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Autore: Faith Grace    01/06/2014    8 recensioni
{Au - malattie terminali, tematiche delicate, uso di droghe, tentato suicidio, prostituzione minorile}
Nella stanza di Roxas, poco sopra la marea di fotografie che sormontano la testata del suo letto, in mezzo al caos di frasi impresse sul muro con pittura nera, risaltano tre paroline bianche. Viva la Vida è un grido al mondo, un inno alla vita, una speranza perseverante. Viva la Vida è l'eco di tutti quegli spiriti che si sono dimenticati di morire. E mentre Roxas combatte le sue battaglie, Axel cerca di salvarlo.
Act 1 - Knowing Roxas: the kid without fear (1-9)
Act 2 - Reminiscences about Xion: the sad girl with big bue eyes (10-11)
Act 3 - Xemnas' silent scream: shut your eyes and pull the trigger (12-20)
Act 4 - Veridis Quo: No Heroes Allowed (21~)
Genere: Angst, Sentimentale, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Shoujo-ai | Personaggi: Axel, Cloud, Roxas, Sephiroth, Un po' tutti
Note: AU, Cross-over, OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Nessun gioco
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Viva la Vida or Death and All His Friends'
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15
Viva la Vida
Nei capitoli precedenti
"Axel ti fa del bene, vorrei che parlassi con lui e ti sfogassi. Non dovrai dirgli tutto subito se non te la senti però sarebbe un buon inizio dirgli dei tuoi turbamenti interiori o delle tue paure, quello che vuoi... o anche di Xion. Però ti chiedo di aprirti, in qualsiasi modo tu voglia... e prendi il tuo tempo per riposare" gli sorrise aiutandolo ad alzarsi dal divanetto e andando insieme in salotto dove era seduto Cloud intento a leggere il giornale "Vedrai che ti capirà, lo si legge nei suoi occhi. Quel ragazzo si butterebbe nel fuoco per te"

Il suo sguardo fu poi rapito da una presenza al centro del parco giochi. Vi era una giovane donna vestita in un lungo abito bianco dalle ricche decorazioni dorate, la sua pelle era diafana come la prima neve di Dicembre, i suoi capelli erano biondi e luminosi, e se ne stava lì, immobile, con il suo sguardo acquamarina posato su Roxas.
Questi strizzò gli occhi per mettere a fuoco la figura e trattenne il respiro, sentendo una sensazione indefinibile alla bocca dello stomaco. Voleva chiederle cosa ci facesse in mezzo a quella desolazione, perché stava da sola e cos'era tutta quella malinconia che lo stava assalendo così all'improvviso ma dalla sua bocca non uscì alcun suono.
Non dimenticare, Roxas”

Cosa... cosa è successo?” ripeté di nuovo, questa volta con un tono più udibile.
Axel era rimasto tutto il tempo immobile, in paziente attesa di un cenno dell'altro.
Hai iniziato a strillare e dimenarti nel sonno, chiamavi sempre tua madre...” rispose mordendosi un labbro “Io ero andato a dormire nella stanza degli ospiti... quando ho sentito le tue urla sono subito corso qui”
Mia madre?”



# 15. Happy Endings are stories that haven't ended yet


"Ehi prep"
"Hmm?"
"Stammi bene eh?"

Un caldo sussurro gli sfiorò il collo e un tocco delicato delle labbra appena appoggiate sulla sua tempia. Era un ricordo così soffuso che aveva quasi paura di averlo sognato e quando aprì di nuovo gli occhi era scesa la sera. Il crepitio del fuoco nel camino era l'unico suono che spezzava l'irreale silenzio in cui era immerso il salone in cui si trovava. Tutte le luci erano spente, le uniche illuminazioni provenivano dal camino davanti a lui e dal televisore ancora acceso ma impostato su muto.
Suo fratello si era addormentato, come sempre, con la guancia appoggiata sulla sua spalla e un grande plaid era appoggiato sui loro corpi riversi sul divano, dovevano essersi addormentati a metà strada del terzo film che si erano sparati quel pomeriggio assieme ad Axel e Riku.
A proposito, ora che ci pensava la stanza gli sembrava troppo vuota.
Afferrò subito il cellulare dalla tasca della felpa e sorrise quando vide di aver ricevuto un messaggio.

