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Autore: MartinaMiwako    05/08/2008    0 recensioni
Una lettera e tutta la sua vita...chi vincerà?L'orgoglio o l'amore per lui?
Genere: Triste, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Miwako Sato, Wataru Takagi
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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Entriamo nel vivo della mia prima FF...mi raccomando,non criticate troppo =P
 
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1° capitolo-Reflections
 
Una scelta,anche più grossa di lei,aveva prepotentemente preso posto nella sua testa e questo non faceva altro che rendere più difficile riflettere lucidamente e prendere una decisione seria allo stesso tempo,che non le avrebbe provocato troppe sofferenze in futuro…E in effetti,per quella decisione, metteva in gioco tutta la sua vita:una mossa sbagliata e avrebbe perso,se non tutto,ciò a cui teneva di più…
Il problema era capire a cosa tenesse di più di tutto quello che già aveva. Perché,a dirla tutta,non le mancava nulla:un’ottima salute,un bellissimo fisico che qualunque ragazza avrebbe invidiato e che qualunque uomo avrebbe apprezzato,un lavoro importante e del quale andava fiera,pochi amici ma affidabili che la sostenevano e consigliavano quando ne aveva bisogno. Apparentemente quell’atroce dubbio dell’anima non aveva motivo di esistere e stagnare nei suoi pensieri,ma una cosa aveva lasciato un vuoto dentro la sua vita:il passato.
Già,passava tutto il tempo a rimpiangere e a riempire la sua vita di paragoni tra ciò che avrebbe potuto avere allora e ciò che invece avrebbe potuto avere adesso se la sua vita non fosse scandita da continui paragoni che non facevano altro che allontanare ogni possibile cambiamento della sua situazione.Viveva ogni giorno quasi uguale a quello precedente e sinceramente,in cuor suo,questa condizione non la reggeva più…voleva liberarsi del passato che tanto l’aveva fatta soffrire e ricominciare tutto da capo…
Avrebbe dovuto dimenticare proprio tutto,anche quel poco che di buono era entrato nella sua vita,quella “nuova vita” che aveva cercato di ricostruire dopo l’ennesima sofferenza…avrebbe rinunciato a tutti i bei momenti durante i quali si dimenticava di tutto il suo passato e delle sensazioni che riaffioravano con esso ogni volta che tonava indietro nel tempo con la testa…attimi purtroppo troppo brevi e fragili,come bolle di sapone:volano alte per poi scoppiare appena una leggera brezza le sfiora…attimi bellissimi che ti segnano nel profondo e che ti donano una felicità tale da pensare di poter sollevare il mondo con un dito…attimi dolorosi,che a causa della loro fugacità ti entrano nell’anima come tante lame straziando il briciolo di gioia che si prova in quell’istante…
Perché,in fondo,era rimasta delusa anche da tutto quel che accadeva da quando aveva cominciato a vivere una seconda volta...aveva l’anima colma di ulteriore sofferenza,di un’infinita tristezza e di stupide convinzioni che nel tempo erano entrate nella sua testa e avevano preso possesso di ogni sua fibra. Ultimamente aveva cominciato a pensare che non sarebbe mai stata felice,non avrebbe mai trovato qualcuno che la aiutasse ad uscire da quella trappola che si era creata nel suo animo e che l’avrebbe condotta ad una vita normale,come quella di ogni altro essere umano. L’angoscia non la lasciava respirare,formava una barriera micidiale tra lei e il mondo esterno che non le permetteva di fare nulla di spontaneo o di vivere intensamente una qualsiasi circostanza.
Questo era il punto. Quella proposta avrebbe cambiato tutto,per questo preferiva rifletterci al meglio prima di decidere la sorte di quel foglio.
Per un attimo si distolse dal riflettere,per poi decidere di rientrare in casa. Muoveva i piedi lentamente e barcollava impercettibilmente,il caldo torrido del sole e il suo intenso riflettere avevano lasciato testimonianza anche nei suoi modi di fare:era distaccata e un po’ intontita,come quando ci si sveglia la mattina.
