Storie originali > Avventura
Segui la storia  |       
Autore: DreamingIsLiving    01/06/2014    1 recensioni
"Ci hanno insegnato a combattere, resistere, sputare sangue pur di sopravvivere, eppure ci hanno fatto dimenticare ciò che vivere significhi".
Genere: Avventura, Romantico, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Le carezze di sua madre erano magiche, sapevano convincerla a fare qualsiasi cosa, che lo volesse o meno. Quella  mattina non voleva andare a scuola, "È il tuo primo giorno, sarà stupendo" le avevano detto, ma lei non ci credeva. Altri avevano provato con un "ti farai tanti amici" ma neppure questa era la verità, anzi, suonava estremamente falso. Nessuno voleva avere per amico una bambina che era controllata a vista da due soldati in borghese, troppo fuori luogo in mezzo a ragazzini perché una camicia a strisce potesse nascondere la loro identità. Avrebbe compiuto l'indomani sei anni eppure i suoi coetanei avevano paura di lei, di cosa avrebbe comportato parlarle. Per sua sorella era tutta un'altra storia, lei con il suo carattere deciso riusciva sempre a sopportare la pressione e superarla, vincerla, sembrava più grande eppure erano gemelle. Lei era quella con un sacco di amici, a scuola, a casa, non era mai sola. Sapeva che Laura l'avrebbe difesa, lo sapeva da sempre perché non ricordava un giorno in cui non fosse stato così, ciononostante quel giorno non le bastava. "sei agitata?" le chiese la domestica, una donna anziana e dal volto spigoloso. Alla bambina ricordava il tronco di un albero e a volte, se la luce era soffusa, faticava a scorgere gli occhi in quel pare di rughe. No, non era agitata, aveva paura. Non paura della cattiveria di cui nemmeno si può immaginare i bambini siano capaci, non paura di pranzare da sola, non paura di venir isolata. Aveva paura e basta, sentiva qualcosa attanagliarle il petto e morderla.
Nonostante tutto sua madre era riuscita a convincerla ed in quel momento camminava svogliata tra i corridoi, ignorando gli sguardi di ragazzini curiosi.
"io vado" la salutò Laura schioccandole un bacio sulla guancia "Lucy mi aspetta in aula canto".
Rispose con un sorriso e proseguì verso la sua meta, uno squallido banco dove il compagno era perennemente assente. Aveva cominciato a vedere la cosa in maniera positiva: più spazio per i suoi libri.
"tu devi essere Ginevra"
L'idea che qualcuno le rivolgesse la parola la sorprese tanto da farla sobbalzare. Scrutò il suo interlocutore, era più grande di lei, un sorriso simpatico stampato in volto e le mani dietro il capo.
"non so come tu sia abituata dalle tue parti" continuò lui "ma qui si ha UN banco a testa e, soprattutto, non si fissano le persone senza proferire parola".
"scusa" rispose lei imbarazzata.
Lui scoppiò a ridere e scosse la testa "tranquilla, scherzavo. Io sono Jack e, comunque, non preoccuparti, ti disturberò solo per oggi" detto questo indico' la targhetta con scritto - tutor - mentre con l'altra mano la invitava a guardarsi attorno per notare che ognuno aveva il suo personale. Continuò a chiacchierare fino all'ora di pranzo, era fantastico sentirsi apprezzata, trovare qualcuno con cui confrontarsi ma, ancor più, era stupendo essere guardati dai suoi coetanei con stima e ammirazione, sentendo sussurrare frasi come "guardala, sta con quelli dell'ultimo anno". Oltre tutto questo si sentiva sempre più a suo agio e le sembrava che ora dopo ora le guardie del corpo affidatagli da suo padre diminuissero, finalmente avevano imparato a mimetizzarsi.
Sua sorella la raggiunse a pranzo e le sussurrò all'orecchio "tutti parlano di te" rise "stai con I GRANDI" scandì l'ultima parola con quell'enfasi che solo i ragazzini sanno provare.
Ginevra si limitò a sorridere e guardò Jack con aria sognante, lui le fece una linguaccia e subito dopo un occhiolino.
"è solo il mio tutor" rispose.
"e che tutor" la sagacità della sorella era un'altro carattere che la faceva sembrare più grande.
Sentì qualcosa infilarsi tra i capelli e, cercando tra i fiumi di ricci ne estrasse un biglietto accartocciato.
- prima di tornare in classe vieni al mio tavolo, ti portiamo noi. Jack. -
Laura trattenne un sospirò e scoppiò a ridere in maniera teatrale, Ginevra la colpì alle costole e la fece tacere.
"tanto non ci vado" disse.
"perche?"
"perché tu mi prendi in giro" era un discorso infantile, ma lei aveva solo sei anni.
"dai, dai, dai..." avrebbe cominciato per ore se la campanella non fosse suonata in quell'istante e lei non fosse stata obbligata ad andarsene.
"ti avevo detto di venire da noi" Ginevra si girò sorridendo ma lo sguardo che incrociò la spaventò. Il ragazzo allegro di poche ore prima era scomparso, la sua espressione era seria, arrabbiata.
"devo andare" bisbiglio' lei.
Lui la strattonò così forte da farle perdere il fiato "tu non vai da nessuna parte, non capisci proprio?"
"mi fai male"
"stammi a sentire dobbiamo andarcene, sono ovunque" disse lui, il tono era gelido.
"chi?"
"mi prendi in giro?" chiese lui.
"lasciami" urlò lei scostandosi, ma lui era troppo forte.
"senti, tuo padre mi ha pagato, è vero, ma non ho intenzione di morire"
Ginevra lo guardò attonita, cominciò a tremare, il ragazzo le prese le spalle e la obbligò a guardarlo negli occhi "sono qui per difenderti, lo farò, fidati".
