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Autore: Saratrix    31/05/2014    3 recensioni
In quel momento Severus non poté fare a meno di pensare che, forse, anche le cose molto dolci sono buone. Ma sempre a seconda di con che cosa le si mangia.
Genere: Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hermione Granger, Nuovo personaggio, Severus Piton | Coppie: Hermione/Severus
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Burro d’arachidi
 
TITOLO: Burro d’arachidi
AUTRICE: angel_and_demons
DATA: maggio 2014
PAROLE: 1.221
PERSONAGGI: Severus Piton, Hermione Granger, Nuovo Personaggio
GENERI: Slice of Life, Sentimentale
COPPIA: Hermione/Severus
EPOCA: Dopo la Seconda Guerra Magica/ Pace
AVVERTIMENTI: What if?
RIASSUNTO: In quel momento Severus non poté fare a meno di pensare che, forse, anche le cose molto dolci sono buone. Ma sempre a seconda di con che cosa le si mangia.

NOTA 1 : Storia scritta per l’iniziativa "A Tavola con Severus" (http://severus.forumcommunity.net/?t=5108303) nell’ambito della Severus House Cup (http://Severus.forumcommunity.net/?t=55661985del Forum Il Calderone di Severus (http://severus.forumcommunity.net/).
DISCLAIMER: I personaggi ed i luoghi presenti in questa storia non appartengono a me bensì, prevalentemente, a J.K. Rowling e a chi ne detiene i diritti. Il personaggio originale, ove presente, i luoghi non inventati da J.K. Rowling e i versi di questa poesia sono invece di mia proprietà ed occorre il mio esplicito e preventivo consenso per pubblicare/tradurre altrove questa storia o una citazione da essa.
Questa storia non è stata scritta a scopo di lucro, ma per puro divertimento, nessuna violazione del copyright è pertanto intesa.




