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Autore: Arc en Ciel    28/12/2004    9 recensioni
La festa della Vittoria, la fine di un Incubo durato anni. Uomini la cui vita è stata toccata dal dolore, dalla sete di vendetta, dal sangue. .anime costrette dai pregiudizi e con il desiderio segreto di ricominciare.
Genere: Malinconico, Romantico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Harry Potter, Lucius Malfoy
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Cambiare il Destino

Cambiare il Destino

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..
se ti tagliassero a pezzetti
il vento li raccoglierebbe
il regno dei ragni cucirebbe la pelle
e la luna tesserebbe i capelli e il viso
e il polline di dio
di dio il sorriso
..
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La festa nel Salone Grande era al suo culmine. La gente rideva e gioiva, danzava in abiti sgargianti, guardava il soffitto magicamente intessuto di stelle brindando a tempi migliori e assaggiando manicaretti croccanti o morbide creme. Nessuno sembrava essersi reso conto che la persona per cui quella festa, in primo luogo, era stata indetta non era lì a godersi la musica e i canti, il cibo e il vino. Un uomo, in un angolo, guardò attentamente la sala per l'ennesima volta prima di sospirare e finire di bere il suo champagne. Sinuosamente attraversò il salone, lentamente, scansando i ballerini e intercettando un elfo domestico con un vassoio per scambiare il proprio bicchiere ormai vuoto con uno spumeggiante di bollicine. Quando arrivò alle enormi portafinestre istoriate, aperte per permettere al vento fresco della sera di entrare nella stanza e agli ospiti di godere del meraviglioso portico in pietra con vista sul giardino, si voltò e nuovamente visionò la stanza, ripetendosi almeno per la centesima volta che non avrebbe dovuto importargli se lui non era lì a godersi il meritato successo, però poi varcò la soglia scuotendo la testa e si ritrovò a guardare un giardino illuminato da milioni di lucciole e dove i grilli e le cicale stavano intonando una dolce serenata. Lasciandosi guidare dai sensi e dall'istinto camminò guardando la luna nel cielo che piena e brillante sembrava vegliare sul mondo. Aspirò profondamente l'odore notturno dell'erba tagliata da poco e del vento che venendo da lontano portava con sé profumi di terre mai viste. Lentamente anche il rumore dell'acqua appena mossa iniziò, man mano che vi si avvicinava, a farsi udire.

..
ti ho trovata lungo il fiume
che suonavi una foglia di fiore
che cantavi parole leggere,parole d'amore
ho assaggiato le tue labbra di miele rosso rosso
ti ho detto dammi quello che vuoi io quel che posso
..