23.34
Io e Riku siamo tornati a casa, tu e Sora eravate così carini mentre dormivate che abbiamo preferito non svegliarvi. Ci vediamo domani a scuola xxx

Gli augurò la buona notte, ripensando a quanto fosse stato fortunato ad aver trovato una persona come Axel, e mise via il cellulare. Era passato un mese da quando lui e il rosso si erano baciati per la prima volta in quel campo lontano da tutto e da tutti e da quel giorno la sua vita aveva subito una svolta radicale. Non che non fosse una cosa strana, ormai era abituato ai cambiamenti, agli imprevisti, ma nessuno di essi era mai stato tanto positivo. Con Axel era stato tutto così inaspettato, grazie a lui ora riusciva a percepire l'essenza delle cose da una prospettiva diversa che non fosse sempre triste e realista. A volte si sentiva leggero e allo stesso tempo appesantito dalla felicità proprio come tanti anni prima: con Xion aveva provato quasi le stesse emozioni ma non così forti, sapeva che questa volta erano vive e reali. E quando si domandava il motivo di questa strana sensazione non riusciva a capire se era conseguenza dell'avere qualcuno al proprio fianco o era semplicemente Axel e basta. Sora invece gli aveva offerto una sentenza diversa, l'aveva scrutato con sguardo meditante e alla fine aveva scrollato le spalle come se fosse la cosa più ovvia del mondo "Beh, sei innamorato". Roxas si era limitato ad accennare un sorrisetto a quella risposta, l'innamoramento era sempre stato un concetto così lontano per lui, sembrava quasi un controsenso per la sua esistenza che aveva sempre definito platonica, eppure quella definizione gli sembrava la più adatta al momento.
All'inizio non si era avvicinato ad Axel per interesse ma voleva solo riuscire a carpire qualche informazione in più su Xemnas e i suoi spostamenti - in realtà non aveva neanche dovuto decidere chi scegliere, la risposta gli era venuta naturale: Larxene sarebbe stata la candidata ideale perché la conosceva, per modo di dire, e perché si era trovata nella sua stessa situazione, però era stronza e non avrebbe mai accettato di collaborare con nessuno. Marluxia era un candidato abbastanza interessante: sembrava un tipo frivolo ma in realtà sapeva più di quanto volesse far vedere, però era stato subito scartato perché aveva visto il modo in cui guardava i ragazzi e come aveva guardato anche lui un paio di volte... inoltre lo aveva anche riempito di pugni (anche se forse un po' se l'era cercata). Tutti gli altri semplicemente non andavano bene: Demyx era tonto e parlava troppo, Lexaeus era l'opposto e non parlava affatto, Xigbar e Xaldin erano degli idioti, Luxord sembrava interessato solo alle donne e alle carte, e Saix non era neanche da prendere in esame. Riguardo ad Axel, invece, Roxas non aveva mai potuto mettere in discussione il suo animo gentile, sebbene si fosse più volte presentato come un beota egocentrico e con il cervello dalla forma di un pallone da basket. Forse era stato l'unico a vederlo, eppure sapeva che quella bontà era sempre stata lì, celata dalla paura di esporsi troppo al mondo.
Roxas aveva compreso il comportamento del suo amante e non aveva mai avuto il coraggio di criticarlo perché il disinteresse era una protezione, una sorta di scudo, una campana di vetro. La verità era meschina, avrebbe potuto distruggere tutto, e questo era uno dei motivi per cui Roxas aveva sempre avuto il terrore di farsi coinvolgere troppo da Axel: non voleva farlo soffrire, non se lo meritava.
Da quando poi si erano messi insieme, il più grande era cambiato totalmente. Era diventato attento e premuroso, l'esatto contrario del teenager scapestrato che era stato fino a un paio di mesi prima. E questo cambiamento non si era manifestato solo nei confronti di Roxas. Negli ultimi tempi Axel era sempre così presente che sua madre, Aerith, aveva iniziato a considerarlo ormai come un membro della famiglia, lo vedeva quasi come un figlio, ed era riuscito a legare anche con i sospettosissimi Sora e Riku.
