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Autore: AnnieJack    31/05/2014    0 recensioni
Ehi ciao. Sono una bellissima fantasma. Eh gia, ora sono accanto a te. Non spaventarti, voglio raccontarti la mia storia, una storia complicata , con una mamma e un papa, con una migliore amica e un ragazzo, storie a cui nessuno crede, perchè nessuno crede ai fantasmi..ebbene si, io ti ci farò credere. Perchè io, io che scrivo, sono un fantasma. Non avere paura! io gia ti voglio bene.
Genere: Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ciao! Mi chiamo Annie.

Sono bella, carina, amata da tutti. Ma sai una cosa?

Sono un fantasma.

Sono morta!

Morta!

Hai paura? Se per così poco , hai pochissimo fegato. Guardati attorno. Stai calmo. Io sono proprio accanto a te.

Non voglio farti male! Lo so che hai paura di me! Io sono buona.

Okay, se hai paura, restituisci il libro, immediatamente, o non dormirai stanotte. Non girare pagina.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Ok, bravo...

 

QUELLA NOTTE SCURA.

 

“-Annie, vuoi una camomilla?-” mi chiese mia madre. Accennai un no. Ero malata, ero pallida , con le labbra scolorite. Quella sera ci sarebbe stata una festa bellissima, non volevo perdermela. Mia mamma se ne andò a dormire, io mi alzai con cautela, andai in bagno, presi tantissime medicine, poi presi il mio più bel vestito, le scarpe col tacco, presi il trucco, mi misi molto rossetto rosso per colorire le labbra, e un po' di fard per colorire il viso. Uscii piano piano, e arrivai alla festa. Mi girava un po la testa, e avevo freddo, nonostante c'erano 33 gradi. Le mie amiche mi accolsero subito, erano felici e mi dicevano che ero in formissima, non sapevano che ero malata e di conseguenza ho perso moltissimi kg perchè ho vomitato. Subito mi offrirono un alcolico. Lo presi, magari non ricordavo il mio dolore!

La festa era uno sballo, mangiavo come un maiale, bevevo e mi divertivo con la musica. Ad un certo punto misero un drink pesantissimo e io? Io non esitai a berlo. Ero ubriaca fradicia, e non sentivo alcun dolore. Verso le tre di notte, la festa si era spostata in piscina, la notte era buissimia.

Non ero più ubriaca. Sentivo dolori ovunque, crampi, vomito, mal di testa, tremavo e non mi reggevo in piedi. Vomitai, e poi fuggii nel bosco li vicino, mi accasciai sul primo albero, aprii la borsa e ingoiai tutte le 32 medicine che mi portai. Ora stavo peggio, non riuscivo nemmeno ad alzarmi. Piangevo, vomitavo e guarda caso, cominciò a piovere di brutto. La mia pancia era vuota, la mia mente non connetteva, i miei occhi erano acciecati, le mie mani non si muovevano. Sapevo che dovevo andarmene o un fulmine mi avrebbe stesa. Ma non ce la facevo. Avevo altri 5 farmaci. Li inghiottii. Guardai il cielo. Urlai “ti amo mamma, ti amo papà” caddi su un lato.

Morii. Ero morta perchè avevo bevuto troppo. Avevo mangiato troppo. Avevo preso troppo freddo. Avevo sudato troppo. Avevo fatto overdose di farmaci. Oh Dio mio. Non seppi che stavo morendo. In quel momento, la mia anima volò sin al cielo. Dio non mi volle. Il Diavolo non mi volle. Insieme mi resero una fantasma. Scesi dov'èra il mio cadavere. Ero sdraiata, con la pelle bianca, le labbra viola, il vestito spiegazzato, le buste delle medicine tutte sul prato. Ero bellissima, e per una volta lo sapevo.

Aspettai li a guardarmi, quando ad un certo punto sentii la polizia. Entrarono nel bosco, e videro il mio cadavere. “eccola, è lei..” mi presero e mi portarono dai miei. I medici dissero che ero malata, e che avevo fatto overdose di medicine ai miei. Loro piansero, piansero, piansero talmente tanto che non so nemmeno descriverlo.

Mi sedei su un albero, e li guardai. Poi pian piano, arrivai a casa e mi misi nel letto. Il mio caro letto. Sentivo singhiozzare i miei genitori sin dal salotto. Mia mamma voleva uccidersi, lo sentivo.

Andò in bagno e prese le lame del rasoio. Si tagliò. Non avevo il coraggio di parlare, l'avrei spaventata. Poi prese le medicine. Disse “Annie, se sei qui, ti prego, fermami” non esitai. Sfiorai le medicine e caddero per terra, presi le lame e le feci cadere nel water. “ci sei, ci sei!!” diceva.

Si pulì il polso. Bevve dell'acqua e disse “ti amo figlia mia”.

Di colpo mi trovai davanti Dio. Mi disse che avevo disobbedito alle regole. Non si parlava con gli umani, da fantasma. Caddi in lacrime, e lui mi venne ad abbracciare. Era un padre, per davvero.

Scesi sulla terra e abbandonai quel luogo. I miei amici seppero solo dopo un giorno che ero morta. La mia migliore amica piangeva, singhiozzava, e ancora e ancora.

Quella notte così scura...vidi il nero più buio. Eppure una luce l'aveva. Tutti dicevano che il nero non è un colore. Però se lo vedi un colore lo è. Il nero non è un colore...il nero non è un colore... non è vero! È un colore! Mannaggia a quei professori saputelli di arte, “ il nero non è un colore” ma va là, quando morirai me lo dirai.

Ero arrabbiata. CON TUTTI!

Con me stessa, per aver fatto overdose e per essere uscita.

Con mia mamma che voleva morire.

Con mio papà, che non l'ha fermata.

Con la mia migliore amica, perchè non voleva assistermi mentre ero malata.

Con i miei professori, perchè diavolo, il nero secondo loro, non è un colore.

Andai nei sogni della mia migliore amica e dissi “io sono con te, scema! Io ti voglio un bene dell'anima. Sai cosa devi fare per rendermi felice? Svegliarti facendo i muffin. I nostri preferiti. Li mangerò, anche se non mi vedrai. Ciao piccola mia, tornerò.”

Andai da mia mamma “ciao mamma...hai visto? Ho impedito di suicidarti. Sono stata stupida lo so..ho preso tante medicine, perchè ero convinta che piu ne ingerivo, più stavo meglio. Mamma, io ti amo. Io ci sono. Io sono qui con te. Vuoi rendermi felice? Sorridi, stai con papà per sempre, uscite e prendete il mio gelato favorito, poi mettetelo le domeniche sulla mia tomba. Lo mangerò. Dì a papà che questo messaggio è pure per lui.”

Poi comparsi da papà e dissi che lo amavo. E poi di dar retta a cosa gli dirà mamma il giorno dopo.

E indovinate? Il giorno dopo, sulla mia tomba c'erano due muffin, un gelato e tutti i miei amici e pregavano.

Quando se ne andarono tutti, un ragazzo si avvicinò alla mia tomba..ma.. che stava facendo? Mi chiesi.

ggi..
   
 
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