Un altro suono sfiorò la conchiglia dell'orecchio dell'uomo, fievole. Si avvicinò di un altro passo ancora e spostò un ramo frondoso con le dita affusolate. Vide un giovane seduto su una grossa roccia in riva al lago, che fischiava distratto, una foglia di fiore tra le belle labbra. Smise solo un minuto, per intornare con voce bassa e intensa, poche note di un'antica canzone d'amore. L'uomo scosse la testa nascondendo nell'ombra un sorriso e fece un altro silenzioso passo avanti. Non fece davvero nessun rumore ma il giovane si girò di scatto, smettendo di fischiare e tenendo con cura la foglia tra le dita.
"Ah, è lei.." disse soltanto.
"Deluso? Aspettavi forse qualcuno?" gli chiese avvicinandosi e guardandolo dall'alto della sua statura.
"No..no..non volevo dire questo..ero solo sorpreso..non attendevo nessuno, davvero.." alzò le spalle e sorrise appena.
Il silenzio, interrotto solo dai suoni della natura che li circondava, cadde come un velo caldo. Il ragazzo tornò a guardare il lago calmo, dalle acque scure, mentre l'uomo non distoglieva lo sguardo da quella figura magra e scultorea, dal volto serio e fanciullesco. Dopo pochi minuti il giovane azzardò uno sguardo ma appena i suoi occhi incrociarono quelli dell'altro le guance gli si tinsero di rosso.
"Nervoso?" chise ironico l'uomo.
"No..intimidito..forse..".
"Di poche parole questa sera..".
"Umh..".
L'uomo si avvicinò ancora e vide il ragazzo fissarsi le scarpe. Si accucciò vicino a lui, il corpo possente e felino si mosse suadente a nascondergli l'orizzonte.
"Non ricordavo fossi così silenzioso..nè intimidito da me..".
"Questo era prima..del rifiuto intendo..".
"Credi ti abbia rifiutato perché non ti volessi?".
"Per quale altro motivo?" gli rispose triste.
"A volte dimentico che sei ancora così giovane..e questo è uno dei moivi del mio precedente rifiuto..giovane e ingenuo..così raro trovare al giorno d'oggi qualcuno come te..speciale dalla punta di quel nasino sbarazzino alla punta delle tue dita forti e sottili al tempo stesso..".
"Adesso basta..mi ha già ridicolizzato allora, perché vuole ancora prendermi in giro? Se fossi stato speciale lei non mi avrebbe cacciato quando avevo più bisogno di lei..!" lo interruppe bruscamente alzandosi in piedi con l'intenzione di andarsene ma le dita dell'uomo fulminamente si posarono nell'incavo delle ginocchia e lo trattenero, spinsero appena e il giovane tornò bruscamente come si era alzato a sedersi sulla grande roccia, le dita dell'uomo attutirono la sua caduta per non farlo ferire.
"Vuoi smetterla di dire sciocchezze? Ridicolizzarti? Prenderti in giro? Rifiutarti quando avevi più bisogno di me? Da quando la luce ha illuminato i miei passi mai una volta, mai, ti ho ridicolizzato..e non sto prendendoti in giro quando elogio la tua grandezza interiore, la tua perfezione fisica, la tua unicità..nè la tua immensa testardaggine o l'inutile, e tipica della vostra casa aggiungerei, incorreggibile tendenza ad agire senza riflettere..".
"Cosa vuole dire?".
"Voglio dire che quando hai avuto bisogno di me io ero al tuo fianco..ti ho donato la forza delle mie mani e la sottile arte del trasformismo della mia mente..ho fatto tutto ciò che potevo per sostenere la tua causa e per sostenerti..ma tu chiedevi di più, chiedevi il mio cuore e il mio corpo e quelli non potevo concederteli..tu avevi bisogno di rabbia e disperazione per fare ciò che compiere il tuo destino e io anche allora ti sono stato accanto..diventando la ragione della tua disperazione e il bersaglio della tua rabbia..ovviamente avevo anche altri motivi per seguire i tuoi passi..primo fra tutti lo stesso per cui allora non potevo sfiorarti..per non infangare la memoria dell'unica donna che mi ha amato ed è morta per me..della donna che volevo vendicare..".
