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Autore: Angel_Mary    01/06/2014    4 recensioni
Appena varcò la soglia della sua vecchia stanza, la trovò con indosso una sola canottiera e degli splip bianchi, ed era intenta a cercare dei pantaloncini, che lui si era ricordato di mettere in quella macchina babbana che lavava i vestiti. [...] “Ho messo i tuoi pantaloncini rossi …” Angelina lo interruppe “color fragola, non rosso!” lo prese in giro lei, “quello che è, li ho presi e l’ho accesa. Ho sbagliato qualcosa?” domandò preoccupato. Lei cominciò a ridere “la prossima volta accertati che non ci siano le tue mutande bianche dentro!”
[...] “In tutto questo, non mi hai ancora detto come mai sei a casa così presto” le chiese con un pizzico di ironia.
Genere: Erotico, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Angelina Johnson, George Weasley | Coppie: Angelina/George
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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PER UNA VOLTA CHE TI PREPARO LA CENA. 
 

Stentava ancora a crederci: si erano sposati, avevano formato una nuova famiglia.
Ogni vola che qualcuno la chiamava ‘Signora Weasley’, lei sorrideva felice: avevano affrontato tante difficoltà insieme, ma alla fine erano riusciti a superare tutto con forza e ad intraprendere un nuovo inizio. Erano una coppia ben assortita: entrambi dotati di forte personalità, lui con un grande senso dell’umorismo, vitale, dinamico come lei; lei apparentemente più pacata, ma dotata di una forte tempra morale. Molti li invidiavano per come erano stati in grado di amalgamare le loro personalità e di diventare una coppia molto affiatata, nonostante i battibecchi spesso comici. Difficilmente la sera si addormentavano senza abbracciarsi, e la mattina lui si divertiva molto con carezze e baci voluttuosi, che avevano il potere di elettrizzare entrambi. Oltre a essere compagni di vita, erano amici, amanti e complici; più di una volta le sue cognate le domandavano come fosse George da solo con lei, molti pensavano che lui avesse ritrovato una metà, in realtà loro due erano sempre stati un noi, anche quando loro non riuscivano a rendersene conto.
Si erano sposati da poco, e al contrario di quello che le raccontavano le sue amiche, cognate e cugine, loro due non stavano avendo problemi di adattamento con la vita coniugale: anzi, si divertivano ancora di più. Quel giorno, quando l’allenatrice della squadra le aveva detto che avrebbe avuto tutto il pomeriggio libero, era più entusiasta del solito: era da qualche tempo che aveva il desiderio di organizzare qualche sorpresa a George, ma non riusciva mai a trovare un po’ di tempo libero. Riuscì a rientrare nel loro appartamento prima che lui chiudesse il negozio, era la prima volta che tornava prima di lui a casa. Le piaceva trovarlo lì, mentre lui l’aspettava leggendo il giornale dopo aver preparato la cena, ma quel giorno George sarebbe stato sorpreso. Si diresse in cucina velocemente, si lavò le mani e si mise subito all’opera: non sarebbe stata in grado di preparare una cena ai livelli di sua madre o di Molly, ma ci avrebbe provato. Mentre cucinava, sorrideva raggiante: si sentiva felice e appagata insieme a lui. Si era ben presto abituata al disordine che lasciava ovunque, al fatto che si dimenticava di rifare il letto prima di andare a lavoro, o il fatto che ogni giorno era in grado di spostare tutte le sue boccette, flaconi e vasetti che teneva sul piano della doccia come se fossero trofei di Quidditch, ma l’unica cosa a cui non si sarebbe mai abituata era l’amore con lui, perché ogni volta era sempre diverso. Nessuno dei due aveva inibizioni, scoprivano insieme sempre qualcosa di nuovo, una sensazione, un piacere più intenso, ed entrambi si sentivano le persone più potenti del mondo quando  lui esplorava il corpo di Angelina, che lo accoglieva con ardore.
Parecchio tempo dopo, George aprì la porta dell’appartamento non sapendo che lei fosse già rientrata, ma appena vide la borsa di Angelina, si preoccupò di avvisarla “Angie, sono a casa!”
“Sono qui, George! Sto finendo di vestirmi” esclamò lei dalla loro camera da letto. George sorrise, posò lo scatolone con gli ingredienti per prodotti che avrebbe dovuto testare e con due falcate raggiunse Angelina.
Appena varcò la soglia della sua vecchia stanza, la trovò con indosso una sola canottiera e degli splip bianchi, ed era intenta a cercare dei pantaloncini, che lui si era ricordato di mettere in quella macchina babbana che lavava i vestiti. La trovava buffa, ma molto, molto attraente.
