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Autore: smile_tears    30/05/2014    4 recensioni
«Cosa ci fa Harry qui?» le chiesi
«Harry?» chiese stranita «Si, il ragazzo riccio dietro di te» le dissi indicandolo appena
«Oh si, Harry!» esclamò entusiasta «Ė il nipote di Josh, il ragazzo di cui ti ho parlato!» continuò.
Harry era il nipote dello sposo. Harry era il ragazzo di cui mi aveva parlato zia dicendo “Siete gli unici ragazzi giovani, cercate di fare amicizia”. Harry era il ragazzo che mi piaceva.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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I nipoti degli sposi
 

«Viva gli sposi!»
Grida e tanto riso. Questo era quello che riuscivo a distinguere in mezzo a quel casino.
La celebrazione era ormai terminata ed eravamo appena usciti dalla chiesa. Quando anche gli sposi furono usciti dalla chiesa, tutti noi iniziammo a lanciare il riso. Peccato però che ci fosse un po’ di disorganizzazione. Infatti le persone che avevano i pacchettini contenenti il riso si trovavano dietro, molto lontani dagli sposi; mentre noi che non li avevamo ci trovavamo proprio vicini agli sposi. Per questo arrivò più riso su di me che su mia zia, ovvero la sposa.
Lentamente cercai di farmi largo tra la folla, chiedendo ripetutamente «Permesso, scusate» ogni volta che davo una spallata agli altri invitati.
«Finalmente!» esclamai quando uscii da quella folla di gente.
Mi appoggiai alla ringhiera posta alla fine del piazzale antistante alla chiesa e continuai a fissare gli sposi.
Mia zia era bellissima, ma non  solo per l’aspetto esteriore. Era bellissima perché era felice. Era abbracciata allo sposo, che cercava di coprirla per non farle cadere troppo riso addosso e lei sorrideva. Sorrideva come mai l’avevo vista fare nei miei diciassette anni di vita e, insieme a lei, incominciai a sorridere anch’io.
Ad un certo punto gli invitati iniziarono a spostarsi di lato per lasciare spazio agli sposi che, mano nella mano, iniziarono a scendere la scalinata della chiesa.
Mi voltai dal lato opposto rispetto a come mi trovavo prima e continuai a seguirli con lo sguardo.
Gli sposi raggiunsero l’auto che li avrebbe condotti al ristorante e lo sposo aprì lo sportello per far salire mia zia che, per ringraziarlo, gli sorrise e gli lasciò un bacio sulla guancia.
Gli sposi salirono entrambi sull’auto e se ne andarono per poter scattare le foto, mentre gli invitati iniziarono ad accalcarsi alla fine della scalinata. Tra i vari invitati mi parve di riconoscere una folta chioma di ricci castani, a me molto familiare. Chiusi gli occhi più volte e, quando li riaprii, non c’era più.
Mi passai una mano sulla fronte «Sto impazzendo» dissi sconcertata.
«Gwen!» una voce richiamò la mia attenzione, facendomi voltare «Vuoi venire o resti qui?» continuò la voce, che riconobbi come quella di mia madre.
«Arrivo, arrivo» dichiarai incominciando a scendere le scale, cercando di non cadere.
 
Dopo mezz’ora, ci ritrovammo all’ingresso del ristorante. Dire che rimasi incantata è un eufemismo. Era un palazzo enorme, alto e completamente bianco. C’era un giardino gigantesco, in cui c’erano vari giochi per bambini e anche tanti alberi e fiori.
«Wow» dichiarai continuando a guardare quelle meraviglie.
«Bel posto, vero?» una voce dietro di me mi fece sobbalzare e, voltandomi, «Zia!» esclamai per poi abbracciarla.
«Sei bellissima, tesoro»  disse facendomi fare un giro su me stessa
«Grazie mille, ma ti sei vista? Sei stupenda!» dissi guardandola dalla testa ai piedi
«Grazie!» esclamò abbracciandomi di nuovo.
Mentre l’abbracciavo, portai lo sguardo oltre la sua spalla e rividi quella familiare chioma di ricci. Sbattei velocemente le palpebre, convinta di avere le allucinazioni ma, quando riaprii gli occhi, lui era ancora li.
Mi separai da mia zia, che quando vide la mia espressione mi guardò preoccupata «Che cos’hai?» chiese mettendomi una mano sulla spalla.
«Cosa ci fa Harry qui?»  le chiesi
«Harry?» chiese stranita «Si, il ragazzo riccio dietro di te» le dissi indicandolo appena
«Oh si, Harry!» esclamò entusiasta «Ė il nipote di Josh, il ragazzo di cui ti ho parlato!» continuò.
Harry era il nipote dello sposo. Harry era il ragazzo di cui mi aveva parlato zia dicendo “Siete gli unici ragazzi giovani, cercate di fare amicizia”. Harry era il ragazzo che mi piaceva.
«Perché me l’hai chiesto? Lo conosci? Infondo dovreste avere la stessa età!» Ero così assorta nei miei pensieri che non mi ero nemmeno accorta che mia zia mi stesse tartassando di domande.
«Non abbiamo la stessa età, io sono un anno più grande. Si lo conosco. Cioè no, non lo conosco!» esclamai imbarazzata
«Gwen, stai tranquilla. Sai che ti puoi fidare di me, dimmi la verità» disse sorridendomi
«Mi piace Harry, zia. Viene nella mia stessa scuola e, non so dirti come, mi sono innamorata di lui. Una mia amica ci ha presentati, ma lui da quel giorno non mi ha più rivolto parola e quindi ho perso ogni speranza» confessai abbassando lo sguardo
«Hai mai pensato che potesse avere vergogna a parlarti? Infondo sei più grande di lui, si sarà sentito in suggestione»
A quelle parole alzai immediatamente lo sguardo «Lui avere vergogna? Ma se ha una faccia tosta da far invidia a chiunque!» esclamai a voce alta
«Le persone non sempre fanno vedere come sono realmente, tu dovresti saperlo bene» disse lanciandomi un’occhiata di intesa.
«Hai ragione» ammisi abbassando lo sguardo, mordendomi quasi a sangue il labbro inferiore
«Dai, ora entriamo. Siamo rimaste fuori già più tempo del dovuto» disse mia zia, spingendomi delicatamente verso l’ingresso.
«Si andiamo» concordai seguendo mia zia all’interno del ristorante
 