Roxas non poteva dirsi più felice, avrebbe desiderato che la sua vita fosse sempre così. La malattia, la vendetta e tutte le altre cose non erano dei problemi insormontabili se al suo fianco ci fosse stato sempre Axel, però...
"Terra chiama Roooxaaas!"
Una voce squillante lo fece trasalire e d'istinto si aggrappò al cuscino, doveva aver assunto un'espressione a dir poco scioccata perché Sora aveva iniziato a ridere ossessivamente.
"Oddio Rox, avresti dovuto vedere la tua faccia di puro terrore!" fece il castano punzecchiandolo sulla spalla.
Roxas fece una smorfia irritata e si scrollò l'altro di dosso "Che diavolo fai?"
"Lo stavi facendo di nuovo" rispose Sora.
"Facendo cosa?"
"Pensando. Pensavi così tanto che credevo ti fossi trasformato in una statua!"
"Che idiota che sei" Roxas abbozzò un sorrisetto e si stiracchiò "Sei sveglio da molto?"
L'altro scosse il capo "Da un paio di minuti. Riku e Axel se ne sono andati da tanto tempo?"
"Un'oretta più o meno. Adesso però penso che sia ora di andare a letto altrimenti domani faremo tardi a scuola"
Sora annuì e si alzò per andare a spegnere il fuoco nel camino, Roxas invece socchiuse gli occhi, in attesa, e si concentrò sulla figura del fratello riflessa nel lucido pavimento di marmo.
"Sor?" lo chiamò dopo un po'.
"Dimmi" l'altro lo guardò da sopra la spalla senza però voltarsi.
"Io..." iniziò ad articolare in cerca delle parole adatte, dopo qualche istante di silenzio però si morse un labbro e abbassò il volto. Suo fratello si girò interessato e gli chiese cosa volesse dirgli, ma Roxas sospirò e scosse il capo, dopotutto avrebbe potuto attendere "Sono felice che stai con Riku"
Sora rimase quasi stupito dall'uscita del fratello così di punto in bianco, tant'è che non rispose subito, si prese giusto il tempo di finire di occuparsi della cenere nel camino.
"Anche io" mormorò una volta terminato il suo lavoro "Il solo sapere che lui è sempre lì mi rende felice, e sono grato del fatto che tra noi non sia cambiato niente... all'inizio avevo paura che tutto potesse essere diverso o imbarazzante ma alla fine facciamo sempre le stesse cose di prima, l'unica differenza è che ora ci sono i baci"
"E il sesso" lo interruppe Roxas con un tono che voleva imitare quello di Axel.
"Eddai scemo!" rise imbarazzato il castano sentendo le proprie guance avvampare.
"Se ci fosse stato Axel avrebbe detto la stessa cosa, solo che lui ti avrebbe messo dieci volte più in imbarazzo" sogghignò il biondo mettendosi meglio sedere sul divano "Tuttavia non voglio conoscere ulteriori dettagli della vita sessuale di mio fratello, quindi la parentesi si chiude qui"
Sora si rimise in piedi continuando a ridere, una volta posati gli attrezzi del camino, si pulì le mani sul pantalone e accese la luce, senza però ribattere al precedente commento.
"Se avessi saputo che la persona destinata a starmi accanto fosse stata Riku penso che mi ci sarei messo il giorno che l'ho conosciuto"
"Meglio tardi che mai, no?"
A Roxas si scaldò il cuore nel vedere quel caldo sorriso che ornava il viso di Sora ogni volta che parlava del ragazzo dai capelli argentei, era una cosa che non gli aveva mai visto fare quando si era preso quella cotta per Kairi.
"E io sono felice che tu stai con Axel" disse Sora dopo qualche minuto di religioso silenzio, tornando a sedersi sul divano e passando un braccio attorno alle spalle del fratello che lo guardò con la coda dell'occhio, ma lui ignorò di proposito lo sguardo e ridacchiò "Io e Riku gli abbiamo dato del filo da torcere"
"Tu in particolare" ribadì il biondo, non tanto entusiasta.
"Dovevo assicurarmi che le sue intenzioni fossero serie" si difese alzando le mani. La sua paura più grande era sempre stata che Roxas potesse trovare qualche altra amicizia malsana che avrebbe potuto allontanarlo ancora una volta da lui e dalla sua famiglia, proprio come aveva fatto in passato quella Xion. Quella ragazzina non gli aveva mai fatto né caldo né freddo, però quando aveva iniziato ad accorgersi che suo fratello le stava dedicando troppe attenzioni aveva iniziato ad odiarla. La odiava perché era geloso che Roxas passasse più tempo con Xion invece che con lui, però allo stesso tempo era felice per lui perché per la prima volta aveva trovato un'amica che non fosse lui o Riku o Kairi.
