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Autore: Pumpkinjuice    05/08/2008    4 recensioni
Varie vicissitudini affliggono i nostri amati malandrini...che si trovano sospesi in un limbo dove non si è più bambini, ma nemmeno adulti.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: I Malandrini
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Salve  a tutti…questa è la mia prima Fanfiction e vorrei sottolineare che è stata scritta circa due anni fa…durante l’ora di Rlievo e Catalogazione dei Beni Culturali…quando il mal di gola era talmente insopportabile da non rendermi attiva e partecipe alla lezione…
Proprio l’altro giorno, mentre frugavo tra le vecchie cose ho trovato questo foglietto sgualcito…Forse il destino vuole che continui la storia? Non lo so…
Ma per il momento vi lascio a questo breve scritto…
Elena


Snow…

Nuvolette di vapore svolazzavano intorno ai loro volti; il primo del gruppetto, un giovane dagli occhi nocciola e i capelli scuri ed arruffati si sistemava gli occhiali sul naso arrossato

“Wow, freddo da record! Temo che non potremmo giocare a Quiddich questo weekend…”
il ragazzo accanto a lui, occhi profondi e capelli corvini, stava chiudendo con cura il suo mantello
“Questa neve non ci voleva proprio…e guarda che nebbia!”
sbuffò rumorosamente
“Rimanderanno sicuramente i prossimi tre incontri! Dannato tempo invernale!”
disse guardando il cielo bianco.

“Ma la neve deve esserci, altrimenti non sarebbe Natale!”
gongolò un ragazzino bassetto  con un ridicolo cappello a tinte sgargianti che stonava irrimediabilmente con i suoi capelli color topo

“Eetchù!”

I tre si voltarono, un ragazzo era rimasto indietro…capelli castani, gli occhi ambrati leggermente socchiusi e naso colante.

“Coraggio! Manca poco e siamo ad Hogsmead!” disse il giovane con gli occhiali,

“Ci saranno belle ragazze e una bollente tazza di cioccolato…
Se non muori durante il tragitto, ovvio!” continuò ironicamente il bel ragazzo dai capelli neri.

“Grazie Sirius. Sei davvero incoraggiante…”
disse mentre arrancava sulla neve.
Aveva la voce stridula per il mal di gola, gli occhi rossi e sonnolenti contornati da profonde occhiaie…e un mantello decisamente troppo leggero per quell’insolito freddo.

“Tieni, Remus, se vuoi…puoi prendere il mio cappello, così starai meglio!” disse il piccoletto,
“N-no, grazie comunque Peter…” disse Remus con un falso sorriso; quell’orribile cappello se lo poteva tenere.

I quattro continuarono a camminare, lamentarsi, ridere e starnutire verso il villaggio di Hogsmead, completamente sepolto da candida neve.
Era bello passeggiare per le sue stradine, guardare le vetrine dei negozi decorate a festa, sentire in lontananza le carole Natalizie che gioiosi cori intonavano…ed infine rifugiarsi in qualche locanda per scacciare il freddo e la malinconia.
Ma il loro tragitto fu molto più breve del solito, infatti il gruppetto si imbucò subito ai tre manici di scopa, una delle locande più accoglienti e affollate dalla maggior parte degli alunni in gita da Hogwarts.

Un’ondata di aria calda li investì appena aprirono la porta, c’era un enorme camino che scoppiettava proprio lì accanto…quello era il punto in cui convergeva la maggior parte delle persone che sorseggiavano bevande calde e ridacchiavano di cose prettamente inutili.

“Ooh, si sono rubati i posti migliori!” bisbigliò accigliato Peter,
ma solo Remus ebbe cura di ascoltare le sue lamentele, mentre sedevano nell’angolo più buio del locale.
Dopo un po’ James li raggiunse con un vassoio carico di Burrobirre e di stuzzichini che Peter divorò in un secondo sotto gli occhi noncuranti dei suoi amici.

“Dov’è Sirius?” sussurrò Remus, la sua gola era in fiamme.
James ripulì i suoi occhiali lentamente poi con una straordinaria naturalezza disse
“Beh, forse sta cercando di persuadere la figlia del proprietario a…”
“Rosmerta!?” si intromise Peter, dopo aver assunto un colorito che sfumava verso il viola
“Come mai quella faccia? Forse qualcuno ha preso una cottarella?” lo canzonò James con un enorme sorriso.