Arrivò in camera e subito notò il foglio che era la causa di tutto.
Era un foglio bianchissimo,ripiegato su sé stesso accanto al quale si trovava una busta scura,color terra,bollata e aperta,che precedentemente conteneva il documento. Da quando aveva stappato quella busta esistevano solo lei e quel foglio,scritto nero su bianco, e dal quale dipendeva la sua felicità,la sua vita,tutto…
Voleva leggerlo un’altra volta,illudendosi che quella schiacciante richiesta potesse svanire da sopra quel foglio e trasformarsi in una delle tante fatture che era abituata a controllare quando ritirava la posta.
E invece no!Avrebbe tanto desiderato strapparlo,però non poteva ignorare l’esistenza di quel fardello così pesante…si limitò soltanto a rileggere i concetti base contenuti nel messaggio…
“…trasferimento…ispettrice…Fukuoka…”
Non poteva crederci!Mai e poi mai avrebbe pensato di ricevere una lettera contenenti quelle parole,non ci pensava,anzi,non lo sperava!
Le era stato offerto un posto come ispettrice…una promozione diciamo…a Fukuoka,nell’isola di Kyushu,quindi il trasferimento sarebbe stato più che ovvio data la distanza. Solo a lei potevano capitare questi colpi di fortuna,che però riteneva esigui perché c’era sempre la fregatura. Come questo infatti.
Per una come lei,sempre seria e che metteva il lavoro innanzi a tutto,era un grandissimo onore diventare ispettrice ed accettare. Ma sapeva benissimo che una come lei,sempre impeccabile e attenta,se avrebbe atteso un altro po’ e continuato a svolgere il suo lavoro accuratamente,presto avrebbe ricevuto altre proposte simili e ben più prestigiose.
Provava ad osservare tutte e due le possibilità che aveva da ogni angolazione,pronta a cogliere anche il più piccolo difetto dell’una o dell’altra scelta. Più rifletteva,più si rendeva conto che una qualsiasi decisione l’avrebbe portata a rinunciare a qualcosa. Infatti non esiste decisione che non comporti una rinuncia,dalle più piccole alle più grandi,ma pur sempre rinunce. E in questo caso avrebbe rinunciato a molto sia scegliendo una cosa,sia scegliendo l’altra.Non aveva via d’uscita,doveva scegliere se seguire il suo più grande sogno o meno.
Fin da piccola,da quando vide il padre sparire dalla sua vita,il suo più grande sogno era diventare poliziotta come lui,coraggioso e onesto,che puniva chi violava i diritti umani e compiva reati. Le era sempre piaciuto,ma da quando il padre scomparve,voleva inseguire le sue orme sperando che egli un giorno,anche se non poteva vederla,sarebbe stato fiero di lei. E da quando anche Matsuda se n’era andato,aveva rafforzato quella voglia di diventare sempre migliore così che anche lui potesse andarne fiero.Lui che era andato via troppo presto,lui che avrebbe desiderato conoscere meglio:in soli sette giorni era riuscita comunque a capire molto di più di quanto immaginasse,di quanto fosse razionalmente possibile.è inutile cercare di dare una logica a un sentimento che non conosce regole,quale l’amore…si,ne era certa! Anche se aveva lavorato assieme a lui solo per quei giorni,gli era rimasto impresso più di ogni altra persona che aveva frequentato prima e dopo di lui. Voleva diventare perfetta per far vedere che,sinceramente,li aveva amati più di ogni altra persona al mondo e che doveva a loro tutto quello che voleva divenire. E che ancora non era. La consapevolezza di non riuscire a fare quel che si era prefissata da quasi una vita la faceva sentire malissimo,peggio di una bugiarda,peggio di una perdente. La faceva sentire piccola e indifesa,come una bambina che vuole sentirsi più grande,ma che non riesce nel suo intento e si arrende all’idea di non esserlo. E il sentirsi debole la portava a farsi vedere combattiva e tutta d’un pezzo,poiché lo era diventata per non soffrire troppo dopo la perdita del padre e per non sentirsi sola,anche se,in realtà,non lo era. Non lo era perché nella sua vita,ne aveva incontrato di persone buone e care che non cambierebbe per nessun motivo al mondo,ma se avrebbe accettato quella proposta,come avrebbe fatto?