Poi era successo quel che era successo.
"E ti sembra serio?" ridacchiò Roxas risvegliandolo dai suoi pensieri.
"Abbastanza!" gli rispose con un sorriso a trentadue denti "Non è da tutti i giorni avere un fratello, un fidanzato e anche un cognato con cui passare i pomeriggi interi a giocare ai videogiochi"
"Scemo non siete cognati"
"Teoricamente sì"
A quel punto Sora si lasciò cadere con la schiena e appoggiò la testa sulle cosce di Roxas, quest'ultimo spostò la cannula dell'ossigeno di lato così che non desse fastidio al fratello e iniziò ad accarezzargli i capelli. Negli ultimi tempi i due non avevano passato molto tempo insieme e la cosa gli era mancata un po'. Avrebbe dato qualsiasi cosa pur di rimanere sempre vicino alle persone a lui care, tranquillo e spensierato come in quei momenti in cui si lasciava andare con Sora, però ogni volta che pensava ai momenti felici non poteva fare a meno di ricordare che lui era una bomba a orologeria che presto sarebbe scoppiata e avrebbe procurato solo altra sofferenza.
"Vorrei che fosse sempre così, sai?" mormorò Sora come se gli avesse letto nel pensiero.
"Così come?"
"Io, tu, Riku e Axel. Insieme come quattro normali liceali alle prese con la vita quotidiana... i cui unici problemi sono solo avere tutte le sufficienze, vincere le partite, cercare di venire bene nella foto dell'annuario e diplomarci tutti insieme..." spiegò con voce languida socchiudendo per un breve istante gli occhi e inalò a fondo "Sì, sarebbe bello"
Roxas aggrottò la fronte e serrò le labbra, senza osare proferire parola, e lasciò la conversazione cadere lì.
Rimasero in quella posizione qualche altro minuto ancora, poi decisero che si era fatto tardi e si diressero al piano superiore per andare a letto. Sora aiutò il biondo a portare il carrellino dell'ossigeno su per le scale e lo accompagnò fino alla sua stanza per sistemarlo in vista della notte quando si accorse che lo sguardo del fratello era perso tra quelle fotografie che navigavano nella parete, poco sopra il letto. Ormai a furia di studiarle, Sora le aveva imparate a memoria, era sicuro che, se ne fosse stato capace, avrebbe potuto ridisegnarle ad occhi chiusi. Le conosceva a memoria eppure rivederle gli provocava sempre una grande tristezza nonostante non avesse mai conosciuto di persona Xion. L'aveva odiata perché era a causa sua se la vita di suo fratello stava andando a rotoli, però dentro di sé, anche se in minima parte sapeva che la ragazzina non era del tutto colpevole.
"Rox..." sussurrò a bassa voce per non svegliare nessuno ma l'altro non ripose, era ancora immerso nelle fotografie, così provò a chiamarlo di nuovo e questa volta sembrò riuscire nel suo intento.
Roxas posò i suoi occhi blu sul fratello e constatò che quest'ultimo aveva il volto basso.
"Tu... non..." balbettò, poi alzò lo sguardo e lo guardò attentamente "Staremo sempre insieme, vero?"
Il biondo rimase sconvolto da quella domanda, erano poche parole ma intrise di angoscia, paura, agitazione, ansia, nervosismo. Avrebbe voluto rispondergli affermativamente, che adesso andava tutto bene e che niente li avrebbe più separati.
C'era sempre quel però che lo perseguitava.
L'unica cosa che poteva fare era ingannare quella snervante attesa di quel limbo in cui si trovava, beandosi di quell'effimera beatitudine che provava con il calore delle persone che amava.
Con volto basso Roxas si avvicinò al fratello e andò alla ricerca della sua mano, senza dir nulla lo portò nel letto con sé e lasciò che si raggomitolasse contro il proprio petto, lo racchiuse tra le sue braccia e nascose il proprio volto nell'incavo della spalla dell'altro. Senza dir nulla, aspettando che il sonno s'impossessasse di loro.