"Lo sapevo anche allora..ci sarà sempre lei..prima di chiunque altro, prima di qualunque cosa..per sempre..".
"No, non per sempre!" disse risoluto l'uomo sollevandogli il mento con tenera fermezza.
"Non per sempre?" ripetè il giovane, troppo intento a cercare di non sperare, di non desiderare ancora qualcosa di così bello e potente.
"Ora lei non c'è più..ho assolto al compito cui mi ero dedicato..ho vendicato la sua morte di fronte al mondo intero..ora sono libero..dall'ossessione del sangue, dalla colpa di non averla amata mai, dal veleno che per anni chi l'ha uccisa mi ha iniettato nelle vene..libero di fare quello che desideravo fare anche la notte in cui venisti nella mia stanza e a cui fui costretto a rinunciare per farti trovare e trovare io stesso l'ultima scintilla di forza per combattere.. la forza ultima che ci ha portato alla vittoria.." gli sussurrò sulle labbra prima di baciarlo piano, calmo, sensibile, a labbra chiuse, attendendo che il respiro del giovane rallentasse e che gli occhi non contenessero più alcun dubbio.
Lentamente, come si muovessero sott'acqua, le mani del giovane si aggrapparono alle forti braccia dell'uomo, risalirono lungo i muscoli forti e tonici, disegnarono cerchi sulle spalle, accarezzarono piano il collo dove i battiti del cuore pulsavano nelle vene potenti, si intrecciarono ai lunghi capelli raccolti e si congiunsero infine sulla nuca proprio mentre la lingua dell'uomo lentamente accarezzò le labbra del giovane per farle schiudere. Un secondo dopo affondò la lingua come un coltello di seta nella bocca del ragazzo che gemette di puro piacere, di sorpresa e aspettativa. Un bacio lungo e passionale, le lingue duellavano frementi, l'uomo gli lasciava spazio per scoprire l'antro morbido e profumato di vino e spezie della sua bocca, poi lo respingeva deciso per saccheggiargli la bocca con infinita cura. Quando il baciò finì un filo di saliva calda e viscosa unì per un solo secondo le loro labbra appena lontane prima di spezzarsi nel sospiro del ragazzo.
"Notevole, giovane Potter..notevole! Un bacio di miele rosso e dolcissimo, dal profumo di prati estivi dove le api instancabilmente si posano su papaveri e girasoli, scaldato lentamente alle braci del camino in una notte d'inverno, gustato con pane e latte caldo, come quando si era bambini, e finito in un bicchiere di brandy invecchiato..perchè l'innocenza è ormai un passo dietro di noi e l'età adulta ti ha spalancato le porte dell'inferno più piacevole.." gli sussurrò arruffandogli i capelli con un sorriso bonario sul volto rilassato.
"Non credevo fosse un poeta, signor Malfoy!" lo prese in giro Harry, gli occhi di smeraldo brillanti e languidi fissi sulle labbra ben delineate dell'uomo biondo lunare di fronte a sé.
"Lucius..questa notte sono solo Lucius..e tu sei solo Harry..non siamo gli eroi della guerra santa contro Voldemort, non siamo professore e studente, non siamo vecchi nemici che ora si stringono la mano..no..siamo un uomo e un ragazzo sotto un manto di stelle e diamanti, sotto una luna piena che si dice faccia impazzire chi sotto la sua luce si scambia baci indimenticabili..".
"Credo potrei essere qualunque cosa con te che mi sussurri parole suadenti e sensuali con quella tua voce così profonda e roca, che sembra entrare in una parte remota di me e sciogliermi l'anima..come ho fatto ad odiarti per così tanto tempo proprio non lo so..credo di essermi innamor.." ma un dito si pose sulle sua labbra come un silenzioso rimprovero.
"Solo per questa notte Harry..dammi quello che vuoi..tutto quello che vuoi per non avere rimpianti..io ti darò tutto quello che posso.." sospirò e sentì di aver colpito il giovane con quelle parole come con una freccia, dritta al cuore.