Cioè amici si rimane,ma sarebbe difficile continuare a frequentarsi assiduamente e questo era uno dei motivi per cui rimanere. Inoltre c’era sua madre,che l’aveva cresciuta con tanto amore cercando di non farle sentire troppo la mancanza del padre e l’ispettore Megure,che da subito s’era preso cura di lei e l’aveva trattata come una figlia e non sapeva quantificare tutto il bene e la fiducia che aveva riposto in lui. Era come il suo "secondo" padre e le doleva non poco doversene andare cosi all’improvviso,dopo che l’aveva educata a dovere così da divenire una poliziotta modello,che qualunque dipartimento avrebbe invidiato.
L’ultimo ostacolo che frenava la sua scelta era così grande e difficile da ignorare che non sarebbe bastato un pomeriggio per superarlo…forse non sarebbe bastata un’intera vita a soffocare quel desiderio che si contrapponeva al suo essere perfetta. Lasciare la madre,Megure e quei pochi amici le faceva male,ma era sicura che,col tempo,sarebbe riuscita a convivere con l’idea di non poterli vedere più quotidianamente. Ma non sapeva quanto avrebbe sofferto a lasciare anche lui,perché con lui era tutta un’altra storia e sapeva benissimo che non sarebbe bastato un addio a cancellarlo dalla sua vita,a dimenticare quanto aveva fatto per lei…
Perché soltanto con Matsuda aveva provato un sentimento così intenso,ammaliante ed estremamente complicato. Non riusciva ad ammettere nemmeno a sé stessa che con lui si sentiva bene come con nessun altro,che era diverso da tutti coloro che lavoravano con lei…Certo,ancora si chiedeva come mai non si fosse mai accorta di tutte quelle attenzioni che le rivolgevano,in fondo era una detective e capire queste cose le sembrava il minimo dato il lavoro che svolgeva .Solo grazie a Yumi aveva finalmente scoperto che tutto il dipartimento ci provava con lei…e non solo…
 
Flash-back
Yumi: Ma insomma!Miwako,ci sei?   
Miwako: Aspetta un attimo
Agente: E…e…ecco i fascicoli che voleva…
Miwako: Grazie ^^ Puoi andare
Agente: O/////O *si allontana*
Yumi: Secondo me dovresti andarti a prendere un paio di occhiali…
Miwako: -.- perché mai?
Yumi: Ma dico io!Possibile che non ti accorgi che l’intero dipartimento al maschile ti viene dietro?
Miwako: eh?
Yumi: Appunto,è questo il problema!Se non ti accorgi che i tuoi colleghi fanno di tutto per farsi notare…
Miwako: A dirla tutta non ci avevo mai fatto caso…però ora che me lo fai notare…*guarda attorno notando che molti distolgono lo sguardo da lei arrossendo*
Yumi: Se non ci fossi io ad aprirti gli occhi…
Miwako: Eheh
Yumi: …neanche lui avresti notato…
Miwako: …eh?
Yumi: Lo sai bene chi!Ma dimmi solo…perché non ti lasci andare per una volta? Perché non fai quello che veramente desideri,quel che più arde nella tua anima?
Miwako: …
Yumi E dimmi,perché ti nascondi dietro questo muro di silenzio?Lo sai che ti sono amica,e sai benissimo che capisco quando c’è qualcosa che non va…solo che non capisco come mai non vuoi parlarne…
Miwako: Ma se mi va tutto bene,cosa dovrei risponderti?
Yumi: Ne sei proprio sicura?
