiasi cosa pur di soddisfarlo. Pur di averla.

Le mani continuavano a salire in un tocco leggero e Amy inarcò la schiena per permettergli di sfilare la maglia con facilità.

La contemplò per diverso tempo rendendosi conto che ormai la sottile barriera tra di loro era stata infranta.

Tornò a sfiorare ancora il suo collo con movimenti lenti, inebriandosi del suo profumo. Non ne avrebbe mai avuto abbastanza. Era lo stesso che sentiva ogni volta che gli passava accanto, lasciando una scia che gli ricordava che lei era lì. Lo stesso che riempiva la casa e con cui si addormentava la sera.

Amy voleva assaporare ogni singolo momento senza mettergli fretta. I suoi tocchi erano così delicati che per certi istanti le sembrò tutto un semplice sogno. Un sogno da cui non si sarebbe mai svegliata.

Aveva così tanto desiderato quelle mani su di sé che ora faticava quasi a crederci.

Sheldon aveva deciso di cambiare e lo stava facendo solo per lei.

Il cellulare sul comodino iniziò a vibrare richiamando la loro attenzione, ma prima che il fisico riuscisse a raggiungerlo Amy lo afferrò con un gesto veloce.

<< Siamo occupati! >> sbottò senza nemmeno guardare chi era. Lo riappoggiò senza prestare molta cura e Sheldon la guardò con disappunto.

<< Potrebbe essere qualcuno di importante. Forse vogliono informarmi che con la mia scoperta ho il premio Nobel assicurato, oppure Stan Lee ha finalmente accettato il mio invito a uscire per mangiare un gelato insieme. >>

<< Hai intenzione di lasciare le cose a metà, Sheldon Lee Cooper? >> chiese maliziosa mentre intrecciava le mani dietro la sua nuca.

Lui abbandonò la sua espressione infastidita per far spazio a un sorrisetto complice. Infilò due dita sotto la spallina del reggiseno facendola scivolare lungo la spalla.

<< Dopo tutti questi anni dovresti sapere che detesto interrompere qualcosa, Dottoressa Fowler. >>

In poco tempo si liberarono dei vestiti che vennero gettati in malo modo sul pavimento e bastò poco per far si che si unissero e diventassero una cosa sola.

Il fuoco che sentivano dentro veniva alimentato sempre di più mentre i loro corpi si muovevano e si intrecciavano in un crescendo di passione e desiderio.

Si abbandonarono sulle lenzuola sfiniti e ansimanti.

La strinse a sé in un abbraccio e lei si lasciò cullare da quelle braccia ancora una volta.

<< Amy...>> mormorò debolmente al suo orecchio.

Lei gli accarezzò la schiena sentendolo irrigidirsi ad ogni suo tocco.

Sheldon si tirò su appena, quel tanto che bastava per guardarla negli occhi. Fece scivolare le dita lungo il suo braccio fino a passare un pollice sulla sua guancia calda. << Non mi lascerai mai vero? >>

Amy scosse la testa. << No, mai. Resterò per sempre qui, accanto a te. >>

 << Anche se dovesse intromettersi un geologo con la fissa per le rocce? >> chiese con un velo di preoccupazione.

Amy ridacchiò per quella frase che risultò essere un miscuglio di timore e ingenuità. Appoggiò il palmo della mano sul suo petto sentendo i battiti veloci e intensi.

<< Nessuno si metterà in mezzo, Sheldon. >>

Il fisico si riversò su un fianco e la cinse per le spalle attirandola a sé, sentendo un'altra volta il suo corpo stretto al suo. Inspirò il profumo dei suoi capelli lasciandosi travolgere dalle emozioni provate tutte insieme in un solo momento.

Lei appoggiò la fronte sul suo collo e chiuse gli occhi.

<< Io sono già innamorata del fisico più intelligente e strano del mondo. >>   

~°~

Sì ci sono anche delle note finali perchè dovevo dire un'ultima cosa, ma non potevo certo dire tutto prima o avrei rovinato la sorpresa no?

Ok, su le mani chi avrebbe voluto qualcosa di più dettagliato. (Vi vedo brutti pervertiti u.u)  

A parte gli scherzi scrivere questa scena è stato un'agonia, non tanto per il momento in sè (sì anche per quello, ma qui sono io che mi faccio mille problemi), ma più che altro immaginarsi uno Sheldon in certi momenti non è affatto facile. Quindi io ho immaginato una cosa simile e spero che anche voi l'abbiate apprezzato. Mettere qualche frase alla Sheldon avrebbe solo rovinato la scena secondo me, perciò ho preferito "umanizzarlo" completamente. Infondo anche quando nella serie si arriverà a questo momento penso che ci sarà già stato il cambiamento, o meglio, la crescita del personaggio. 

Accidenti se mi sono dilungata non volevo essere così puntigliosa e noiosa, sorry!

Ora vi lascio davvero e un immenso grazie a tutti♥

  
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