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Autore: LenK    31/05/2014    2 recensioni
[Storia a quattro mani di LenK e _Michiko_]
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Morgan Cloudlocks non sopportava Michiko Phaidon, questo lo sapevano tutti a Fairy Tail: quella là era una ragazzetta altera e scostante, rinchiusa nel suo serioso mondo di libri, che solo perché era capace di sbrilluccicare come una lampadina pensava di poter fare impunemente la scontrosa con chiunque.
E Michiko Phaidon non sopportava Morgan Cloudlocks, anche questo era risaputo tra i membri della gilda: quella lì era un fantasmino fastidioso che strisciava nell’ombra e ti riappariva alle spalle con quella risata inquietante che ti raggelava le ossa, combinava scherzi idioti ed era incapace di prendere le cose sul serio.

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Michiko, maga della Luce, e Morgan, maga dell’Ombra: due compagne di Fairy Tail che prima si sono odiate, poi si sono tollerate, infine hanno stretto un’amicizia indissolubile. Questa raccolta di One-shot esplora le fasi del loro legame.
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[Presenza di OC]
Genere: Commedia, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: OC, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ho voluto pubblicare oggi questo capitolo per fare una sorpresa a _Michiko_ , perché oggi è un giorno importante: il suo compleanno! *^*
E per festeggiarlo, ecco l'ultimo capitolo che chiude la raccolta sull'amicizia travagliata di Michiko e Morgan. Siamo arrivate alla fine di questa storia, ma potremmo tornare a scrivere su di loro in futuro: hanno ancora tanti dispetti da farsi :P
Concludo rinnovando gli auguri a Mimì: buon compleanno, carissima!
E buona lettura a voi :)
 
 
 
 
Morgan camminava lungo il corridoio di Fairy Hills diretta verso la sua stanza. Passando davanti a quella di Michiko, notò che la porta era leggermente aperta, lasciando intravedere la ragazza dai capelli azzurri che leggeva un libro.
La maga delle ombre sbuffò e senza pensarci due volte fece irruzione nella stanza.
«Ehi, Lampadina!» la chiamò, facendole un leggero sorriso.
«Morgan, che ci fai qui?» domandò la maga della luce, alzando lo sguardo dal suo libro.
«Ho visto la porta aperta e sono entrata» rispose alzando le spalle e poi si sedette comodamente sul letto a gambe incrociate.
«Le scarpe… giù dal mio letto…» sibilò l'altra con sguardo truce, mentre la fissava e le indicava con una mano i suoi piedi.
«Scusa» rise lei. Si tolse le sneakers grigie, buttandole malamente a terra, e riassunse la posizione di prima.
Quello era un siparietto ormai collaudato fra le due; Morgan non riusciva a farsi entrare in testa quanto Michiko tenesse all'ordine e alla pulizia nella sua stanza, nonostante da mesi frequentasse abitualmente quel luogo. In effetti da qualche tempo si poteva dire che finalmente fossero diventate amiche, ma forse lo erano sempre state, come molti dei loro compagni avevano pensato.
«Devi dirmi qualcosa, comunque?» domandò a quel punto Michiko, scrutando attentamente ogni suoi gesto.
«Uff! Te ne stai sempre tutta sola con quei libri» indicò con una mano la piccola libreria nella sua stanza, dove Michiko teneva tutti i libri di sua proprietà o che aveva preso in prestito ma non aveva ancora finito di leggere.
«Lo sai che mi piace leggere» rispose l’altra maga, un po’ indispettita per essere stata disturbata.
«Lo so…» rispose lei, poi si rimise in piedi e andò a scrutare la massa di libri più da vicino, percorrendo le copertine di quelli alla sua altezza con l'indice e cercando qualcosa che magari la potesse interessare, anche se la lettura proprio non la entusiasmava. Poi la sua attenzione fu attirata da ben altro e posò i suoi occhi neri sul grosso armadio, si avvicinò ad esso e lo aprì.
«Ehi, che fai?» domandò Michiko, andandole incontro.
«Guardo cosa c’è dentro» rispose, come se fosse la cosa più normale del mondo frugare negli armadi altrui.
Michiko la guardò un attimo, poi le venne in mente un’idea geniale e sorrise.
«Perché non ne provi uno?» le domandò, speranzosa.
«Eh? Cosa ? Ma stai scherzando?» la maga delle ombre sgranò gli occhi e chiuse in fretta l’armadio; non le piacevano per niente i vestiti di Michiko, erano troppo colorati.
«Per favore!» la supplicò l’altra, riaprendo l’armadio e incrociando le mani davanti a lei, in forma di preghiera.
E chiunque avesse avuto un assaggio delle loro furiose zuffe in passato non avrebbe mai pensato che un giorno il loro rapporto si sarebbe evoluto fino a questo.
«Non ci penso nemmeno!» esclamò ancora, poi guardò la porta; voleva andarsene al più presto. Ma Michiko lo notò subito e con uno scatto di luce fu davanti ad essa, chiudendola a chiave e mettendosela in tasca.
«Così non andrai da nessuna parte» sorrise, mentre Morgan era sempre più spaventata; forse sarebbe stato meglio uno dei loro scontri piuttosto che fare una guerra per cercare di farle indossare certi vestiti.
«Ma non mi piacciono!» sbuffò ancora, incrociando le braccia al petto.
«Fallo in segno della nostra amicizia» la ricattò la maga della luce.
«In segno della nostra amicizia allora tu indosserai i miei!» Morgan non si fece scappare l’occasione e vide le labbra di Michiko allargarsi in sorpresa.
«Non puoi farmi questo! Tu ti vesti sempre troppo tetra!» sbuffò, incrociando le braccia al petto.
«Allora nessuna delle due farà niente!» esclamò Morgan, sperando di potersi salvare e di scappare più in fretta che poteva da quella stanza, anche se ripensandoci, sarebbe stato divertente vedere Michiko indossare i suoi vestiti.
Le due sbuffarono e si guardarono imbronciate per qualche secondo.
«E va bene, lo farò! Ma solo per vederti con i miei vestiti!» esclamarono in coro, come se si fossero lette nel pensiero, e subito dopo scoppiarono a ridere.