"Mia sorella" riuscì a formulare la bambina tra tutti i pensieri che le affollavano la mente.
"ha i suoi difensori"
No, non li aveva, adesso capiva perché il numero di bodyguard le sembrava essersi ridotto ora dopo ora.
"andiamo" la intimò lui.
Fu tutto inutile, lei non si mosse, lo guardò con occhi vitrei, non provando nulla. Cominciò a tremare, sentì un velo di sudore coprirle la fronte ed il mondo iniziò a tremarle attorno.
"Ginevra, ascoltami" la supplicò stringendole le spalle con ancor più forza. La pressione esercitata dalle mani di lui, che prima era stata tanto intensa da farle male, ora le era appena percepibile. Sentì le gambe farsi deboli e crollare sotto il suo stesso peso, sarebbe caduta se il ragazzo non l'avesse sorretta.
"capisco che tu sia in uno stato di shock ma non è il momento. Hai paura, saresti stupida se così non fosse,  ma tra poco tutto sara' finito".
Tutto finito? non era affatto rassicurante, cosa avrebbe voluto dire -tutto finito-? Immaginò il suo corpo grigio, un verme le usciva dal naso. Doveva sicuramente smetterla di guardare certi film..
Sorprendendo soprattutto se stessa, scoppiò a ridere con tanta foga da rimanere senza fiato.
Lo schiaffo la sorprese e, perciò, riuscì ad ottenere lo scopo che l'esecutore di quel gesto si era posto, la bambina smise di ridere e tornò a guardare Jack negli occhi, era visibilmente preoccupato e aveva smesso di sforzarsi di apparire rassicurante, limitandosi solo a nascondere, riuscendoci a fatica, la rabbia.
"ora mi ascolti?"le chiese burbero.
Lei si limitò ad annuire e lui continuò "ora ce ne andiamo, passiamo per la cucina e scendiamo per il tubo di scarico rifiuti, non quello tra i cesti che deposita lo scarto negli appositi contenitori, quello tra le celle frigorifere, perché si getta direttamente nelle fogne, cosa non proprio legale.." fece una pausa e i suoi occhi si illuminarono di orgoglio "Non verranno a cercarci, nessuno conosce l'esistenza di quello scarico,io stesso ho faticato a trovar.."
Lui? che ne sapeva lui? Avrà avuto si e no undici anni, forse dodici, come faceva a saper..
"mi stai ascoltando?" ora il ragazzo non si sforzava più neppure di soffocare la rabbia.
"mia sorella" bisbiglio' Ginevra.
"ci sono uomini di fiducia con lei"
"non è vero, sono morti" fu sufficiente vederlo distogliere lo sguardo per farle capire che aveva ragione.
Dopo un breve silenzio lui le rispose "Non c'e' tempo".
"si".
Lui la scrutò dall'alto verso il basso "pensi che non sia in grado di portarti via a peso?"
"non riusciresti a difendere né me né te" ormai la bambina si aggrappava a qualsiasi scusa le sembrasse accettabile.
"sono stato allenato a fare cose ben più difficili" la sfidò lui, trattenendo una smorfia.
"urlerei e tutti mi sentirebbero"
"touchè" si arrese e, cominciando a rovistare nel suo zaino, borbottò "sei furba e incredibilmente stupida".
Lei fece per sorridere, quasi lusingata, ma appena lui estrasse dallo zaino un oggetto metallico e le lo porse, non riuscì a far altro che osservarlo con occhi spalancati.
"non hai mai visto una pistola?" chiese lui.
Lei la prese tra le mani e si lamentò "è pesante".
"sfortunatamente questo mi hanno dato, sai usarla?" la domanda, posta ad una bambina così giovane, sarebbe sembrata stupida ma non a quella bambina. Suo padre aveva regalato a lei e Laura una pistola prima ancora di scegliere il loro nome.
Annuì e lui la prese per mano mentre con l'altre stringeva la sua arma.
"perché non mi lasci la tua" gli suggerì lei, l'arma che il Jack stringeva le sembrava più rassicurante.
"una Vz61 scorpion ad una mocciosa?" rise "fossi matto. Ho dovuto sudare sette camice per averla".

Sembrava tutto surreale, doveva essere un sogno, non poteva essere altrimenti. O era uno di quei videogiochi che piacevano tanto ai suoi coetanei? Quelli dove il mondo cade a pezzi e i bambini si esaltano sparando a zombie o soldati nemici, quelli dove se muori non ha importanza, tanto risorgi subito, quelli che si sono dimenticati che qualcuno la guerra l'ha vissuta sulla sua pelle ed è morto ignorando sul perché stava combattendo. Be', lei non era per nulla esaltata ma, stranamente, neppure spaventata.
Ebbe una voglia matta di urlare <>, come quando la notte si svegliava tremante nel suo letto, riuscì a fatica a trattenersi. Doveva pensare a sua sorella e, soprattutto, non era del tutto certa che Jack l'avrebbe capita, anzi, il ragazzo era più teso che mai e, probabilmente, l'avrebbe soffocata con le sue mani.
"sai che lezione avrebbe dovuto avere?" sussurrò.
"disegno"
"ne sei certa?"
"no, al 99  % " si trattava più di un 55% ma evitò di essere completamente sincera.
Lui le avrebbe chiesto almeno altre mille volte se fosse sicura di quello che diceva ma, sentiti dei passi che si avvicinavano, la prese per un polso e la trascinò oltre la prima porta che vide.
 
  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Avventura / Vai alla pagina dell'autore: DreamingIsLiving