Abbassai improvvisamente il capo cercando di risponderle,però mi sentii morire le parole in gola…ogni singola parola sfumarsi prima di raggiungere le mie labbra. Sapevo benissimo che non andava tutto bene e forse era meglio ammetterlo per una volta,in fondo era un’amica…e forse proprio per quello che non volevo farla preoccupare inutilmente per qualcosa che neanche io mi spiegavo,allora…
Alzai la testa facendo uno dei miei soliti sorrisi smaglianti cercando di nascondere la debolezza di quell’attimo di riflessione
Miwako: Certo che va tutto bene,a parte dei piccoli inconvenienti quotidiani,nulla più
Yumi: Sei un caso disperato!Pensi che io creda ad ogni singola parola che dici?Spesso te l’ho fatta passare perché capisco che ci possono essere momenti in cui una persona non vuole parlare,ma questo prendere in giro la gente non lo sopporto più!Secondo te è bello capire che  un’amica cerca di evitarti nascondendosi dietro una parete di bugie?Dai,rispondi ora…
Spalancai leggermente gli occhi. Mai l’avevo vista così severa e determinata,mai aveva alzato la voce in quel modo con me…eppure aveva ragione e non potevo darle torto. Quella verità spiattellata così crudelmente davanti ai miei occhi mi fece gelare il sangue nelle vene e non riuscii nemmeno a rispondere,dovevo decidere se continuare con la mia consueta farsa o se spiegare quel complesso stato d’animo
Yumi: Allora?
Miwako: E che…io…
Tremai tutta,come quando si deve svolgere un esame orale e ci si sente intimiditi dal poter commettere un errore troppo grosso per poter essere riparato. Non riuscivo nemmeno a capire che cosa volevo dire in quel momento,riconobbi un’orrida realtà che si faceva spazio nella mente e una più rassicurante sensazione,la consapevolezza di potermi fidare
Yumi: Devo tirarti fuori le parole di bocca?
Mi sentii sollevata quando mi rivolse di nuovo la parola,con un tono più pacato e comprensivo,come a capire un po’ quel caos che si era creato in pochi secondi nella mia testa…e incitante allo stesso tempo
Miwako: Ecco io…a volte mi sento confusa…
Yumi: Ah finalmente!Qualcosa è uscito!è perché tutta questa confusione?
Miwako: Sinceramente non lo so…
Yumi: è impossibile che non lo sai…Qualche bel corteggiatore ti perseguita?Ti sei presa una cotta per qualcuno?Di solito l’amore fa confondere *ghigno malefico*
Miwako: Ma…ma che dici?Non è assolutamente vero! *rossa come un peperone*
Yumi: Ora ho capito tutto -veramente da quando la spia tutto il dipartimento che  capisco come mai è così,comunque sono dettagli insignificanti-…I tuoi appuntamenti non finiscono come vorresti?
Miwako: E tu come lo…ehm…chi ti dice queste cose?
Yumi: Beh…ecco… -accidenti mi ha fregato-
Miwako: Allora?Aspetto una risposta
Yumi: -dico la verità?Ma si,tanto-… Qui tutti sanno tutto…
Miwako: ….mi spiate?
Yumi: Non guardare me!Io non c’entro nulla!Io capto solo le informazioni…i…ops
Miwako: E da chi le “capti”?
Yumi:  Ho parlato già troppo…
Miwako: invece ora sputi il rospo!
Yumi: Pensa a sputarlo tu il rospo con il tuo “tipo”
Miwako: -.- cosa?
Yumi: Beh,se non finiscono bene ci sarà un motivo no?Non sei l’unica a ragionare qui dentro…
Miwako: Ma cosa dici…
Yumi: La verità che tu non vuoi ammettere…ah l’orgoglio!
Miwako: Ma smettila!Ma pensi che tutto quel che si dice è verità?
Yumi: Tutto no ,e te l’ho pure dimostrato…
Miwako: Preferisci credere a infondate chiacchiere di corridoio e non a me?
Mi lanciò uno sguardo inflessibile,di quelli che di solito si lancia ai colpevoli quando vengono “incastrati” e ricco di rimprovero per quel che era appena uscito dalla mia bocca. Per la prima volta mi patii le stesse sensazioni di tutti quelli che avevo arrestato…inchiodata al suolo senza possibilità di allontanarmi da quello sguardo…sembrava ripetermi “colpevole” e in quel momento lo ero,per questo la situazione diventò ancor più terribile e insopportabile
Yumi: Sei così “cotta” che non riesci più a comprendere il vero da tutto quel che inventi?