Lui e Sirius adoravano sfottere Peter, per qualsiasi motivo…e questa era una di quelle occasioni .

Remus venne scosso da un profondo brivido…
‘Ma perché sono uscito, oggi?’ pensava a malincuore; quella notte l’avrebbe passata in bianco e il giorno seguente avrebbe contratto una brutta tosse….
Starnutì nuovamente, avrebbe trascorso le vacanze invernali in infermeria, ne era sicuro!

Peter annaspava sotto le giocose accuse di James, che non gli lasciava un attimo di tregua…
Ma Peter era fatto così, si invaghiva di ogni ragazza carina…ed era un tipo molto semplice da capire, un  vero e proprio libro aperto!
Il gioco finì improvvisamente…James si guardò intorno con circospezione, il suo sguardo si soffermò su un gruppo di ragazzine oche qualche tavolo più in là…

Qualcosa lo turbava, Remus ne era certo…anche se non ci voleva un genio per capirlo.

“Ecco la sua cioccolata, Mounsieur Lupin” disse Sirius in tono altisonante e con un fastidiosissimo accento francese.
Fece un delicato e aristocratico gesto con la mano libera e depose un enorme tazza ricolma di cioccolato caldo.
Gli altri si sciolsero in risate…
Con la presenza di Sirius, James era un altro…lo è sempre stato…e Remus non era mai riuscito a comprenderne il motivo…

“Da quando fai il cameriere?” sbottò James che in quel momento stava per morire dal ridere,
“Quell’accento Francese ti dona molto, sai?” disse Peter reprimendo le lacrime.

Bastava davvero poco per divertire il gruppetto di amici.

“Bonjour, jolì, moucheron, bon bon, mercì, mon amour, flirter, passion…”
Sirius continuò con aria maliziosa a dilungarsi  per altri venti minuti su aggettivi o frasi in francese, buone solo per rimorchiare.

“A parte che moucheron significa moscone…”
disse Remus abbastanza infastidito, alcuni membri della sua famiglia vivevano in Francia…e l’anno precedente aveva trascorso le sue vacanze estive da suo cugino per fare un po’ di pratica…
“…Ma non credo che qualche frase messa alla rinfusa funzioni…”
detto questo afferrò la sua tazza e, senza lasciarla freddare, la buttò tutta giù in gola in meno di due bollenti sorsate.

Man mano che il pomeriggio invecchiava, gli argomenti finirono e i quattro si ritrovarono a fissare diversi angoli del locale, in silenzio.
Era già buio e molti studenti si erano incamminati verso Hogwarts; era ora di tornare a scuola…

“Hai visto Snivellus* in giro?” chiese Sirius mentre si dondolava sulla sedia con aria divertita,
“No, ultimamente non si fa più vedere…”commentò James, che in quel momento stava giocherellando con i boccali vuoti lasciati sul tavolo.
“Avete notato che sta saltando alcune lezioni!?” commentò Peter incuriosito,
“Già che sfortuna! Volevo divertirmi un po’ e organizzargli un bello scherzetto!”
disse Sirius con noncuranza…come se il maltrattamento di un compagno di scuola fosse una cosa normale.

“Io sono con te! Stasera ci mettiamo all’opera!”
I tre annuirono contenti…
Remus  li guardò accigliati, una piccola ruga fece capolino sulla sua fronte…

“Dai, Rem, non sei curioso di sapere che fine ha fatto Snape?”
“NO” rispose Lupin , secco.
“…e poi non mi sento molto bene, credo che passerò la notte in infermeria…”
“Non cambiare discorso, petit” disse Sirius dandogli un buffetto.

È vero, voleva cambiare discorso, a Remus non piaceva quando i suoi amici progettavano scherzi orribili a Severus Snape…Era un ragazzo antipatico, ma trattarlo in quel modo gli sembrava eccessivo!



Continua….





* ho preferito mantenere i nomi e i soprannomi originali.
  
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