«Zia Gwen, zia Gwen!»
Delle urla attirarono la mia attenzione e mi voltai spaventata: da quando in qua avevo una nipote?
Mi voltai e vidi la piccola Sophie, figlia di mia cugina.
«Ciao, amore!»esclamai prendendola in braccio
«Mi sei mancata tanto, zia» disse stringendo le braccia attorno al mio collo
Sorrisi a quelle parole «Anche tu, tesoro, ma lo sai che non sono io tua zia» dissi accarezzandole i lunghi capelli biondi.
«Lo so, ma non importa. Per me sei come una zia»
Quelle parole mi fecero sciogliere, non riuscivo a credere che una bambina di soli tre anni potesse dire cose simili.
«Zia, balli insieme a me?» mi chiese a bassa voce, come se avesse avuto paura di un mio rifiuto.
«Certo» le dissi sorridendo, poi la rimisi a terra e, prendendole le mani, incominciammo a ballare.
Non so nemmeno io quanto tempo passò, mi piaceva stare con Sophie, mi faceva distrarre e poi vederla così felice mi riempiva il cuore di gioia.
«Gwen»
Fu un sussurro, una voce che mi chiamò e che mi fece bloccare come un’idiota.
Mi voltai e no, non poteva essere davvero lui ad avermi chiamata.
Harry Styles era davvero di fronte a me, in tutta la sua bellezza.
Aveva i pantaloni neri e stretti e  una camicia bianca che fasciava perfettamente il suo fisico. Aveva i ricci mezzi spettinati, ma che nonostante tutto gli conferivano un’aria da cucciolo, adorabile direi.
Ero immersa nei miei pensieri, mi risvegliai solo quando sentii  la piccola Sophie esclamare «Zio Harry!»
Un attimo. Zio Harry? Da quando Harry era suo zio?Che mi sono persa?
«Principessa!» esclamò Harry prendendola in braccio e, Dio mio, allontanate Harry Styles dai bambini, per il mio povero cuore è troppo da sopportare, è troppo tenero.
«Zio Harry, conosci zia Gwen?» chiese la piccola
“Dì di no, dì di no” pensai, ma fu inutile perché «Certo che la conosco» rispose invece Harry.
Fin li sarebbe potuta andare bene come risposta, peccato che aggiunse «E adesso ho bisogno di parlare un attimo con lei, potresti andare un attimo da mamma e papà?»
Sperai in una risposta negativa di Sophie che, purtroppo, non arrivò.
Io e Harry rimanemmo da soli e credo di non essere mai stata tanto in imbarazzo come in quel momento.
«Gwen, potresti venire un attimo fuori con me? Avrei bisogno di parlarti» mi chiese dopo quelle che sembrarono ore
Avrei voluto rispondere che no, non volevo parlare con lui, ma senza nemmeno accorgermene la mia testa si mosse in un cenno di assenso.
Lo seguii nel giardino e ci andammo a sedere a terra, sotto una vecchia quercia.
«Cosa volevi dirmi?» gli chiesi timorosa, stringendo la presa sul mio vestito verde, lo stesso verde dei suoi occhi.
«Io, io volevo chiederti scusa, Gwen. Volevo scusarmi per essere stato così cretino e per non averti rivolto parola per tutto questo tempo, scusami» disse guardando a terra
Mi fece una tenerezza assurda e, spinta da un senso di protezione nei suoi confronti, posai una mia mano sulla sua e la strinsi forte dicendogli «Sta tranquillo, Harry. Non importa quello è successo fin’ora, ricominciamo tutto d’accapo»
Lui mi guardò spaesato ma poi mi sorrise, mettendo in mostra le sue adorabili fossette e disse «Per me va più che bene»
«Adesso però andiamo dentro, ho i piedi che mi fanno male e ho bisogno di sedermi» dissi mettendomi in piedi. Feci appena in tempo a finire la frase che mi sentii prendere in braccio a mo di sposa.
«Dio, Harry, mettimi giù!» urlai
«Lo hai detto tu che ti fanno male i piedi» disse sorridendomi strafottente
«Si,  ma non ti ho detto di prendermi in braccio! E mettimi giù che sono pesante!» continuai ad urlare
«Ma dai che non sei pesante! E poi non fare storie, ti faccio fare anche meno fatica!»
«Sei antipatico, lo sai?» chiesi facendo il broncio e allacciandogli le braccia attorno al collo per non cadere
«Si, me lo dicono in tanti» disse avviandosi verso l’interno del ristorante
«Allora non credi che dovresti cambiare atteggiamento?» chiesi con l’intento di farlo arrabbiare
«No, non credo. A molti piace questo lato del mio carattere, anche te» disse fiero di se
«Touchè» ammisi ridendo
Harry Styles, dove sei stato fin’ora?
 