“Cos’è successo? Il cassetto sta provando a risucchiarti in un vortice?” le chiese ridacchiando, ma lei si voltò verso di lui con aria divertita “per caso, stamattina hai avviato la lavatrice, senza controllare cosa ci fosse dentro?”
George aggrottò la fronte, era quello che aveva fatto, ma perché gli sembrava che lei si stesse burlando di lui? “Ho messo i tuoi pantaloncini rossi …” Angelina lo interruppe “color fragola, non rosso!” lo prese in giro lei, “quello che è, li ho presi e l’ho accesa. Ho sbagliato qualcosa?” domandò preoccupato. Lei cominciò a ridere “la prossima volta accertati che non ci siano le tue mutande bianche dentro!” George la guardò stralunato, poi lei prese una cosa rosa confetto e gliela mise sotto gli occhi: erano le sue mutande, rosa. Sgranò gli occhi: lui non avrebbe mai indossato quelle cose! Promise a se stesso, che la volta seguente avrebbe lasciato a lei il compito di avviare la lavatrice, lui non l’avrebbe più toccata. Lei poi si alzò, si avvicinò a lui e gli depositò un bacio delicato sulle labbra: non si vedevano dalla mattina e aveva bisogno di quel contatto. Lui la osservò meglio: era scalza, i capelli sciolti che le cadevano sulla schiena morbidi e in modo disordinato, il busto coperto da quella leggera canottiera che le avvolgeva i fianchi pronunciati e dei semplici slip bianchi. Per lui, era bellissima.
George non attese nemmeno un momento, le si avvicinò da dietro e l’avvolse tra le sue braccia, mentre lei era intenta ad armeggiare con delle cornici sulla loro cassettiera. Angelina trattenne il respiro a quell’abbraccio, tanto che chiuse gli occhi concentrandosi sul dolce piacere che le provocava George, il quale dopo averle spostato delicatamente i capelli, aveva cominciato a lasciarle scie di baci sul collo. Lei fu percorsa da un brivido, era quello l’effetto che le facevano i baci di George. Lui più l’accarezzava, più sentiva tirare i pantaloni, più intensificava quella piacevole tortura. Angelina aveva iniziato ad avvertire l’eccitazione di George, tanto che si voltò verso di lui, catapultandosi sulle sue labbra rosee, cominciando a spettinargli i capelli con una mano. Entrambi avevano voglia di possedersi a vicenda, ma pur sentendo crescere il desiderio dentro di loro, si baciavano con lentezza. Senza lasciare le labbra di George, Angelina fece scivolare la giacca del marito, lasciandolo con la camicia. Lui non riusciva a saziarsi accarezzando solamente la schiena della sua compagna, fece salire la mano fino all’altezza della chiusura del reggiseno, ma non lo trovò. Rafforzò l’abbraccio per sentire Angelina ancora più vicina a lui e poi, iniziò ad accarezzarle il seno da sopra il tessuto della sua canottiera: disegnava dei cerchi immaginari via, via più stretti. Al tocco di George, Angelina gemette debolmente trattenendo il respiro, dentro di lei cresceva la voglia irrefrenabile di concedersi a lui, il quale aveva smesso di baciarle le labbra per cominciare a tormentare il suo seno: prima toccandolo delicatamente, poi accarezzandolo con maggiore intensità. Lei gli prese il viso tra le mani e si lanciarono uno sguardo carichi di desiderio: entrambi volevano amarsi ancora. “Sei ancora troppo vestito, non credi?” gli sussurrò lei sulle labbra, riprese a baciarlo, cominciando a sbottonargli la camicia; lui l’avvolse tra le sue braccia ancora di più a sé, stringendo con le mani le natiche della moglie, e a quel gesto Angelina intensificò il bacio, fino ad aprirgli i pantaloni. Lui si sentì subito più libero, e senza smettere di accarezzarla, si sfilò i pantaloni. Si fermò un momento, per osservarla sorridendo: ora, era Angelina quella più coperta tra i due. George non riusciva ad aspettare oltre: voleva essere un tutt’uno con sua moglie. Lei lo abbracciò ancora, desiderosa di sentire il contatto con la sua pelle, ma lui prontamente le sfilò il penultimo indumento di intralcio, lasciandola solo con gli slip. La catturò nuovamente tra le sue braccia, esultando del contatto delle loro pelli, del suo seno nudo sul suo petto, dirigendosi con lentezza verso il loro letto, sul quale la fece distendere delicatamente. La sua Angelina era sotto di lui e gli sorrideva radiosa. George si perse nei suoi occhi così scuri, poi si avventò di nuovo sul suo seno morbido, baciandolo, accarezzandolo con le dita, stringendolo tra le sue mani, fino a quando non cominciò a depositarvi baci sempre più caldi e vogliosi. Angelina si lasciava sfuggire qualche gemito, toccava con impazienza l’erezione di George, finché non si liberarono vicendevolmente del loro ultimo indumento d’intralcio, rimanendo completamente nudi.