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"Quella Larxene mi mette i brividi!" borbottai di punto in bianco riemergendo dalla coppa di gelato su cui avevo riversato tutta la mia attenzione negli ultimi minuti, a quella mia affermazione Xion piegò il capo di lato con fare interrogativo.
"Ogni volta che mi vede sembra sul punto di volermi incenerire con lo sguardo" spiegai a quel punto, enfatizzando con il cucchiaino che avevo in mano "Sei sicura che non mi odi?"
La vidi appoggiare il mento sul palmo della mano e mi specchiai nei suoi occhi blu, sembrava intenta a soppesare il valore della domanda che le avevo appena posto.
"No, prep... però sono sicura del contrario" confermò alla fine, concedendosi un altro sorso del suo milk shake alla fragola.
"Bene..." assodai con tono tutt'altro che entusiasta, mi appoggiai allo schienale della panca e incrociai le braccia al petto, tutto d'un tratto mi era passata la fame.
"Effettivamente Larxene ti odia. Però tu sei l'unico al quale non torcerebbe mai un capello perché gliel'ho fatto promettere... tu per me sei troppo importante" Xion mi sorrise e mi studiò a lungo come era solita fare, poi allungò una mano per asciugarmi una macchia di gelato che mi era rimasta al lato della bocca e si portò il dito alla bocca con fare malizioso, eppure sapevo che di malizia nel suo gesto non ce n'era.
Le presi il polso e racchiusi la sua mano nella mia e sorrisi. Xion per me era Xion e basta, era tutto quello di cui sapevo di aver bisogno in quel momento. Quando sorrideva sapevo che era triste e quando cercava di essere forte sapevo che in realtà era più fragile di quanto potessi immaginare. Con il lavoro che faceva, Xion era cresciuta troppo in fretta, alcune occhiate, alcuni gesti per lei erano diventati del tutto quotidiani. Però a me andava bene così perché sapevo che dietro tutta quella sua esperienza si celava ancora l'innocenza di una ragazzina di quattordici anni.
"Oggi non mi va di va di vedere gli altri... andiamo alla villa? Ho lasciato qualche scorta per te lì" dissi poco dopo ma lei scosse il capo e abbassò lo sguardo.
"Sai... credo proprio che non ci sarò"
"Hai da fare? Se vuoi rimandiamo a domani"
Vidi Xion sospirare profondamente e socchiuse gli occhi prima di puntarli nuovamente su di me "No... quello che intendevo è che non ci vedremo per un po' "
Io rimasi in silenzio, incapace di controbattere, mentre lei mi diceva ancora una volta che a casa sua andava male, avevano bisogno di altri soldi perché sua madre era stata ricoverata d'urgenza in ospedale e le spese mediche costavano troppo. Era sempre la stessa storia, mi chiedevo come mai non avesse già fatto i bagagli e non fosse fuggita lontano.
"Tu... tu assicurati solo di farmi trovare un bel regalo di bentornata quando torno" mi sussurrò con dolcezza passandomi una mano tra i capelli, prima di alzasi dal tavolo.
"Ti farò trovare qualcosa di buono..." risposi sommessamente abbassando il volto, sperando che non si accorgesse del mio cambio d'umore improvviso. Nonostante questo però lei si avvicinò pericolosamente, tanto che potevo sentire il suo caldo respiro contro la mia pelle.
"Ehi prep"
"Hmm?"
"Stammi bene eh?"
Mi baciò delicatamente la tempia e sparì dalla mia vita per interminabili settimane.