Severus Piton guardava dalla porta della candida cucina la piccola bambina, intenta a spalmarsi del burro d’arachidi sul pane tostato e a versarsi un bicchiere di succo di zucca. Burro d’arachidi, così dolciastro per i suoi gusti, ma tanto squisito per quelli della bambina e della donna che, sette anni fa, era riuscita a trovare il suo cuore nascosto sotto cumuli di stoffa nera.
Osservava la bambina mentre addentava e mangiava con gusto la sua merenda.
Rose Eileen Piton: sua figlia.
Se qualche anno prima gli avessero detto che si sarebbe ritrovato a vivere in una villetta a schiera nella campagna gallese con sua figlia e sua moglie, lo avrebbe fatto ricoverare d’urgenza al San Mungo credendo che avesse bevuto una pozione andata a male.
Invece aveva una figlia e una moglie.
Rimase a fissare Rose, i ribelli capelli neri e crespi gli ricordavano quelli della madre, e in quel momento brillavano alla luce del sole del pomeriggio che entrava dalle finestre della cucina. Invece fissarla negli occhi era come guardare in quelli della madre e perdersi in quell’ambra, dolce e calda, che era riuscita a catturarlo per non lasciarlo più.
Era intelligente per avere solo quattro anni e adorava stare al suo fianco nel laboratorio, che aveva ricavato nella cantina di casa loro, mente distillava le sue pozioni. Sapeva già quasi leggere e scrivere e adorava sentirsi raccontare storie prima di andare a dormire. Tra tutte ce n’era una che preferiva. Quale? La storia di suo padre, da quando era piccolo fino a quando aveva permesso a sua moglie di invadere i suoi spazi.
«Papà, tu sei come un principe!»
Gliel’aveva detto una sera, prima di addormentarsi serenamente nel suo letto, lasciandolo basito a quelle parole. Per Rose, Severus era come un principe.
La guardò bere il suo bicchiere ricolmo di succo di zucca, ignara della sua presenza. L’uomo scosse la testa, pensando a quanto la figlia e la madre fossero identiche nei gusti del cibo. Entrambe adoravano i dolci, quelli cremosi che ti lasciavano per ore il loro gusto in bocca, come il burro d’arachidi che in casa loro non doveva mai mancare se non volevano che scoppiasse la Terza Guerra Magica, mentre lui prediligeva quelli dal sapore delicato e fine, come il cioccolato fondente.
Vide Rose che cercava di prendere con il cucchiaino il poco burro d’arachidi rimasto nel vasetto. Si avvicinò piano e le prese il cucchiaino dalle mani, per aiutarla. Le fece il panino e lei lo ringraziò con un enorme sorriso, uno di quelli che la facevano apparire così identica alla madre ai suoi occhi. Guardò sua figlia che addentava e gustava la sua merenda e non poté fare a meno di mostrare una piccola smorfia. Anche il solo odore di quella “sottospecie di cibo”, così lo chiamava lui, gli dava la nausea.
«Sicuro di non volerlo assaggiare papà?» Gli chiese la figlia continuando a mangiare il suo panino. «È buonissimo!»
Il mago le sorrise e scosse la testa. Prese un tovagliolo e le pulì il mento, imbrattato da quel cibo appiccicoso:
 «Sai che non mi piacciono le cose troppo dolci, Rose.»
Sentì qualcuno abbracciarlo da dietro e appoggiare la testa sulla sua scapola destra:
«Ciao.»
Severus si girò nel suo abbraccio e la baciò dolcemente:
«Ciao.»
«Sicuro che non ti piacciono le cose troppo dolci, Sev?» Gli chiese sua moglie, sorridendogli dolcemente. Uno di quei sorrisi che riceveva così spesso da lei e da Rose e che erano in grado di scaldargli il cuore.
«Sicuro.»
La donna gli cinse il collo con le braccia e si mise a giocherellare con i suoi capelli neri, mentre Severus le circondava la vita con le braccia.
«Eppure mi è difficile crederci…» Iniziò pensierosa, inclinando la testa di lato. «Sei sempre così gentile e dolce con me e con Rosie.»
«Mamma non chiamarmi Rosie! Sai benissimo che lo odio!» disse la bambina appoggiando sul piatto il piccolo pezzo di panino che le rimaneva e girandosi verso la madre con una buffa espressione imbronciata e le braccia incrociate al petto.
Severus chiuse per un secondo gli occhi, per poi riaprirli e sorridere. In quel momento le ricordava incredibilmente sua moglie e gli sembrava di rivederla quando, all’inizio del loro strano e buffo rapporto, si arrabbiava spessissimo con lui per i suoi modi scontrosi. Già, il loro strano e buffo rapporto. Come lo definisce la donna che è ancora tra le sue braccia e, in fondo, non ha proprio tutti i torti.
Mentre Piton era in convalescenza al San Mungo per il morso di Nagini, Potter aveva ben pensato di urlare ai quattro venti tutti i suoi segreti e i suoi ricordi, con il solo risultato di attirare tutta l’attenzione su di lui facendolo diventare un eroe. Al suo risveglio aveva la stanza piena di orsacchiotti, cioccolatini, rose e bigliettini di buona guarigione, tutte cose inutili, secondo lui.
Potter andava a fargli visita ogni giorno e, a volte, con lui c’era anche lei: la sua Hermione.
Un pomeriggio Hermione entrò come una furia in casa sua, senza nessun preavviso, e gli si buttò tra le braccia piangendo. Lui, impacciato come sempre in quelle situazioni, cercò di consolarla e di capire il motivo di questa sua tristezza: aveva capito che per l’Amico Weasley non provava altro che amicizia e l’aveva lasciato, ma, ovviamente, quella testa di legno si era infuriato, urlandole contro qualsiasi cosa, ottenendo il solo risultato di allontanarla ancora di più. Severus non avrebbe mai immaginato che quel piccolo e semplice abbraccio lo avrebbe portato in una strada senza uscita alla cui fine c’era un enorme calorifero a forma di Hermione, pronto a scongelargli il cuore. La donna iniziò col fargli visita una volta al mese, per poi andare da lui sempre più spesso, finché non arrivarono a vedersi ogni sera nel salotto della sua casa a Spinner’s End a leggere un libro o a giocare a scacchi, la maggior parte delle volte senza scambiarsi nemmeno una parola.
Una sera Severus era comodamente seduto sulla poltrona, quando lei inciampò nel tappeto finendogli addosso, con il viso ad un centimetro scarso dal suo e i nasi che si toccavano.
Non aveva pensato e aveva reagito d’impulso: l’aveva baciata.
«Mamma! Quello è il mio panino!»
La squillante voce di Rose lo destò dai suoi pensieri, facendogli posare lo sguardo sulla sua Hermione che mangiava con gusto quel poco che rimaneva del panino della figlia.
«Se volevi un panino bastava chiedere.» Le disse Severus, quasi come se la stesse accusando di non ammettere il proprio reato.
La donna sbuffò:
«Sei davvero noioso quando fai così, Severus.»
Ma se quello che voleva ottenere era riuscire a rispondergli a tono o quanto meno infastidirlo un po’, fallì clamorosamente quando sorrise genuinamente:
«E comunque…» Gli disse avvicinandosi alle sue labbra. «Secondo me, il burro d’arachidi ti piace.» Gli sussurrò sulle labbra un attimo prima di baciarlo.
Severus assaporò lentamente la sua lingua e la bocca che avevano un retrogusto dolciastro. Troppo. Ma che non riuscì a non trovare esageratamente buono in quel momento. Continuò a cercare quel sapore nella sua bocca, finché non ne trovò più.
Quando si separarono Hermione gli sorrise. In quel momento Severus non poté fare a meno di pensare che, forse, anche le cose molto dolci sono buone. Ma sempre a seconda di con che cosa le si mangia.

 


Eccomi qui con la mia prima, ma sicuramente non ultima, Sevemione.
Io, non so voi, ma trovo che il burro d'arachidi splamato sul pane tostato sia squisito e mi è venuta in mente questa piccola One-Shot.
Spero che recensirete in tanti per farmi sapere che ne pensate.
Alla prossima
Sara

 
   
 
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