Miwako: Non sono cotta proprio di nessuno!Non sono una stupida ragazzina che si cuoce appena vede o esce con qualcuno,non mi lascio trasportare dalle emozioni così ottusamente!
Lo dissi con tono arrabbiato e incontrollato,glielo urlai per farglielo sentire bene,per ribadire il concetto…contrario…perché pensandoci mi comportai proprio come non volevo,come una che si lascia trasportare dalle emozioni senza pormi un limite,senza riflettere…
Mi guardo seria per poi farmi un sorriso acido e recandosi verso la porte,porgendomi le spalle
Yumi:  Certo,non pensavo che l’orgoglio potesse farti perdere la testa a tal punto…non capisco proprio come ha fatto Wataru a prendersi una simile sbandata per te…
Fine Flash-back
…ma allo stesso tempo quella stessa discussione le aveva fatte soffrire…
Adagiandosi sul suo letto ricominciò a riflettere su cosa fare,se andare o rimanere.
Il sapere che lui non era del tutto indifferente la rendeva felicissima e al contempo triste. Il rossore che aveva invaso il suo volto ricordando le ultime parole di Yumi l’aveva ricoperta fino al collo facendola sentire un po’ accaldata e preoccupata,perché finalmente quel che provava stava risalendo prepotentemente a galla,pronto per essere svelato al suo cuore confuso. Le ritornavano in mente tutti quei bei momenti che avevano vissuto insieme,quel eterno rincorrersi a vicenda in cerca l’uno dell’altro,di un chiarimento,di un qualcosa in più rispetto all’amicizia,di qualcuno con cui condividere tutto ciò che di bello c’è al mondo,di un nuovo inizio insieme. Durante gli ultimi avvenimenti aveva compreso che di lui si poteva ciecamente fidare,che non l’avrebbe mai lasciata sola,che non l’avrebbe fatta più soffrire. Chi,se non lui,l’avrebbe condotta alla felicità e tranquillità di una vita normale?
Riflettendo a fondo non riusciva comunque a trovare una risposta,nessuno altro essere umano era più importante,nessuno l’aveva aiutata quanto lui.
Lui che le faceva perdere il controllo,lui che coglieva ogni sfumatura del suo carattere,ogni sua debolezza e difetto,lui che era diventato troppo importante…era certa che nessuno la conosceva più di lui ormai. Il suo “tipo”,il principe azzurro sul cavallo bianco che ogni donna aspetta in cuor suo con tanta pazienza,la sua metà,colui che avrebbe riempito la sua vita,il suo angelo custode era lui?
Pensarci soltanto le faceva paura perché un’altra volta si trovava dinanzi a quell’interrogativo e temeva potesse terminare come la volta precedente…sogni spezzati prima ancora di nascere,di cui rimangono solo cenere e lacrime…
Lui era anche diventato il suo pomo d’Achille,per questo le era difficile “lasciarsi andare” ,come diceva Yumi…Se gli fosse successo qualcosa,con chi se la sarebbe presa stavolta?