..
rosa gialla rosa di rame
mai ballato così a lungo
lungo il filo della notte sulle pietre del giorno
io suonatore di chitarra io suonatore di mandolino
alla fine siamo caduti sopra il fieno.
Persa per molto persa per poco
presa sul serio presa per gioco
non c'è stato molto da dire o da pensare
la fortuna sorrideva come una stagno a primavera
spettinata da tutti i venti della sera
..

Seppe di averlo ferito, seppe di non avergli dato scelta. Eppure non riuscì a pentirsi di essere stato sincero, di essere stato se stesso. Perché il ragazzo non meritava di aver nient'altro che tutto di lui, difetti e arroganza compresi. Attese di vedere una lacrima brillare in quegli occhi verdissimi e trattenersi su quelle ciglia prima di baciarle delicatamente e sentire il sapore salato del dolore che aveva inferto. Lo guardò prima di rubargli il respiro in un altro languido bacio, caldo. Lo abbracciò e lo tenne stretto al suo corpo, accarezzandogli la schiena, sfiorandogli la base del collo solo per sentire deliziato i brividi che lo scuotevano.
"Balla con me Lucius!" gli sussurrò all'orecchio sfiorandogli con la punta della lingua il lobo, la voce intrisa di malinconia.
"Per una sola volta, la prima..l'ultima..balla con me!".
"Qui?" chiese sorpreso l'uomo.
"Sì, qui..dove nessuno può vederci..avrei voluto danzare sotto gli occhi di tutti..ma non è possibile, vero? Perciò ti chiedo di farlo qui..adesso..lungo il filo di questa notte superba..sulle pietre ancora calde di sole..ti prego!" gli sussurrò piano, il volto nascosto nell'incavo della sua spalla.
Lucius si spostò appena, tenendolo a leggera distanza. Mosse piano le dita e delizatamente una musica lieve sembrò nascere nel vento. Si inchinò di fronte ad Harry, lo vide sorridere sincero gli occhi brillanti e felici, sereni. Lo prese per mano e lo coinvolse in un tormentato e sensuale valzer sulle ali di violini e chitarre. Si muovevano in cerchi sempre più ampi, figure solitarie nella notte, sulla riva del lago. La musica lentemante cambiò tarsformandosi in una seducente ballata zigana, i violini si spensero per lasciare spazio al mandolino e ad una voce piena e roca in sordina, quella di Lucius, che mormorava le parole che prima Harry aveva cantato. Si persero in un bacio a labbra aperte, divorante, mentre le note sembravano raggiungere il culmine e loro, fermi in uno stesso punto, tra il fieno alto della riva ovest, vorticosamente continuavano a volteggiare, i piedi che affondava sulla terra morbida, il viso di Harry stretto dolcemente tra le grandi mani bianche. Presero respiro e per un secondo affondarono l'uno negli occhi dell'altro. Caddero abbracciati sul fieno, ridendo giocosi. Lucius rotolò sul corpo del giovane, si appoggiò sui gomiti per non pesrgli troppo addosso e lo guardò. Harry liberò i fini capelli lunari e con un sorriso li sentì solleticargli il viso. Chiuse gli occhi e aspirò a fondo il profumo dell'uomo sopra di lui che affascinato osservava le mille espressioni sottili sul viso del giovane.
"Come hai potuto pensare che non ti volessi?" sospirò.
Harry ghignò malizioso.
"Dimostrami che sbagliavo..!" gli sussurrò prima di mordergli il collo graffiandogli piano la schiena.
I corpi avvinti, il profumo delle spighe che aleggiava su di loro, lentamente presero a spogliarsi, assaporando con le dita, le labbra, lo sguardo ogni centimetro di pelle esposta, respirando profondamente i profumi. Quando furono nudi, il corpo abbronzato dalle ore di allenamento di Harry, piccolo e spigoloso, contro quello pallido e setoso, muscoloso e caldo di Lucius il ragazzo arrossì.