“Ti amo, amore” sussurrò George sulle labbra di Angelina, che lo guardò con sguardo esultante. Era raro che lui la chiamasse in quel modo. “Ti amo anche io” rispose con un filo di voce. Non ricordava quando avessero intrecciato le loro mani, ma erano uniti, e i loro occhi erano incatenati. Ora, sentivano entrambi l’urgenza di completarsi: Angelina avvolse le sue gambe attorno ai fianchi di George, il quale non appena si fece strada nel corpo di lei, riprese a baciarla con insistenza e a darle delle spinte di intensità crescente. Sciolse una mano dal loro intreccio, per toccarle delicatamente una gamba, lei aveva smesso di trattenere i gemiti di piacere. Più George li sentiva, più aumentava la velocità e l’intensità delle sue spinte, sentiva dentro di lui montare il piacere e vedeva che stava accadendo la stessa cosa anche ad Angelina, che cercava le labbra di George. Quei baci erano pieni dei loro sospiri, dei loro gemiti, del loro desiderio e del loro piacere crescente. Angelina si separò dalle labbra di George, per guardarlo sorridendo: entrambi non staccavano gli occhi dall’altro. Poi, lei con un movimento del bacino si girò completamente dandogli le spalle. Lui sorrise, e con meno delicatezza si fece di nuovo strada dentro di lei, Appena lei lo avvertì, inarcò la schiena facilitando George. Lui riprese con le spinte, e i loro gemiti stavano diventando sempre più intensi, il piacere che entrambi stavano provando aumentava sempre di più. Lui le cinse i fianchi con un braccio e fece in modo di tornare alla posizione precedente per guardarla negli occhi. Angelina lo strinse di più a sé, con le braccia e con le gambe, lui fece lo stesso senza mai smettere con le spinte ora più leggere, ora più intense, più veloci. Si fiondò sulle sue labbra ed entrambi furono travolti dall’apice del piacere: George continuò fino a quando i suoi gemiti non si spensero sulle labbra di Angelina, che lo guardava con amore.
Rimasero ancora in quella posizione, lui dentro di lei: nessuno dei due aveva intenzione di allontanarsi dall’altro. Erano ancora in quella posizione, quando George trovò la forza di parlarle “in tutto questo, non mi hai ancora detto come mai sei a casa così presto” le chiese con un pizzico di ironia.
“Pensavo fossi stato contento di avermi trovata qui …” lo prese in giro lei, dandogli un leggero pizzico sul braccio.
“Volevo sapere chi devo ringraziare per la bella accoglienza!” rispose lui sghembo, giocherellando con i suoi capelli ricci.
“L’allenatrice … ho anche preparato” poi sgranò gli occhi atterrita. George le scoppiò a ridere in faccia “ti prego, non dirmelo …” continuò lui.
“Purtroppo, devo George” lo canzonò lei, conoscendolo perfettamente “ci tocca vestirci e prendere una pizza” concluse baciandolo di nuovo sulle labbra. “Se fai così, non mi aiuti mica … una volta che mia moglie mi prepara la cena!” esclamò lui.
“Siamo stati in grado di rovinarla!” le rispose lei, divertita. Gli accarezzò i capelli rosso fiamma, facendo attenzione alla cicatrice, dove una volta c’era il suo orecchio. “Se ogni volta che mi preparerai la cena, non la mangeremo per questo motivo …” si fermò per lasciarle un altro bacio sulle labbra “mi auguro di mangiare pizza fino alla fine dei miei giorni!” concluse lui ridendo.
“Sei il solito,George!” esclamò, ma riprese subito  “ti prego,non cambiare mai!”
“Mai, amore!” le rispose lui, prima di farsi convincere da Angelina a rivestirsi per recuperare la loro cena.
 
 
NdA:
Buona domenica a tutti! Questa è la prima ff che scrivo di questo genere, mi auguro soltanto di non aver fatto qualche disastro e di aver scelto il rating giusto, se così non fosse, ditemelo che lo modifico. Pensavo di pubblicare questa storia più in là, una volta conclusa la mia long su questa coppia
Lasciatemi un commento per farmi sapere cosa ne pensate!
Alla prossima!
Un bacio,
Angel  
  
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