Si sentiva perseguitata dalla morte poiché a causa di essa aveva perso troppe persone e non voleva che lui rischiasse di nuovo come quel 7 gennaio. La sua vicinanza gli provocava continui problemi di cui lui sembrava noncurarsene,rischi che era pronto a correre per lei,un stato d’agitazione incredibile che a stento nascondeva.Ci teneva troppo per fare tutto quel che realmente compiva,per quanto potesse lusingarla non le andava proprio giù di veder soffrire lui al posto suo. Lei…lei non rischiava nulla,per lui non aveva fatto molto,pensandoci bene, l’aveva spesso maltrattato o ignorato…solo ora si rendeva conto di quanto fosse stata stupida…
Il rossore andò diminuendo e un’espressione tristissima marcò il volto della donna,come quasi a voler piangere,come a voler impietosirsi di se stessa e senza rimuginare su tutto quel che gli aveva donato fin a quel momento di altrettanto bello. Voleva sentirsi colpevole,cattiva e ancor più imperfetta,voleva renderlo felice e in quel momento la cosa più sensata che potesse fare era quella di andar via e dargli la possibilità di dimenticare tutto e trovare qualcuno migliore di lei,che lo capisse veramente quel ragazzo che tanto amava…
Quando qualcuno vuole veramente bene ad una persona pensa prima alla felicità dsua rispetto a quella propria e lei voleva solo il meglio per lui….quel “meglio” che non credeva di potergli dare…
Si incupì sempre più
Lo amava davvero,non da quando lo vide come in un “colpo di fulmine”,ma da quando le aveva cominciato a mostrare l’infinita bontà che costituisce la sua personalità,una sincerità tale che si rispecchiava nei suoi modi di fare un po’ infantili e nei suoi bei occhi chiari,la sensibilità e quella maturità che ogni tanto lo faceva essere l’uomo che non sapeva ancora di essere. Era certa di non sbagliare a chiamarlo amore,altrimenti non si spiegava quell’irrefrenabile desiderio di stargli vicino,le provocazioni maliziose,le parole non dette ma quasi,la gioia degli scherzi leggeri che si scambiavano…le piaceva far tutto con lui,persino lavorare!
Perciò la vera decisione da prendere era se rimanere per lui,dichiararsi e ricominciare insieme…però,così facendo,sarebbe riuscita a fare quello che aveva giurato di divenire,per loro?Non avrebbe avuto rimpianti per aver accantonato quella promessa?E poi lei sarebbe stata davvero capace di renderlo felice,di riuscire a donargli tutta sé stessa?
Immensi dubbi invasero la sua testa,nuovamente,con immane ferocia senza lasciarla ragionare come si deve…perché si sa… l’orgoglio,come ogni altro sentimento che viene covato nell’animo umano,ingigantisce le cose,deforma la realtà e confonde le idee trasformando il bello della vita in male,in un qualcosa che ti impedisce di essere perfetta,di raggiungere il tuo traguardo e di sentirsi appagato.…un sentimento,dei peggiori. Spesso porta a farsi del male ed a non ammettere quel che veramente si prova verso una qualunque situazione o una qualunque persona…un sentimento lecito,si,ma fino ad un certo punto.
Invece ora che quest’ultimo si era insidiato in ogni fibra il suo animo veniva roso:l'orgoglio non la lasciava stare,continuava a riempigli la testa di ulteriori fantasie che finirono col demolire ogni speranza di un futuro migliore.
Quel sentimento aveva dissuaso la ragazza a tal punto da orientarla verso la scelta sbagliata,facendo leva su tutti gli avvenimenti “brutti” che aveva vissuto nella città natia e fu proprio questo voler dimenticare che la faceva soffrire tanto,ignorando ciò che di bello aveva trovato lungo la sua strada e che irrimediabilmente avrebbe perso…
Anche se lui gliel’aveva detto che non doveva dimenticare nulla poiché è solo grazie al passato che si può migliorare giorno per giorno. E nel suo caso,agli occhi di lui,le esperienze l’avevano trasformata in una perla di rara bellezza.
Strinse stretto un cuscino mentre si raggomitolò su sé stessa,non fu affatto facile per lei e così assunse una posizione di difesa,come i ricci quando intuiscono un pericolo,nascondendo la testa nel cuscino,sofferente.E scoppiò a piangere,con la stessa intensità di quando parlò col padre in ambulanza,come quando se ne andò Matsuda,come quando Wataru la fermò in quel vico*spoiler* quando gli domandò quasi piangendo se lui,andando via,si sarebbe scordato di lei prima di scoprire che erano solo infondate chiacchiere*spoiler*
Infatti non pianse più,non a quel modo.Mentre ora si sentiva sola e indifesa e voleva solo sfogarsi.