"Perché arrossisci, Harry?".
"Il tuo corpo..sentirti addosso è come sentire il bacio della luna..quello di cui accennavi prima..mi sembra di impazzire..ma io..non ho nessuna esperienza..sono..".
"Vergine? Immacolato? Puro?" lo prese in giro benevolo mentre il ragazzo annuiva.
"Sei tutto ciò che di bello è rimasto a questo mondo Harry, non dimenticherò mai il dono che stai per farmi!" lo coccolò Lucius prima di baciarlo e accarezzarlo, ovunque.
Harry gemette e cercò di trattenere i suoi sospiri mentre sentiva la lingua del suo amante scivolare lungo il suo corpo, sul petto, sullo stomaco, fermarsi sull'orlo del ventre, mentre le dita giocavano con il suo sesso eccitandolo. La bocca lo scaldò ed Harry si premette un pugno chiuso sulle labbra per impedirsi di urlare ma le dita di Lucius si intrecciarono alle sue.
"Grida quanto vuoi Harry..nessuno tranne me potrà sentirti..grida per me.." gli sussurò leccandolo piano.
Harry gridò. Un lungo gemito che si chiuse nel nome dell'amante mentre senza trattenersi esplodeva tra le labbra dell'uomo che dolcemente lo tenne stretto a sé. Harry chiuse gli occhi, cercò di prendere respiro, li riaprì solo quando sentì qualcosa di vellutato sulle labbra. Una rosa gialla appena in boccio, le punte di ogni petalo ramate, era comparsa dal nulla tra le dita di Lucius.
"Sei come questa rosa, Harry..pronto a sbocciare..e prima del sorgere del sole, lo giuro sul mio onore, tu sarai bellissimo al sole, bagnato della mia rugiada!" gli morse piano il collo.
Il moretto rise piano, sentendosi lusingato e nuovamente eccitato. Timidamente lasciò scivolare la punta delle dita sul corpo dell'uomo, imparando a conoscere senza fretta i punti sensibili dell'altro, cercando di memorizzare ogni muscolo pulsante, ogni morbida piega. Le strinse piano attorno al sesso dell'altro e si spinse oltre solo quando lo sentì sospirare di frustrazione. Lo accarezzò come sempre avrebbe voluto essere accarezzato da lui, come lo aveva sognato. Si baciarono a lungo, le dita intrecciate a stimolarsi. Poi Harry sentì un dito leggero muoversi all'entrata del suo anfratto più segreto, si irrigidì.
"Rilassati, Harry..rilassati!" lo incantò Lucius.
Si sentì penetrare piano, a fondo, lentamente si adattò a quell'intrusione sino a trovarla piacevole, agognando di più. Un altro dito si aggiunse al primo e un altro ancora. Respirò a fondo e si spinse, per quanto glielo permetteva la posizione, alla ricerca di carezze più intime.
Senza parlare, guardandosi negli occhi intenti, presero a muoversi l'uno contro l'altro. Harry dischiuse di più le gambe, Lucius vi si accomodò in mezzo e lentamente spinse. Un leggero gridò sgorgò dalle labbra del giovane ma fu presto inghiottito dalla bocca dell'uomo che con leggerezza e determinazione si spinse ancora più a fondo, sino ad unirsi totalmente al compagno. Bevve una sua lacrima.
"Ora non ci sarà più dolore..ora sei mio, Harry..!".
Harry avrebbe voluto dirgli che lo sarebbe sempre stato e che il dolore sarebbe tornato, più forte e pungente di adesso, ma sapeva di non avere il diritto di dirgli quelle parole, così restò in silenzio, baciandolo.
Fecero l'amore dolcemente, sensuali, senza mai pensare ad altro, senza mai smettere di toccarsi, cercarsi, baciarsi. I secondi passarono veloci e così i minuti e le ore e l'alba giunse a spodestare la notte dal cielo.