** 

Morgan era seduta su una sedia mentre Michiko le pettinava dolcemente i capelli e decideva se farle indossare o meno un cerchietto. Alla fine la maga della luce l’aveva costretta a indossare una camicetta verde chiaro con sotto una gonna color panna; per finire il tutto l’aveva obbligata ad infilare un paio di stivaletti bianchi, che le arrivavano poco sopra la caviglia, e al polso aveva un paio di braccialetti che richiamavano i colori che indossava.
«Ti trovo adorabile» sorrise Michiko, compiaciuta del lavoro che aveva fatto e decidendo di lasciare i capelli della ragazza liberi, senza mettere cerchietti o altri nastri.
Morgan sbuffò, ma poi sorrise, era finalmente arrivato il suo turno.
Michiko era combinata in un'accozzaglia di vestiti scuri, a cominciare dalla maglia nera con lunghe maniche svasate di pizzo traforato che non era per niente il suo stile. Indossava dei pantaloncini neri che già stavano corti a Morgan, quindi sulle sue gambe più lunghe risultavano così striminziti che l'effetto era a metà tra il sexy e il "adulta che indossa taglie da bambina per risparmiare sulla stoffa".
A completare il look c'era il mantello frusciante grigio fumo che Morgan indossava spesso e che Michiko trovava decisamente sinistro. Ma la cosa che dava più fastidio all'azzurra erano senza dubbio le scarpe da ginnastica nere che era stata costretta a infilare, che considerava troppo sgraziate e facevano sembrare i suoi piedi quelli di un ragazzino di tredici anni.
Morgan sghignazzò divertita a quella vista, mentre Michiko assumeva un’espressione piuttosto contrariata, non vedendo l’ora di togliersi tutti quei vestiti di dosso, che non le piacevano proprio per niente.
«Sei contenta, ora, Fantasmino?» sbuffò l’azzurra, incrociando le braccia e guardando altrove.
«Contentissima! Ma per vedere te in queste condizioni mi sono dovuta vestire da caramella!» rispose divertita, sapendo che la sua battuta non avrebbe per niente fatto piacere alla maga della luce.
«Meglio una caramella che un becchino» ribadì l’azzurra, assumendo un’espressione soddisfatta per aver dato quella risposta alla sua piccola nemica.
Morgan corrucciò le sopracciglia arrabbiata e le due si guardarono negli occhi per diversi secondi, indecise su cosa dire o su cosa fare.
«Ridammi subito i miei vestiti!» esclamarono in coro, per poi azzuffarsi e riprendersi i vestiti con le maniere forti. Il rapporto tra le due era migliorato, certo, ma niente impediva loro di avere ancora queste piccole azzuffate; dopotutto era sempre stato quello il loro modo di volersi bene.
Si erano prese in giro, si erano fatte i dispetti, si erano picchiate, ma non si erano mai tradite; più migliori nemiche che migliori amiche, ma erano sempre state al fianco l'una dell'altra.

 
  
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