*.*.*.*.*.*.*.*.*.*.*.*.*.*.*.*.*.*.*.*.*.*.*.*.*.*.*.*.*.*.*.*.*.*.*.*.*.*.*.*.*.*.*.*.*.*.*.*.



Quel giorno Axel si sentiva felice, e non perché il coach aveva appena comunicato a lui e agli altri che la prossima squadra che avrebbero fronteggiato nella prossima partita sarebbe stata una delle più semplici da battere, o perché Reno aveva deciso di portare la loro relazione padre-figlio a un nuovo livello preparando la colazione con toast e pancakes. No. Il motivo per cui si sentiva così felice era che Roxas, dopo un mese di assenza, quel giorno sarebbe finalmente tornato a scuola e avrebbero potuto seguire le lezioni insieme proprio come facevano prima.
"Se non ti vedessi con i miei occhi non riuscirei mai a credere in questo tuo cambiamento!"
Nell'udire quella voce fin troppo conosciuta, il rosso fece per chiudere l'armadietto ma una mano bloccò lo sportello a metà.
"Ohh cos'abbiamo qui" cinguettò Yuffie allontanando Axel con una spinta per avere una migliore visuale della fotografia che era stata attaccata con lo scotch sulla parete dell'armadietto. Erano ritratti lui, Roxas, Sora, Riku, al centro c'era Naminé. Doveva essere stata scattata il giorno dell'inaugurazione della mostra della biondina perché erano vestiti tutti estremamente eleganti e dietro di loro erano esposti alcuni quadri. Erano tutti sorridenti, anche se la più felice era ovviamente Naminé.
"Ehi chi ti ha dato il permesso di guardarla!" sbottò Axel chiudendo malamente lo sportello.
"Capirai" fece spallucce la ragazza con una risatina "Come se non avessimo già visto le foto sui giornali"
Il rosso borbottò un dissenso e si grattò con una mano dietro la nuca "Allora che cosa vuoi? Di che cambiamento parlavi?"
La ragazzina gli fece la linguaccia e aprì il proprio armadietto per prendere i libri di cui aveva bisogno.
"Il tuo cambiamento, no? Da quando ti sei messo con Roxas sei diventato completamente un'altra persona"
"Ma non è vero"
"Certo che è vero" lei rise e chiuse la zip della borsa, voltandosi di nuovo verso l'altro "Hai costantemente lo sguardo da innamorato perso"
Axel arrossì violentemente e si abbassò per prendere lo zaino per metterselo in spalla "Cosa vai dicendo... non è cambiato proprio niente"
"Eravate proprio carini in quella foto!"
"Piantala" grugnì e per sua fortuna la moretta non poté continuare a infastidirlo perché proprio in quel momento udì qualcuno chiamare il suo nome. Si girò alle sue spalle e vide Leon venirgli incontro.
"Leon, hai bisogno di qualcosa?" domandò perplesso.
L'uomo lo studiò giusto un paio di secondi con serietà prima di parlare "Hai dieci minuti a disposizione?"