..
e adesso aspetterò domani
per avere nostalgia
signora libertà signorina anarchia
così preziosa come il vino così gratis come la tristezza
con la tua nuvola di dubbi e di bellezza.
T'ho incrociata alla stazione
che inseguivi il tuo profumo
presa in trappola da un tailleur grigio fumo
i giornali in una mano e nell'altra il tuo destino
camminavi fianco a fianco al tuo assassino
..

Lucius aprì piano gli occhi, sapeva pur senza averli ancora aperti completamente che Harry non era più lì. Aveva sentito i suoi occhi fissi su di sé anche mentre dormiva, spiare i suoi movimenti e trattenere le lacrime. Si voltò sul fianco dove il ragazzo aveva vagamente riposato e nell'alcova ancora calda sul fieno vide la rosa completamente sbocciata, la notte l'aveva baciata di rugiada e adesso splendeva nella luce dell'alba rosata. La prese delicatamente tra le dita e ne aspirò il profumo dolce. Avrebbe atteso domani per sentire nostalgia, oggi avrebbe ricordato i momenti passati di quella notte unica e li avrebbe resi splendidi, più di quanto già erano stati. Voltò gli occhi al cielo e rise triste delle sue scelte. Aveva rifiutato un amore ingenuo, un amore vero e fragile, in nome di uno stemma di famiglia e dell'onore per suo figlio Draco, di un buon posto in seno alla società elitaria, per non dimenticare una donna nobile e infantile, per lascirlo libero di crescere senza la sua opprimente presenza, perché era troppo vecchio per ricominciare a vivere di nuovo. Si prese in giro ripetendosi tutte le sue motivazioni e si rivestì in fretta, rabbrividendo appena al fresco vento del mattino, poi prese la rosa e in un arco di colori la gettò nel lago dove galleggiò pochi istanti prima di affondare lentamente. Si ricordò Harry mentre danzava con il volto alla luna, un sorriso nascente sulle belle labbra, lo immaginò rivestirsi in silenzio, guardarlo un'ultima volta prima di voltargli le spalle. Harry, sosprirò tra sè e sé. Harry inebriante e giovane, come un vino di un anno speciale, fatto di uve preziose e uniche, aromatizzate al sapore delle fragole, Harry così libero e sincero, con l'animo impregnato di mesta malinconia e tristezza. Sospirò ancora prima di voltare anche lui le spalle a quel luogo che nei suoi ricordi avrebbe continuato ad essere il paradiso perduto.
Pochi giorni dopo accompagnò Draco alla stazione di Hogwarts, destinazione Londra e poi Parigi, dove sarebbe rimasto a studiare per un anno.
"Mi raccomando figliolo, conto su di te per mantenere alto l'onore della famiglia!" lo redarguì seriamente.
"Non preoccupatevi, padre. Da adesso in poi l'onore della famiglia graverà sulle mie spalle, quindi sentitevi libero di fare qualche colpo di testa ogni tanto!" gli strizzò l'occhio Draco prima di abbracciarlo.
Lucius rimase un po' sorpreso ma non lo diede a vedere, felice soltanto del rapporto che dal tempo in cui erano passati dalla parte dei ribelli, nell'ordine della fenice, si era sviluppato tra loro. Lo vide salire sul treno e sedersi, iniziando una piacevole discussione con un giovane Serpeverde. Poi il treno partì e Lucius vide suo figlio allontanarsi certo che lo avrebbe reso orgoglioso. Si voltò all'improvviso, sapendo già cosa avrebbero incontrato i suoi occhi. La figura di Harry, in un completo nero e cravatta bordò, gli occhiali sul naso, i capelli arruffati dal vento, avanzava velocemente poiché era in ritardo e il treno stava per partire. I giornali sotto il braccio, lo sguardo curioso e impaziente, era pronto per tornare a vivere non come il ragazzo sopravvissuto o come colui che aveva sconfitto Voldemort ma solo come Harry, lontano dai suoi zii, in una piccola cittadina magica vicino ad Edimburgo, dove Silente gli aveva trovato lavoro come insegnate di Difesa dalle Arti Oscure per bambini nati da famiglie babbane e molto dotati. Anche se non lo aveva più incontrato da allora si sentì colpito nell'anima quando lo vide guardarsi intorno smarrito e dubbioso eppure desideroso di iniziare quella nuova avventura. Gli passò vicino senza saperlo perché Lucius si era nascosto dietro ad una colonna ad osservarlo partire. Salì sul treno e scomparve. Lucius sorrise tristemente. Harry stava andando incontro al suo destino senza neanche saperlo. Accanto a lui, ad un passo dalla linea del non ritorno, era salito Balise Zabini i cui genitori erano stati condannati a morte dopo la morte di Voldemort. Lucius sapeva che sarebbe finita così, qualcuno prima o poi spinto dalla vendetta e dall'odio avrebbe strappato la luce del mondo magico al suo regno per farla sprofondare nell'oscurità. Non poteva sbagliarsi, la luce pericolosa neglin occhi blu profondi sapeva di sangue e morte così come lo stiletto avvelentao il cui profumo non era passato inosservato al suo fine olfatto e al suo istinto predatore. L'aveva visto per un solo secondo e gli era sembrato di rivedere se stesso. Ma quella era la vita, crudele e bellissima, e lui non poteva intromettersi nelle trame del Destino. Il treno fischiò forte, una campana a morto battè i secondi nella testa dell'uomo solitario fermo alla stazione.
"Addio Harry e buon viaggio!" augurò dolcemente al moretto inconsapevole seduto da qualche parte sul treno.

..
ma se ti tagliassero a pezzetti
il vento li raccoglierebbe
il regno dei ragni cucirebbe la pelle
e la luna tesserebbe i capelli e il viso
e il polline di dio
di dio il sorriso
..