...Al mondo non esiste nulla di perfetto,è un traguardo irraggiungibile per non dire inesistente,questo lo sapeva bene nonostante la testardaggine,una delle sue caratteristiche caratteriale molto nota,e sapeva che per diventarlo avrebbe dovuto ignorare ogni sentimento. Ma a volte la testa non funziona a dovere e cerca di ignorare ciò che non porta apparentemente a nulla favorendo l’opzione che frutta subito risultati nonostante sia la più sbagliata delle scelte…è umano,follemente umano voler avere subito risultati,però non è umano ignorare il cuore…questo no…
Ma,velocemente e impetuosamente,lanciò il cuscino lontano da sé
Non lo accettava,o per meglio dire,non aveva previsto che un simile sentimento si ripresentasse nel suo cuore dopo tutto quel che aveva passato scombussolandola a tal punto. Lo aveva seppellito nell’angolo più oscuro della suo cuore,ma continuava a restare all’erta finché non si risvegliò violentemente con l’arrivo di un raggio di sole,di una speranza che l’avrebbe riportata ad essere felice come nella sua prima infanzia,più di allora…ma ora era lei a rifiutare ciò che considerava la sua salvezza…
Nella sua testa,in preda al caos più assoluto,aleggiava un ego sempre maggiore che le faceva pensare che l'unica sua salvezza era allontanarsi da chi la rendeva debole:da sola sarebbe riuscita a essere felice anche di più di quando stava con lui.
Non si sa da dove venisse fuori,non di certo dal suo cuore: non era così,non era più la persona che lui conosceva,che tutti conoscevano.
Con un sorriso che pareva quasi un ghigno si alzò
Quel maledetto lato oscuro del suo carattere nel quale covava un po’ di orgoglio,aveva preso il sopravvento su tutto e l’aveva sconvolta tanto da renderla tutt’altra persona,quasi crudele e soprattutto autolesionista
Una persona così buona in cuor suo può subire un simile stravolgimento solo in seguito ad un trauma,o al troppo stress o semplicemente per solitudine…
Una persona apparentemente forte che cede ad un simile gioco mentale non si può considerare tale perché la forza non sta nel risolvere i problemi da sola respingendo ogni forma di aiuto,ma ammettere che alcuni di essi possono essere troppo grandi e bisogna risolverli assieme a coloro che ti vogliono bene.Ma lei lo rimaneva comunque,nonostante tutto.
Il lato cattivo ed infinitamente triste dominava nuovamente sovrano come quando in quel vico Wataru l’aveva fermata prima che potesse compiere l’atto più devastante della sua vita:uccidere un uomo.
Per la seconda volta si era ridotta in quello stato,ma adesso lui non c’era,non l’aveva potuta consigliare e nemmeno consolare nonostante la grandezza di questa scelta che riguardava tutti e due.E forse era proprio questa mancanza a dare come risultato la scomparsa di tutto quel che realmente era,i suoi principi e i suoi desideri per rincorrere un orgoglio troppo accecante.
Strinse i pugni e continuando a sorridere acidamente sussurrò piano,ma con fermezza
“è deciso”
Dopo di ché si avvio nuovamente al balcone,come quasi a presentare al mondo una nuova persona,più occulta e mesta.
Appoggiò i gomiti sulla ringhiera tenendo il viso tra i palmi delle mani osservando attentamente i giochi di luce provocati dal sole,che stava tramontando proprio in quel mentre,pronta a cogliere ogni piccolo dettaglio del panorama. Perché,probabilmente,sarebbe stata l’ultima volta che avrebbe potuto osservare Tokyo da quell’angolazione. Improvvisamente le sue braccia scivolarono lungo la tiepida ringhiera fino a chinare il capo sul ferro sfregando quasi la guancia e un attimo di debolezza la colpì intensamente:arrossì leggermente fissando il puntò verso cui il sole tramontava abbracciando col pensiero i desideri che andavano declinandosi assieme ad esso e un ultimo sorriso le dipinse il viso prima di cadere nel completo oblio della sua decisione
  
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