L'ufficio di Leon era una stanzetta piccola ma abbastanza ariosa, con le pareti azzurre, una piccola libreria, due poltroncine e una scrivania piena di scartoffie; il mobilio era ridotto all'essenziale però quell'ambiente gli trasmetteva una pace irreale nonostante il nervosismo che l'aveva assalito nel momento in cui aveva adocchiato Cloud appoggiato al muro.
"Che cosa significa questo?" chiese sulla difensiva, non sapeva perché ma aveva come l'impressione che quella piccola riunione non gli sarebbe piaciuta affatto.
Cloud rimase immobile con le braccia conserte e non sembrava propenso a voler cominciare qualsivoglia tipo di comunicazione, Leon invece non rispose subito, chiuse la porta dell'ufficio a chiave, poi si diresse alle finestre che erano ai lati della scrivania e chiuse le tapparelle orientabili in modo che non rimanesse altro che penombra.
"Axel, siediti" vociò dopo un tempo che al rosso parve un'eternità, l'uomo, però, notando la sua diffidenza si affrettò subito a continuare "Stai tranquillo, vogliamo solo parlare. Ho chiuso porta e tapparelle perché non voglio che qualcuno possa disturbarci, è una discussione privata"
"Io... non ho fatto niente" si difese subito il ragazzo spostando nervosamente lo sguardo da Leon a Cloud e viceversa.
"Lo sappiamo"
"... riguarda Roxas?"
"Esatto"
A quel punto il rosso sospìrò e si lasciò cadere sulla poltrona, era sollevato che il signor Strife non gli fosse seduto accanto ma era rimasto in piedi accanto alla scrivania.
"Axel, tu sai che io e Roxas parliamo periodicamente?" cominciò il castano accomodandosi sulla propria sedia.
"Sì"
"E sai anche per quale motivo?"
Axel inarcò le sopracciglia e si passò una mano tra i capelli rosso fuoco per ravvivarli "Beh... perché... perché penso che per un ragazzo sia difficile fare i conti con una malattia come la sua"
Leon socchiuse gli occhi per un breve istante prima di ritornare a guardarlo, come sempre la sua espressione e il suo tono non facevano trasparire alcuna emozione "Non è così"
"Ma Riku mi ha detto-"
"Tutti" lo interruppe l'altro prima che potesse dire altro "Tutti pensano che questo sia il motivo per cui lui ha bisogno di uno psicologo... Riku di certo non sarebbe venuto a dirti tutti gli affari privati così gratuitamente, sono questioni delicate che non si possono dire al primo che si incontra. Gli unici che conoscono il vero motivo siamo io, Cloud, Aerith, Sora e , appunto, Riku. Tu invece quanto sai della vita di Roxas?"
"Aspetta, che significa quello che hai appena detto?" si intromise Axel con agitazione, riflettendo sull’iniziare a preoccuparsi o no.
"Axel rispondi alla mia domanda"
"Cosa vuoi che ti dica?" sbottò irritato e in quel momento si sentì perforato dallo sguardo di Cloud. Cosa voleva che gli dicesse? Ora che ci pensava, lui non sapeva assolutamente nulla della vita del biondo eppure aveva sempre sospettato che nascondesse qualcosa di estremamente importante.
"Tutto quello che sai" questa volta a parlare fu proprio il padre del ragazzino in questione, e Axel stentò a credere al tono stranamente più dolce con cui aveva proferito quelle parole, in netto contrasto con il suo sguardo duro e serio.
"Niente" sussurrò alla fine, arrendendosi all'evidenza "Non so niente"
Cloud cercò Leon con lo sguardo e si scambiarono un'occhiata di assenso.
"Axel..." pronunciò infine il biondo, concentrando di nuovo la sua attenzione sul rosso "Roxas ha vissuto degli avvenimenti che, diciamo, sono stati decisivi, l'hanno segnato nel profondo. Negli anni passati la sua salute mentale rasentava la stabilità, ha avuto varie ricadute emotive e..." si fermò giusto un momento per inspirare profondamente "Una volta è stato ricoverato a causa di un crollo psicotico..." la sua voce andò pian piano dissolvendosi, segno evidente del suo nervosismo e della sua angoscia, così fu Leon a riprendere le redini del discorso.
"Roxas non è pazzo, semmai te lo stessi chiedendo" gli assicurò "La sua mente, Axel, è stata per troppo tempo abusata. Il problema è che a causa dei forti traumi subiti in passato, il suo cervello ha spinto tutti questi ricordi in un angolo remoto della sua coscienza. Aerith e Cloud si sono rivolti a me perché ho sviluppato un po' di pratica anche nell'ambito della psicanalisi così da poter aiutare la sua guarigione con l'esplorazione dell'inconscio"
Axel rimase in silenzio, anche quando l'altro finì di parlare. Non sapeva cosa dire o cosa pensare. Perché gli stavano dicendo tutte quelle cose? E cos'era successo a Roxas da avergli procurato un simile crollo?
"P-perché..." sussurrò solamente con un fil di voce.
"Ti sto dicendo tutto questo perché-"
"Da quando sei arrivato tu Roxas è migliorato" si intromise Cloud, questa volta il suo tono era un misto tra il deciso e il supplichevole "Non lo vedevo sorridere così tanto da anni. È sempre tranquillo e di buon umore, e anche le sue crisi cardiache si sono ridotte notevolmente. Certo la sua salute peggiora sempre ma in maniera meno graduale... tu...tu sei la sua unica ancora di salvezza, sei quella stabilità di cui aveva bisogno... sei una speranza di guarigione"
Il rosso aggrottò la fronte e strinse i pugni in grembo "Cosa... cosa volete che faccia?"
"Le memorie di Roxas presto arriveranno" questa volta fu il castano a parlare "E tu sarai l'unica persona con cui si confiderà. A quel punto dovrai venire a riportarci tutto quello che dice. Tutto. Ogni minima parola"
"Le confessioni non sarebbero private?" replicò Axel vedendo lo psicologo alzarsi e aggirare la scrivania per posizionarsi davanti a lui.
"Generalmente lo sono, ma qui la situazione è delicata. Dobbiamo sapere cos'è successo in passato, abbiamo bisogno di informazioni. Qui non si tratta solo del benessere di Roxas, lui per primo non è purtroppo più cosciente di varie cose, qui si parla anche del benessere di tante altre persone. Se vuoi aiutarlo allora devi fare come ti abbiamo detto"
Axel da parte sua rimase immobile, pensieroso, e dilaniato da mille pensieri che vorticavano nella sua testa.
Mantenere la segretezza delle rivelazioni di Roxas ed essere il suo confidente o tradire la sua fiducia per salvarlo?