Lucius si trovò a pensare che se Harry fosse stato tagliato a pezzetti dalla furia cieca di Blaise, il vento triste lo avrebbe raccolto tra le sue braccia e trasportato lontano dove nessuno avrebbe più potuto fargli del male. Il regno dei ragni avrebbe fabbricato una tela così leggera e trasparente, così morbida e pura, per ricurcirgli la pelle senza lasciare segni, solo per farlo tornare se stesso. La luna avrebbe intessuto i suoi capelli, fini e ribelli e avrebbe ridisegnato la luce dei suoi occhi smeraldo. E un dio pietoso e giusto avrebbe raccolto il polline più dolce e raro, quello con cui avrebbe potuto fabbricare l'ambrosia, per riportare il suo sorriso sulle belle labbra. E provò a pensare ad un mondo senza Harry, al suo mondo senza Harry, con i suoi merletti e le facezie, l'onore e la gloria. Provò a pensare alla sua vita non con Harry lontano e al sicuro, ma senza Harry del tutto perché di lui sarebbe rimasta solo l'essenza del ricordo. All'improvviso gli tornarono in mente le parole di Draco e il suo sorriso impudente. Sentì il treno fischiare di nuovo e con la coda dell'occhio lo vide muoversi, piano, sbuffando nell'aria gelida. Senza pensare fece un passo verso l'uscita e un altro ancora, mentre il treno piano si muoveva sulle rotaie. Si voltò a guardare l'ammasso d'acciaio, un drago rosso dei nostri tempi e strinse il bastone da passeggio nero con forza. Lasciò scattare il meccanismo ch nascondeva la lama affilata e voltandosi all'improvviso, i capelli lisci e finissimi mossi dal vento, corse verso il treno quasi in corsa, si aggrappò all'ultimo istante alla predellina e salì. Guardò allontanarsi la stazione e rise forte, poi si incamminò all'interno deciso a salvare Harry nonostante tutto, a tenerlo con sé per sempre.
"Al diavolo tutto..sono Lucius Malfoy..io sono colui che detta le regole..colui che può cambiare il Destino..non è troppo tardi per tornare a vivere!" sussurrò e correndo andò alla ricerca di quel ragazzo speciale, sapendo che non era troppo tardi, sapendo che anche Blaise poteva essere salvato, sapendo che quella era la decisione giusta, la decisione che avrebbe dovuto prendere quella notte invece di ferire il suo giovane amore.
"Harry sto arrivando..la nostra vita inizia adesso!" sussurrò armandosi della lama quando vide il moretto in uno scompartimento dove stava per entrare anche Blaise.
Harry lo vide e sorrise oltre il vetro, incredulo e felice, Blaise si voltò per capire a chi fosse rivolto quel sorriso e vide Lucius, vide la lama, capì di non avere molta scelta, continuare nel suo piano e vendicarsi morendo subito dopo o dimenticare, per sempre, i propositi di vendetta. Abbassò la lama, stancamente piegò le spalle, guardò per l'ultima volta il giovane moretto confuso e poi continuò a camminare, passando vicino a Lucius.
"Cambia il tuo destino Blaise, fallo adesso, non voltarti indietro!" gli disse piano l'uomo e il ragazzo annuì.
Nonostante tutto, pensò, a casa lo attendeva una ragazza per cui valeva la pena vivere. Fu lo stesso pensiero che formulò Lucius quando Harry gli si gettò tra le braccia. Sorrise affondando la testa nei morbidi riccioli del giovane e lasciò che la lama tornasse nel fodero. La gente sul treno li guardò bonaria, forse qualcuno anche scandalizzato, ma Lucius capì che null'altro aveva importanza se non il giovane che silenziosamente piangeva lacrime di cristallo.

Fine

Nota dell'Autrice

Questa storia, nella sua interezza, è dedicata ad un caro amico, unico e speciale..a cui non posso più raccontare le mie storie e le mie fantasie..a cui non potrò mai dire che avrei voluto cambiare il suo destino, essere padrona come Lucius dello scorrere del tempo..non ho potuto farlo ma di lui porterò sempre dentro nell'anima l'essenza e la voce, il sorriso e i particolari..non lo dimenticherò mai perché da quando ci siamo conosciuti non ha fatto che farmi ridere e consolarmi, prendermi in giro e esserci nei momenti importanti e in quelli più sciocchi e leggeri..
Ti voglio bene e te ne vorrò per sempre!
Colgo l'occasione per ringraziare anche 3 donne davvero speciali che hanno saputo arrivare oltre il velo del mio dolore e farmi sorridere. Questa storia è dedicata anche a voi, perché anche se non ci conosciamo è stato dolce leggervi e non sentirmi sola. Grazie Sanzina, Dany e Viridiana. Grazie di cuore.
La splendida canzone sottofondo di questa storia è "Se ti Tagliassero a Pezzetti" di Fabrizio De Andrè.

  
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