Erano passate ormai molte ore dalla riappacificazione con Harry. Avevamo passato tutto il pomeriggio insieme, ridendo e scherzando.
Ero seduta su una sedia, i piedi mi facevano male da morire dopo aver portato i tacchi per una giornata intera.
Gli sposi stavano ballando il secondo ballo della serata. Era una canzone lenta e, se devo ammetterlo, anche molto sdolcinata. Tutte le coppie della sala stavano ballando, non importava che fossero fidanzati o sposati, grandi o piccoli, a loro bastava ballare con la persona che amavano, poterla tenere stretta a se.
L’unica che non stava ballando ero io, che non avevo nessuno con cui ballare. O meglio, avrei potuto anche averlo se avessi chiesto, ma l’unica persona con cui volevo ballare era sparita nel nulla da più di mezz’ora.
Mentre facevo questi pensieri, la mia visuale  fu oscurata dalla figura di Harry che, facendo un inchino e porgendomi una mano, disse «Signorina, mi concede questo ballo?»
Sbarrai gli occhi all’inverosimile, non riuscivo a credere che me l’avesse chiesto sul serio.
In quel momento non pensai più a niente, ne al dolore lancinante ai piedi ne a tutta la stanchezza accumulata nel corso della giornata e, prendendo la sua mano, mi alzai e dissi «Accetterò molto volentieri»
Raggiungemmo tutte le altre persone in mezzo alla sala, Harry mise le mani sui miei fianchi mentre io allacciai le braccia intorno al suo collo. Incominciammo a muoverci lentamente, seguendo il ritmo della canzone. Mentre ballavamo ci guardavamo intensamente  negli occhi, nessuno dei due riusciva ad abbassare lo sguardo. I nostri occhi erano come calamite, si attraevano a vicenda. Ad un certo punto mi sembrò che il tempo si fosse fermato, che nella sala non ci fosse più nessuno, solo io e Harry.
Smettemmo di ballare e continuammo a fissarci negli occhi. Io iniziai a boccheggiare, mi sembrava che non ci fosse più abbastanza aria per respirare; invece Harry iniziò ad alternare lo sguardo tra i miei occhi e le mie labbra, mi stava mettendo in ansia.
Continuò così ancora per un po’ ma, alla fine, posò le sue labbra sulle mie. Fu un bacio dolce, si sentiva che c’era amore. Le nostre lingue si cercavano a vicenda, ballando una danza tutta loro e nel mio stomaco si creò una un turbinio di emozioni, non mi ero mai sentita così, ma ero felice.
Quando ci separammo vidi che Harry aveva le gote completamente rosse e iniziai a sorridere come un ebete, era troppo carino.
«Io, scusa non ce l’ho fatta a resisterti, era da troppo che volevo farlo» mi disse abbassando lo sguardo
«Ed io non vedevo l’ora che tu lo facessi» gli dissi arrossendo
Harry rialzò lo sguardo e «Se vuoi posso farlo più spesso» disse sorridendo arrogantemente
«Idiota» borbottai prima di tornare a baciarlo, sotto lo sguardo attento di mia zia, felice che avessi “fatto conoscenza” con Harry.
 


Hola!
Ciao a tutti!
Vi chiedo perdono per questa storiella, ma è stato il delirio pre-matrimonio.
Ho immaginato questo mentre ero sotto la doccia, diciamo che mi piacerebbe che accadesse una cosa simile.
Ora vado a dormire, è tardissimo e domani alle 6 e 30 devo essere sveglia che viene la parrucchiera.
Grazie a chiunque arriverà fin qui, spero di riuscire a  pubblicare presto qualcos’altro.
Ora devo andare sul serio, si è fatto tardi.
Ciao a tutti e a presto.
Miky
 
P.s Per chi volesse, vi lascio i miei contatti.
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