Quando Roxas lo vide arrivare nella direzione del gruppetto con cui si stava intrattenendo, agitò una mano per salutarlo e sul suo volto si dipinse un ampio sorriso, il carrellino dell'ossigeno era una silenziosa costante accanto a lui.
"Ehi Ax, era ora che arrivassi!" mormorò abbracciando la vita del rosso una volta che gli fu accanto.
"Ciao Rox" lo salutò quest'ultimo passandogli un braccio attorno alle spalle e poi si rivolse agli altri "Ehi ragazzi"
"Ehilà Rosso! Certo che fa strano vedevi inisieme" commentò Vaan con un sorrisetto impertinente.
"Vaan prima o poi tutti si danno una regolata. Questa è stata la volta del nostro Axel di crescere un po'" replicò uno Zexion stranamente divertito.
"Sai, credo che a quest'ora tutte le tue povere vittime staranno venerando l'arrivo di Roxas e stappando bottiglie di champagne" fece eco Tidus ridendo animatamente anche se il suo tono era più che pungente.
"Dici che i giorni da tiranno sono finiti?" continuò Vaan aggregandosi all'amico dai capelli color miele.
"Ragazzi, basta così" sospirò Zexion con risolutezza, accorgendosi dello sguardo ora oscurato del rosso mentre Roxas gli accarezzava una guancia senza dir nulla "Fareste meglio a raggiungere le vostre classi o farete tardi"
I due si lanciarono delle veloci occhiate, rendendosi conto di aver esagerato con i loro commenti e si congedarono silenziosamente.
"Rox, fammi sapere cosa vuoi fare riguardo al laboratorio di teatro" si raccomandò Vaan prima di sparire assieme a Tidus nella folla di ragazzi che animavano il corridoio.
"Scusali, a volte non pensano prima di parlare" mormorò il biondo tornando ad abbracciare di nuovo il più grande una volta che erano rimasti solo loro due e Zexion.
"È tutto okay" gli assicurò l'altro accarezzandogli la schiena e affondando il volto nei suoi capelli biondi, poi si voltò verso l'altro ragazzo "Grazie, Zexion"
"Di nulla" annuì colui che Axel aveva sempre, tacitamente, soprannominato l'emo-boy, per via del ciuffo che gli ricopriva metà del volto. Fin da quando lo aveva visto arrivare, Zexion aveva notato una strana nota negativa nell'umore di Axel ma aveva preferito far finta di nulla.
"Allora Zex, piani per oggi?" Roxas intavolò una nuova conversazione, non essendosi accorto della tensione che aleggiava nell'aria e di questo il ragazzo dai capelli color acciaio non poté che essergli grato.
"Oggi stavo pensando di andare a quella nuova libreria assieme a Demyx per-"
Ma non riuscì a terminare la frase che si sentì un urlo in lontananza seguito da pesanti falcate che affondavano rumorosamente nel pavimento e nel giro di qualche istante Zexion fu atterrato da una creatura dalla capigliatura biondo cenere e una felpa a strisce color arcobaleno. Non ci volle molto ad Axel ad indovinare di chi si trattasse, dopotutto di tutte le persone che conosceva solo una portava un simile taglio di capelli, si muoveva come un elefante in calore ed era solito vestire Topman.
"Zexyyyy mi sei mancato tanto! Credevo che sarei morto di vecchiaia durante l'ora di storia" mugolò il nuovo arrivato strusciandosi contro il povero malcapitato, tra l'altro più basso di una manciata di centimetri.
"Parli del diavolo e spuntano le corna" commentò Axel sorridendo beffardo sotto lo sguardo impressionato del suo piccolo biondo.
"Ma che cavolo..." fu tutto quello che riuscì a dire Roxas mentre guardava attonito gli altri due che riguadagnavano una parvenza di compostezza.
"Ehi Ax!" esclamò Mullet-man appena si accorse della presenza del rosso e... "E lui?" chiese correndo davanti a Roxas e lo scrutò con occhi spalancati.
Il rosso guardò Roxas e accennò un sorriso "Lui è Roxas"
"Finalmente! Non sai quanto sono felice di conoscerti!" il ragazzo più grande gridò quasi dall'emozione e prese il mento dell'altro biondo per esaminarlo meglio oltre quel tubicino che portava in volto "Axel's Roxy è più carino di quanto immaginassi"
Axel's Roxy?
Axel lo guardò perplesso ma preferì non indagare ulteriormente la pazzia del proprio amico, così continuò con le presentazioni, questa volta rivolto verso Roxas "Mentre lui è il mio amico Demyx"
Roxas si allontanò dalla presa dell'altro ragazzo e lo salutò con tono piatto "Il piacere è mio DemDem"
DemDem? Axel si ritrovò a inarcare nuovamente le sopracciglia nel giro di pochi secondi.
"Tuttavia mi dispiace contraddirti, tra me e Axel non c'è alcun legame di possessione quindi puoi chiamarmi Roxy's Roxy"
Demyx incrociò le braccia e puntellò le dita sui gomiti "Roxy's Roxy è la tua coscienza individuale ma il tuo desiderio e la realtà dei fatti dice Axel's Roxy"
Roxas lo studiò per qualche istante, palesemente assorto.
"Quindi come per te è Zexy's Dem?"
"Esattamente e viceversa!"
"Uhm... Demyx's Zexy e Roxy's Axel... nice matching"
Zexion si gustava lo spettacolo senza però lasciarsi coinvolgere più di tanto mentre invece Axel era sempre più sconvolto da quel discorso insensato e dalla serietà con cui Roxas dava corda a Demyx. Era come se fosse stato escluso da qualcosa di molto importante.
Mullet-man iniziò a saltellare e battere le mani iniziando a guaire qualcosa privo di senso, alla fine si aggrappò alle spalle del rosso per sostenersi.
"Ax... sento uno smisurato bisogno di abbracciarlo e coccolarlo!"
"Ma neanche per sogno!"
"Ti prego"
"Tu saresti capace di romperlo"
"Un abbraccio piccino piccino"
"Zexion, riprenditi quest'animale"
Demyx iniziò a piagnucolare appendendosi ad Axel che, nel mentre, cercava di scrollarselo malamente di dosso e spingerlo tra le braccia di Zexion che intanto se la rideva sotto i baffi. Roxas all'inizio era rimasto sconcertato dalla vitalità di quello stramboide di Demyx, di certo non era una persona normale però era un ragazzo che ti parlava con il cuore in mano. Sì, era felice che Zexion avesse trovato una così brava persona.
Intanto, in tutto quel caos, il cuore di Axel scoppiò di gioia quando i suoi occhi si posarono sul suo biondino che se la rideva di gusto allo spettacolino che gli stavano offrendo. Roxas era felice, le sue cure sembravano procedere bene, il loro rapporto si stava fortificando sempre di più, Sora, Riku, Demyx e Zexion avevano offerto il loro supporto morale e di Xemnas non vi era neanche l'ombra.
Tutto sembrava andare per il meglio, ma quanto sarebbe durato?

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Bei numeri... dovrei giocarmeli.

Grazie a
Kronohunter25 che con grande pazienza mi sta betando tutta la fic :3
   
 
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